sabato 10 settembre 2011

La legge sullo stress dei lavoratori non produce cultura della sicurezza



Roma 2 set. (Adnkronos Salute)

"La legge che dovrebbe monitorare anche lo stress dei dipendenti rimane solo un atto riempitivo per il datore di lavoro, non produce la cultura della sicurezza. Necessaria per lavorare sulla prevenzione". Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Imma Tomai, responsabile del Gruppo stress lavoro correlato del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi. "Il problema principale della normativa è che non sarà mai predittiva - avverte l'esperta - perché interviene esclusivamente sui rischi oggettivi, pensando di diminuire così i costi per le aziende in termine di produttività". Ma secondo l'esperta la problematica è anche soggettiva, ovvero la percezione che ha il lavoratore dei rischi che vive in azienda. "Se non indossa il casco quando dovrebbe - spiega la Tomai - il lavoratore ha più possibilità di finire vittima di incidenti. Ecco che se non si lavora sulla percezione di questo pericolo, il personale non adotterà mai un comportamento che lo aiuterà a prevenirlo". "Inoltre la normativa - prosegue l'esperta - non richiama esplicitamente le figura dello psicologo, se non nelle competenze previste dagli obblighi dell'ordine professionale e presenti in alcuni passaggi". Eppure è lo psicologo lo specialista che potrebbe aiutare chi manifesta i sintomi dello stress: ansia, attacchi di panico e depressione. Ma quali sono le cause dello stress lavoro correlato? "Le relazioni tra colleghi, ad esempio - risponde la psicologa - un pessimo rapporto sociale sul luogo di lavoro può portare il soggetto, se non si prendono i dovuti provvedimenti, a soffrire di depressione, d'ansia e di attacchi di panico". Un problema che può connotarsi e aggravarsi a seconda della struttura in cui si lavora. "Se il mio ambiente è una multinazionale - sottolinea la Tomei - avrò maggiori garanzie per la valutazione dei rischi da stress correlato, grazie alla disponibilità di risorse e personale in grado di predisporre tutti gli interventi di applicabilità della normativa. Ma è pur vero - conclude - che proprio in grandi aziende si assiste ad altri fenomeni scatenanti lo stress. Come le guerre interne per la progressione di carriere e il riconoscimento delle competenze". "Il Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - spiega la psicologa - prevede che i compiti di vigilanza siano assunti dal medico del lavoro, dove è prevista questa figura. Ma la legge nell'articolato non richiama la figura dello psicologo. Così quello che accade è che il documento di valutazione dei rischi da stress lavoro correlato (Dvr) è fatto da ingegneri che si limitano nei loro controlli in azienda a sanzionare solo il rischio oggettivo. Non entrando mai nella dimensione 'psicologica'".

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