Per poter scegliere i respiratori e i filtri giusti, bisogna porsi le seguenti domande:
• Quali polveri sono presenti?
• Quanto è alta la loro concentrazione nell’aria ambiente sul posto di lavoro?
Se non si conosce la concentrazione di polveri è possibile fare riferimento alle applicazioni di settore, ma se non si conosce neppure il tipo di polveri, è obbligatorio svolgere un’individuazione dei pericoli, eventualmente rivolgendosi ad uno specialista della sicurezza sul lavoro.
Un respiratore sbagliato o usato in modo improprio può rappresentare un serio pericolo per la salute!
Attenzione!
I respiratori per polveri fini non proteggono dai gas e dai vapori nocivi e asfissianti. Non sono ammessi anche in caso di una concentrazione di ossigeno ridotta nell’atmosfera dell'ambiente.
98 % TLV < 0,1 mg/m3 FFP3 / P3
92 % TLV > 0,1 mg/m3 FFP2 / P2
78 % TLV = 10 mg/m3 FFP1 / P1
Occorre sottolineare che la penetrazione di particelle attraverso il filtro è solo una delle possibili fonti di esposizione delle vie respiratorie. Altre potenziali fonti, come la perdita di tenuta del facciale, la manutenzione inadeguata o il mancato utilizzo del respiratore in situazioni di rischio, sono tutti fattori che possono determinare un rischio di esposizione addirittura maggiore e che,
pertanto, devono essere debitamente valutati e controllati.
Prima di utilizzare i DPI delle vie respiratorie l’utilizzatore è tenuto ad accertarsi che le maschere di protezione impiegate siano quelle indicate per il tipo di sostanza nociva o tossica e la relativa concentrazione.
Classificazione P1 o FFP1:
a puro titolo esemplificativo
Al massimo per lavori con scarsa concentrazione di polveri e solo in caso di polveri assolutamente non tossiche, non nocive, non pericolose, quindi inerti.
Classificazione P2 o FFP2:
a puro titolo esemplificativo
Polveri minerali (ad es. polveri di miscelatura, cemento, scavo di roccia)
Polveri fibrose (ad es. lana di vetro e di roccia, escluse le fibre di amianto)
Fumi di saldatura di acciai non legati o bassolegati (non rivestiti, superficie pulita) non cancerogeni
Polveri di smerigliatura (ad es. di metalli, di plastica, di vernice)
Polveri di legno (eccetto faggio, quercia)
Polveri organiche (ad es. farina, cereali, cotone)
Polveri e nebbie contaminate da agenti biologici come germi e muffe, ad es. formatesi nella manipolazione di paglia e fieno (non protegge dai virus e dai microorganismi che causano gravi malattie)
Classificazione P3 o FFP3:
a puro titolo esemplificativo
Fumi di saldatura di acciai rivestiti e altolegati
Polveri contenenti quarzo (ad es. sabbia di quarzo, granito)
Microrganismi patogeni (virus, batteri, ecc.)
Polveri cancerogene (solo alcune: ad es. amianto, fibre ceramiche, cromati, metalli come nickel, cadmio, cobalto, berillio e i loro composti, polveri di faggio e quercia).
• Quali polveri sono presenti?
• Quanto è alta la loro concentrazione nell’aria ambiente sul posto di lavoro?
Se non si conosce la concentrazione di polveri è possibile fare riferimento alle applicazioni di settore, ma se non si conosce neppure il tipo di polveri, è obbligatorio svolgere un’individuazione dei pericoli, eventualmente rivolgendosi ad uno specialista della sicurezza sul lavoro.
Un respiratore sbagliato o usato in modo improprio può rappresentare un serio pericolo per la salute!
Attenzione!
I respiratori per polveri fini non proteggono dai gas e dai vapori nocivi e asfissianti. Non sono ammessi anche in caso di una concentrazione di ossigeno ridotta nell’atmosfera dell'ambiente.
98 % TLV < 0,1 mg/m3 FFP3 / P3
92 % TLV > 0,1 mg/m3 FFP2 / P2
78 % TLV = 10 mg/m3 FFP1 / P1
Occorre sottolineare che la penetrazione di particelle attraverso il filtro è solo una delle possibili fonti di esposizione delle vie respiratorie. Altre potenziali fonti, come la perdita di tenuta del facciale, la manutenzione inadeguata o il mancato utilizzo del respiratore in situazioni di rischio, sono tutti fattori che possono determinare un rischio di esposizione addirittura maggiore e che,
pertanto, devono essere debitamente valutati e controllati.
Prima di utilizzare i DPI delle vie respiratorie l’utilizzatore è tenuto ad accertarsi che le maschere di protezione impiegate siano quelle indicate per il tipo di sostanza nociva o tossica e la relativa concentrazione.
Classificazione P1 o FFP1:
a puro titolo esemplificativo
Al massimo per lavori con scarsa concentrazione di polveri e solo in caso di polveri assolutamente non tossiche, non nocive, non pericolose, quindi inerti.
Classificazione P2 o FFP2:
a puro titolo esemplificativo
Polveri minerali (ad es. polveri di miscelatura, cemento, scavo di roccia)
Polveri fibrose (ad es. lana di vetro e di roccia, escluse le fibre di amianto)
Fumi di saldatura di acciai non legati o bassolegati (non rivestiti, superficie pulita) non cancerogeni
Polveri di smerigliatura (ad es. di metalli, di plastica, di vernice)
Polveri di legno (eccetto faggio, quercia)
Polveri organiche (ad es. farina, cereali, cotone)
Polveri e nebbie contaminate da agenti biologici come germi e muffe, ad es. formatesi nella manipolazione di paglia e fieno (non protegge dai virus e dai microorganismi che causano gravi malattie)
Classificazione P3 o FFP3:
a puro titolo esemplificativo
Fumi di saldatura di acciai rivestiti e altolegati
Polveri contenenti quarzo (ad es. sabbia di quarzo, granito)
Microrganismi patogeni (virus, batteri, ecc.)
Polveri cancerogene (solo alcune: ad es. amianto, fibre ceramiche, cromati, metalli come nickel, cadmio, cobalto, berillio e i loro composti, polveri di faggio e quercia).
I facciali filtranti o i filtri devono essere sostituiti quando si avverte una aumento della resistenza respiratoria o quando si avvertono odori o sapori che precedentemente, durante l’utilizzo, non si percepivano o si percepivano in maniera ridotta.
Per i facciali filtranti, che possono presentare perdita di tenuta nel tempo, è opportuna la sostituzione dopo ogni turno di lavoro, o dopo tre turni per i modelli dotati di bordo di tenuta. Verificare ad ogni turno la corretta tenuta del respiratore.
E’ necessario indossare correttamente i DPI per non inficiare la protezione. Se sono presenti per esempio due elastici vanno indossati tutte e due, generalmente uno in posizione nucale e uno in posizione temporale.
A classe maggiore corrisponde un maggiore strato filtrante con conseguente aumento della resistenza respiratoria. Molti tipi di maschere sono presenti sul mercato nella versione semplice e nella versione con valvola di espirazione: questa favorisce l’espulsione dalla maschera dell’aria espirata fornendo così minore resistenza alla espirazione. Inoltre grazie alla valvola di espirazione, all'interno del facciale filtrante ci saranno minore umidità residua e di conseguenza minore calore, quindi maggiore comfort e durata del DPI.
E’ assolutamente necessario indossare le maschere per tutto il tempo durante il quale si è esposti ai contaminanti (e per essere precisi sarebbe necessario indossarli prima dell'operazione e rimuoverli dopo che la stessa sia terminata). Togliere la protezione anche momentaneamente vanifica l'efficacia della protezione.
I DPI monouso devono essere correttamente smaltiti, mentre i DPI riutilizzabili possono essere puliti e disinfettati.
* Le mani devono essere accuratamente lavate ogni volta prima di indossare
un respiratore e dopo alverlo rimosso.
* Individui con problemi respiratori, quali asma o enfisema, dovrebbero verificare con un medico come utilizzare un respiratore.
* La tenuta al volto del respiratore è estremamente importante. Se il respiratore non è perfettamente a tenuta, i contaminanti dispersi nell’aria possono penetrare tra il bordo di tenuta e il viso ed essere inalati. Qualunque cosa si trovi tra il bordo di tenuta del respiratore e il viso ne riduce l’efficienza filtrante.
* Gli uomini dovrebbero tenere il viso ben rasato ogni volta che utilizzano il respiratore. Barba, baffi lunghi e basette possono essere causa di scarsa aderenza tra respiratore e viso. Inoltre tra il respiratore e il viso non devono esserci capelli, gioielli o indumenti.
* I respiratori usa e getta non devono mai essere scambiati tra operatori, per nessuna ragione.
PIOMBO
Le polveri e i fumi prodotti dai processi industriali che implicano l’utilizzo di piombo o dei suoi composti possono essere assorbite e messe in circolazione nel nostro organismo. In genere viene espulso, ma può anche essere immagazzinato, e se la quantità di piombo accumulata nel corpo è
eccessiva, si possono manifestare sintomi quali cefalea e nausea. L’esposizione prolungata e non controllata al piombo può nuocere agli organi vitali.
AMIANTO
L’amianto è costituito da fibre sottili che si possono separare in fibre ancora più piccole, invisibili all’occhio umano. Se disperse nell’aria, queste fibre possono essere inalate e concentrarsi nei polmoni, danneggiandone i tessuti delicati (asbestosi) o addirittura determinando l’insorgere del cancro.
SILICE
Le microscopiche particelle di polvere di silice, chiamate silice cristallina respirabile, possono essere inspirate e raggiungere i polmoni, danneggiandone i tessuti delicati (silicosi) e provocando difficoltà respiratorie. L’esposizione prolungata alla silice cristallina può aumentare il rischio di cancro ai polmoni.
LEGNO
Se inalate, le particelle di polvere di legno possono irritare il naso e le vie aeree. In alcuni soggetti, l’esposizione a queste polveri può causare asma professionale, perché le particelle inalate possono scatenare una reazione allergica che determina una maggiore sensibilizzazione alle successive esposizioni. Le polveri di legno duro possono anche essere causa di cancro alle cavità nasali.
SALDATURA
I fumi di saldatura sono costituiti da una miscela di polveri sottili che possono irritare le cavità nasali e le vie aeree. L’inalazione di alcuni ossidi di metallo presenti nei fumi di saldatura può causare la cosiddetta febbre da fumi metallici, i cui sintomi, reversibili nel breve periodo, comprendono tosse, cefalea e febbre. L’esposizione a determinati composti di nichel e cromo
rintracciabili in alcuni fumi di saldatura può aumentare il rischio di cancro ai polmoni.
CROMO
Se inalati, le polveri, i fumi e le nebbie rilasciati dai processi industriali che impiegano il cromo e i suoi composti possono avere effetti nocivi sulla salute. I composti di cromo (VI) sono particolarmente pericolosi. Gli effetti a breve termine comprendono irritazione delle cavità nasali e delle vie respiratorie superiori, mentre nel lungo periodo possono insorgere patologie renali e
cancro alle cavità nasali e ai polmoni.
CEMENTO
Se inalate, le particelle di polvere di cemento possono irritare il naso e la gola. Alcuni processi di lavorazione del cemento possono inoltre rilasciare minuscole particelle di silicio che, una volta penetrate nei polmoni, possono danneggiarne i delicati tessuti (silicosi). L’esposizione prolungata può anche aumentare il rischio di cancro ai polmoni.
CARBONE
L’esposizione alla polvere di carbone può irritare il naso e la gola e, nel lungo periodo, può causare gravi malattie polmonari quali bronchite cronica, enfisema e pneumoconiosi. Nelle polveri di carbone è spesso presente la silice cristallina, che può portare alla silicosi, causando disturbi respiratori con conseguenze anche letali.
NICHEL
Se inalati, le polveri, le nebbie e i fumi prodotti dal nichel o dai suoi composti possono avere effetti nocivi sulla salute. L’esposizione ripetuta può essere causa di asma (i cui sintomi comprendono tosse e affanno) e, nel lungo periodo, aumentare il rischio di cancro alle cavità nasali e ai polmoni.
CEREALI
L’inalazione di particelle di polveri provenienti dalle coltivazioni di cereali può causare bronchite e irritazione delle cavità nasali e delle vie aeree. In alcuni soggetti, l’esposizione può determinare l’insorgenza di asma professionale. Le spore di muffe eventualmente presenti nel grano immagazzinato possono causare il “polmone del contadino”, una patologia che si manifesta con sintomi quali perdita di peso e dispnea (respiro corto).
Per la selezione maschere della protezione respiratoria e per la durata dei filtri devi conoscere il contaminante a cui sei esposto e qual è il livello di esposizione (concentrazione).
1° Contaminante
2° Gas number
3°Livello di esposizione misurato
Per indicarti la vita utile di un Respiratore devi sapere:
Livello/intensità dell’attività lavorativa
Livello di umidità
Temperatura del luogo di lavoro
Livello o intensità dell’attività lavorativa:
❏ Leggero (es. controllo da seduto in di macchinari)
❏ Medio (es. Movimenti leggeri di carichi)
❏ Pesante (es. Sollevamenti di pesi o carichi gravosi)