lunedì 19 ottobre 2020

Fumi di Incendio: Tossicità del monossido di carbonio o anidride carboniosa CO




Le sostanze incombuste, le sostanze nocive e quelle tossiche presenti nel fumo, sono una minaccia per le persone, per i beni materiali e per l’ambiente, non solo durante l’incendio, ma anche dopo. 

Una volta che l’incendio é stato spento, gas tossici continuano ad essere sprigionati dai materiali bruciati contaminando tutto cio’ che li circonda.

E' necessaria quindi la protezione delle vie respiratorie dal monossido di carbonio; è necessario utilizzare dispositivi di protezione delle vie respiratorie (DPI) specifici, come maschere antigas e filtri antigas comprendenti la sigla CO. I DPI per la protezione delle vie respiratorie dal CO sono regolamentati da normative europee (EN 14387 per i filtri antigas) e devono essere conformi alla 3° categoria di rischio (rischi di morte o lesioni gravi irreversibili). 




 Il monossido di carbonio è un vero e proprio veleno per le vie respiratorie. Chi respira un’elevata concentrazione di monossido di carbonio, correrà il rischio che il CO si leghi direttamente ai globuli rossi (emoglobina), bloccando in tal modo l’assorbimento dell’ossigeno nel sangue. Di conseguenza l’ossigeno verrà a mancare e si correranno i rischi per la salute connessi. I primi segnali in tal senso sono mal di testa, malessere e stanchezza.

L'effetto tossico del monossido di carbonio = CO sull'uomo è causato principalmente da una reazione tra CO ed emoglobina (Hb) del sangue.

L'emoglobina è una proteina che costituisce i globuli rossi del sangue mediante la quale si compie il trasporto dell'ossigeno O2, sotto forma di ossiemoglobina (O2Hb), dai polmoni alle cellule del corpo e CO2 dalle cellule ai polmoni (come CO2Hb).


L'emoglobina può legarsi con il CO, dando luogo alla carbossiemoglobina (COHb), tale interazione, riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno O2, infatti l'emoglobina ha maggior affinità per la CO piuttosto che per l'ossigeno O2. L'affinità di CO per l'emoglobina è circa 230 volte maggiore di quella dell'O2 e, come risultato, si ha quindi che, quando esistono entrambe le possibilità, si forma COHb piuttosto che O2Hb.

Fattore importante per gli effetti del CO sul corpo umano è la quantità di COHb presente nel sangue: quanto più alta è la percentuale di emoglobina legata sotto forma di COHb, tanto più grave è l'effetto. La perdita di coscienza avverrebbe quando il livello di COHb nel sangue raggiunge una concentrazione del 50 - 55%. Il tasso di COHb nel sangue è direttamente legato alla concentrazione di CO nell'aria inalata.

Per una data concentrazione di CO nell'aria ambiente, il tasso di COHb nel sangue raggiungerà un valore di equilibrio dopo un sufficiente periodo di tempo, valore che si manterrà invariato. Tuttavia, il tasso di COHb cambierà nella stessa direzione in cui varia la concentrazione di CO nell'aria ambiente sino a raggiungere un nuovo equilibrio.

II tasso normale della COHb del sangue di un soggetto non fumatore, è di circa lo 0,5%. Parte di questo è dovuto alla produzione di CO nel corpo durante il metabolismo distruttivo dell'eme, un componente dell'emoglobina. Il rimanente proviene da piccole quantità di CO nell'aria ambiente.

Si precisa quanto segue:

 O= OSSIGENO MOLECOLARE
CO = MONOSSIDO DI CARBONIO (nomenclatura IUPAC) o ANIDRIDE CARBONIOSA (Nomenclatura TRADIZIONALE).
CO2 = BIOSSIDO DI CARBONIO (nomenclatura IUPAC) o ANIDRIDE CARBONICA (Nomenclatura TRADIZIONALE).


Dott.ssa Maria Beatrice Sbrocca













domenica 18 ottobre 2020

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