Gli spazi confinati (serbatoi, silos, recipienti, reti fognarie, cisterne, etc) sono spesso teatro di numerosi incidenti mortali e infortuni gravi, a volte lteriormente aggravati da un soccorso inadeguato e improvvisato.
I rischi specifici nell’accesso a silos, vasche e fosse biologiche, collettori fognari, depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio e il trasporto di sostanze pericolose rimandano ad un approfondimento sugli spazi confinati.
Il DPR n. 177/2011 sottolinea l’importanza della formazione preventiva per il personale chiamato ad operare negli spazi confinati e in particolare sancisce che, per avere la qualificazione ad operare in tali condizioni è necessario il “possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei alla prevenzione dei rischi propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati e avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione e attrezzature”.
Noi desideriamo diventare il Vostro partner negli spazi confinati, offrendovi non solo articoli di altissima qualità e affidabilità, ma soprattutto la nostra pluriennale esperienza, assistendovi nella scelta dei prodotti e nella formazione per il loro utilizzo. Possiamo raccogliere in un unico documento i dispositivi che riteniamo indispensabili per il vostro lavoro negli spazi
confinati, presentandone le principali caratteristiche tecniche.
L’analisi delle cause e delle dinamiche di alcuni incidenti (sottoriportati) evidenzia, in maniera inequivocabile, la scarsa consapevolezza del rischio da parte delle persone coinvolte, associata generalmente all’insufficiente conoscenza dei fenomeni e delle possibili misure di protezione, nonché all’incapacità di mettere in atto appropriate procedure di intervento in caso di emergenza. La carenza si manifesta prevalentemente nell’ambito delle micro e piccole realtà imprenditoriali, riguardando in primo luogo gli operatori, ma estendendosi anche ai datori di lavoro, talvolta fino all’estrema conseguenza di trovare anche essi registrati fra le vittime degli infortuni.
Nei lavori in spazi confinati, dove i lavoratori sono esposti a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, devono essere adottati i
Dispositivi di Protezione Collettiva (DPC). I rischi residui, che non possono essere soppressi dai DPC, devono essere eliminati o ridotti mediante l’uso
di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
L’atmosfera dell’ambiente di lavoro dovrà essere monitorata per conoscere l’efficienza dell’impianto di ventilazione. Qualora il tasso di ossigeno
risulti superiore al 20%, i lavoratori dovranno indossare i DPI respiratori previsti dalla valutazione dei rischi, relativa allo specifico lavoro e al luogo
in cui viene svolto.
Se il tasso di ossigeno risulta inferiore al 20%, i lavoratori devono essere dotati di DPI respiratori isolanti: autorespiratori alimentati ad aria compressa
(per approfondimento, cfr. capitolo 7), dotati di sufficiente autonomia a svolgere le lavorazioni.
Il lavoratore dovrà essere dotato di idonei DPI di posizionamento, trattenuta, discesa, salita e di arresto caduta, incluse le linee di vita collocate intorno al punto di accesso degli spazi confinati. Dovrà inoltre essere dotato di eventuali altri tipi di DPI (ad esempio: tute per protezione chimica, guanti per protezione e meccanica, stivali, ect.).
Dove ci possono essere potenziali atmosfere esplosive o infiammabili, è necessario impiegare attrezzi in grado di non produrre scintille e disporre
di lampade opportunamente protette, definiti antideflagranti.
SPAZI CONFINATI - Dispositivi di Protezione Individuale
È necessario che i lavoratori siano provvisti dei DPI idonei e li utilizzino secondo quanto prescritto. Il personale deve disporre almeno del seguente equipaggiamento:
• maschere con filtro o respiratori isolanti;
• elmetto per la protezione della testa da caduta di materiale dall’alto o dall’urto con oggetti;
• imbragatura di sicurezza;
• guanti di protezione;
• protezione degli occhi se si è esposti a sostanze pericolose, proiezione di schegge, ecc.,
• calzature di sicurezza;
• indumenti di protezione.
In funzione delle evidenze dell’analisi dei rischi effettuata per lo specifico lavoro, potranno altresì ritenersi necessari ulteriori DPI, quali ad es i dispositivi per la protezione dalle cadute dall’alto.
Protezione delle vie respiratorie
Al fine di stabilire qual è il dispositivo più idoneo, è necessario:
1) identificare gli agenti chimici contaminanti eventualmente presenti, il loro stato fisico (polveri, fibre, nebbie, fumi, vapori, gas) e la concentrazione;
2) stabilire la concentrazione di ossigeno (O2).
Ciò è utile al fine di stabilire se utilizzare DPI respiratori dipendenti (a filtro) o indipendenti dall’atmosfera ambiente (isolanti):
a) DPI a filtro, dipendenti dall'atmosfera ambiente, quando il tasso di O2 è superiore al 19,5% (facciali filtranti; semimaschere, maschere intere); possono essere usati al posto degli autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, offrano garanzia di sicurezza e sia assicurata una efficace e continua aerazione;
b) DPI isolanti (respiratori alimentati ad aria o autorespiratori), indipendenti dall'atmosfera ambiente, nel caso che il tasso di O2 risulti inferiore al 19,5%. Il principio di funzionamento si basa sulla fornitura di aria respirabile prelevata da “zone pulite” oppure da bombole o fonti esterne quali reti di aria compressa. Proteggono sia da carenza d’ossigeno che da elevate concentrazioni di contaminanti.
ATTENZIONE!
Se l’ambiente è sospetto di inquinamento è necessario un monitoraggio in continuo della qualità dell’aria.
Durata dei filtri: vanno utilizzati filtri di tipo e classi appropriati; poiché possono facilmente andare incontro a saturazione e non fornire più la giusta protezione, vanno regolarmente sostituiti per garantire le prestazioni di protezione, secondo le istruzioni del fabbricante.
Addestramento: i DPI delle vie aeree sono di categoria III, per cui i lavoratori devono essere addestrati all’uso corretto secondo le vigenti disposizioni in materia di salute e sicurezza.
Pulizia e manutenzione: ad eccezione di quelli monouso, la manutenzione dei dispositivi deve essere eseguita da persone competenti, secondo le istruzioni del fabbricante, e prevedere ispezioni per l'individuazione dei difetti, eventuale sostituzione e controllo delle prestazioni.
Dispositivi per la protezione dalle cadute dall’alto
Il dispositivo di discesa del lavoratore comprende un dispositivo di ancoraggio al quale viene collegato un sistema di arresto della caduta, un dispositivo di recupero ed un argano.
I dispositivi di ancoraggio sono generalmente distinti in: dispositivi a tre piedi, dispositivi a quattro piedi, dispositivi monopiede.
La scelta del dispositivo di ancoraggio più idoneo può essere fatta secondo due criteri sulla base della modalità di accesso all’ambiente confinato:
1. se l’accesso è costituito da una scala, il lavoratore deve essere connesso ad un sistema di arresto caduta provvisto di dispositivo di recupero che interviene in caso di caduta o di incapacità del lavoratore a risalire;
2. se l’accesso è costituito da un sistema che solleva e fa scendere il lavoratore in sospensione, esso deve essere nello stesso tempo sollevato o abbassato con un argano e deve essere attaccato ad un sistema di arresto caduta provvisto di dispositivo di recupero come dispositivo di sicurezza.
Imbragature
• Imbragature con attacco frontale: non sono adatte per il recupero del lavoratore con sollevamento verticale;
• Imbragature con attacco dorsale: sono adatte per il recupero con sollevamento verticale del lavoratore.
ANALISI di alcuni precedenti INCIDENTI realmente ACCADUTI
Pozzo romano per l’acqua
Lavori di manutenzione Zona vulcanica - Castelli Romani
Descrizione dell’evento
Il lavoratore si è calato nel pozzo senza l’utilizzo di DPI e senza aver effettuato alcuna misurazione per eseguire lavori di manutenzione e/o verifica della falda idrica,
si è trovato in presenza di anidride solforosa (sostituisce l’ossigeno).
n. 1 morto per anossia
Locale ipogeo (vecchia cabina di trasformazione interrata ed in muratura)
Lavori di impermeabilizzazione - Roma
I lavoratori stavano utilizzando del primer senza tener conto che l’utilizzo dello stesso in ambiente chiuso causa una eccessiva
presenza di vapori di solventi che hanno saturato l’ambiente.
n. 2 intossicati
Impianto di depurazione
Lavori di manutenzione Canale fognario - Roma
I lavoratori stavano camminando all’interno del canale fognario senza l’utilizzo di adeguati DPI e senza aver portato con sé la
strumentazione che avrebbe consentito di effettuare la misurazione in continuo, necessaria in tali ambienti. L’intossicazione è avvenuta a causa di un
probabile sviluppo di vapori di sostanze tossiche sversate nella fognatura.
Tutti intossicati, rischio di annegamento
Autobotte per il trasporto della benzina
Lavori di verifica ordinaria in prossimità del passo d’uomo - Roma
Al lavoratore sono caduti i guanti da lavoro all’interno dell’autobotte, lo stesso ha deciso di calare una scaletta e di effettuare una manovra veloce per recuperarli. Appena disceso ha inalato i vapori di benzina che gli hanno provocato un parziale stordimento, è riuscito a risalire ma uscendo
solo con la testa, invocando aiuto. La presenza di altri lavoratori ne ha permesso il salvataggio. Lavoratore salvo in extremis dopo parziale stordimento.
I tre operai morti in un incidente sul lavoro a Capua erano impegnati nei lavori di bonifica e di manutenzione di un silos, alto circa dieci metri, all'interno dell'azienda farmaceutica Dsm, sulla strada statale Appia, che da San Tammaro porta a Capua, direzione Aversa.
I tre lavoravano per una ditta di Agragola. Secondo le prime informazioni sono stati investiti dalle esalazioni provenienti dalla cisterna, probabilmente dovute ad un processo di fermentazione che si è innescato quando gli operai l'hanno aperta.
Gli operai avevano da poco iniziato le operazioni di bonifica della vasca. Secondo una prima ricostruzione due sono stati colti immediatamente da malore mentre il terzo ha tentato di soccorrerli finendo, però, nel fondo della vasca privo di sensi. Quando è scattato l'allarme per i tre non c'è stato più nulla da fare.