venerdì 26 febbraio 2010

Prodotti LUMINESCENTI


Fotoluminescenti per il sistema di evacuazione di sicurezza: un aiuto prezioso

Un piano di evacuazione di sicurezza, supportato da esercitazioni regolari, garantisce che, in caso di emergenza, il personale possa essere messo rapidamente in salvo in assoluta sicurezza. In caso di blackout in un edificio o in uno stabilimento, una segnaletica di sicurezza ben visibile, come quella ottenuta con i prodotti luminescenti, aumenta la probabilità che tutti rimangano illesi.

La segnaletica fotoluminescente, se correttamente posizionata, aiuterà squadre antncndio aziendali, vigili del fuoco, condomini, ect. a raggiungere il luogo dell’emergenza anche in caso di blackout.



In caso di black-out l’intensità luminosa dei prodotti luminescenti permette la VISIBILITA' necessaria per una evacuazione di emergenza.
La visibilità sarà più forte nei primi 20 minuti, per poi diminuire lentamente.

Ogni prodotto fotoluminescente non necessità di alimentazione, verifiche o interventi di manutenzione.








La luminescenza è ottenuta da pigmenti di solfuro di zinco che vengono attivati da una sorgente di luce.

La segnaletica luminescente è prevista dal D. Lgs. 493/96 all. II punto 2,1... Ferme restando le disposizioni del D. Lgs. 626/94, in caso di cattiva illuminazione naturale sarà opportuno utilizzare colori fosforescenti, materiali riflettenti o illuminazione artificiale.

In ambiente esterno la durata di tale segnaletica sarà inferiore rispetto ai parametri forniti dal produttore (anche se ora viene prodotta anche su base di ALLUMINIO e quindi certamente più garantita rispetto al PVC, ottimo perché dielettrico, ma più sensibile agli UV).

Sono tantissimi i prodotti LUMINESCENTI

1° La segnaletica a pavimento

come il nastro fotoluminescente, indica al personale la via da seguire in caso di incendio o fumo. Questo tipo di segnaletica va applicato al pavimento o sulle pareti a un’altezza massima di 40 cm. Tale segnaletica indica al personale la via di fuga più rapida anche quando deve chinarsi per evitare di inalare troppo fumo. Brady raccomanda di applicarla su ambedue i lati di un corridoio se è largo più di 2 metri.

2° La segnaletica intermedia a parete

va posizionata a 1,2–1,5 metri dal pavimento. Utile per maggiori informazioni come, ad esempio, una pianta che indica la scala o l’estintore più vicino, la direzione di apertura delle porte o l’ubicazione di un kit di primo soccorso. Tale segnaletica, costituita da cartelli e simboli, va posta a un’altezza utile per la lettura.

3° La segnaletica alta a parete
posta a più di 1,8 metri, garantisce che il personale possa individuare l’uscita di emergenza più vicina da una certa distanza, oltre a contribuire a mantenere la calma e l’ordine perché questi cartelli restano visibili anche quando centinaia di persone si stanno accalcando verso una stessa uscita.





giovedì 11 febbraio 2010

TAPPETI per pavimenti di prestigio: NOMAD™


Non sono più una Novità, ma la loro applicazione offre sempre brillanti risultati;
principalmente 2 sono le versioni:

versione Nomad™ Terra
Tappeto specifico per la rimozione di sporco e detriti.
Grazie alla sua struttura aperta a ricciolo consente di rimuovere la maggior parte dello sporco trasportato dalla suola delle scarpe. Inoltre il robusto supporto vinilico permette di proteggere la pavimentazione degli ambienti interni e allo stesso tempo di rendere il tappeto autogiacente.

versione Nomad™ Aqua
Tappeto specifico sia per la raccolta dello sporco più fine sia per la ritenzione dell'acqua e dell'umidità.
La superficie alterna riccioli di due fibre in prolipropilene presentando un elegante disegno a scacchiera mentre il robusto supporto vinilico protegge la pavimentazione e rende il tappeto autogiacente.

Nelle infinite versioni personalizzate questi tappeti combinano i vantaggi di questa fibra e di questa lavorazione con le possibilità grafiche di un esclusivo sistema di stampa.




mercoledì 10 febbraio 2010

Ergonomia e DPI Dispositivi di Protezione Individuale





Il riferimento normativo è sicuramente il decreto legislativo 626/94, che
con i suoi provvedimenti attuativi ha dato valore legale all’Ergonomia per la prima volta in Italia.

È fondamentale quanto è previsto nell’art. 3 punto f) in cui si stabilisce che le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori devono essere realizzate tenendo conto del “rispetto dei principi ergonomici
nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”.

I Dispositivi di Protezione Individuale devono tener conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore”.

Ed è soprattutto nella progettazione dei dispositivi di protezione
individuale, maschere, occhiali di protezione, elmetti, scarpe antinfortunistiche, guanti ed abiti che l’Ergonomia può e deve collaborare
con l’Industrial Design.


lunedì 8 febbraio 2010

10 REGOLE D'ORO per l'uso dei DPI Dispositivi di Protezione Individuale


I DPI, una volta attuate le possibili
misure di protezione collettiva e
minimizzati i rischi alla fonte sono
strumenti utili per creare una
barriera fra noi e un rischio, ossia
ciò che può danneggiare la nostra
incolumità. In linea teorica, quindi,
non dovrebbe essere necessario
convincere, motivare, obbligare
nessuno per farli utilizzare.
Dovrebbe essere un bisogno innato
e automatico di chiunque, un
dato di fatto.
E invece non è così: all’atto pratico,
infatti, le vere difficoltà hanno
inizio proprio quando dalla fase di
scelta e acquisto del DPI si passa
a quella di consegna e di effettivo
utilizzo. Perché ciò accade?
Le ragioni sono molteplici ma fra
le più ricorrenti vi è quella connessa
al disagio o fastidio che il
DPI induce nell’utilizzatore in
modi, tempi ed intensità variabili.

Tale disagio è sia fisico che psicologico.
... gli occhiali provocano
un cerchio alla testa (soprattutto
se non perfettamente puliti e
integri), i guanti fanno perdere
sensibilità alle mani, le mascherine
fanno respirare con più difficoltà,
gli inserti e le cuffie non
permettono di sentire bene le parole
dei colleghi.
Quante volte abbiamo ascoltato i
lavoratori lamentarsi di questi
problemi?
A volte NON sono necessariamente scuse.

I DPI, infatti, se da un lato proteggono
da un rischio dall’altro alterano,
in modo più o meno marcato
a seconda della persona e delle
condizioni di utilizzo, la relazione
con la realtà circostante o la sua
percezione e possono creare condizioni
sfavorevoli nell’utilizzatore;
questo almeno finché quest’ultimo
non si è abituato ad essi.

E non solo: il DPI offre un disagio
certo (sia fisico che psicologico) a
fronte di un beneficio incerto.
Il suo uso infatti protegge da un
rischio, ma non è detto che senza
il DPI il rischio si concretizzerebbe
necessariamente in danno.
Anzi, nella realtà per fortuna ciò
capita di rado: è possibile usare
un “flessibile” per mesi senza
occhiali senza essere colpiti da
alcuna scheggia nell’occhio.

Questo messaggio e il disagio che
ne deriva può essere interpretato
in modi diversi a seconda del contesto
di lavoro dove si opera:
in alcune aziende è un disagio CONDIVISO
in alcune aziende è un disagio ISOLATO

giovedì 4 febbraio 2010

Edifici Scolastici: Pellicola per Vetri Antisfondamento



Pellicola per vetri antisfondamento
Sicurezza per le superfici vetrate degli edifici scolastici

Le pellicole di sicurezza 3M sono in grado di trasformare un normale vetro in un vetro di sicurezza a norma EN12600 come previsto dal D.L. 626/94. A fine lavori viene rilasciata la dichiarazione di avvenuta installazione e copia del certificato di omologazione del sistema vetro/pellicola. Il principale vantaggio del prodotto è la rapidità di esecuzione, abbinata all'assenza di disagi per gli utenti dei locali ove si effettua l'intervento. Ultimo ma non meno significativo, il rapporto costi rispetto alla sostituzione del sistema vetro/serramento che raggiunge mediamente fattori di 1:10.

Il decreto legge 626/94 in materia di sicurezza suoi luoghi di lavoro disciplina anche le superfici in vetro poste nelle aree di circolazione delle persone e richiede che i datori di lavoro prendano provvedimenti specifici per renderle sicure.

Le legislazione (D.M. 292 del 21.06.96 e D.M. 382 del 29.09.98, specifico per gli istituti di istruzione) considera anche gli edifici scolastici un luogo di lavoro, dove gli studenti sono equiparati a dipendenti e i presidi o i dirigenti scolastici a datori di lavoro.

Le pellicole 3M Scotchshield Safety Film offrono una soluzione rapida ed efficace alle esigenze di messa in sicurezza e adeguamento al Dlgs 626 degli edifici scolastici.

Applicate ai vetri gia esistenti, le pellicole sono in grado di trattenere le schegge che si sprigionano in caso di rottura accidentale, prevedendo infortuni e limitando i danni agli arredi scolastici.
Le pellicole di sicurezza sono prodotte con le tecnologia della microlaminazione, tecnologia brevettata che consente di affiancare fino a 39 strati di poliestere in un film sottilissimo ed estremamente resistente.

Si applicano velocemente ed in modo non invasivo a qualsiasi tipologia di vetro e, aumentandone la resistenza, ne conservano l'integrita generale, scongiurando possibili infortuni.
Sono in grado inoltre di migliorare esteticamente le caratteristiche esterne degli edifici e richiedono una minima manutenzione.
Questo tipo di pellicola e disponibile anche nella versione Sun Control, in grado ridurre i riflessi e limitare il passaggio del calore dall'esterno verso l'interno, perche in grado di respingere fino al 99% dei raggi UV.
Queste pellicole durano fino a 10 anni (se ben installate).

L'utilizzo del vetro all'interno degli ambienti di lavoro e sempre piu diffuso in quanto favorisce la luminosita dovuta alla luce naturale, garantendo confort e vivibilita superiori.
Tuttavia, ci sono degli inconvenienti legati all'utilizzo delle vetrate negli ambienti di lavoro:
quando si verificano casi di rottura, le vetrate si trasformano in tante lame acuminate che possono essere causa di incidenti anche gravissimi.
Per questo motivo, i responsabili della sicurezza all'interno degli ambienti di lavoro dovrebbero assicurare ai lavoratori la sicurezza delle pareti e delle porte in vetro per evitare pericolosi incidenti sul lavoro.

Anche se costosa, la messa in sicurezza delle vetrate puo essere fatta in tre modi:
- sostituire le vetrate esistenti con vetro temperato
- sostituire le vetrate esistenti con vetri laminati
- applicare sulle vetrate esistenti la pellicola 3M Scotchshield Safety Film
Questa pellicola e estremamente sottile e in caso di rottura trattiene tutti i frammenti di vetro, prevenendo pericolosi tagli e infortuni.

E' veloce da applicare e rappresenta una soluzione economica rispetto alle altre due soluzioni.

Una recente ricerca di mercato ha evidenziato che il 90% dei danni alle persone, sia all'interno degli edifici che all'esterno, siano causati da schegge di vetro.
I danni possono spesso essere anche piu estesi di quanto non possa sembrare ad una prima valutazione: le schegge di vetro, trasparenti anche ai raggi X, possono penetrare nei computer, contaminare componenti elettronici, o altre attrezzature che devono essere esaminate con estrema cura. In casi estremi i danni sono talmente estesi che alcuni macchinari devono essere sostituiti. Tutto cio comporta notevoli perdite di tempo, il bene piu prezioso per qualunque azienda.

Queste pellicole limitano significativamente i danni derivanti dalla rottura di superfici vetrate sia durante che dopo la rottura del vetro..
Durante la rottura del vetro, infatti, la pellicola Scotchshield impedisce che le schegge dei vetri interni ed esterni agli edifici colpiscano le persone e che i frammenti danneggiano uffici e costosi macchinari.

Dopo l'esplosione la pellicola trattiene le schegge di vetro cosi da ridurre i tempi di ripulitura dell'ambiente di lavoro consentendo una rapida ripresa delle attivita.
Scotchshield e un film costituito da 39 strati di sottilissimo poliestere perfettamente aderente alla vetrata; tale lamina rappresenta una vera e propria barriera durante le esplosioni e le rotture dei vetri, consentendo al film di sopportare l'improvvisa crescita e decrescita di pressione sprigionata dalla detonazione e/o dal colpo subito al vetro.
La pellicola non impedisce la rottura del vetro, ma ne trattiene saldamente i pezzi affinche non si propaghino pericolose schegge.

Sicurezza per la vicinanza alle esposizioni elettromagnetiche
Tutti coloro che vedono dalla propria abitazione o dal proprio ufficio una vicina antenna trasmittente sono esposti alle radiazioni elettomagnetiche. Le finestre e le vetrate (a differenza delle pareti in muratura perimetrali) non oppongono alcuna resistenza alle radiazioni esponendo persone e atrezzature ai campi elettromagnetici.

Le pellicole Scotchtint LE35AMARL e Scotchshield S20SIAR400 sono in grado di riflettere le radiazioni elettromagnetiche "schermando" gli ambienti di lavoro dalle radiazioni, una volta applicate sulle vetrate delle finestre.

Un test effettuato dalla DERA - Defence Evaluation and Research Agency (uno dei piu prestigiosi istituti di sperimentazione e ricerca in campo tecnologico a livello Europeo) , ha stabilito che le pellicole 3M per vetri sopra riportate abbattono le radiazioni comprese nella frequenza da 100 MHz a 18 GHz fino al 95%.

Fanno parte di queste frequenze le normali trasmissioni radifoniche a modulazione di frequenza (100MHz), i consueti canali televisivi (da 200 a 800 MHz), i ripetitori e antenne di telefonia mobile (da 900 MHz a 1,8 GHz), sistemi di collegamento in ponte radio, con i satelliti, per la TV cellulare e i radar (fino a 40GHz).

Le pellicole 3M inotre, oltre a proteggere le persone dall'azione delle radiazioni elettromagnetiche in prossimita di fonti di emissione delle stesse riducono gli effetti delle interferenze nei confronti di tutti gli apparecchi posti all'interno delle abitazioni e degli uffici. In particolare la pellicola Scotchtint LE35AMARL riduce l'azione del calore solare del 70%, contiene la dispersione termica dall'interno verso l'esterno degli ambienti del 30%. La pellicola Scotchshield S20SIAR400 in aggiunta grazie alla particolare tecnologia della microlaminazione di cui e composta, rende il vetro sicuro nei confronti dello sfondamento in ottemperanza del Decreto Legislativo 626/94 che disciplina la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Pellicola per abbattimento del calore - Pellicola protezione solare

Scotchshield Safety Film è disponibile anche nella versione Sun Control, in grado ridurre i riflessi e limitare il passaggio del calore dall'esterno verso l'interno, perché in grado di respingere fino al 99%dei raggi UV.

Gli effetti delle radiazioni solari possono essere dannosi specialmente in presenza di radiazioni comprese tra 310 e i 380 mm. Sono quelle che causano infatti lo scolorimento e il degrado dei materiali all'interno degli ambienti.
La conoscenza di 3M della tecnologia di multi laminazione dei film fa si che 3M Scotchtint Solar Control Film possa filtrare fino al 99% dei raggi UV, rendendolo ottimale per i vetri dei negozi, dei musei e di aree espositive in genere.
L'Ashmolean Museum di Oxford, per esempio, possiede una vasta collezione di quadri che necessita di essere vista senza fastidiosi riflessi solari e deve essere preservata nel tempo.

Esempio di applicazione:
3M Schotchtint Solar Control Film protegge con estrema efficacia le opere d'arte consentendo al visitatore di ammirarle senza fastidiosi riflessi di luce solare.
La semplice installazione della pellicola 3M Scotchtint sulla vetrata del tetto del Museo protegge dagli inconvenienti generati dal sole:
il calore, la luce intensa, i raggi ultravioletti che altrimenti danneggerebbero irrimediabilmente i colori, le tele e le cornici. Tutto questo non avviene offrendo ai visitatori un confortevole ambiente.
L'applicazione del film sulla vetrata del tetto consente un'altra riflessione della luce all'esterno dell'edificio e nel contempo è estremamente gradevole all'interno da un punto di vista estetico.
3M Schotchtint Solar Control Film rappresenta un'economica soluzione per trasformare le prestazioni di un vetro comune pari a quelle di un vetro trattato.
Tutti i film 3M rispondono alle piu riconosciute norme di sicurezza e protezione internazionali e offrono una durata fino a 10 anni.
L'unicita della tecnologia 3M nel settore della produzione di multi laminati in poliestere per la protezione di vetri, fa si che le radiazioni solari e i raggi ultravioletti vengano filtrati consentendo un miglioramento delle condizioni di luminosita e di temperatura all'interno degli ambienti e un risparmio di costi in qualsiasi condizione climatica.
La pellicola Scotchtint Solar Control Film una volta applicata da professionisti Personal Systems riduce la dispersione del calore. Il riflesso dovuto alla luce viene ridotto drasticamente assicurando la conformita con le direttive 90/270/EC dove gli schemi VDT devono essere privi di riflessi.

L'ampia gamma di prodotti inoltre, consente di offrire un'ampia gamma di possibilita per migliorare l'aspetto degli edifici sia da un punto di vista estetico che della privacy.

SICUREZZA E PROTEZIONE DELLA SALUTE SUL LAVORO: UN TEST PER LE AZIENDE




Segnalo (sempre da SUVA) il test: “Sicurezza e Protezione della Salute: a che punto siamo? Un test per le aziende”.


Questo test, certo non esauriente e comunque da implementare con altri documenti di controllo più completi e relativi alla normativa italiana, è uno strumento che permette di valutare le condizioni di sicurezza e il livello di tutela della salute dei lavoratori con particolare riferimento alle piccole e medie aziende.

Inoltre, per come è strutturato, il documento si presta a fornire una base per creare e documentare l’adozione di un sistema di gestione della sicurezza nell’azienda e può indicare, anche per i datori di lavoro italiani, i punti deboli dove è necessario intervenire.


Il documento ricorda, nelle sue premesse, che ogni infortunio e ogni malattia “provocano inconvenienti, ore di lavoro perse e costi”, nonché “conseguenze gravi per le persone colpite e le loro famiglie”.
E dunque “vale la pena” fare in modo che in ogni azienda sia garantita la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori attraverso sistemi di gestione della sicurezza e politiche adeguate.


Per aiutare la verifica di eventuali falle nei propri sistemi di sicurezza è possibile rispondere alle domande contenute nel documento; domande che permettono, alla fine del test, una visione d’insieme dello stato della sicurezza e una panoramica su provvedimenti da prendere e priorità di cui tener conto nell’attività di pianificazione della sicurezza aziendale.


Facciamo qualche breve esempio di domande contenute nel documento …


Nel capitolo dedicato alle “Linee guida e obiettivi di sicurezza” - un capitolo che serve a ricordare che chi vuole promuovere la sicurezza deve farlo sapere, fissare gli obiettivi e agire di conseguenza - sono presenti tre domande:
- “la sicurezza e la protezione della salute sono integrate nei principi guida della Sua azienda?
- insieme con i collaboratori Lei si pone obiettivi concreti quanto alla sicurezza e alla tutela della salute (p. es. riduzione dei giorni d’assenza, ordine sul posto di lavoro, impiego dei dispositivi di protezione individuale ecc.)?
- controlla alla fine di ogni anno se gli obiettivi sono stati raggiunti e ne stabilisce di nuovi per l’anno successivo?”.


Nel capitolo dedicato invece all’individuazione dei pericoli e la valutazione dei rischi presenti in azienda, si ricorda che “si può venire a capo dei rischi solo se li si conosce” e sono presenti, sempre rivolte al datore di lavoro, quattro domande:

1° “si sono registrate le sostanze nocive per la salute utilizzate nell’azienda e se ne conoscono i pericoli?

2° ha effettuato una verifica sistematica dei potenziali pericoli legati agli impianti aziendali (macchinari, edifici, strumenti di lavoro ecc.) e alle singole attività (movimentazione di carichi, montaggio ecc.), utilizzando ad esempio delle liste di controllo, e ha documentato i risultati?

3° verifica periodicamente che l’elenco dei pericoli individuati sia aggiornato e completo? Una verifica è particolarmente indicata quando si acquista una nuova macchina o si introduce un nuovo processo lavorativo;

4° si provvede a chiarire gli infortuni, i «quasi-infortuni» e altri inconvenienti nei cicli di lavoro aziendali e a documentare il risultato?”


Queste, per finire, le dieci tematiche su cui vertono le domande del test:


- linee guida e obiettivi di sicurezza;
- organizzazione della sicurezza;
- formazione, istruzione, informazione;
- regole di sicurezza;
- individuazione dei pericoli, valutazione dei rischi;
- pianificazione e realizzazione delle misure;
- organizzazione dell’emergenza;
- partecipazione;
- tutela della salute;
- controllo, audit.


N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori.


Suva, “Sicurezza e protezione della salute: a che punto siamo? Un test per le aziende”


Le ALI ai PIEDI



In Italia un lavoratore su tre, circa il 34%, non indossa calzature di sicurezza in situazioni che lo espongono al rischio di infortuni. Il dato emerge da un’indagine dell’ Associazione nazionale calzaturifici italiani (Anci), presentata nel corso di un convegno al Made Expo di Fieramilano.

Secondo la ricerca in Italia sarebbero circa 8,6 milioni i lavoratori che dovrebbero utilizzare questo tipo di calzature, ma la percentuale degli utenti effettivi è solo del 66%, pari a 5,8 milioni di persone. Di qui il marchio «Safe in Italy», voluto da Anci e presentato in una rassegna internazionale per la prima volta. «Siamo di fronte a un dato molto preoccupante - ha detto Giuseppe Piazzolla - sia per la salute dei lavoratori, sia per il costo sociale molto elevato».


Sarebbe il caso di evitare di fornire ai dipendenti scarpe antinfortunistiche di bassa qualità, dure, rigide, pesanti, poco flessibili, anche in ragione del fatto che SCARPE leggere e comode ora effettivamente esistono!
Finirebbe anche il verificarsi di simili episodi (letto e pubblicato da un RSSP):
il lavoratore che ha problemi oggettivi (esiti di intervento e documentazione nota) ai piedi produce certificati specialistici e chiede l'esenzione dalle scarpe antinfortunistiche.


Secondo il D.Lgs. 626, il datore di lavoro dovrebbe fornire scarpe antinfortunistiche più leggere. Ma se più leggere non si trovano? Dovrebbe autorizzare il lavoratore a farle su misura. Ma su misura non sono a norma, non può autorizzarlo ad usarle.
Il Medico Competente non credo possa esentare il lavoratore dall'indossare un DPI; si dovrebbe effettuare una visita di idoneità ad altra mansione per spostare il lavoratore in altro reparto senza rischio per i piedi, compatibilmente con le caratteristiche aziendali.



1° esistono calzature leggere e defatiganti;

2° esiste la possibilità di rendere i modelli attualmente in commercio più confortevoli;


3° esiste la possibilità di applicare a modelli antinfortunistici solette "ortopediche" tali da correggere gli errori posturali che causano dolori all'operatore.




guardate anche Solette, ect. per il benessere dei piedi:
antinfortunisticaroberti.blog



lunedì 1 febbraio 2010

Sicurezza sul Lavoro: calcolo dell’indice di rischio













Una seria Valutazione dei Rischi deve tenere conto della
PROBABILITA' e della GRAVITA' dell'evento antinfortunistico.


Ma dove troviamo i criteri di riferimento per effettuare la Valutazione (la stima) dei rischi secondo i parametri della Probabilità che si verifichi un evento (infortunio o danno per la salute) e della Gravità del danno che ne deriva per i lavoratori e le lavoratrici esposti?


Le normative di riferimento, sia italiane che europee (UNI- EN), forniscono solo dei riferimenti generali rispetto ai parametri (probabilità e gravità del danno) per effettuare la valutazione (stima) dei rischi sul lavoro; sulla base di queste indicazioni sono state elaborate, da vari soggetti, matrici di rischio (sulla base dell'incrocio del fattore Probabilità e Gravità del danno) più o meno articolate.
Nessuna, quindi, di queste matrici del rischio corrisponde ad una normativa specifica.


Si fa riferimento ad una matrice del rischio ( inserita nel manuale Rls) che viene utilizzata nelle Linee guida Inail e corrisponde ai criteri definiti sia nella norma UNI EN 1050-7 che nella norma UNI EN 292/1/1991 ( Par. 3.8).


Si considera che il RISCHIO sia uguale alla PROBABILITA' dell'incidente moltiplicata la GRAVITA' del danno per la salute.


La formula per il calcolo dell’indice di rischio è la seguente:


R (Rischio) = P (Probabilità) x G (gravità del danno per la salute)


I criteri per definire i valori del fattore P (probabilità) sono i seguenti:


Altamente probabile = 4: esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno per i lavoratori; si sono già verificati casi di danni per la stessa violazione in azienda


Probabile = 3: esiste una correlazione non diretta violazione-danno; è noto qualche episodio in cui alla violazione rilevata ha fatto seguito il danno


Poco Probabile = 2: la violazione può provocare un danno solo in circostanze poco probabili di eventi; sono noti solo rarissimi episodi simili già verificatisi


Improbabile = 1: la violazione rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti; non sono noti episodi già verificatisi


I criteri per definire i valori del fattore G (gravità del danno) sono i seguenti:


Gravissimo= 4; se dal danno deriva: una malattia certamente inguaribile; la perdita o la mutilazione di un senso, di un arto; la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare; grave difficoltà della favella; la deformazione ovvero lo sfregio permanente del viso; l’aborto della persona offesa; la morte


Grave= 3; se dal danno deriva:una malattia che mette in pericolo la vita del lavoratore - lavoratrice o lo rende “inabile” per oltre 40 giorni; un indebolimento permanente di un senso o di un organo; la persona offesa è una donna incinta e dal fatto deriva l’acceleramento del parto


Medio= 2; se dal danno deriva: un evento con prognosi superiore a un giorno, ma inferiore a quaranta


Lieve= 1; se dal danno deriva: un evento traumatico che non comporta lesioni rilevabili a vista o strumentale, con esiti nulli nell’arco della giornata.


Dopo aver individuato i valori dei due fattori (probabilità e gravità del danno) che corrispondono alla situazione lavorativa che vogliamo analizzare, è possibile ottenere, con il prodotto P*G, sia l'indice numerico finale di valutazione del rischio che le indicazioni sui tempi per l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione.


R (Rischio) = P (Probabilità) x G (gravità del danno)


I criteri per calcolare l’indice di rischio e definire i tempi per l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione sono i seguenti:


se R maggiore di 8: gravissimo (azioni correttive indilazionabili)


se R risulta tra 4 e 8: grave (azioni correttive da programmare con urgenza)


se R tra 1 e 3: medio (azioni correttive e/o migliorative da programmare nel breve-medio termine)


se R minore di 1: lieve (azioni migliorative da valutare in fase di programmazione)



Dopo aver effettuato la valutazione dei rischi il datore di lavoro deve individuare ed attuare le misure di prevenzione e protezione.


Su questo aspetto il Dlgs 81/08 definisce chiaramente in diversi articoli ( art. 15-18-74-168-182 ecc) l’obbligo per il datore di lavoro di adottare il seguente schema d’azione:


1. Eliminare i rischi alla fonte (es. R. chimico: sostituire un prodotto pericoloso con uno non pericoloso)
Solo se non è tecnicamente possibile passare all’azione 2


2. Adottare misure di protezione collettiva; sia strutturali che organizzative
(es. R. chimico: installare sistema d’aspirazione; ridurre il tempo d’esposizione dei lavoratori).

Solo se, dopo aver attuato quanto previsto ai punti 1-2, rimane del rischio residuo


3. Fornire ai lavoratori – lavoratrici i dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati rispetto ai rischi.


La conoscenza di questo schema d'azione per eliminare i rischi è fondamentale per evitare, come spesso succede nelle aziende, che le misure di prevenzione protezione si riducano alla consegna ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale; i DPI rappresentano, invece, l'ultimo rimedio da adottare nel caso non sia tecnicamente e assolutamente possibile attuare misure di protezione alla fonte o di tipo collettivo (vedi punti 1-2).


fonte FIOM

Gamma GILET Alta Visibilità