Epidemia in Cina: le mascherine (o facciali filtranti monouso) sono utili contro il coronavirus? In Cina, molti residenti indossano maschere per proteggersi dal “coronavirus 2019-nCoV” che ha ucciso diverse persone. Ma sono efficaci queste mascherine? Sì se scelte bene. Il coronavirus ” 2019-nCoV ” ha causato la morte di molte persone e contaminato un numero ancora solo stimato di persone.
Gli agenti biologici, ad esempio batteri, virus e polveri, sono particelle le cui forme presenti nell'aria vengono rimosse da filtri contro il materiale particolato con la stessa efficacia di quelli utilizzati contro le particelle non biologiche dotate di analoghe caratteristiche fisiche, ovvero dimensione, forma e densità.
Gli agenti biologici vengono in genere dispersi mediante liquidi o polveri che funzionano da vettori a loro volta rimossi mediante i filtri contro il materiale particolato.
I filtri contro il materiale particolato più efficaci (identificati dalla sigla FFP3, P3 + semimaschere o maschere facciali o integrali o P3 + respiratori ad adduzione d'aria) offrono la più elevata protezione contro gli agenti biologici presenti nell'area.
In caso di epidemia, le organizzazioni come la OMS raccomandano di indossare una maschera protettiva. Tuttavia, non tutte hanno la stessa efficacia e non tutte sono raccomandate per questo uso.
Le mascherine di tipo chirurgico hanno il solo scopo di “evitare a chi le indossa, la proiezione di secrezioni dalle vie aeree superiori o saliva che possono contenere agenti infettivi trasmissibili: mediante goccioline (trasmissione da goccioline di saliva o secrezioni di vie aeree superiori) o per via aerea (trasmissione per via aerea di particelle fini inferiori a 5 micron)”.
Dovrebbe essere indossata al primo sintomo in modo da non contaminare chi ti circonda. Si noti che la maschera ha una durata limitata, spesso alcune ore, oltre le quali non è più efficace. Quindi lavarsi le mani con acqua e sapone o disinfettarle con una soluzione idroalcolica.
Le maschere mediche sono utili contro il coronavirus? Quelle chirurgiche NO
Vanno adottate le mascherine certificate come DPI Dispositivi di Protezione Individuale
FFP1 - NO
FFP2 - SI' con riserva
FFP3 - SI'
Le maschere classificate FFP2 e FFP3 come dispositivi di protezione individuale (DPI) sono le uniche tipologie in grado di proteggere l'operatore.
1 - La maschera FFP1 è sconsigliata perché assolutamente inefficace, viene utilizzata principalmente nel fai-da-te come blanda mascherina antipolvere.
2 - La maschera FFP2 è di per sé “intesa a proteggere chi lo indossa dai rischi di inalazione di agenti infettivi trasmissibili per via aerea.
“Si consiglia di indossare maschere di tipo FFP2 durante le fasi di trasmissione interumana e pandemica e per le persone a maggior rischio di esposizione (vicinanza a meno di un metro da una persona malata), come i professionisti della salute a contatto con i malati“.
3 - Le maschere FFP3 sono le più performanti e filtranti e hanno lo scopo di bloccare particelle molto fini, molto sottili e dai rischi di inalazione di agenti infettivi trasmissibili per via aerea.
“Si consiglia di indossare maschere di tipo FFP3 durante le fasi di trasmissione interumana e pandemica e per le persone a maggior rischio di esposizione (vicinanza a meno di un metro da una persona malata), come i professionisti della salute a contatto con i malati“.
Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile. Con una perdita totale del 5% max. e una protezione necessaria pari almeno al 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm, sono inoltre in grado di filtrare particelle tossiche, cancerogene e radioattive.
“L’emergenza del coronavirus e la corsa alle mascherine filtranti di questi giorni ci impone di fornire, come associazione di categoria che in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori di dispositivi di protezione individuale, alcuni importanti chiarimenti sul loro utilizzo e sulla loro efficacia di protezione“, avverte Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety.
1. Distinguere le maschere di protezione respiratoria da quelle chirurgiche o antismog. “Queste ultime sono dispositivi medici e nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche – per esempio in sala operatoria – e non il personale sanitario in quanto non hanno un bordo di tenuta sul volto e uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei Dpi”, riporta un documento dell’associazione di categoria. “Le maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE – che attesta la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito di dispositivi medici – e possono essere conformi alla norma armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi le indossa».
Ma quando l’obiettivo è proteggersi dai virus, allora bisogna necessariamente indossare una mascherina Dpi.
2. Scegliere maschere FFP2 e FFP3 conformi alla EN 149. “Le mascherine filtranti consigliate sono le FFP2 e FFP3 che hanno un’efficacia filtrante del 92% e del 98%“, spiega il Vice Presidente di Assosistema Safety Alberto Spasciani, che ricorda come nel caso del CoronaVirus l’ OMS cioè l’ Organizzazione Mondiale della Sanità prescriva un dispositivo conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE seguita dal numero dell’Organismo di Controllo che ne autorizza la commercializzazione.
Le mascherine conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 sono idonee anche per proteggersi da “agenti biologici aerodispersi” come i virus: a riconoscerlo sono autorità italiane come il Ministero della Salute e l’Ispesl, e internazionali, come l’Oms, lo statunitense Niosh-National Institute for Occupational Safety and Health ma anche l’ Uni ente italiano di normazione.
3. Indossare correttamente la mascherina. Sembra una stupidaggine, ma molte persone indossano la mascherina in maniera errata rendendola di fatto inutile. “Bisogna indossare il Dpi correttamente – spiega un documento di Assosistema Safety dedicato al CoronaVirus – avendo cura di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato in maniera non corretta non serve a nulla” .
GILET Alta Visibilità EN ISO 20471 Giallo Cl. 2 con stampa COVID-19
GBR07C GIALLO
GILET Alta Visibilità EN ISO 20471 Arancione Cl. 2 con stampa COVID-19
GBR07C ARANCIO
GILET alta visibilità verde (non norme EN 471) con stampa COVID-19
GBR09C VERDE
GILET alta visibilità a norme EN ISO 20471 multitasche Giallo con stampa COVID-19
GBR72C GIALLO
In questa emergenza raccomandiamo può essere di grande aiuto il manuale della World Health Organization, che dà preziose indicazioni su come affrontare questa specifica situazione di pericolo. Questo documento è stato elaborato nel 2011 ma viene costantemente aggiornato.
Valigetta protezione Coronavirus
contiene tutto il necessario per garantire in caso sospetto di febbre da virus e influenza la protezione alla persona.
Materiale: polipropilene Colore: bianco
Contenuto:
- 1 Gel idroalcolico disinfettante antibatterico 100 ml
- 2 Guanti sterili copolimero 2 pz tg. L
- 5 Mascherina chirurgica con elastici 3 strati
- 2 Sacchetto rifiuti cm20x30
- 1 Termometro digitale
- 2 Busta raccolta vomito
- 1 Coperta isotermica cm 160 x 220
- 1 Fazzoletti di carta in pacchetto
- 2 Sapone liquido bustina 5 ml
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- 1 Fazzoletti di carta in pacchetto
- 2 Sapone liquido bustina 5 ml
La norma EN 14126 definisce i requisiti speciali per gli indumenti protettivi dagli agenti infettivi, destinati a proteggere dai batteri, dai virus e da altri microrganismi.
La loro funzione è proteggere la cute dal possibile contatto con le sostanze biologiche e prevenire la diffusione di germi. Si consigliano sempre le tute con cuciture sigillate poiché virus, batteri e spore sono sufficientemente piccoli da penetrare nelle aperture delle cuciture non termosaldate.
Le tute protettive i cui materiali sono stati certificati secondo la norma EN 14126 sono riconoscibili dal pittogramma relativo ai rischi biologici. Le direttive giuridiche prescrivono che questi indumenti protettivi vengano certificati come abbigliamento protettivo contro gli agenti chimici di categoria III (rischi mortali).