In relazione all’aumento dell’occupazione delle lavoratrici - sempre più spesso coinvolte in attività che richiedono l’utilizzo di DPI, occorre quindi affrontare il tema dei DPI in ottica di genere e capire i motivi del loro mancato utilizzo in molte realtà lavorative.
Nel mondo del lavoro spesso alle donne vengono forniti capi di abbigliamento, tute, pantaloni, polo, felpe, ect. poco adatti e poco comodi, perché prodotti per il mercato maschile.
Per tutelare in modo efficace la salute e sicurezza sul lavoro è necessario tener conto delle differenze di genere. Tra lavoratrici e lavoratori non c’è solo una differenza fisica: vi sono condizioni di partenza diverse, modalità percettive e anche differenti vulnerabilità. È dunque necessario, specialmente nella valutazione dei rischi, riconoscere tali differenze e adottare un approccio sensibile alla dimensione di genere.
Se l'abbigliamento da indossare nel luogo di lavoro tende a essere sempre più casual, libero, legato al gusto e alle tendenze personali oltreché alle esigenze aziendali ma sempre meno ancorato al concetto di uniforme, è bene tuttavia prestare attenzione alle controindicazioni che l’ambiente di lavoro e le sue condizioni contengono.
Intanto è bene ricordare che un abito o indumento da lavoro serve almeno a tre cose:
1° PROTEGGERE (intemperie, visibilità, elettricità, abrasioni, ect.) diventando così un DPI;
2° IDENTIFICARE azienda e ruoli, in quanto rende riconoscibile chi lo indossa come appartenente a una categoria di persone e ad una azienda;
3° VESTIRE diventando quindi espressione del gusto e dello stile.
Siete sicure di indossare PANTALONI adatti alle vostre esigenze?
Pantaloni da lavoro per donna art. 097
valorizzano la silhouette femminile con un fitting studiato per le donne
Fit perfetto progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Chiusura con cerniera e girovita elasticizzato con passanti per cintura. Varie tasche.
Le patologie muscolo scheletriche nelle DONNE.
I disturbi muscolo-scheletrici abbreviati con la sigla DMS più frequenti sono rappresentati dal mal di schiena, i dolori agli arti superiori, tra cui il collo, la spalla, i gomiti, le braccia, i polsi e le mani.
Le donne manifestano un numero maggiore di disagi, legati a questi disturbi, rispetto agli uomini, perché?
Occorre identificare quelle attività in cui sono presenti i fattori di rischio principalmente correlati ai disturbi muscolo-scheletrici e che, contestualmente, sono, in prevalenza, svolte da donne:
1° attività altamente ripetitive, quali i lavori alla catena di montaggio «leggera» e l’attività di introduzione dati (data entry) comportano una elevata incidenza di disturbi a carico dell’arto superiore (sindrome del tunnel carpale, epicondiliti, dolori alla spalla); i risultati di una ricerca sui lavori a computer suggeriscono che l’uso del computer per sei ore o più al giorno sembra essere associato all’incremento del rischio di disturbi agli arti superiori. Vi sono prove che questa associazione è maggiore per le donne rispetto agli uomini e che i sintomi possono essere osservati dopo 4 ore di uso del computer al giorno.
2° i settori delle pulizie, del catering, dell’alberghiero sono attività che implicano un’applicazione della forza manuale e che comportano disturbi della colonna vertebra, lesioni causate da sollevamento e trasporto legati alle attività di movimentazione dei carichi.
3° i disturbi alla schiena dovuti a lavori fisici pesanti sono stati documentati nella popolazione lavorativa femminile tra le infermiere e il personale socio-assistenziale, i medici, le pulitrici, le cuoche e le lavandaie. Spesso non si considera che in alcuni lavori le donne possono portare avanti un lavoro fisicamente pesante. Ad esempio, l’Istituto nazionale americano per la sicurezza sul lavoro (NIOSH) riporta che il numero di lesioni da stiramento tra le donne medico è più del doppio rispetto della media nazionale, mentre per le casalinghe è tre volte la media nazionale.
4° Le commesse e le lavoratrici agricole devono sollevare carichi pesanti e le lavoratrici agricole devono anche portare avanti un lavoro fisico molto pesante, svolto con posture nocive, come quella piegata e ricurva. Anche negli uffici, le donne devono sollevare pesanti fascicoli di documenti, pacchi di carte o incartamenti.
5° La postura eretta è comune in molti lavori espletati dalle donne, come le commesse o le parrucchiere. Tuttavia, c sono molti più studi sul sollevamento che non sulla postura eretta. Lo stare in piedi comporta uno sforzo muscolare statico. Mantenere una qualsiasi posizione per un certo periodo di tempo è stancante ed è un noto fattore di rischio per i disturbi muscolo-scheletrici.
Fit perfetto progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Chiusura con cerniera e girovita elasticizzato con passanti per cintura. Varie tasche.
Pantaloni da lavoro per donna in tessuto di alta qualità
(tessuto che mantiene caratteristiche e colore lavaggio dopo lavaggio)
costituito da cotone 35% e poliestere 65%, varie tasche.
(tessuto che mantiene caratteristiche e colore lavaggio dopo lavaggio)
costituito da cotone 35% e poliestere 65%, varie tasche.
Peso al mq. gr. 210. Colori vari: Blu, Nero, Bianco, Verde
Pantaloni da lavoro per donna art. 014
valorizzano la silhouette femminile con un fitting studiato per le donne
Fit ideale progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Vita bassa per una maggiore comodità e flessibilità. Varie tasche.
Pantaloni da lavoro per donna in tessuto di alta qualità
cotone 35% e poliestere 65%, varie tasche. Chiusura con gancetto e bottone.
Peso al mq. gr. 210. Colore blu navy.
Fit ideale progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Vita bassa per una maggiore comodità e flessibilità. Varie tasche.
Pantaloni da lavoro per donna in tessuto di alta qualità
cotone 35% e poliestere 65%, varie tasche. Chiusura con gancetto e bottone.
Peso al mq. gr. 210. Colore blu navy.
Attenzione: nei colori nero e blu sono fornibili anche:
1° Pantaloni da lavoro per donna con tasche per ginocchiere art. 687
2° Pantaloni da lavoro per donna multitasche art. 99
- devono essere vestibili, comodi;
- cuciture resistenti agli agenti chimici;
- assenza di tasche (se non compatibili con l'attività svolta dall'operatore;
- allacciature progettate in modo idoneo (punti deboli);
- aperture tali da facilitarne rimozione o indossamento;
- prove pratiche di penetrazione utili su orli e cuciture.
Come prendere le misure:
1. VITA
Misurare orizzontalmente intorno alla vita (punto più stretto).
2. FIANCHI
Misurare orizzontalmente intorno ai fianchi (punto più largo).
3. INTERNO COSCIA
Misurare a partire dall'interno coscia sino al tallone.
4. LUNGHEZZA TOTALE
Misurare dal punto più alto della vita sino al tallone.
GIACCONE triplo uso specifico per donna con interno staccabile art. 071
Per l'inverno è previsto un GIACCONE triplo uso con interno staccabile che valorizza la silhouette femminile con un fitting studiato per le donne
Fit ideale progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Esterno: Poliestere ,rivestimento impermeabile pvc gr/mq. 230
Interno: Pile reversibile trattamento anti-pilling gr/mq.360
Con il D.Lgs. 81/2008, a differenza di quanto accadeva con il Decreto 626/1994, occorre garantire l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati (art.1).
Tanto la valutazione dei rischi quanto i rapporti dei medici del lavoro devono tenere conto delle differenze di genere (artt. 28 e 40). Viene dunque riconosciuta “l’esistenza di una componente squisitamente femminile all’interno della disciplina del diritto alla sicurezza dei lavoratori, che segna il passaggio da un atteggiamento verso la donna lavoratrice di protezione paternalistica o comunque limitato al periodo della maternità, ad una concezione nuova, non più neutrale rispetto alle differenze di genere ma inclusiva delle stesse, sintetizzabile nella formula: "proteggere efficacemente senza discriminare".
E' evidente che uomini e donne (e non solo le lavoratrici in gravidanza), reagiscono in modo differente all’esposizione ad agenti tossici o nocivi, a vibrazioni e a tutta una seria di fattori fisici ma anche organizzativi dei tempi e dei modi del lavoro: proprio di tali differenti reazioni devono occuparsi le politiche di salute e sicurezza sul lavoro elaborate in ogni ambito professionale.
Considerare questi fattori:
1° i rischi tradizionali nelle diverse situazioni lavorative,
2° i conflitti tra lavoro e sfera personale,
3° le discriminazioni nei luoghi di lavoro,
4° le differenze contrattuali e di trattamento economico tra uomini e donne.
Se è vero che gli uomini subiscono più infortuni sul lavoro rispetto alle donne, bisogna tener conto che queste hanno però maggiori probabilità di manifestare patologie legate all’attività lavorativa, in particolare disturbi agli arti superiori, stress lavoro-correlato, malattie infettive e affezioni cutanee, a fronte invece di una maggiore insorgenza nei lavoratori uomini di malattie cardiache, disturbi dell’udito e affezioni polmonari.
Tra i rischi nuovissimi, legati alle nuove forme contrattuali di lavoro, sono anche analizzati i rischi derivanti dai lavori multipli.
Infatti la crisi finanziaria ha innescato negli ultimi anni un trend di occupazione multipla, legato alla necessità di sopperire alle scarse entrate di lavori a termine, occasionali o part-time. Il lavoro multiplo e i mini lavori costituiscono nuovi tipi di occupazione molto diffusi, soprattutto tra le lavoratrici. Si tratta di un tema assolutamente rilevante per la SSL, se si pensa anche soltanto alla difficoltà di una formazione specifica per i diversi settori lavorativi.
E anche i cosiddetti rischi combinati “costituiscono un fattore di grande attenzione, evidenziato da analisi e ricerche recenti, che hanno messo in relazione, ad esempio come l’esposizione combinata al rumore e a sostanze chimiche può portare ad effetti neurotossici; oppure come i turni di lavoro in orari particolari possono portare ad un maggior rischio di infortuni dovuti a stanchezza e disattenzione.
Queste le conseguenze e gli effetti negativi:
- “stress e problemi mentali;
- infortuni differenti: scivolamenti, inciampamenti, cadute, violenze e molestie, ferite accidentali da aghi, tagli e lesioni da ago, distorsioni;
- affaticamento e disturbi cognitivi;
- disturbi muscolo-scheletrici;
- malattie infettive;
- disturbi della pelle, asma”.
Le donne possono essere affette da patologie a causa delle loro condizioni di lavoro?2° Pantaloni da lavoro per donna multitasche art. 99
- devono essere vestibili, comodi;
- cuciture resistenti agli agenti chimici;
- assenza di tasche (se non compatibili con l'attività svolta dall'operatore;
- allacciature progettate in modo idoneo (punti deboli);
- aperture tali da facilitarne rimozione o indossamento;
- prove pratiche di penetrazione utili su orli e cuciture.
Come prendere le misure:
1. VITA
Misurare orizzontalmente intorno alla vita (punto più stretto).
2. FIANCHI
Misurare orizzontalmente intorno ai fianchi (punto più largo).
3. INTERNO COSCIA
Misurare a partire dall'interno coscia sino al tallone.
4. LUNGHEZZA TOTALE
Misurare dal punto più alto della vita sino al tallone.
GIACCONE triplo uso specifico per donna con interno staccabile art. 071
Per l'inverno è previsto un GIACCONE triplo uso con interno staccabile che valorizza la silhouette femminile con un fitting studiato per le donne
Fit ideale progettato per definire, accompagnare e non ingessare le forme femminili.
Esterno: Poliestere ,rivestimento impermeabile pvc gr/mq. 230
Interno: Pile reversibile trattamento anti-pilling gr/mq.360
Fodera: 100% Poliestere Taffetà
Colori Esterno: Blu Navy , Nero, Celeste
Colori Esterno: Blu Navy , Nero, Celeste
Taglie S-XXL
Per tutelare in modo efficace la salute e sicurezza sul lavoro è necessario tener conto delle differenze di genere. Tra lavoratrici e lavoratori non c’è solo una differenza fisica: vi sono condizioni di partenza diverse, modalità percettive e anche differenti vulnerabilità. È dunque necessario, specialmente nella valutazione dei rischi, riconoscere tali differenze e adottare un approccio sensibile alla dimensione di genere.
Per tutelare in modo efficace la salute e sicurezza sul lavoro è necessario tener conto delle differenze di genere. Tra lavoratrici e lavoratori non c’è solo una differenza fisica: vi sono condizioni di partenza diverse, modalità percettive e anche differenti vulnerabilità. È dunque necessario, specialmente nella valutazione dei rischi, riconoscere tali differenze e adottare un approccio sensibile alla dimensione di genere.
Con il D.Lgs. 81/2008, a differenza di quanto accadeva con il Decreto 626/1994, occorre garantire l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati (art.1).
Tanto la valutazione dei rischi quanto i rapporti dei medici del lavoro devono tenere conto delle differenze di genere (artt. 28 e 40). Viene dunque riconosciuta “l’esistenza di una componente squisitamente femminile all’interno della disciplina del diritto alla sicurezza dei lavoratori, che segna il passaggio da un atteggiamento verso la donna lavoratrice di protezione paternalistica o comunque limitato al periodo della maternità, ad una concezione nuova, non più neutrale rispetto alle differenze di genere ma inclusiva delle stesse, sintetizzabile nella formula: "proteggere efficacemente senza discriminare".
E' evidente che uomini e donne (e non solo le lavoratrici in gravidanza), reagiscono in modo differente all’esposizione ad agenti tossici o nocivi, a vibrazioni e a tutta una seria di fattori fisici ma anche organizzativi dei tempi e dei modi del lavoro: proprio di tali differenti reazioni devono occuparsi le politiche di salute e sicurezza sul lavoro elaborate in ogni ambito professionale.
Considerare questi fattori:
1° i rischi tradizionali nelle diverse situazioni lavorative,
2° i conflitti tra lavoro e sfera personale,
3° le discriminazioni nei luoghi di lavoro,
4° le differenze contrattuali e di trattamento economico tra uomini e donne.
Se è vero che gli uomini subiscono più infortuni sul lavoro rispetto alle donne, bisogna tener conto che queste hanno però maggiori probabilità di manifestare patologie legate all’attività lavorativa, in particolare disturbi agli arti superiori, stress lavoro-correlato, malattie infettive e affezioni cutanee, a fronte invece di una maggiore insorgenza nei lavoratori uomini di malattie cardiache, disturbi dell’udito e affezioni polmonari.
Tra i rischi nuovissimi, legati alle nuove forme contrattuali di lavoro, sono anche analizzati i rischi derivanti dai lavori multipli.
Infatti la crisi finanziaria ha innescato negli ultimi anni un trend di occupazione multipla, legato alla necessità di sopperire alle scarse entrate di lavori a termine, occasionali o part-time. Il lavoro multiplo e i mini lavori costituiscono nuovi tipi di occupazione molto diffusi, soprattutto tra le lavoratrici. Si tratta di un tema assolutamente rilevante per la SSL, se si pensa anche soltanto alla difficoltà di una formazione specifica per i diversi settori lavorativi.
E anche i cosiddetti rischi combinati “costituiscono un fattore di grande attenzione, evidenziato da analisi e ricerche recenti, che hanno messo in relazione, ad esempio come l’esposizione combinata al rumore e a sostanze chimiche può portare ad effetti neurotossici; oppure come i turni di lavoro in orari particolari possono portare ad un maggior rischio di infortuni dovuti a stanchezza e disattenzione.
Queste le conseguenze e gli effetti negativi:
- “stress e problemi mentali;
- infortuni differenti: scivolamenti, inciampamenti, cadute, violenze e molestie, ferite accidentali da aghi, tagli e lesioni da ago, distorsioni;
- affaticamento e disturbi cognitivi;
- disturbi muscolo-scheletrici;
- malattie infettive;
- disturbi della pelle, asma”.
Le patologie muscolo scheletriche nelle DONNE.
I disturbi muscolo-scheletrici abbreviati con la sigla DMS più frequenti sono rappresentati dal mal di schiena, i dolori agli arti superiori, tra cui il collo, la spalla, i gomiti, le braccia, i polsi e le mani.
Le donne manifestano un numero maggiore di disagi, legati a questi disturbi, rispetto agli uomini, perché?
Occorre identificare quelle attività in cui sono presenti i fattori di rischio principalmente correlati ai disturbi muscolo-scheletrici e che, contestualmente, sono, in prevalenza, svolte da donne:
1° attività altamente ripetitive, quali i lavori alla catena di montaggio «leggera» e l’attività di introduzione dati (data entry) comportano una elevata incidenza di disturbi a carico dell’arto superiore (sindrome del tunnel carpale, epicondiliti, dolori alla spalla); i risultati di una ricerca sui lavori a computer suggeriscono che l’uso del computer per sei ore o più al giorno sembra essere associato all’incremento del rischio di disturbi agli arti superiori. Vi sono prove che questa associazione è maggiore per le donne rispetto agli uomini e che i sintomi possono essere osservati dopo 4 ore di uso del computer al giorno.
2° i settori delle pulizie, del catering, dell’alberghiero sono attività che implicano un’applicazione della forza manuale e che comportano disturbi della colonna vertebra, lesioni causate da sollevamento e trasporto legati alle attività di movimentazione dei carichi.
3° i disturbi alla schiena dovuti a lavori fisici pesanti sono stati documentati nella popolazione lavorativa femminile tra le infermiere e il personale socio-assistenziale, i medici, le pulitrici, le cuoche e le lavandaie. Spesso non si considera che in alcuni lavori le donne possono portare avanti un lavoro fisicamente pesante. Ad esempio, l’Istituto nazionale americano per la sicurezza sul lavoro (NIOSH) riporta che il numero di lesioni da stiramento tra le donne medico è più del doppio rispetto della media nazionale, mentre per le casalinghe è tre volte la media nazionale.
4° Le commesse e le lavoratrici agricole devono sollevare carichi pesanti e le lavoratrici agricole devono anche portare avanti un lavoro fisico molto pesante, svolto con posture nocive, come quella piegata e ricurva. Anche negli uffici, le donne devono sollevare pesanti fascicoli di documenti, pacchi di carte o incartamenti.
5° La postura eretta è comune in molti lavori espletati dalle donne, come le commesse o le parrucchiere. Tuttavia, c sono molti più studi sul sollevamento che non sulla postura eretta. Lo stare in piedi comporta uno sforzo muscolare statico. Mantenere una qualsiasi posizione per un certo periodo di tempo è stancante ed è un noto fattore di rischio per i disturbi muscolo-scheletrici.