martedì 30 agosto 2011

RAMPA conforme con quanto richiesto dai regolamenti antidiscriminazione verso disabili, sicurezza stradale e sul lavoro.

Come oltrepassare scalini o marciapiedi da 74 a 150 mm di altezza

> Rampa gialla dimensioni (lunghezza x larghezza x altezza) 
   mm 1130 x 750 x 75; peso kg 6.
> Perfetto anche per sedie a rotelle in conformità con quanto richiesto dai    regolamenti antidiscriminazione verso disabili, sicurezza stradale e sul lavoro.
> Superficie anti-scivolo e lati rialzati, colore standard giallo.
> In polietilene ad alta densità, può essere riciclato.
> Portata massima raccomandata: kg 350.

Ideale per chi utilizza carrelli

Per la protezione di aree dall’accesso di veicoli, per la separazione di vie di transito e per parcheggi.

> Dimensioni barra: Ø mm 77, lunghezza cm 80. Peso kg 4,6.
> In acciaio mm 3, colore giallo/nero alternati per un’ottima visibilità.
> Due lunghezze fornibili (mm 800 e mm 1200).
> Sistema di fissaggio fornito separatamente.
> Due piastre di base per ancoraggio al suolo.

AGRICOLTURA: Rischi di Allergie

Sostanze allergizzanti irritanti


Si possono fornire suggerimenti in relazione alla valutazione del rischio allergologico in agricoltura con riferimento anche ad alcune proposte di dosi-soglia.

Definizioni
• Fertilizzanti minerali per concimazione terreno
• Fitofarmaci per diserbo erbe infestanti + controllo malattie infettive e parassiti. 
• Sostanze chimiche impiegate nella concia delle sementi e nella disinfestazione dei locali destinati a conservazione e condizionamento. 
• Detergenti e lubrificanti utilizzati nella cura delle attrezzature

Non tutte le sostanze possono indurre allergia ma il numero di allergeni è elevato e tende ad aumentare.


Effetti sulla Salute

 Acuti accidentali con esposizione elevata in tempi brevi. Irritazioni cutanee e oculari, cefalea, nausea, vomito, diarrea, disturbi dell’equilibrio, tremori, fino a grave perdite di coscienza e decesso. 
• Cronici da esposizioni protratte di minore entità con accumulo in organi ricchi di tessuto adiposo quali sistema nervoso e rene. Polinevriti periferiche da 
organofosforici, nefropatie da dicloroetano e comporti rameici. Effetti pre-clinici neurocomportamentali e renali
• L’esposizione a pesticidi quali Maneb sembra aumentare 
la frequenza di malattia di Parkinson.


Conseguenze
- dermatiti allergiche da contatto (DAC): ad esempio causate da gomma (es. tiurami, tiazoli), olii/combustibili, metalli, piante/fiori (primula, tulipano, lattuga, girasole, carciofo, cicoria ecc.), fungicidi, insetticidi, acaricidi, diserbanti, ect.


- orticaria: ad esempio causate da cereali + acari contaminanti, polveri, fieno, paglia, verdure/frutta, piante/ fiori , disinfettanti, insetti e larve, ect.


- dermatiti da contatto con sostanze aerodisperse (Airborne Contact Dermatitis o ACD): causate da pesticidi, disinfettanti (benzalconio cloruro, fenoli);
- asma allergico: anche in questo caso sono tante le sostanze che possono causarla. Nella popolazione agricola “ha una frequenza variabile dal 3% al 11.8%”;


- rinite allergica: in particolare la “rinite allergica da cereali e granaglie (e relativi contaminanti) insorge, secondo i dati di letteratura, nel 9-28% degli esposti”;


- alveolite allergica estrinseca (AAE) o polmonite da ipersensibilità o “polmone del contadino”: la frequenza di “farmer’s lung” in Italia è “stimata tra l’1.5% e il 3% degli esposti (2003)”;


- sindrome tossica da polveri organiche (Organic dust toxic syndrome ODTS): “incidenza 20-190/10.000 agricoltori/anno”;
- micosi broncopolmonare allergica (rara);
- patologie cutanee e respiratorie su base irritativa.


Misure di prevenzione:
- controllo dei fattori di rischio alla fonte (prevenzione ambientale): eliminazione/sostituzione, riduzione consumo/impiego, riduzione esposizione (es. corretto essiccamento foraggi, prodotti granulari o liquidi anziche in polvere, miscelazioni automatiche in cicli chiusi o parzialmente chiusi, mezzi cabinati con ventilazione controllata);
- informazione/formazione dei lavoratori (fondamentale per la percezione/consapevolezza dei rischi);
- adozione di specifici DPI.


Cancerogeni e mutageni
“In passato sono state impiegate come antiparassitari alcune sostanze etichettate R 40, R45, R49, R68, per le quali è stato accertato un effetto cancerogeno a livello di vari organi e apparati. L’utilizzo di queste sostanze è stato progressivamente limitato e vietato da specifiche disposizioni del Ministero della Sanità.
Per quanto riguarda la lista di pesticidi e anticrittogamici di attuale utilizzo, per tutti quelli indicati nella classificazione della CEE non esiste alcuna frase di rischio o numero inerente la possibilità di sviluppo di cancro: R 45, R 46, R 48, R 49.
Al di là di quanto disposto dalla normativa vigente in tema di cancerogeni, è opportuno considerare anche le valutazioni delle principali agenzie specializzate nella valutazione della cancerogenicità delle sostanze, quali CCTN (Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale) e IARC (Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro, Lione). A tale proposito si rileva che nel 1991 l’attività di applicazione di insetticidi è stata classificata dalla IARC probabilmente cancerogena per l’uomo. Tuttavia, è necessario precisare che per gli agenti attualmente utilizzati in cerealicoltura, la IARC fornisce solo una possibilità che siano cancerogeni per gli animali ma non esiste alcuna prova per l’uomo né tanto meno che siano organo o tessuto specifici”.


Consiglio la lettura di:

Linee Guida per la Sorveglianza Sanitaria e la prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza nel settore cerealicolo
www.aslbrescia.it/media/documenti/rischi_agricoltura/Atti%20congressuali%20-%20Montichiari%202010.pdf

I profili di rischio nei comparti produttivi dell’artigianato, delle piccole e medie industrie e pubblici esercizi: Strutture in Agricoltura
www.ispesl.it/profili_di_rischio/_strutture_agricoltura/index.pdf



venerdì 5 agosto 2011

Il Sole 24 ORE: invitati nella Sezione Tecnologie & Prodotti

Il Sole 24 ORE è il quotidiano economico più venduto tra quelli pubblicati in Italia ed il quarto giornale d'informazione più venduto nel Paese.


E nel numero di LAVORO SICURO allegato i primi di Aprile siamo stati invitati a produrre un articolo nella Sezione Tecnologie & Prodotti. Ringraziamo per l'occasione la redazione.

La testata nacque il 9 novembre 1965 dalla fusione di due quotidiani: Il Sole, fondato nel 1865, e 24 Ore, nato nel 1946. Le redazioni principali sono due: quella centrale ha sede a Milano, quella politica si trova a Roma. Confindustria è proprietaria di tutto il gruppo. Il Gruppo 24 ORE è quotato alla Borsa valori dal 6 Dicembre 2007.


Il Sole 24 ORE "Ambiente&Sicurezza" è organizzato in 5 macro aree:
  • Grandi rischi tutto su antincendio, sostanze pericolose, “Seveso”.
  • Prevenzione e protezione tutto su sicurezza sul lavoro, igiene del lavoro, sicurezza degli impianti, sicurezza in cantiere, sicurezza delle macchine, amianto, rumore, vibrazioni, sicurezza di alimenti e bevande, sicurezza dei trasporti, privacy, security.
  • Ambiente e risorse tutto su acqua, aria, energia, VIA, VAS, IPPC, elettrosmog, danno ambientale.
  • Rifiuti e bonifiche tutto su raccolta, trasporto, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, bonifiche e suolo.
  • Certificazione e qualità tutto su SGA, SGS, SGQ, SGI, EMAS, Ecolabel, responsabilità sociale di impresa e appalti verdi.

    www.ambientesicurezza.ilsole24ore.com










      giovedì 4 agosto 2011

      sentenza su RSPP e Datore di lavoro



      Nuova sentenza della Suprema Corte di Cassazione: la sentenza n. 28779 2011 ha sancito e confermato le responsabilità relative alla figura volta alla prevenzione della sicurezza sul lavoro e del servizio di prevenzione e protezione: RSPP.
      L’RSPP è una figura obbligatoria all’interno dell’azienda e fa parte delle così dette “figure speciali” che in azienda si occupano della sicurezza sul lavoro analizzando le problematiche e le criticità dell’attività svolta e, in piena collaborazione con il datore di lavoro, realizza ed attua i piani di sicurezza volti al controllo delle fasi di rischio dell’attività.
      La normativa per la sicurezza sul lavoro, specifica che, ad assumere l’incarico di RSPP in azienda, può essere anche il datore di lavoro che, esseno già in possesso delle caratteristiche essenziali di gestione, organizzazione e conoscenza della normativa, può svolgere il ruolo in piena conformità salvo limiti stabiliti dalla legge (numero di dipendenti). L’RSPP, in collaborazione con l’RLS ed il datore di lavoro è il principale “conoscitore” delle aree e processi produttivi più a rischio ed è colui che pone le basi per la redazione di documenti estremamente importanti come il DVR (Documento di valutazione Rischi) e il POS. La sentenza della Cassazione ha stabilito a riguardo che il datore di lavoro e l’RSPP, restano pienamente responsabili non solo per gli obblighi di vigilanza e verifica della sicurezza sul lavoro ma hanno obblighi asseribili anche al controllo dell’operato di “altri soggetti incaricati, in parte, di obblighi attinenti alla sicurezza (preposti)”.

      Il Datore di lavoro e l’RSPP hanno il dovere di assicurare:

      • Formazione, competenze dell’RSPP in azienda (Datore di lavoro)
      • Accertamento dei presidi antinfortunistici (RSPP)
      • Vigilanza sulla sicurezza sul lavoro per tutto il tempo in cui è prestata l’opera (RSPP)
      • Obbligo di Istruzione dei lavoratori in relazione ai rischi connessi alle attività lavorative
      La Corte conclude affermando che: “la responsabilità del datore di lavoro in ogni caso non esclude la concorrente responsabilità del RSPP” e ha stabilito quindi, nei casi in cui vi sia una mancata segnalazione di pericolo, che il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, RSPP, ha la responsabilità anche nei casi in cui non essendo datore di lavoro, è senza potere decisionale o di spesa.
      Di converso, sia l’RSPP che il datore di lavoro restano gli unici responsabili anche nei casi in cui il Piano operativo di Sicurezza POS sia stato redatto in maniera errata o troppo generica, soprattutto nei casi in cui, il settore in cui è avvenuto l’incidente, non è specificato in maniera esaustiva all’interno del Piano da attuare.

      mercoledì 3 agosto 2011

      Elettricità e Infortuni: Regole di Base per evitarli





      Quali sono le situazioni di pericolo più frequenti?
      Si ha una situazione di pericolo quando una persona tocca un elemento sotto tensione, ad esempio quando:
      – manca una copertura
      – le coperture e gli alloggiamenti sono danneggiati
      – gli apparecchi sono difettosi
      – la testa del fusibile è danneggiata
      – non si procede con la dovuta cautela durante la sostituzione di lampadine o cartucce di fusibili
      – si entra in contatto con conduttori scoperti o con elementi sotto tensione
      – vengono scoperti elementi sotto tensione, ad esempio rimuovendo coperture, elementi dell’alloggiamento ecc.
      Se si toccano elementi sotto tensione, l’esito è fatale soprattutto se sussiste un buon collegamento verso terra,
      ad esempio quando ci si trova vicino all’acqua o a piedi nudi su un prato bagnato o sul pavimento.


      Tre tipi di infortunio
      1. Elettrocuzione: quando una persona tocca un elemento sotto tensione, la corrente ne attraversa il corpo con conseguenti ustioni e alterazioni del ritmo cardiaco. Il pericolo è proporzionale all’intensità della corrente e alla durata del passaggio.
      2. Ustioni: sono causate da temperature superficiali troppo elevate o da archi elettrici.
      3. Infortuni secondari: provocati da elettrocuzione o ustioni, ad esempio quando una persona, dopo aver subito un’elettrocuzione si ferisce cadendo da una scala.
      In quali condizioni ci si può ferire gravemente?
      Nel caso degli infortuni causati dall’elettricità, la gravità delle lesioni dipende soprattutto da due fattori: 
      1° dall’intensità della corrente e dalla durata del passaggio attraverso il corpo.
      2° Il passaggio della corrente è particolarmente pericoloso se il flusso di corrente verso terra viene favorito da elementi metallici, terra o prato umidi. Suole di gomma o pavimenti resistenti al passaggio della corrente quali parquet o pavimenti in materia sintetica riducono leggermente il pericolo.

      Tensione
      Generalmente viene usata una tensione di rete di 230 volt che, in caso di contatto, può essere estremamente
      pericolosa e spesso anche mortale.
      Le tensioni inferiori ai 50 V non comportano in generale nessun pericolo perché non sono sufficienti a generare
      un’intensità di corrente pericolosa nel corpo (ad es. illuminazione alogena a basso voltaggio di 12 V).
      Correnti
      Le correnti di contatto elevate provocano gravi ustioni; quando sono superiori a 50 mA (equivalenti alla corrente assorbita da una lampadina da 10 watt!) possono provocare fibrillazioni ventricolari. Se la persona che ha subito l’elettrocuzione non viene soccorsa immediatamente muore dopo pochi minuti.
      Sono però necessarie correnti molto più elevate per far scattare un fusibile o un interruttore magnetotermico
      che quindi, nel caso di un contatto con elementi sotto tensione, non offre alcuna protezione.

      Come si sviluppa un incendio?
      La corrente elettrica è la causa di incendio più frequente. Come si sviluppano questi incendi?
      – Spesso sono riconducibili a un guasto tecnico. In tal caso può succedere che la corrente fluisca al di fuori
      del percorso stabilito (lo specialista parla di «corrente di guasto») e causi quindi un incendio.
      – Anche una sollecitazione eccessiva degli apparecchi elettrici può portare a un surriscaldamento pericoloso e provocare danni.
      – Notoriamente con la corrente elettrica si produce calore. Il calore può essere prodotto anche involontariamente. In caso di guasto, un morsetto allentato o l’isolamento difettoso di un cavo possono provocare un surriscaldamento che può dare origine a un incendio.

      Da «profani»  in elettrotecnica potete contribuire in maniera determinante alla sicurezza, in particolare osservando la regola seguente:
      Fate sempre eseguire gli interventi rischiosi da una persona autorizzata.
      I seguenti interventi non devono mai essere eseguiti da persone non autorizzate:
      – installazione di impianti elettrici
      – modifica di impianti o apparecchi elettrici
      – manutenzione e riparazione di apparecchi elettrici
      Contribuite a garantire la vostra sicurezza osservando anche le seguenti regole:
      1° Utilizzate solo apparecchi a norma e in perfetto stato. 
      2° Controllate l’apparecchio, il cavo, la spina e la presa prima dell’uso.
      3° Leggete attentamente le istruzioni per l’uso e le indicazioni relative alla sicurezza in esso contenute.
      4° Utilizzate sempre gli apparecchi elettrici con un interruttore differenziale, soprattutto in ambienti
      umidi, sui cantieri o all’aperto.
      5° Fate attenzione alle situazioni pericolose (ad esempio pavimenti umidi) e intervenite subito in caso
      di anomalie (ad esempio se è scattato un fusibile o l’interruttore differenziale).

      Come avviene un «controllo visivo»?
      Molti difetti delle macchine e degli impianti possono essere riscontrati con un cosiddetto controllo visivo. Un controllo visivo, contrariamente a quanto potrebbe far pensare l’espressione, non deve però essere eseguito solo con gli occhi, ma con tutti i sensi.

      Parzialmente tratto dalla pubblicazione di www.suva.ch/it



      E' previsto un KIT completo con tutti i segnali necessari per CABINA Elettrica a media tensione 20000 Volt

      KIT 20000 cartelli standard
      KIT 20000R cartelli standard + triangolo ENEL Rifrangente

      Kit cartelli in alluminio per cabina media tensione 20.000 V, composto da:
      estintore n°, 250 x 310 mm
      triangolo ENEL per cabina, lato 350 mm
      messa a terra V 20000, 350 x 250 mm
      cabina elettrica, 300 x 200 mm
      soccorsi d’urgenza, 297 x 420 mm
      dispersore n°, 165 x 250 mm


      E' previsto un KIT completo con tutti i segnali necessari per CABINA Elettrica a media tensione 15000 Volt 

      KIT 15000 cartelli standard
      KIT 15000R cartelli standard + triangolo ENEL Rifrangente

      Kit cartelli in alluminio per cabina media tensione 15.000 V, composto da:
      estintore n°, 250 x 310 mm
      triangolo ENEL per cabina, lato 350 mm
      messa a terra V 15000, 350 x 250 mm
      cabina elettrica, 300 x 200 mm
      soccorsi d’urgenza, 297 x 420 mm
      dispersore n°, 165x250 mm





      lunedì 1 agosto 2011

      Gettacarte: Lotta allo spreco nell’ambito aziendale

      1° Lotta allo spreco nell’ambito professionale
      2° Creazione di un’immagine d’impresa ecosostenibile
      3° Valorizzazione dei vostri rifiuti

      Gettacarte in polietelene alta densità trattato antiUV art. PRC 866
      altezza cm. 74,5
      larghezza cm. 40,4
      profondità cm. 24,8
      capacità: litri 50






      GETTACARTE GIREVOLI PER ESTERNO 

      • ACCIAIO GALVANIZZATO, VERNICE IN POLVERE POLIESTERE (INTERNO ED ESTERNO) QUALITÀ PER ESTERNO
      • SVUOTAMENTO SEMPLICE TRAMITE IL RIBALTAMENTO DEL CESTINO
      • CHIUSURA A MOLLA
      • FONDO PERFORATO PER L’USCITA DELLE ACQUE PIOVANE
      • SERIGRAFIA “GETTACARTE”
      • FISSAGGIO MURALE O SU PALO IN OPZIONE







      fuori produzione

      fuori produzione

      GETTACARTE PER ESTERNO Serie PRC 32 - 32 X
      Versioni a muro o a pavimento Sganciabili
      * lt. 20   possibile addossare 2 cestini sganciabili
      * lt. 40   possibile addossare 2 cestini sganciabili


      STAZIONI ECOLOGICHE Esterno Interno criteri di scelta clicca qui

      Compito dei distributori è quello di conoscere "bene" i settori dell’igiene, dell’hotellerie, dell’industria, della pulizia e della collettività. Compito dei distributori è quello di orientare le scelte degli utilizzatori con consigli personalizzati dopo averli attentamente ascoltati.



      Pianificare e Organizzare il Lavoro per evitare o ridurre al minimo le Posture scorrette



      L' Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro propone una lista di controllo con domande sulle posture di schiena, collo, braccia, mani e gambe durante attività lavorative svolte in posizione eretta e da seduti. Sono poi forniti esempi delle azioni che si possono realizzare a livello tecnico, organizzativo e individuale per prevenire o ridurre i rischi provocati da posture scorrette.
      È evidente che se “alle posture assunte durante il lavoro si associano il sollevamento manuale di carichi, i movimenti ripetitivi o l’utilizzo di veicoli o attrezzi che producono vibrazioni, questa lista di controllo potrebbe rivelarsi insufficiente”.

      Inoltre la lista di controllo, che può contribuire a individuare i rischi e le potenziali misure di prevenzione, non intende coprire tutti i rischi di tutti i posti di lavoro ed è un semplice ausilio metodologico, un primo passo nella realizzazione di una valutazione dei rischi.
      Per garantire l’efficienza di una lista di controllo, è “opportuno adattarla al proprio settore o al proprio luogo di lavoro”.

      Raccogliamo, a titolo esemplificativo, alcune delle domande presenti nella lista in relazione a queste parti del corpo: testa, collo schiena e spalle; un’eventuale risposta negativa alle domande indica la necessità di apportare miglioramenti sul posto di lavoro:
      - “il collo viene tenuto in posizione verticale e rilassata, e la testa e diritta (si evita di piegare e/o ruotare il collo)?
      - la schiena rimane diritta? Si evita di piegare il torso in avanti o lateralmente (senza sostegno)?
      - si evita di lavorare con le mani dietro il corpo?
      - si evita di allungarsi eccessivamente?
      - i gomiti rimangono al di sotto del livello del petto?
      - le spalle sono in posizione rilassata e si evita di lavorare con le spalle sollevate?
      - da seduti, si evita di lavorare a lungo tenendo curva la parte inferiore della schiena?
      - per le mansioni che si devono svolgere da seduti, sono disponibili sedili? Sedile, schienale e braccioli sono sufficientemente regolabili per adattarsi alle dimensioni corporee individuali?
      - si evita di lavorare in piedi su superfici dure, per esempio pavimenti di cemento?”


      Veniamo ad illustrare alcuni esempi di misure preventive.
      Innanzitutto questi sono i criteri generali per pianificare e organizzare il lavoro per evitare o ridurre al minimo le posture scorrette:
      - “applicare principi ergonomici nella pianificazione del processo produttivo; solo raramente, purtroppo, si tiene conto degli effetti che il processo produttivo esercita sul carico di lavoro fisico sopportato dai lavoratori. È importante quindi che tra i pianificatori del lavoro figurino alcuni esperti di ergonomia;
      - pianificare il processo di lavoro; per esempio, sostituire all’assemblaggio seriale dei pezzi di un prodotto l’assemblaggio del prodotto totale da parte di una sola persona, per rendere più vario il lavoro e variare di conseguenza le posture assunte durante il lavoro;
      - durante la pianificazione dei processi produttivi e di lavoro, consultare i lavoratori interessati”.

      Pertesta, collo, schiena e spalle è necessario adattare l’altezza del piano di lavoro al tipo di mansione (ad esempio per un lavoro di precisione: uomini 100– 110 cm; donne 95– 105 cm). È bene ”fornire piani di lavoro di altezza regolabile per lavoratori di altezza differente, affinché sia possibile mantenere diritti collo e schiena e per evitare di sollevare le spalle. Non usare piattaforme: provocano il rischio di inciampare, sono scomode da pulire e intralciano le operazioni di trasporto lungo i pavimenti. Richiedono pure uno spazio di lavoro supplementare e il loro utilizzo diviene poco pratico qualora sia necessario adattarne l’altezza a diverse persone o ad altezze di lavoro differenti”.
      Altre indicazioni per queste parti del corpo:
      - “installare sistemi automatici per mansioni che richiedono prolungate permanenze in posizioni sedute o erette e movimenti ripetitivi; per esempio mansioni di cernita, assemblaggio o imballaggio;
      - fornire condizioni di visibilità adeguata per svolgere la mansione (luce sufficiente, assenza di riflesso, sufficiente dimensione dei caratteri, ecc.) affinché il lavoratore non debba curvarsi in avanti;
      - fornire una superficie di lavoro inclinata per ridurre la necessità di piegare il collo in avanti, nelle mansioni che richiedono grande sforzo visivo oppure massima coordinazione tra vista e compiti manuali (lettura, disegno, lavori con strumenti di precisione);
      - collocare i materiali, gli attrezzi e i dispositivi di controllo più frequentemente utilizzati di fronte al lavoratore, in modo che non sia necessario curvarsi, girarsi, ruotare la testa o la schiena o sollevare le braccia;
      - evitare di lavorare tenendo le mani dietro il corpo oppure lateralmente e distanti dal corpo: è una postura che si assume spesso quando si fanno scivolare oggetti (come avviene per esempio alla cassa di un supermercato);
      - quando si svolge una mansione, mani e gomiti devono rimanere ben al di sotto del livello delle spalle. Se è indispensabile lavorare al di sopra delle spalle, la durata del lavoro va limitata e occorre effettuare pause frequenti”.

      Le indicazioni per braccia e mani:
      - “fornire un sostegno per le braccia se si devono maneggiare oggetti tenendole sollevate. Il sostegno per le braccia riduce il carico sulle spalle e sulla colonna vertebrale;
      - se si usa un attrezzo a mano, scegliere il modello più adatto per la mansione e la postura da assumere, in modo che le articolazioni possano rimanere in posizione neutra (o quasi). Utilizzando impugnature ergonomiche (corretta collocazione delle impugnature dell’attrezzo) si può evitare di piegare il polso;
      - la cura nella scelta e nella manutenzione dell’attrezzatura riduce il logorio fisico. L’uso di coltelli, seghe o altri attrezzi non affilati richiede maggior dispendio di energia. La cura nella scelta e nella manutenzione degli arnesi a mano provvisti di motore riduce anch’essa l’usura, il rumore e le vibrazioni;
      - “la forma e la collocazione delle impugnature su carrelli, carichi, macchinari e attrezzature deve tener conto della posizione delle mani e delle braccia. L’impugnatura deve essere di forma più o meno convessa per aumentare la superficie di contatto con la mano. Si sconsiglia l’uso di impugnature preformate, che lasciano poco spazio alle dita, non tengono conto delle differenze individuali nella grossezza delle dita e non sono adatte ad essere usate indossando guanti”.

      Infine alcune indicazioni per ginocchia e gambe:
      “fornire spazio sufficiente per gambe e piedi, per consentire al lavoratore di collocarsi vicino all’oggetto di lavoro senza piegarsi;
      - predisporre una sbarra orizzontale alla base di piani o banchi di lavoro come sostegno per i piedi, accertando però che vi sia spazio sufficiente sia per i piedi che per le gambe. Posando il piede sulla sbarra, l’inclinazione dell’anca ridurrà la sollecitazione dei muscoli nella parte inferiore della schiena;
      - se si usa un pedale, quest’ultimo deve essere di grandi dimensioni e utilizzabile con entrambi i piedi. il pedale va collocato a livello del pavimento per evitare che gambe e piedi debbano assumere posizioni scomode. Verificare che il controllo del pedale non richieda uno sforzo eccessivo;
      - mettere a disposizione tappetini antistress che servono a ridurre l’affaticamento causato da lunghe permanenze in piedi su superfici dure (per esempio pavimenti di cemento); si possono fabbricare con vari materiali, tra cui gomma, moquette, vinile e legno;
      - il luogo di lavoro deve offrire la possibilità di svolgere le proprie mansioni sia in posizione eretta che da seduti, oppure deve essere provvisto di sgabelli con poggiapiedi. In tal modo l’utente potrà assumere varie posture, sia in piedi che da seduto, durante lo svolgimento della mansione”.

      Prodotti Ergonomici (ginocchiere, cinture lombari, supporti, taglierini, ect.) potete trovarli qui 
      parzialmente tratto da Punto Sicuro

      Gamma GILET Alta Visibilità