martedì 28 gennaio 2020

Quali mascherine (o facciali filtranti monouso) sono utili contro il coronavirus?





Epidemia in Cina: le mascherine (o facciali filtranti monouso) sono utili contro il coronavirus? In Cina, molti residenti indossano maschere per proteggersi dal “coronavirus 2019-nCoV” che ha ucciso diverse persone. Ma sono efficaci queste mascherine? Sì se scelte bene. Il coronavirus ” 2019-nCoV ” ha causato la morte di molte persone e contaminato un numero ancora solo stimato di persone.

Gli agenti biologici, ad esempio batteri, virus e polveri, sono particelle le cui forme presenti nell'aria vengono rimosse da filtri contro il materiale particolato con la stessa efficacia di quelli utilizzati contro le particelle non biologiche dotate di analoghe caratteristiche fisiche, ovvero dimensione, forma e densità.

Gli agenti biologici vengono in genere dispersi mediante liquidi o polveri che funzionano da vettori a loro volta rimossi mediante i filtri contro il materiale particolato.

I filtri contro il materiale particolato più efficaci (identificati dalla sigla FFP3, P3 + semimaschere o maschere facciali o integrali o P3 + respiratori ad adduzione d'aria) offrono la più elevata protezione contro gli agenti biologici presenti nell'area.







In caso di epidemia, le organizzazioni come la OMS raccomandano di indossare una maschera protettiva. Tuttavia, non tutte hanno la stessa efficacia e non tutte sono raccomandate per questo uso.

Le mascherine di tipo chirurgico hanno il solo scopo di “evitare a chi le indossa, la proiezione di secrezioni dalle vie aeree superiori o saliva che possono contenere agenti infettivi trasmissibili: mediante goccioline (trasmissione da goccioline di saliva o secrezioni di vie aeree superiori) o per via aerea (trasmissione per via aerea di particelle fini inferiori a 5 micron)”.

Dovrebbe essere indossata al primo sintomo in modo da non contaminare chi ti circonda. Si noti che la maschera ha una durata limitata, spesso alcune ore, oltre le quali non è più efficace. Quindi lavarsi le mani con acqua e sapone o disinfettarle con una soluzione idroalcolica.

Le maschere mediche sono utili contro il coronavirus? Quelle chirurgiche NO
Vanno adottate le mascherine certificate come DPI Dispositivi di Protezione Individuale

FFP1 - NO
FFP2 - SI' con riserva
FFP3 - SI' 

Le maschere classificate FFP2 e FFP3 come dispositivi di protezione individuale (DPI) sono le uniche tipologie in grado di proteggere l'operatore.


1 - La maschera FFP1 è sconsigliata perché assolutamente inefficace, viene utilizzata principalmente nel fai-da-te come blanda mascherina antipolvere. 

2 - La maschera FFP2 è di per sé “intesa a proteggere chi lo indossa dai rischi di inalazione di agenti infettivi trasmissibili per via aerea. 
“Si consiglia di indossare maschere di tipo FFP2 durante le fasi di trasmissione interumana e pandemica e per le persone a maggior rischio di esposizione (vicinanza a meno di un metro da una persona malata), come i professionisti della salute a contatto con i malati“.

3 - Le maschere FFP3 sono le più performanti e filtranti e hanno lo scopo di bloccare particelle molto fini, molto sottili e dai rischi di inalazione di agenti infettivi trasmissibili per via aerea. 
“Si consiglia di indossare maschere di tipo FFP3 durante le fasi di trasmissione interumana e pandemica e per le persone a maggior rischio di esposizione (vicinanza a meno di un metro da una persona malata), come i professionisti della salute a contatto con i malati“.

Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile. Con una perdita totale del 5% max. e una protezione necessaria pari almeno al 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm, sono inoltre in grado di filtrare particelle tossiche, cancerogene e radioattive.










“L’emergenza del coronavirus e la corsa alle mascherine filtranti di questi giorni ci impone di fornire, come associazione di categoria che in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori di dispositivi di protezione individuale, alcuni importanti chiarimenti sul loro utilizzo e sulla loro efficacia di protezione“, avverte Claudio Galbiati, presidente di Assosistema Safety.

1. Distinguere le maschere di protezione respiratoria da quelle chirurgiche o antismog. “Queste ultime sono dispositivi medici e nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche – per esempio in sala operatoria – e non il personale sanitario in quanto non hanno un bordo di tenuta sul volto e uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei Dpi”, riporta un documento dell’associazione di categoria. “Le maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE – che attesta la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito di dispositivi medici – e possono essere conformi alla norma armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi le indossa».

Ma quando l’obiettivo è proteggersi dai virus, allora bisogna necessariamente indossare una mascherina Dpi.

2. Scegliere maschere FFP2 e FFP3 conformi alla EN 149. “Le mascherine filtranti consigliate sono le FFP2 e FFP3 che hanno un’efficacia filtrante del 92% e del 98%“, spiega il Vice Presidente di Assosistema Safety Alberto Spasciani, che ricorda come nel caso del CoronaVirus l’ OMS cioè l’ Organizzazione Mondiale della Sanità prescriva un dispositivo conforme alla norma EN 149 con valida marcatura CE seguita dal numero dell’Organismo di Controllo che ne autorizza la commercializzazione.

Le mascherine conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 sono idonee anche per proteggersi da “agenti biologici aerodispersi” come i virus: a riconoscerlo sono autorità italiane come il Ministero della Salute e l’Ispesl, e internazionali, come l’Oms, lo statunitense Niosh-National Institute for Occupational Safety and Health ma anche l’ Uni ente italiano di normazione.

3. Indossare correttamente la mascherina. Sembra una stupidaggine, ma molte persone indossano la mascherina in maniera errata rendendola di fatto inutile. “Bisogna indossare il Dpi correttamente – spiega un documento di Assosistema Safety dedicato al CoronaVirus – avendo cura di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato in maniera non corretta non serve a nulla” .






GILET Alta Visibilità EN ISO 20471 Giallo Cl. 2 con stampa COVID-19
GBR07C GIALLO
GILET Alta Visibilità EN ISO 20471 Arancione Cl. 2 con stampa COVID-19
GBR07C ARANCIO
GILET alta visibilità verde (non norme EN 471) con stampa COVID-19
GBR09C VERDE
GILET alta visibilità a norme EN ISO 20471 multitasche Giallo con stampa COVID-19
GBR72C GIALLO


In questa emergenza raccomandiamo può essere di grande aiuto il manuale della World Health Organization, che dà preziose indicazioni su come affrontare questa specifica situazione di pericolo. Questo documento è stato elaborato nel 2011 ma viene costantemente aggiornato.


Valigetta protezione Coronavirus

contiene tutto il necessario per garantire in caso sospetto di febbre da virus e influenza la protezione alla persona.

Materiale: polipropilene   Colore: bianco

Contenuto:
- 1 Gel idroalcolico disinfettante antibatterico 100 ml
- 2 Guanti sterili copolimero 2 pz tg. L
- 5 Mascherina chirurgica con elastici 3 strati
- 2 Sacchetto rifiuti cm20x30
- 1 Termometro digitale
- 2 Busta raccolta vomito
- 1 Coperta isotermica cm 160 x 220
- 1 Fazzoletti di carta in pacchetto
- 2 Sapone liquido bustina 5 ml







La norma EN 14126 definisce i requisiti speciali per gli indumenti protettivi dagli agenti infettivi, destinati a proteggere dai batteri, dai virus e da altri microrganismi.

La loro funzione è proteggere la cute dal possibile contatto con le sostanze biologiche e prevenire la diffusione di germi. Si consigliano sempre le tute con cuciture sigillate poiché virus, batteri e spore sono sufficientemente piccoli da penetrare nelle aperture delle cuciture non termosaldate.

Le tute protettive i cui materiali sono stati certificati secondo la norma EN 14126 sono riconoscibili dal pittogramma relativo ai rischi biologici. Le direttive giuridiche prescrivono che questi indumenti protettivi vengano certificati come abbigliamento protettivo contro gli agenti chimici di categoria III (rischi mortali).



lunedì 27 gennaio 2020

Disinfezione mani e superfici # Protezione Coronavirus


I virus si trasmettono attraverso le vie respiratorie, possono essere trasmessi anche attraverso mani poco pulite. Lavarsi le mani può ridurre di circa il 25% delle malattie dell’apparato respiratorio.



Dispenser con dosatore
Disinfettante battericida e viruscida rinfrescante da utilizzare senza uso di salviette e acqua. - Formato da 500 ml

Prodotti Certificati EN14476:2002
Efficace contro il virus dell'influenza A H1N1 con le modalità previste nella norma Europea EN14476:2002 presso il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano



Flacone
Disinfettante battericida e viruscida rinfrescante da utilizzare senza uso di salviette e acqua. - Formato da 80ml.

Prodotti Certificati EN14476:2002
Efficace contro il virus dell'influenza A H1N1 con le modalità previste nella norma Europea EN14476:2002 presso il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano



Spray per superfici
Disinfettante battericida multiuso pronto all'uso senza risciacquo per Home Care, industrie alimentari e comunità, collettività, studi di estetica, settore ospedaliero e ovunque venga richiesto l’utilizzo del prodotto specifico. - 750 ml

Prodotti Certificati EN14476:2002
Efficace contro il virus dell'influenza A H1N1 con le modalità previste nella norma Europea EN14476:2002 presso il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano



Salvietta con alcol isopropilico 70°
Salvietta con alcol isopropilico 70°, confezionate in scatolette da 10 bustine. Ogni bustina è prodotta con film accoppiato, appositamente realizzato per contenere il liquido disinfettante.



Bustina 2 ml
Salvietta impregnata di soluzione battericida ad azione rapida
PMC - reg. 18753



Bustina clorexidina
Salvietta disinfettante a base di digluconato di clorexidina, confezionate in scatolette da 10 bustine.



Di seguito le definizioni delle varie classi di rischio come specificate da OSHA.



Rischio di esposizione molto alto
I lavori a rischio di esposizione molto alto sono quelli con un’alta esposizione potenziale a fonti note o sospette di COVID-19 durante specifiche procedure mediche, post mortem o di laboratorio. I lavoratori in questa categoria includono:

 Operatori sanitari (ad es. medici, infermieri, dentisti, paramedici, tecnici medici di emergenza) che eseguono procedure di generazione di aerosol (ad es. intubazione, procedure di induzione della tosse, broncoscopie, alcune procedure odontoiatriche ed esami o raccolta di campioni invasivi) su pazienti noti o sospetti di COVID-19.

Personale sanitario o di laboratorio che raccoglie o maneggia campioni da pazienti noti o sospetti di COVID-19 (ad es. manipolazione di colture da pazienti COVID-19 noti o sospetti).

Operatori che eseguono autopsie, che generalmente comportano procedure di generazione di aerosol, sui corpi di persone note o sospette di avere COVID-19 al momento della loro morte.


Rischio di esposizione alto
I lavori a rischio di esposizione alto sono quelli con un’alta esposizione potenziale a fonti note o sospette di COVID-19. I lavoratori in questa categoria includono:

Personale di assistenza sanitaria e di supporto (ad es. medici, infermieri e altro personale ospedaliero che deve entrare nelle stanze dei pazienti) esposti a pazienti noti o sospetti di COVID-19. (Nota: quando tali lavoratori eseguono procedure che generano aerosol, il loro livello di rischio di esposizione diventa molto alto.)

Operatori del trasporto medico (ad es. operatori di veicoli per ambulanze) che trasferiscono pazienti noti o sospetti di COVID-19 in veicoli chiusi.

Operatori funebri coinvolti nella preparazione (ad es. per sepoltura o cremazione) dei corpi di persone note o sospette di avere COVID-19 al momento della loro morte.


Rischio di esposizione medio
I lavori a rischio di esposizione medio includono quelli che richiedono un contatto frequente e/o stretto con (cioè entro 6 piedi) persone che possono essere infette da SARS-CoV-2, ma che non sono note o sospette di COVID-19. Nelle aree senza trasmissione in corso all’interno della comunità, i lavoratori di questo gruppo a rischio possono avere frequenti contatti con viaggiatori che possono tornare da località internazionali con una trasmissione di COVID-19 diffusa. Nelle aree in cui è in corso la trasmissione all’interno della comunità, i lavoratori di questa categoria possono avere contatti con il pubblico (ad es. nelle scuole, ambienti di lavoro ad alta densità di popolazione e alcuni esercizi commerciali molto frequentati).


Rischio di esposizione basso

I lavori a rischio di esposizione basso sono quelli che non necessitano il contatto con persone note o sospette di essere infette da SARS-CoV-2, né frequenti contatti ravvicinati con (cioè, entro 6 piedi) il pubblico. I lavoratori di questa categoria hanno un contatto professionale minimo con il pubblico e altri colleghi.”

venerdì 24 gennaio 2020

Elmetto con Portatesserino - Portanome - Portalogo







Elmetto con Portatesserino - Portanome - Portalogo - Portabadge

Norme: EN 397 -30°C/+50°C, LD

Elmetto con Portatesserino - Portanome - Portalogo - Portabadge ultraleggero e sottile saldato sulla parte esterna della calotta in ABS. Il porta tesserino è in policarbonato ignifugo, è dotato di apertura scorrevole per un facile e sicuro inserimento. 

Ideale per l’identificazione dell'operatore, le informazioni sull’utilizzatore e l’accesso al sito lavorativo tramite badge elettronico.

Caratteristiche funzionali:
• L’elmetto ventilato permette un flusso d’aria rinfrescante intorno alla testa
• Porta badge per tenere al sicuro la vs ID card
• Bardatura tessile a 6 punti
• Regolazione con rotella per un facile aggiustamento
• Sottogola 4 punti incluso
• Deformazione laterale

Materiali: ABS, Policarbonato
Misura universale: Regolabile 56-63 cm


L'obbligo della tessera di riconoscimento per chi opera nei cantieri di lavoro e le caratteristiche della stessa sono attualmente regolati dal d. lgs. 81 del 9 aprile 2008 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro), coordinato con il successivo d. lgs. 106 del 3 agosto 2009 (disposizioni correttive e integrative). L’ultimo aggiornamento è di giugno 2016. Il decreto, in sintesi, prescrive gli obblighi sia per chi è tenuto a rilasciare la tessera (il datore di lavoro), sia per chi deve disporne ed esporla (lavoratore), nonché le sanzioni in caso di mancata osservanza della normativa vigente.

L’obbligo di esporre la tessera è stabilito dall’art. 20 (Obblighi dei lavoratori) del d. lgs. 81/2008. L’art. 20 al c. 3 cita che i lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appalto o subappalto “devono esporre apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro”. Tale obbligo “grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nel medesimo luogo di lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto”.

L’obbligo di rilasciare la tessera non è previsto solo dall’art. 18, ma anche dall’art. 26 (Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione). L’art. 55 c. 5 lett. i del d. lgs. 81/2008 specifica che in caso di violazione (dell’art. 26 c. 8 appunto), il datore di lavoro e il dirigente sono puniti “con la sanzione amministrativa pecuniaria da 109,60 a 548 euro per ciascun lavoratore”. La sanzione per la mancata esposizione della tessera da parte del lavoratore dipendente o lavoratore autonomo (obbligo previsto dall’art. 20 c. 3), invece, è stabilita dall’art. 59 (Sanzioni per i lavoratori). Il c. 1 lett. b specifica che, in caso di inosservanza delle disposizioni di legge, il lavoratore è punito “con la sanzione amministrativa pecuniaria da 54,80 a 328,80 euro”.






giovedì 9 gennaio 2020

Safety DIADORA Utility Collezione 2020





Diadora Utility è da 20 anni punto di riferimento nel mercato, garantisce soluzioni eccellenti per la  sicurezza sul lavoro combinando ricerca, innovazione tecnologica e design unico.

La collezione 2020 Diadora Utility divisione Safety del brand DIADORA offre un’ampia gamma di calzature e abbigliamento che si rinnova con 3 concetti chiave: traspirazione, leggerezza e ammortizzazione.

Calzature

La linea di calzature presenta un’importante novità: il modello Run Net Airbox, dove il sistema di traspirazione Net Breathing System™, brevetto nato all’interno dei laboratori di ricerca e sviluppo di Geox, viene portato alla sua massima espressione grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia Diadora. Alla speciale membrana GEOX - costituita da un materiale microporoso, capace di assorbire il sudore sotto forma di vapore acqueo e di espellerlo - Diadora ha  associato  la  presenza di fori laterali che assicurano la massima traspirazione del piede in totale armonia con gli elementi di protezione che compongono la calzatura. Gli studi hanno confermato che grazie a tale membrana, con i suoi micropori più piccoli di una goccia d’acqua, ma più grandi di una molecola di vapore acqueo, l’acqua non riesce ad entrare nella scarpa e il piede  rimane  asciutto. Questo permette la naturale termoregolazione e crea un microclima ideale all’interno della calzatura, mantenendo il piede asciutto e sano. La termoregolazione è assicurata anche nelle condizioni climatiche più estreme e durante le attività lavorative più intense.

La posizione laterale dei fori di ventilazione, grazie al sistema Airbox visibile da ambo i lati, si ispira al mondo dei motori, dove la “scatola dell’aria” convoglia aria al motore, facendolo raffreddare e performare meglio. Run Net Airbox infatti, con le sue tre gallerie laterali, garantisce il doppio della traspirazione: l’aria circola più facilmente offrendo massimo comfort e una migliore performance. La suola in PU bidensità è estremamente ammortizzante. La fodera interna presenta una elevata capacità assorbente e di asciugamento rapido. Il design è unico grazie all’esperienza sportiva che deriva dal mondo running. Run Net Airbox è proposta nelle versioni textile e leather. Disponibile mid oppure low in diverse varianti colori nelle certificazioni S1p ed S3.

Top di gamma è la variante Run Net Airbox Matryx – tecnologia di tomaia in grado di offrire resistenza all’abrasione e una leggerezza mai provata assieme ad un design d’avanguardia.

Anche la famiglia Glove si arricchisce di un nuovo prodotto: Glove MDS Matryx, l’evoluzione del modello Glove con suola Mass Damper, tecnologia esclusiva Diadora, e tomaia in Matryx. Mass Damper è la tecnologia di cushioning applicata alla suola che restituisce l'energia assorbita durante il movimento del piede. È costituita da un’intersuola in poliuretano a bassissima densità di ultima generazione molto confortevole nella calzata. Un film in TPU avvolge tutta la mescola per mantenere la stabilità del materiale offrendo così una performance garantita nel tempo. Grazie alla tecnologia Matryx e al nuovo compound Mass Damper, Glove MDS Matryx è la calzatura più leggera del catalogo 2020.

L’ultima novità nel mondo calzature della linea Utility è Crew, un modello occupational dal design sportivo, ispirato ad una calzatura running degli archivi del brand. Certificata secondo la norma  EN347 presenta un battistrada slip resistant SRC, garantisce cushioning, leggerezza e comfort combinati ad un design unico e ricercato.
Disponibile in due versioni: Crew Micro, nei colori full black nero o full white bianco,
oppure Crew Micromesh in quattro varianti colore di ispirazione lifestyle.
Si rivolge a tutte le professioni che richiedono una calzatura da lavoro con un alto coefficiente di antiscivolosità ma che non necessitano del puntale antischiacciamento.

Abbigliamento

Tra le novità della linea abbigliamento, si aggiungono nuovi modelli ai capispalla che utilizzano la tecnologia Breathing System, nata dalla collaborazione tra Diadora Utility e i laboratori Geox. Breathing System mantiene il corpo asciutto e riduce la percezione di umidità, eliminando così i rischi di raffreddature provocate da eccessiva sudorazione o improvvisi colpi di freddo. La tecnologia è applicata grazie ad una fodera interna con trama a camino che raccoglie il calore prodotto dal corpo ed è combinata ad una membrana che lavora per espellere il calore, senza far entrare acqua dall’esterno.

Tra le nuove proposte abbigliamento troviamo anche un pack high visibility che trova la sua massima espressione nella giacca tre in uno con interno completamente staccabile (HV jacket ISO 20471). La linea è completata da softshell, vest, cargo pant, sweat pile, felpa unbrushed, polo e T- shirt. Tutti questi capi sono caratterizzati da materiali di alta qualità che presentano sempre una percentuale di cotone per garantire comfort e morbidezza.

Altra novità della nuova collezione sono le T-shirt, da oggi proposte in cotone organico certificato GOTS (Certificato ICEA nr. GOTS 2019-057). Inoltre la linea di T-shirt e felpe INDUSTRY testata per lavaggi industriali.













martedì 7 gennaio 2020

i DPI possono perdere la certificazione





In che modo i DPI possono perdere la certificazione?

Ogni dispositivo di protezione individuale [DPI] è certificato e provvisto di "Dichiarazione di conformità CE" in accordo alla direttiva 89/686/CEE sui DPI. La norma relativa al prodotto specifica i test intensivi e i requisiti delle prestazioni, allo scopo di confermare il livello di protezione dei DPI.

Nella pratica però è evidente che alcuni DPI vengono utilizzati in modo inadeguato o modificati, lungo la filiera di fornitura e dagli stessi utilizzatori. L'esperienza dimostra che spesso diversi DPI vengono combinati tra loro senza eseguire dei test per escludere possibili interferenze o alterazioni delle prestazioni di protezione quando si utilizzano contemporaneamente. Di conseguenza i DPI potrebbero non garantire le prestazioni di protezione certificate, senza che l’utilizzatore se ne accorga.

In molti ambienti di lavoro industriali è obbligatorio proteggere la testa, gli occhi, il viso, le vie respiratorie e l'udito. È sufficiente dare un'occhiata alla maggior parte dei cantieri o dei grandi siti industriali per accorgersi che i lavoratori hanno decorato i propri elmetti applicando adesivi e scrivendo con pennarelli indelebili. È comprensibile che molti lavoratori utilizzino un pennarello indelebile per scrivere il proprio nome sull'elmetto che indossano ogni giorno, per essere sicuri di usare sempre lo stesso elmetto, per motivi igienici. Alcuni applicano gli adesivi della loro squadra del cuore o di qualche corso di primo soccorso o di altro genere... Questi comportamenti possono compromettere il livello di sicurezza dell'elmetto.

Secondo la norma EN 397, il produttore dell'elmetto deve indicare quali adesivi si possono utilizzare, poiché la colla dell'adesivo o il solvente del pennarello potrebbero progressivamente danneggiare la calotta, a prescindere dal materiale (HDPE, PC, ABS...).

(Riferimenti normativi principali (DPI di seconda categoria)

EN 812
-Copricapo antiurto per l’industria;
EN 397
-Elmetti di protezione per l’industria, requisiti e specifiche.

ATTENZIONE:
Si pone l’attenzione degli utilizzatori sul pericolo di modificare qualsiasi componente originale dell’elmetto in modo diverso da quello raccomandato dal fabbricante.
in particolare si pone l'attenzione degli utilizzatori sul divieto di "manomissione" del DPI, che consiste nell'inserire o disinserire parti o elementi NON previsti e dichiarati dal produttore stesso (anche come accessori).

Non applicare o togliere alcun elemento, perché:
1° si compromette la conformità dell’elmetto
2° si invalida l’omologazione dell'elmetto

I manuali d’uso della maggior parte dei produttori di elmetti vietano di applicare adesivi sulla parte esterna. Altri produttori di elmetti offrono una certa "flessibilità": permettono l'uso di adesivi compatibili con il materiale dell'elmetto, a condizione che il produttore degli adesivi lo confermi. Tenendo conto dell'enorme quantità di combinazioni di elmetti e materiali disponibili sul mercato, è improbabile che un produttore di adesivi possa verificare o confermare la compatibilità per tutti i modelli.

Gli adesivi e i pennarelli non testati e confermati dai produttori di elmetti devono essere usati con molta cautela! Poiché l'uso di adesivi o pennarelli non approvati può provocare la perdita dell'approvazione, quando si sceglie un elmetto è consigliabile controllare se il produttore offre delle opzioni per quanto riguarda gli adesivi e le stampe.

Se sono necessari degli attacchi per lampade, spesso questi devono essere ordinati insieme all'elmetto, poiché di solito sono fissati alla calotta in fase di produzione e la combinazione deve essere testata e certificata. L’utilizzatore rende nulla l'approvazione dell'elmetto se fora la calotta per aggiungere un supporto per lampada!

Vediamo alcuni esempi di applicazioni all'aperto. È comprensibile che in inverno gli utilizzatori desiderino indossare un copricapo che li tenga al caldo; poiché l'elmetto è obbligatorio, a volte indossano un proprio cappello di lana sotto l'elmetto e magari in estate indossano un cappellino da baseball, sempre sotto l'elmetto. Purtroppo gli utilizzatori, di solito, non sanno che questi indumenti modificano il posizionamento dell'elmetto e la sua tenuta sulla testa, compromettendo le prestazioni di protezione e aumentando anche il rischio che scivoli via. La soluzione più sicura consiste nel selezionare un elmetto disponibile con sottocaschi invernali dedicati, il cui uso combinato con l'elmetto è stato testato ai sensi degli standard di protezione.

Negli spazi confinati e sui ponteggi sono spesso necessari i sottogola per tenere l'elmetto in posizione quando ci si muove. La norma EN 397 richiede che gli elmetti e i sottogola siano testati in combinazione tra loro, quindi non è consentito usare una combinazione non testata (ovvero un sottogola di un produttore diverso dal produttore dell'elmetto). La norma EN 397 impone che tutti gli accessori e gli elementi opzionali dell'elmetto siano elencati nel manuale. Quando si sceglie un elmetto è opportuno verificare se il produttore propone tutti gli accessori necessari, come i sottocaschi invernali, gli inserti raffreddanti, i sottogola e così via.

85 dB (A): è il livello di emissioni acustiche ritenuto sicuro sul lavoro, a livello europeo; nei cantieri però viene spesso superato, quindi si devono indossare le opportune protezioni per l'udito. Sono stati segnalati incidenti causati dal fatto che il lavoratore non indossava l'elmetto per poter usare le cuffie ad archetto. Ovviamente si tratta di un comportamento sconsigliato, perché c'è sempre il rischio di caduta di oggetti! Alcuni utilizzatori indossano semplicemente le cuffie tenendole ruotate all'indietro, con l'archetto all'altezza del collo, ma se non sono progettate e certificate per l'uso in questa posizione, avranno una tenuta o una pressione di contatto inefficaci, quindi la protezione fornita sarà inferiore a quella certificata. È necessario usare cuffie montate sull'elmetto e certificate per l'elmetto specifico: solo così si otterrà il livello di attenuazione certificato per le cuffie in uso.

Se si fissano delle cuffie a un elmetto per il quale non sono certificate, la pressione può variare a causa delle dimensioni e della forma della calotta. La norma EN 352 stabilisce che il produttore del dispositivo di protezione per l'udito deve stabilire quali elmetti sono certificati in combinazione con le proprie cuffie, per cui quando si sceglie un elmetto occorre verificare sempre che sia prevista una combinazione di protezione dell'udito certificata adatta alle proprie esigenze. Gli utilizzatori devono anche verificare di utilizzare gli adattatori di montaggio corretti per il loro elmetto.

La protezione degli occhi è sempre obbligatoria per i lavoratori, in molti cantieri. Quando un operatore toglie gli occhiali perché non si adattano alle cuffie, al sottogola o alla maschera, rischia di subire lesioni agli occhi e persino di perdere la vista! Gli occhiali convenzionali, con astine standard, se indossati in combinazione con le cuffie, possono causare un vuoto tra i cuscinetti di tenuta delle cuffie e ridurre l'attenuazione. Per evitarlo, gli utilizzatori devono scegliere occhiali con fascia per la testa oppure con astine molto sottili, ben aderenti.

Alcune applicazioni del settore edile richiedono una protezione del viso supplementare. La norma EN 166 impone che ogni visiera sia sempre certificata insieme al proprio telaio; le combinazioni non abbinate non sono consentite, neppure se i componenti sono apparentemente compatibili. Spesso le visiere e i telai si usano in combinazione con un elmetto di un altro produttore; non è vietato dalla norma EN 166, però in questi casi non è possibile garantire che la visiera offra le performance di protezione previste. La visiera potrebbe facilmente staccarsi: in questo caso non rispetterebbe la norma. Se risulta difficile sostituirla o montarla sull'elmetto, c'è il rischio che non venga utilizzata! È quindi fondamentale che la visiera, il telaio e l'elmetto siano sviluppati e certificati in combinazione tra loro e che possano essere rapidamente combinati o separati al variare delle condizioni.

La protezione delle vie respiratorie è obbligatoria in determinate applicazioni industriali o edili. Quando si indossano maschere e occhiali, è importante verificare che le astine e il nasello non provochino infiltrazioni. Se l'utilizzatore combina una maschera e una visiera deve sempre considerare la necessità di regolare la distanza tra la visiera e il volto, in modo che la maschera sia indossata correttamente, dietro la visiera. Quando si indossano maschere intere ed elmetti occorre anche tenere presente che la regolazione dell'altezza dell'elmetto è fondamentale per garantire che la bardatura della maschera calzi bene sotto l'elmetto e che l'insieme sia saldamente calzato sulla testa.

Riepilogando, sono molti gli esempi pratici in cui le prestazioni di protezione dei DPI possono essere compromesse. L’utilizzatore che indossa contemporaneamente protezioni per la testa, gli occhi, il viso, le vie respiratorie e/o l'udito deve sempre valutare la loro compatibilità. La possibilità di combinare i DPI deve essere dimostrata da test di compatibilità o dall'approvazione congiunta, per garantire che le prestazioni di protezione non siano compromesse.

giovedì 2 gennaio 2020

PREAVVISI TEMPORANEI


SEGNALETICA MOBILE
PREAVVISO TEMPORANEO A CAVALLETTO





S8089 Solo cavalletto senza pannelli dimensioni mm. 400 x 75 x 960 h.
Cavalletto mobile di preavviso con predisposizione per inserire pannelli intercambiabili in funzione del messaggio che si vuole trasmettere. 
Peso kg 6.


PANNELLI da inserire:

S9101 “Polizia municipale - controllo elettronico della velocità” 
S9102 “Polizia Locale - controllo elettronico della velocità”
S9103 “Polizia Municipale - controllo elettronico della velocità” fondo blu
S9104 “Polizia Locale - controllo elettronico della velocità” fondo blu

S9105 “Polizia Locale - Incidente” 
S9106 “Polizia Locale - Attenzione strada sdrucciolevole”
S9107 “Divieto di sosta - Pulizia strade”
S9108 “Divieto di sosta - Zona rimozione”

S9109 “Divieto di accesso - Strada chiusa”
S91010 "divieto sosta rimozione forzata dal... al..." fondo giallo



Gamma GILET Alta Visibilità