venerdì 8 luglio 2016

Saldatura - come gestire i rischi


GESTIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI PERICOLOSI

Nelle attività di saldatura sono presenti esposizioni a sostanze pericolose per l’uomo (in relazione alle disposizioni specifiche contenute nel Titolo IX Capo I “Protezione da agenti chimici” del D.Lgs 81/2008 e successive modificazioni ed integrazioni).

I rischi chimici associati alle operazioni di saldatura derivano principalmente dallo sviluppo dei fumi: oltre cinquanta fra componenti chimici inorganici ed organici, che si liberano durante la fase di riscaldamento e fusione del pezzo da saldare. La composizione e la concentrazione dei relativi agenti chimici presenti nei fumi di saldatura sono strettamente dipendenti dal materiale che viene saldato, dalla composizione dell’elettrodo, dall’eventuale materiale d’apporto e da sostanze che eventualmente sono presenti, anche in forma di contaminanti, sulle superfici del manufatto da saldare.

La via di esposizione è prevalentemente quella inalatoria anche se non è da trascurare l’esposizione cutanea ad agenti sensibilizzanti. 
La saldatura è un'attività pericolosa che può provocare danni permanenti ai lavoratori fino a condizionarne la vita nel lungo periodo. A differenza dei pericoli rappresentati dal calore o dai raggi UV, i rischi per le vie respiratorie vengono troppo spesso sottovalutati dai lavoratori perché invisibili o perché i loro effetti si manifestano dopo un certo tempo.




Il rischio più rilevante connesso ai fumi di saldatura è rappresentato dalla presenza, nei fumi, di metalli allo stato di vapore o di fine particolato (ferro in quantità preponderante; manganese, nichel, cromo in percentuali significative; zinco, piombo, silicio, titanio, alluminio, cadmio, molibdeno, vanadio, niobio, cobalto, tungsteno, rame, berillio, antimonio in quantità molto basse o solo in tracce).

I fumi prodotti a seguito della saldatura su acciai inossidabili (inox) contengono quantità apprezzabili di nichel e di cromo, quest’ultimo in percentuali variabili fra il 7 e il 16%.

Parte del cromo presente nei fumi, stimabile a seconda dei vari studi di riferimento come compreso fra un minimo di 0,2% sino al 4-5% in funzione dei materiali in uso e delle tecnologie di saldatura impiegate, è presente in forma di composti solubili (in maggior parte) e insolubili nello stato di esavalenza.

Nel caso di saldature MIG di leghe leggere si può avere esposizione ad alluminio, a piombo ed a manganese (di recente particolare interesse scientifico per i possibili effetti neurotossici di parkinsonismo), presenti in particolari leghe d’apporto.

Il cadmio è presente soprattutto in alcune leghe per saldobrasatura.
Tungsteno e cobalto sono usati in particolari procedimenti di indurimento superficiale di metalli, ma costituiscono anche l’elettrodo infusibile della saldatura TIG, che nella tecnologia più avanzata può inoltre contenere Torio.

È ormai un dato consolidato, la variazione quantitativa e qualitativa nella composizione dei fumi in base alla distanza dal punto di emissione, variazione della quale si deve necessariamente tenere conto nella valutazione delle esposizioni indirette. Di solito le concentrazioni più elevate di fumi si trovano nelle immediate vicinanze del punto di saldatura, per poi decrescere rapidamente con la distanza.

Occasionalmente, ai fini di una corretta valutazione delle esposizioni indirette, può essere necessario effettuare anche campionamenti in postazioni adiacenti o presso cabine sopraelevate di carroponti.

Si è rilevato che le postazioni ad alta automazione liberano quantitativi di fumi diverse dalle postazioni a conduzione manuale, anche a pari caratteristiche del supporto e dei materiali di apporto e che l’esperienza e la manualità dell'operatore condizionano la quantità dei fumi prodotti.



Durante i processi di trasformazione termica dell’aria o dei materiali di rivestimento o delle impurezze, si possono produrre inquinanti allo stato gassoso.

1 L’ozono si forma dall’ossigeno atmosferico attraverso la radiazione ultravioletta prodotta dall’arco elettrico;
2 il monossido di carbonio si sviluppa a seguito di processi di combustione incompleta in difetto di ossigeno,
3 gli ossidi di azoto si formano a partire dall’ossigeno e dell’azoto atmosferico attraverso processi termici.

La generazione di questi composti è fortemente ostacolata dal flusso di gas inerti impiegati nelle tecnologie cosiddette "in atmosfera protetta", perché capaci di rimuoverla presenza di aria ambiente (con il suo contenuto in ossigeno e azoto) dal bagno fuso di saldatura.

Queste e molte altre sostanze chimiche rendono ancora oggi la saldatura di metalli una tra le attività sicuramente più critiche per la salute del lavoratore addetto. La disponibilità di sistemi di protezione collettiva, di aspirazioni e di protezioni individuali (facciali filtranti), condiziona certamente i dati di esposizione individuale.

Oltre agli effetti irritanti, non è da dimenticare la spiccata capacità sensibilizzante sempre dei composti metallici (soprattutto nichel e cromo esavalente), che può portare a manifestazioni respiratorie (asma) ma più spesso ad eczemi e lesioni cutanee (dermatite allergica da contatto).


Contenuti minimi del Documento di Valutazione del rischio da agenti chimici di cui all’art.223 del D.Lgs. 81/2008.

- le proprietà pericolose dei vari agenti e dei rispettivi prodotti di degradazione termica anche in
relazione alla possibilità di esplosione e incendio;
- le informazioni contenute nelle schede di sicurezza (che devono essere acquisite da ciascun
produttore);
- il livello, il modo e la durata dell’esposizione;
- le caratteristiche dell’ambiente di lavoro: cubatura, requisiti di aerazione, concentrazione delle
postazioni di saldatura, dimensione e peso dei pezzi saldati;
- le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli
stessi, le modalità e le temperature di lavorazione;
- la descrizione delle operazioni di pulizia e di manutenzione ordinaria e straordinaria su
macchinari e attrezzature;
- la possibilità di sviluppo di prodotti di degradazione termica in condizioni di esercizio;
- i valori limite di esposizione professionale e/o i valori limiti biologici;
- gli effetti delle misure preventive e protettive adottate e da adottare;
- le caratteristiche tecniche e le procedure in essere per la valutazione di efficienza degli impianti
di protezione collettiva;
- se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.


GESTIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI

In relazione alle disposizioni specifiche contenute nel Titolo IX Capo II “Protezione da
agenti cancerogeni e mutageni” del D.Lgs 81/2008 e successive modificazioni ed
integrazioni, occorre considerare che nelle attività di saldatura di acciaio inossidabile
(inox) è possibile l’esposizione ad agenti chimici attualmente classificati anche a livello di
Unione Europea come cancerogeni per l’uomo.

Dal punto di vista tossicologico di sicuro rilievo è il potenziale cancerogeno per apparato
respiratorio riconosciuto al cromo esavalente, da tenere ben distinto dal cromo trivalente
che riveste invece funzione di metallo essenziale per il nostro organismo.
Si segnalano tra i cancerogeni riconosciuti dalla legislazione europea anche composti del
cadmio e del cobalto, che tuttavia oggi mostrano ambiti di utilizzo assai limitati. Per
quanto riguarda la cancerogenicità dei composti solubili del nichel, occorre ricordare che
vi sono estrapolazioni, sospetti ed ipotesi sperimentali che invitano all’attenzione; allo
stato attuale delle conoscenze scientifiche i dati in questo senso sono però considerati
insufficienti dall’Unione Europea (Classe 3). Da rilevare tuttavia che numerosi composti
del nichel sono cancerogeni riconosciuti.
Si cita infine il Berillio, agente cancerogeno e mutageno (R49, R46), presente nei sistemi
di saldatura a resistenza sotto forma di leghe con il rame.

Il datore di lavoro, valutate le possibilità di sostituzione e la fattibilità con buoni risultati
un “ciclo chiuso”, deve provvedere affinché il livello d’esposizione dei lavoratori sia ridotto
al più basso valore tecnicamente possibile. Tutto ciò non può prescindere dalla
valutazione dei rischi: per individuare misure appropriate ed efficaci, condizione
preventiva e necessaria è la valutazione del livello di esposizione dei lavoratori all’agente
cancerogeno. Questo non significa che per avere una stima dell’esposizione si debba
misurare in ogni caso: i prelievi sull’ambiente sono da effettuarsi, nel rispetto delle buone
pratiche dell’igiene industriale e delle indicazioni di strategia (rappresentatività,
numerosità, ecc.) richiamate anche dall’Allegato XLI del D.Lgs 81/2008 (UNI EN 689,
ecc.), ogni volta che questo sia tecnicamente possibile ed utile al fine di valutare l’entità
dell’esposizione.
In particolare, la misurazione potrebbe essere utilmente effettuata per valutare l’efficacia
delle misure di prevenzione adottate, per accertare l’assenza dell’agente o per dimostrare
l’esiguità del rischio per la salute (ad es. presenza di livelli espositivi paraggonabili a quelli
della popolazione generale). In Allegato 1 sono indicate le caratteristiche del protocollo
seguito nello studio PPTP-INOX, punto di riferimento per la buona pratica e per il rispetto
dei requisiti di legge, in merito alla misura dell’esposizione a Cromo esavalente. Dove non
sia possibile effettuare un monitoraggio ambientale, la valutazione potrà essere effettuata
integrando varie fonti di informazione (confrontando situazioni lavorative simili,
assumendo criticamente dati di letteratura, considerando i quantitativi utilizzati e le
modalità d’uso, ecc.), tutte attentamente vagliate e considerate criticamente da personale
qualificato. La valutazione deve comunque tenere in considerazione le caratteristiche
delle lavorazioni, la loro durata e frequenza, le concentrazioni di agenti cancerogeni o
pericolosi che si vengono a liberare e la loro capacità di penetrare nell’organismo per le
diverse vie di assorbimento.
Il datore di lavoro che è esentato dalla redazione del documento (articolo 29, comma 5,
D.Lgs 81/2008), ma non certamente dalla effettuazione della valutazione dei rischi, dovrà
comunque essere in grado di fornire le informazioni ad essa relative in caso di richiesta.


GESTIONE DI ALTRI RISCHI

Nell’ambito delle attività di saldatura di metalli appaiono pure importanti i rischi per la
salute, legati fondamentalmente all’utilizzo di macchine e attrezzature, all’ambiente di
lavoro ed alla movimentazione di carichi.


1 Radiazioni non ionizzanti
Le radiazioni non ionizzanti nella loro triplice componente di luce visibile, ultravioletto
(UV) e infrarosso (IR), sono emesse in varia misura dall'arco elettrico o dalla fiamma
ossiacetilenica.
Le radiazioni ultraviolette, le più energetiche tra le radiazioni non ionizzanti e di
conseguenza le più pericolose, sono quasi totalmente assorbite dagli strati protettivi
superficiali della cute e solo una piccola frazione di poco superiore all’uno per cento
penetra e agisce sui tessuti sottostanti.
Gli effetti sulla congiuntiva (cherato-congiuntivite), a breve termine e sulla retina e sulla
cataratta a lungo termine, sono ugualmente ben noti alla maggior parte dei saldatori.


2 Campi elettromagnetici

Il rischio elettromagnetico, anche in questo settore, sta acquisendo nuovo interesse con
le recenti direttive europee e deve essere opportunamente valutato secondo il disposto del
D.Lgs 81/2008.


3 Microclima
Il microclima è un fattore di rischio non trascurabile, in particolare durante la stagione
estiva, legato al tipo di lavorazione che richiede il raggiungimento di alte temperature in
ambienti spesso ristretti e talora con ventilazione e aspirazione inadeguate.
La produzione di calore, in particolare di elevatissime temperature localizzate nelle
vicinanza del punto di saldatura è caratteristica sostanzialmente comune delle tecniche a
gas, ad arco elettrico, al plasma e al laser. Un contributo all’innalzamento della
temperatura ambiente è dato anche dal prodotto finito.
Pertanto per il reparto di saldatura è indispensabile assicurare una sufficiente aerazione
naturale diretta dell’ambiente, realizzando il maggior numero possibile di superfici
fenestrate apribili, sia laterali che zenitali. L’aerazione naturale dovrebbe essere
comunque integrata da impianti di ricambio forzato dell’aria con le caratteristiche già
elencate e che non devono comunque entrare in contrasto con i sistemi di aspirazione
localizzata.
In particolari contesti, durante la stagione estiva, può risultare opportuna l’adozione di
particolari precauzioni per assicurare un adeguato assorbimento di acqua e sali minerali.


4 Rumore
L’origine del rumore prodotto durante le lavorazioni di saldatura è riconducibile alla
combustione della miscela gassosa emessa ad alta pressione dal cannello nella saldatura
a fiamma ossiacetilenica; allo scoccare dell’arco elettrico, alla fuoriuscita del plasma
dall’ugello (sibilo caratteristico) nelle altre tipologie.
Le operazioni più rumorose nelle aziende del settore sono legate alle tecniche di
saldatura a filo continuo ad elevato amperaggio (Livello equivalente di circa 90 dBA) e
saldatura al plasma (Livello equivalente di circa 110 dBA).
Altre fonti di rumore sono ricercabili nella movimentazione del materiale da saldare.
I livelli equivalenti, in particolare nei reparti di lavorazione, sono correlati al numero,
tipologia e concentrazione di macchine operatrici nel medesimo ambiente.


In generale tutti i lavoratori impegnati nelle varie fasi del ciclo produttivo devono essere
equipaggiati e fare uso di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) quali:

- Indumenti protettivi o tute da lavoro complete e con maniche lunghe
- Respiratori o mascherine secondo le attività
- Calzature antinfortunistiche con suola antiscivolo.
- Guanti.
- Protezione per occhi e volto (meccanica e radiazione ultravioletta).


Altre info su www.sanita.regione.lombardia.it





NORME E REQUISITI


EN531 A, B1, C1 
EN531:1995 - Normativa europea armonizzata per indumenti di protezione
per i lavoratori dell’industria esposti al calore (esclusi i vigili del fuoco e saldatori).


EN1149-5
EN1149-5:2008 - è lo standard europeo armonizzato per indumenti di protezione contro i pericoli causati da elettricità statica. Questa norma non è applicabile per la protezione contro le tensioni di alimentazione.
• EN1149-1:1996 Metodo di prova per la conduzione sulle superfici dei tessuti.
• EN1149-3:2004 Metodo di prova di diminuzione di carica nei tessuti.
• EN1149-5:2008 Requisiti prestazionali.




La saldatura espone i lavoratori a diversi rischi, ad esempio correlati alla presenza di fumi, polveri, vapori, gas, rumore, campi elettromagnetici, vibrazioni, alte temperature, posture obbligate.

Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, ha prodotto in questi anni diversi documenti per favorire la prevenzione degli incidenti e migliorare la tutela dei lavoratori, 
in relazione ai pericoli nelle attività di saldatura, 

In uno dei più recenti, la “Lista di controllo - Saldatura, taglio, brasatura e riscaldo: procedimento a fiamma”, si offrono strumenti per verificare se le attrezzature per la saldatura autogena sono in buono stato e se il personale che esegue i lavori di saldatura è al corrente dei pericoli associati all’uso di tali attrezzature.

Il processo di saldatura si può distinguere in autogena ed eterogenea (brasatura). 
Autogena: viene effettuata una fusione delle parti da congiungere utilizzando proprio il materiale delle parti stesse, 
Eterogenea: (brasatura) il materiale da unire viene riscaldato e la fusione è relativa a un “materiale di apporto”.

Sono indispensabili gli indumenti di protezione per saldatura, le calzature di sicurezza e le ghette per saldatura, guanti da saldatore, grembiule da saldatore, occhiali da saldatore, casco o schermo da saldatore.


Giacca ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.

Giacca ignifugata antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera coperta, varie tasche con pattina e bottoni di chiusura. Triple cuciture per la massima resistenza. Anello portaradio. 

Certificata EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.


Pantaloni ignifughi antistatici e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.

Pantaloni ignifughi antistatici e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera coperta, varie tasche e triple cuciture per la massima resistenza. Girovita elasticizzato e passanti per cintura. Tasche portaginocchiere. Certificati EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.


Tuta ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.

Tuta ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro", cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera in ottone, ricoperta da pattina, varie tasche in vita e al petto con portametro sulla gamba. Triple cuciture per la massima resistenza. Polsin iregolabili con bottoni ed anello portaradio. 
Certificati EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, E3 ed F1.


Informazioni sul tessuto
Questo tessuto è stato progettato per proteggere da fiamme, saldature e elettricità statica. In 99% cotone e 1% fibra di carbonio, 330 gr/mq. La fibra di carbonio è antistatica e permette di raggiungere gli standard EN richiesti.

Benefici dell’indumento
La finitura ignifuga Bizflame™ Pro protegge in ogni situazione, garantendo la massima performance. Gli articoli della linea sono stati testati indipendentemente e sono perfetti per l’industria offshore e della saldatura.

La finitura ignifuga Bizflame™ Pro viene applicata al tessuto al fine di apportare una resistenza alla fiamma imbattibile. La fibra in carbonio rende il tessuto antistatico.

Codice A: Propagazione limitata di fiamma
Codice B: Protezione da calore convettivo - 3 livelli
Codice C: Protezione da calore radiante - 4 livelli
Codice D: Protezione da spruzzi di alluminio fuso - 3 livelli
Codice E: Protezione da spruzzi di metallo fuso - 3 livelli
Codice F: Protezione da calore da contatto - 3 livelli


Di seguito sono indicati una serie di consigli pratici frutto della collaborazione di più persone che assommano complessivamente parecchi anni di esperienza nella saldatura su acciaio nel settore della carpenteria di medie dimensioni. Nel corso dello studio PPTP-Inox è stato chiesto loro di definire le principali regole che darebbero ad un giovane apprendista che fosse loro affiancato per imparare il lavoro in modo sicuro per la sua salute, ma anche in modo adeguato a garantire una qualità tecnica elevata di saldatura.

A proposito di corretta interpretazione della mansione:

1° lavorare con attenzione, parlando poco con i colleghi di reparto, facendo attenzione se il rumore prodotto dalla saldatura è un ronzio regolare oppure no;
2° illuminare bene la zona di lavoro: chi vede bene, salda meglio;
3° isolare la postazione di lavoro per quanto possibile con tende attiniche e non guardarsi troppo tutto
intorno: si potrebbe subire il bagliore delle lavorazioni adiacenti;
4° ricordarsi sempre che il pezzo emana radiazioni luminose (“spara”) ancora per qualche secondo dopo che si è terminata la saldatura vera e propria;
5° saldare lamiere di sottile spessore è difficile, se si ha fretta lo diventa ancora di più;
6° osservare bene se i pezzi sono verniciati o ancora sporchi di olio lubrificante : in questo caso non sono idonei alla lavorazione;
7° ricordarsi che una buona saldatura a filo continuo è sempre il prodotto fra una corretta velocità del filo, una corrente adeguata e, in caso di utilizzo del “girello” porta pezzi, dell’abilità individuale che si acquisisce con l’esperienza;
8° pulire o sostituire periodicamente la “coppella” di rame (puntale di proiezione del filo di saldatura),
rimuovere frequentemente la polvere che si produce sulla macchina saldatrice;
9° verificare sempre le condizioni del filo nella “pistola”, controllare le prese elettriche e lo stato dei cavi;
10° quando si decide di utilizzare un posizionatore sceglierne uno sufficientemente robusto per sostenere adeguatamente i pezzi;
11° conservare con cura i propri attrezzi: pinze, martello, chiavi, cacciavite è meglio non siano di uso
promiscuo;
12° mettere in sicurezza eventuale bombole di gas presenti nelle vicinanze della postazione di lavoro
legandole al muro con l’apposita catena.

A proposito di dispositivi di protezione individuale:

- fare attenzione ai pezzi incandescenti: ricordarsi sempre di indossare guanti in crosta o in gomma,
grembiale di pelle e di proteggere gli avambracci con maniche lunghe;
- calzare scarpe anti infortunistiche specifiche per saldatura con protezione frontale, cupola metallica
rinforzata e lamina sotto il plantare, per evitare ustioni in caso di involontario calpestamento di pezzi
ancora roventi;
- posizionare sempre correttamente l’aspiratore a braccio mobile: questo deve essere vicino all’operatore, di lato o, a volte, leggermente più in alto; non troppo vicino al pezzo per non danneggiare il flusso del gas di protezione, non troppo lontano per non perdere di efficacia;
- proteggere la vista dall’alone luminoso della saldatura con occhiali e schermi ;
- a fine giornata verificare l’aspetto del proprio naso: se si presenta leggermente annerito significa che non ci si è protetti a sufficienza; ricordarsi di indossare la maschera specifica per i fumi di saldatura;
- non risparmiare sulle attrezzature: investire in sicurezza non basta se poi si dimenticare di utilizzare i dispostivi di sicurezza e di protezione a disposizione.

A proposito di norme igienico-comportamentali:
- lasciare sempre uno spazio adeguato attorno alla postazione di lavoro, tale da assicurare la giusta libertà di movimento in sicurezza;
- non accumulare carta o stracci nelle vicinanze: potrebbero prendere fuoco;
- non mangiare durante il lavoro; lavarsi bene le mani prima di mangiare e possibilmente fare la doccia a fine turno; sostituire settimanalmente la tuta di lavoro; bere frequentemente acqua o liquidi integratori specie nella stagione più calda;
- pulire frequentemente la postazione di lavoro e le zone del reparto assegnate: si lavora meglio in ambiente pulito e ordinato.


Organi bersaglio delle radiazioni ultraviolette emesse nelle operazioni di saldatura sono gli occhi e la pelle. A questo si aggiunge il rischio fotochimico da luce blu a danno della retina. Sono quindi l’irradianza UV(S) e UVA e luce blu le tre grandezze rilevanti in questo tipo di esposizione.

L’operatore dotrà quindi scegliere le graduazioni per due diversi tipi di DPI:
1°   DPI a norma UNI EN 169 da impiegare nel caso si voglia proteggere un lavoratore coinvolto nell’operazione di saldatura;
2°   DPI a norma UNI EN 170 occhiali di protezione per un operatore che non sia addetto alla saldatura.





Occhiale per saldatori, ultraleggero ed utilizzabile anche come sovraocchiale. Lente grigia IR 5 in policarbonato spessore 21 mm (perfetto riconoscimento dei colori) protezione UV e IR. Trattamento della lente Optidur NCH estremamente resistente ai graffi. Stanghette flessibili. Peso 38 g. 
Art. 9545
A norma EN166 1F(T) K- EN169 - EN172




Occhiale a mascherina con lente fissa in policarbonato chiara UV 2-1,2 B9KN antigraffio sulla superficie esterna e antiappannante sulla superficie interna e lente ribaltina (flip-up) grigia IR5 resistente ai danni di proiezioni di schizzi di saldatura (perfetto riconoscimento dei colori). Facile sostituzione della lente grigia (ricambio fornibile a richiesta, codice 2045R).
Art. 2045
Norma EN166 1B349 - EN169 - EN172










I vari incidenti che si sono sviluppati in passato nelle aziende in cui si sono create atmosfere esplosive ha contribuito alla creazione di apposite norme inerenti i rischi di formazione di atmosfere esplosive nei luoghi di lavoro.

L’intenzione degli esperti che hanno valutato le probabili cause di tali pericoli nelle aziende è stata quella di esaminare le esplosioni che si verificano non solo laddove c’è la presenza di gas, ma anche dove si sviluppano vapori, nebbie o polveri. Tutto questo rientra oggi nella disciplina della Protezione da atmosfere esplosive ed è stato inserito nel D.Lgs. 81/2008.

La legge prevede forme di tutela per i lavoratori che svolgono mansioni in ambienti in cui possono facilmente verificarsi delle esplosioni, inclusi i lavori sottoterra per i quali le indagini (geologiche) abbiano dimostrato la probabilità di formazione di tali atmosfere.


Spesso accade che alcuni eventi negativi non dipendano dalla creazione di atmosfere esplosive da addensamento di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili, ma siano la causa dell’attività dei lavoratori o addirittura dipendano dai DPI o dagli indumenti indossati, i quali, se non antistatici e ignifughi, possono accumulare elettricità statica e poi scaricare elettricità nell’ambiente circostante.


  


Gamma di TUTE IGNIFUGHE ANTISTATICHE (e per saldatura)


tessuti professionali altamente protettivi ignifughi e antistatici 
(versioni invernali e versioni estive), e conformi alle norme:


EN531 A, B1, C1 
EN531:1995 - Normativa europea armonizzata per indumenti di protezione
per i lavoratori dell’industria esposti al calore (esclusi i vigili del fuoco e saldatori).

EN1149-5
EN1149-5:2008 - è lo standard europeo armonizzato per indumenti di protezione contro i pericoli causati da elettricità statica. Questa norma non è applicabile per la protezione contro le tensioni di alimentazione.
• EN1149-1:1996 Metodo di prova per la conduzione sulle superfici dei tessuti.
• EN1149-3:2004 Metodo di prova di diminuzione di carica nei tessuti.
• EN1149-5:2008 Requisiti prestazionali.


EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, 
Questo standard internazionale specifica i requisiti minimi di sicurezza e test per gli indumenti di protezione per saldature e tecniche affini (esclusa la
protezione delle mani).
Lo standard individua due classi di riferimento per specifici requisiti di rendimento.
1° Classe 1 è la protezione contro tecniche di saldatura e situazioni meno pericolose, che provocano livelli più bassi di spruzzi e di calore radiante.
2° Classe 2 è la protezione contro tecniche di saldatura e situazioni più pericolose, che provocano maggiori livelli di spruzzi e di calore radiante.


EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1
Questo standard internazionale specifica i requisiti di prestazione applicabili ai capi di abbigliamento che possono essere indossati per una vasta gamma di usi finali, in cui vi è la necessità di abbigliamento con proprietà di propagazione limitata di fiamma e in cui l’utente possa essere esposto al calore radiante, convettivo o di contatto, o spruzzi di metallo fuso.
Codice A: Propagazione limitata di fiamma
Codice B: Protezione da calore convettivo - 3 livelli
Codice C: Protezione da calore radiante - 4 livelli
Codice D: Protezione da spruzzi di alluminio fuso - 3 livelli
Codice E: Protezione da spruzzi di metallo fuso - 3 livelli
Codice F: Protezione da calore da contatto - 3 liveli

Materiale: 99% cotone e 1% in fibra carbonio che garantiscono comfort e protezione.

Tuta intera ignifuga antistatica 
Peso: 350 gr/mq Arancione, Blu navy, Rosso, Blu royal, (Bianco S-3XL)
a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Materiale professionale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.

Tuta intera ignifuga antistatica imbottita antifreddo
Peso: 350 gr/mq Arancione, Blu navy,
di cui 100 gr/mq di imbottitura interna in poliestere antifiamma.
a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe). Diverse tasche con chiusura con zip in ottone. Tasche alle ginocchia portaginocchiere, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.


Tuta intera ignifuga antistatica
Peso: 280 gr/mq Arancione, Blu navy,
a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.

Tuta intera ignifuga antistatica leggera
Peso: 210 gr/mq Arancione, Blu navy,
a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.

Gamma GILET Alta Visibilità