Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 8
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 9
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 10
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 11
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 8
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 9
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 10
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2,99
Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca EN388 2122 mis. 11
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2,99
Guanti pelle fiore EN 420 EN 388 livelli 2143 mis. 8
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Guanti pelle fiore EN 420 EN 388 livelli 2143 mis. 9
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Guanti pelle fiore EN 420 EN 388 livelli 2143 mis. 10
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3,30
Guanti pelle fiore EN 420 EN 388 livelli 2143 mis. 11
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3,30
Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca Dorso Crosta EN388 2122
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Guanto Pelle Fiore Bovina Bianca Dorso Tela -Velcro EN388 2122
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Guanto Pelle Crosta Rinforzato Manichetta 7 cm EN388 4132
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2,54
NON esiste un guanto universale che protegga da tutti i possibili rischi e pericoli, (fisici o chimici o termici, ect.). E' necessario disporre di un tipo di guanti adatto ad ogni applicazione, funzione, processo o ad ogni prodotto.
La direttiva europea 89/686 definisce tre categorie di rischio:
- Cat.1 Rischi minori:
“EPI o dpi di concezione semplice, destinati all'igiene, al comfort o a proteggere contro dei rischi i cui effetti non hanno conseguenze sulla salute dell'utilizzatore o sono facilmente reversibili”. Si tratta in genere di guanti leggeri o economici, piacevoli da portare e che aumentano sensibilmente il comfort del lavoro”. Sostanzialmente utlizzabili solo per hobby e non per uso professionale.
- Cat. 2 Rischi intermedi:
“EPI o dpi di concezione elaborata in vista di proteggere contro dei pericoli le cui conseguenze per la salute possono essere durature”. I guanti di questa categoria sono molti e spesso sono composti da “diversi materiali in modo da rispondere a qualsiasi genere di esigenza professionale” (ad esempio guanti che proteggono “da tagli, abrasioni, dalle ustioni, dai prodotti chimici, dagli agenti infettivi, dalla contaminazione radioattiva”);
- Cat. 3 Rischi mortali o invalidanti:
“EPI o dpi di concezione molto particolare, destinati a proteggere contro danni irreversibili per la salute”. Sono dispositivi di protezione più specifici e rigorosi nei controlli e nei tests, destinati per esempio a pompieri, macellai, elettricisti, operatori nell'industria chimica, operatori nelle fonderie.
Mentre livelli di prestazione troppo bassi non assicurano una sufficiente protezione, livelli di protezione troppo alti rischiano di far scegliere guanti che non assicurano la migliore calzabilità e i migliori possibili attributi tattili (presa e tatto).
Così si rischia di scegliere un guanto inadeguato sotto altri punti di vista, quindi più scomodo e meno gradito all’operatore e perciò, in ultima analisi, meno utilizzato. Solo i guanti che offrono facile calzabilità e buona presa infatti riducono lo sforzo muscolare e l'affaticamento della mano.
Il pittogramma Rischio meccanico è seguito da un codice a quattro cifre:
1. Resistenza all’abrasione: Indicata dal numero di cicli richiesti per raschiare completamente il guanto di prova.
2. Resistenza al taglio (da lama): Indicata da un fattore calcolato sul numero di passaggi necessari per tagliare il guanto di prova a velocità costante.
3. Resistenza allo strappo: Indica la forza necessaria per lacerare il provino.
4. Resistenza alla perforazione: Indica la forza necessaria per perforare il provino con una punta di dimensioni standard.
Nella tabella sopra trovate gli indici di prestazione richiesti per ogni prova.
Guanto monouso DPI III Categoria, DM 1° Classe,
Norme EN 420 (10), EN 374 Parte I II e III (03), EN 388 (03))
Conformità: EN 455-I-II, Direttiva 93/42/CEE,
ASTM D6319, ASTM D6978-05 (permeazione farmaci chemioterapici).
UTILIZZO: destinato al personale impiegato in attività che comportano il rischio di un possibile contatto delle mani con microrganismi, sostanze chemioterapiche, prodotti chimici.
Ambidestro 5 dita, superficie liscia, microruvido sulle dita, con bordino, senza polvere, non sterile, lunghezza cm 30 circa.
PREZZO di Listino: € 8,60 conf. 50 pezzi - cartone € 86,00
PREZZO riservato: € 6,30 conf. 50 pezzi - cartone € 63,00
Cod. G 00664
Ordine minimo 30 confezioni
Si vendono in cartone da 10 confezioni per misura: XS - S - M - L - XL
La norma UNI EN 458:2016 evidenzia
come i metodi OBM, HML e SNR
possano essere utilizzati per la
valutazione dell’attenuazione degli
otoprotettori, ma sottolinea che “le
prestazioni raggiungibili negli ambienti
reali possono essere inferiori a quelle
dichiarate dal fabbricante”. Tra i fattori che possono influenzare
l’attenuazione possiamo avere fattori
connessi:
alla scelta (es. taglia dei
dispositivi, presenza di capelli lunghi,
barba, occhiali), all’uso
(es. inserimento approssimativo DPI o
spostamento dalla loro sede originaria,
modifiche realizzate sui DPI, uso
congiunto di altri DPI),
alla conservazione delle caratteristiche
(es. difetti nella cura dei DPI, assenza
di manutenzione)
La scelta dei DPI dipende dalle
caratteristiche del rumore. Essi possono essere: • inserti auricolari; • cuffie; • caschi. Gli inserti auricolari o tappi si inseriscono direttamente nel
canale acustico esterno e possono
essere sagomati, costituiti da materiale
plastico poco deformabile oppure
deformabili, realizzati in materiali con
elevate capacità plastiche. Essi sono
in grado di garantire un’attenuazione
compresa tra gli 8 e i 30 dB. Le cuffie
vengono invece applicate esternamente
a protezione dell’orecchio; i modelli
più efficaci sono dotati di auricolari in
PVC pieni di liquido fonoassorbente e
permettono di raggiungere tra i 25 e i
40 dB di attenuazione. In caso di livelli di
rumore particolarmente elevati le cuffie
possono essere integrate da caschi che
riducono la trasmissione del rumore
attraverso il cranio e permettono un
maggiore isolamento. LA VERIFICA DELL’IDONEITÀ
DEI DPI La norma europea UNI EN 458:2016
mette a disposizione delle linee guida
per la scelta, l’uso e la manutenzione
dei protettori auricolari. Ogni DPI-u deve
essere marcato CE e riportare i dati di
attenuazione sonora previsti dal fornitore
espressi in dB secondo tre modalità: • APVf: esprime l’attenuazione sonora
del DPI-u per lo spettro di frequenza in
banda d’ottava da 63 Hz a 8000 Hz; • HML: esprime con tre valori
l’attenuazione sonora del DPI-u per le
frequenze alte (H), medie (M) e basse
(L); • SNR: esprime con un solo valore la
Simplified Noise Reduction, ovvero
l’attenuazione sonora semplificata. L’attenuazione deve essere tale da non
generare una protezione insufficiente o,
nel caso opposto, un’iperprotezione. Obbligo da parte del lavoratore di utilizzare i mezzi di protezione individuali messi a loro disposizione dal datore di lavoro. Decreto Legislativo 81/08 Livello di esposizione LEX, 8h ≥85dB(A)
RNR <85dB(A) Non è necessario indossare protezioni acustiche, ma fornitele ai vostri dipendenti
RNR 83-93dB(A) Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria
RNR 87-98dB(A) Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per rumori ad alta frequenza
RNR 94-105dB(A) Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per rumori ad alta/media frequenza
RNR 95-110dB(A) Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per tutte le frequenze
CRITERI DI SCELTA E DI USO DEGLI OTOPROTETTORI
Nella selezione di un otoprotettore, oltre le esigenze di marcatura
CE e di attenuazione sonora, debbono essere considerati i seguenti aspetti:
confortevolezza del portatore,
caratteristiche dell’ambiente di lavoro e dell’attività lavorativa
temperatura, umidità, polvere
esposizione ripetuta di breve durata
esigenza di percepire suoni informativi ( segnali di avvertimento /messaggi) esigenze di comunicazione
eventuali disturbi medici
compatibilità con altri DPI indossati.
Le prestazioni raggiungibili negli ambienti reali possono essere inferiori a quelle dichiarate dal fabbricante.
Con otoprotettori aventi attenuazioni molto elevate si possono indurre effetti di iperprotezione (con conseguenze sulla comunicazione, sull’intelleggibilità del parlato, sull’udibilità di segnali di pericolo o comunque contenenti informazioni importanti per la sicurezza dei lavoratori).
Per gli operatori che lavorano sulle strade, in aeroporti o altri luoghi pericolosi, che devono proteggere l’udito ed essere molto visibili. * è stata sviluppata per ambienti molto rumorosi e attenua anche le frequenze molto basse ai massimi livelli. * Auricolari imbottiti con una combinazione esclusiva di liquido e schiuma. Il risultato è una tenuta ottimale con una minore pressione che fornisce un comfort anche dopo tante ore di uso. * Auricolari dotati di canali di ventilazione e rivestiti con una pellicola morbida e igienica. * è la scelta adatta per ambienti industriali con rumori forti e i settori edile, aeroportuale e agricolo. * è una super-protezione acustica progettata per ambienti molto rumorosi. * La protezione è basata su una tecnologia con doppio corpo che riduce al minimo la risonanza interna. Ne consegue la massima attenuazione delle alte frequenze e contemporaneamente la facile comprensione di conversazioni e segnali esterni. * Un collegamento acustico tra volume interno e volume tra i corpi assicura a sua volta la massima attenuazione alle basse frequenze. * Auricolari ampi, imbottiti di morbida schiuma plastica per migliore aderenza e minore pressione.
Senza toccare la spugna! Non potrebbe essere più facile! Questi tappi viola brillante sono morbidi, preformati e pronti all’uso all’apertura della confezione. Non devono essere affusolati. Afferrare lo stelo per un inserimento deciso, in profondità e igienico.
Colori accesi, spugna morbidissima, forma affusolata I tappi sono disponibili in arancione, rosso, rosa e viola brillanti, in una pratica confezione dispenser. Spugna ultra morbida per essere indossata comodamente tutto il giorno, forma affusolata per un facile inserimento e un’eccellente attenuazione del rumore.
Multitenuta, multiuso Flange morbide e flessibili che si adattano alla forma del canale uditivo per una tripla protezione dal rumore. Lo stelo consente un inserimento veloce, igienico e ottimale per la massima protezione. Nel 2009 i casi denunciati di ipoacusia da rumore sono stati complessivamente 5.813
È più facile descrivere e analizzare un incidente sul lavoro che mostrare il lento ma inesorabile cammino di molte delle malattie professionali denunciate dai lavoratori in Italia.
Un documento INAIL racconta l’accavallarsi di una lavorazione rumorosa (operaio con martello demolitore) e di una non rumorosa (operaio intento a verniciare), il rumore è tale che quando l’operaio che sta verniciando viene chiamato dal capocantiere questi non sente”. Arriva successivamente il medico per effettuare le visite periodiche e si accorge che tutti gli operai hanno problemi di udito. A questo punto il medico riferisce quanto rilevato al datore di lavoro, il quale a sua volta riferisce al capocantiere. Il datore di lavoro ispeziona successivamente il cantiere e “si accorge che vi sono problemi di organizzazione dello stesso; ne parla con il capocantiere il quale provvede a riorganizzare il tutto cercando di isolare la fonte di rumore creando delle barriere con la disposizione in cantiere del materiale stoccato intorno alla fonte di rumore”: - “allontanamento dalla sorgente di rumore; - “segnalazione delle zone tramite perimetrazione e cartellonistica”; - “interdizione al passaggio e all'ingresso nell'area di lavoro al personale non addetto alla lavorazione”. Inoltre va ricordato che i macchinari rumorosi “vanno ubicati in modo tale da recare il minore disturbo possibile”.
I dermatologi hanno sottolineato un’incidenza crescente di dermatiti legate al settore professionale; in particolar modo nell’edilizia, nell’industria meccanica, nella pulizia industriale, nel settore medicale e paramedicale.
Sebbene in queste professioni l’utilizzo di guanti di protezione * idonei * resti la soluzione migliore per proteggere la pelle, risulta evidente che in alcuni casi sono i guanti stessi a contribuire allo scatenarsi di problemi cutanei.
I guanti di protezione spesso vengono a contatto con la pelle irritata, infiammata o con microabrasioni o ferita da agenti esterni; questa è una delle condizioni ideali per far sì che qualsiasi tipo di allergene contenuto nel guanto possa dar luogo a ulteriori irritazioni. Ma anche laddove la pelle non risulta danneggiata, sempre più persone riportano reazioni allergiche all’utilizzo di guanti di lattice naturale.
Quindi cosa devono fare i soggetti allergici? È ovvio che non si può fare a meno della protezione offerta dai guanti, ma, allo stesso tempo, coloro che si ritrovano ad avere questa sensibilità, non possono sopportare disagi e irritazioni.
Sebbene le informazioni contenute in questo dossier forniscono delle linee guida su come affrontare il problema delle pelli particolarmente sensibili, nulla di quanto contenuto in questa brochure intende fornire consigli medici. Come sempre, si prega di consultare uno specialista sulle questioni allergiche relative al contatto con il lattice naturale.
La pelle è l’organo più esteso del corpo; ne costituisce il 10% del peso totale.
La sua funzione primaria è quella di preservare i fluidi vitali del corpo e di impedire a sostanze potenzialmente dannose, di raggiungere gli organi interni. Per restare in salute è importante mantenere la pelle in buone condizioni. Qualsiasi tipo di ferita o di danno alla pelle, può favorire la penetrazione di batteri, di virus o di sostanze chimiche all’interno dell’apparato circolatorio. Anche una pelle secca, e rugosa diminuisce la
protezione contro i batteri, offrendo la condizione ideale ai batteri stessi di proliferare, mentre una pelle liscia e sana non lo permette.
La pelle è composta da tre strati.
Lo strato inferiore è un tessuto grasso che isola il corpo e funge da riserva di risorse energetiche. Altrimenti detto strato adiposo o sottocutaneo.
Lo strato centrale è il derma, uno strato forte ed elastico che può raggiungere i 4 mm circa di spessore.
La strato superiore è l’epidermide. Il suo spessore varia da 1mm circa (sulla pianta del piede) a solo la metà intorno agli occhi. E’ lo strato esterno dell’epidermide, o strato corneo, la vera barriera agli agenti esterni.
Che cos’è un’allergia?
Il sistema immunitario difende il nostro corpo contro batteri, virus, sostanze chimiche e parassiti. Il sistema immunitario è costantemenete in allerta al fine di verificare la presenza di corpi estranei. Qualora venisse rilevata la presenza di un intruso, di un antigene, il sistema immunitario entrerebbe in azione per distruggerlo e/o renderlo inoffensivo. Ciò si può manifestare sottoforma di un colpo di tosse, di uno starnuto, di un affanno, o nei casi più estremi, sottoforma di shock anafilattico.
Le reazioni al lattice naturale sono di tipo non immunitario o immuno-mediate.
Reazioni non immunitarie
Le reazioni di ipersensibilità non allergica ai prodotti in lattice naturale sono comuni.
Statisticamente il 35% del personale sanitario che utilizza guanti in lattice naturale può avere problemi cutanei di natura non allergica.3 Il primo rapporto sull’ipersensibilità di Downing, che risale al 1933, descrive le dermatiti da contatto.4 Le reazioni al lattice naturale sono di tipo non immunitario e immuno-mediate e possono verificarsi sia nel personale medico-sanitario che nei pazienti.5
Dermatite irritante da contatto
Le manifestazioni di questa reazione non-immunitaria consistono in visibili gonfiori secchi, con presenza di croste e desquamazione orizzontale, che fanno la loro comparsa sulla pelle da 48 a 72 ore dopo il contatto. Le lesioni sono localizzate in quell’area della pelle a diretto contatto con il lattice naturale. Le dermatiti svaniscono nel giro di alcuni giorni se l’esposizione è discontinua. E’ importante sottolineare che la dermatite da contatto non identifica solo l’allergia al lattice; si manifesta anche su categorie di persone non soggette a
ipersensibilità al lattice.
Il lavaggio frequente, detergenti particolarmente aggressivi, saponi, prodotti per pulizia, polveri
appartenenti al guanto e l’occlusione causata dal suo utilizzo costituiscono la maggior parte delle cause legate a dermatiti irritanti da contatto. Contenere nei limiti del possibile, questi fattori scatenanti, sia sul posto di lavoro che nell’ambiente domestico, riduce il rischio di dermatiti. Inoltre, può rivelarsi utile l’uso regolare di creme per le mani a base acquosa.
Reazioni immunitarie
Reazioni cutanee a effetto ritardato
La Dermatite allergica da contatto, allergia ai prodotti chimici conosciuta anche come reazione
allergica del IV tipo, è sempre più comune tra gli utilizzatori di guanti di lattice naturale.
Questa reazione è scatenata da sostanze cimiche aggiunte durante la produzione del guanto,
per accellerare il processo di vulcanizzazione, aumentare l’elasticità, la robustezza dei guanti in
lattice naturale e per prolungarne la durata. Sfortunatamente, durante l’utilizzo del guanto,
alcuni residui chimici possono essere assorbiti dalla pelle causando una reazione allergica. I
sintomi sono costituiti dalla presenza di rosse eruzioni cutanee, con evidenti rigonfiamenti,
ferite e desquamazione orizzontale. Queste reazioni si manifestano nell’arco di alcune ore, o di
alcuni giorni, dopo che è avvenuto il contatto con i residui chimici. L’area infetta può estendersi
anche oltre la parte normalmente coperta dal guanto. La dermatite allergica da contatto può essere trattata in maniera più efficace identificando la fonte di irritazione (prodotto chimico) e limitando il tempo di esposizione.
Reazione immediata
Allergia al lattice o orticaria da contatto è classificata come immunoglobuline-mediate (tipo 1), causata da ipersensibilità alle proteine presenti nel lattice. Quest’allergia si scatena abitualmente a causa di un contatto diretto con prodotti in lattice naturale.6,7,8,9 Ricerche cliniche hanno mostrato che le proteine solubili in acqua contenute nel lattice naturale sono la causa primaria di questa allergia. Queste, separandosi dal lattice
attraverso l’azione del sudore sulla superficie del guanto, vengono assorbite dalla pelle, direttamente o indirettamente.10,11,12 Dai primi sintomi di orticaria da contatto, (forti arrossamenti, orticarie, lividi, exzemi) si può giungere a patologie più severe, come problemi respiratori e, occasionalmente, shock anafilattico.
Molti altri allergeni possono causare le stesse manifestazioni dell’allergia al lattice.13 Quindi la diagnosi di allergia al lattice naturale è difficile da diagnosticare. Per coloro che risultano effettivamente allergici al lattice è consigliabile evitare prodotti in lattice naturale e utilizzare prodotti sintetici.
DANNI ALLA PELLE
Possiamo identificare i prodotti chimici in tre classi di rischio: irritante, sensibilizzante, tossico.
Una sostanza irritante causa dei danni localizzati all’epidermide.
Le sostanze sensibilizzanti causano reazioni allergiche. Alcune possono avere degli effetti su chiunque; altre su un numero ristretto di persone (ad esempio, il Nickel, è una sostanza sensibilizzante: molte persone non possono indossare ornamenti di bigiotteria, cinture o qualsiasi oggetto contenente Nickel a contatto diretto con la pelle). Una volta che la persona risulta essere sensibile al prodotto, anche concentrazioni microscopiche di questa sostanza possono scatenare reazioni allergiche.
Alcune tossine possono danneggiare gli organi interni penetrando attraverso lo strato corneo (ad esempio il metanolo, lede la vista. Ma altre sostanze alcoliche, non penetrano nella pelle e non hanno effetti collaterali). L’effetto delle tossine sugli organi interni è, nella maggior parte dei casi, seriamente pericoloso e il più delle volte letale.
Non è importante la durata dell’esposizione a queste fonti di rischio, in quanto alcune sostanze possono essere causa di danni permanenti anche con contatti inferiori al minuto primo.
Anche sostanze apparentemente innocue possono essere fonte di pericolo - persino l’acqua.
Il contatto prolungato con l’acqua rimuove i lipidi protettivi delle cellule. Il freddo e l’umido disidratano la pelle rendendola indifesa agli agenti esterni.
Anche un uso prolungato di guanti molto aderenti può rimuovere le sostanze protettive della pelle. Il sudore non agisce solo come un irritante di per sé, ma può anche disciogliere le sostanze chimiche contenute nel guanto, aumentando così lo sviluppo di una reazione allergica.
1.
DermaShield("allergie" è stato trovato 5 volta/e .)
... nella prevenzione delle allergie Categoria III Guanti sintetici, destro sinistro, senza ... al minimo il rischio di allergie di Tipo I e IV associate al lattice di gomma naturale. DermaShie ... al minimo le potenziali allergie e reazioni cutanee, soprattutto per i rischi di: • allergie di ... tto per i rischi di: • allergie di Tipo IV, in quanto privi di acceleratori; • allergie di Tipo ... ivi di acceleratori; • allergie di Tipo I, in quanto privi di gomma naturale. La composizione in ...
... ica di prevenzione delle allergie e comfort Categoria III Una combinazione unica di preve ... ica di prevenzione delle allergie e comfort I guanti NeoTouch® sono i primi guanti di neoprene m ... ggere i lavoratori dalle allergie di Tipo I e sono un esempio del continuo impegno Ansell per cercar ... reazioni cutanee e delle allergie di Tipo I Con una formulazione senza lattice, i guanti NeoTou ... per la prevenzione delle allergie di Tipo I. Essendo senza polvere, riducono anche il rischio di der ...
... stioni chimiche, cancro, allergie Rischi microbiologici: infezioni, morte Rischi termici: ustioni, s ... prevenire il rischio di allergie al lattice per l’utilizzatore. Ansell è leader incontrastato nel c ...
... Prevenzione delle allergie di Tipo I e delle reazioni cutanee Essendo prodotto in nitr ... senta pertanto rischi di allergie di Tipo I per l’utilizzatore. Studi sull’irritazione cutanea pri ...
... % previene il rischio di allergie associate alle proteine del lattice naturale. Offre inoltre un’ecc ... ngono così il rischio di allergie di Tipo I. Offrono inoltre un’ottima resistenza chimica contro bas ...
... al minimo il rischio di allergie associate al lattice per l’utilizzatore. La sterilità contribuisce ... al minimo il rischio di allergie di Tipo I. I livelli di proteine sono inferiori a 50 µg/g. (test E ...
7.
Duzmor Plus("allergie" è stato trovato 2 volta/e .)
... per ridurre i rischi di allergie Trattamento specifico per ridurre i rischi di allergie ... per ridurre i rischi di allergie Industria farmaceutica Elettrotecnic ...
La segnaletica di sicurezza ha lo scopo di indicare alle persone le vie di esodo e le
uscite di sicurezza. Usciamo quindi dall’equivoco che la segnaletica serva anche per
illuminare; per questo ci si affida all’illuminazione di sicurezza per l’esodo. Se per
motivi progettuali ci si affida a segnaletica provvista di illuminazione (retroilluminata),
questa va semmai ad integrare, ma mai a sostituire l’illuminazione di sicurezza vera e
propria.
La segnaletica di sicurezza ha un ruolo importante per la sicurezza sui luoghi di lavoro e di vita, infatti un giusto segnale manda un messaggio immediato che dà una pronta e adeguata indicazione sui divieti, sugli obblighi di comportamento, sui pericoli presenti, sull’ubicazione dei mezzi antincendio e di soccorso, sulle vie di fuga. La segnaletica di sicurezza ha la funzione di completare le misure prevenzionali di sicurezza già adottate dall’azienda.
Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n° 81 al Titolo V stabilisce le prescrizioni per la segnaletica di salute e sicurezza sul luogo di lavoro in tutti i settori sia nelle attività private che in quelle pubbliche.
L’impiego della segnaletica di sicurezza ha lo scopo di: • Avvisare di un pericolo o di un rischio • Vietare comportamenti pericolosi • Prescrivere comportamenti necessari per tutelare gli esposti ai rischi • Dare indicazioni concernenti le uscite di sicurezza o i mezzi di soccorso
I cartelli vanno sistemati:
•Tenendo conto di eventuali ostacoli; •Ad un’altezza ed in una posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale; •All’ingresso della zona interessata in caso di rischio generico; •Nelle immediate vicinanze di un rischio specifico o dell’oggetto che si intende segnalare; • In un posto bene illuminato e facilmente accessibile e visibile. 1° PITTOGRAMMA + FRECCIA + SCRITTA misurano cm. 34 x 14 2° PITTOGRAMMA + FRECCIA misurano cm. 27 x 14 3° PITTOGRAMMA + FRECCIA misurano cm. 35 x 18
USCITE DI EMERGENZA * VERSIONI
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza AVANTI - NORD
mm.
370x140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza INDIETRO -SUD
mm.
370x140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza SINISTRA
mm.
370x140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza DESTRA
mm.
370x140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza AVANTI - NORD
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza INDIETRO -SUD
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza SINISTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza DESTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in alto a SINISTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in alto a DESTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in basso a SINISTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in basso a DESTRA
mm.
350x180
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza AVANTI - NORD
mm.
270X140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza INDIETRO -SUD
mm.
270X140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza SINISTRA
mm.
270X140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza DESTRA
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Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in alto a SINISTRA
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Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in alto a DESTRA
mm.
270X140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in basso a SINISTRA
mm.
270X140
Segnale bifacciale per Uscite di Emergenza in basso a DESTRA
mm.
270X140
Tutti fornibili anche in versione LUMINESCENTE (in caso di black out)
Sui tessuti si potrebbero accumulare cariche elettrostatiche, ad esempio mediante lo sfregamento su un'altra superficie conduttiva, pertanto la scarica elettrostatica potrebbe generare scintille in grado di infiammare gli eventuali vapori circostanti, i fumi di liquidi infiammabili o le particelle di polvere, causando possibili esplosioni.
Occorre quindi scegliere abbigliamento e indumenti che includono una fibra antistatica permanente che consente ai tessuti di disperdere l'elettricità statica. Le proprietà antistatiche dell'indumento sono fondamentali per proteggere chi lavora in ambienti pericolosi.
Questi tessuti sono testati e sono conformi ai requisiti di protezione elettrostatica previsti dallo standard EN 1149-5 per gli indumenti protettivi, il cui utilizzo è previsto in aree ESD.
EN1149-5:2008 - NORMA # standard europeo armonizzato per indumenti di protezione contro i pericoli causati da elettricità statica. Questa norma non è
applicabile per la protezione contro le tensioni di alimentazione.
EN61340-5-1 2007 NORMA # standard europeo armonizzato per la protezione di apparecchi elettrici da fenomeni elettrostatici.
Nelle attività di saldatura sono presenti esposizioni a sostanze pericolose per l’uomo (in relazione alle disposizioni specifiche contenute nel Titolo IX Capo I “Protezione da agenti chimici” del D.Lgs 81/2008 e successive modificazioni ed integrazioni). I rischi chimici associati alle operazioni di saldatura derivano principalmente dallo sviluppo dei fumi: oltre cinquanta fra componenti chimici inorganici ed organici, che si liberano durante la fase di riscaldamento e fusione del pezzo da saldare. La composizione e la concentrazione dei relativi agenti chimici presenti nei fumi di saldatura sono strettamente dipendenti dal materiale che viene saldato, dalla composizione dell’elettrodo, dall’eventuale materiale d’apporto e da sostanze che eventualmente sono presenti, anche in forma di contaminanti, sulle superfici del manufatto da saldare. La via di esposizione è prevalentemente quella inalatoria anche se non è da trascurare l’esposizione cutanea ad agenti sensibilizzanti. La saldatura è un'attività pericolosa che può provocare danni permanenti ai lavoratori fino a condizionarne la vita nel lungo periodo. A differenza dei pericoli rappresentati dal calore o dai raggi UV, i rischi per le vie respiratorie vengono troppo spesso sottovalutati dai lavoratori perché invisibili o perché i loro effetti si manifestano dopo un certo tempo.
Il rischio più rilevante connesso ai fumi di saldatura è rappresentato dalla presenza, nei fumi, di metalli allo stato di vapore o di fine particolato (ferro in quantità preponderante; manganese, nichel, cromo in percentuali significative; zinco, piombo, silicio, titanio, alluminio, cadmio, molibdeno, vanadio, niobio, cobalto, tungsteno, rame, berillio, antimonio in quantità molto basse o solo in tracce).
I fumi prodotti a seguito della saldatura su acciai inossidabili (inox) contengono quantità apprezzabili di nichel e di cromo, quest’ultimo in percentuali variabili fra il 7 e il 16%.
Parte del cromo presente nei fumi, stimabile a seconda dei vari studi di riferimento come compreso fra un minimo di 0,2% sino al 4-5% in funzione dei materiali in uso e delle tecnologie di saldatura impiegate, è presente in forma di composti solubili (in maggior parte) e insolubili nello stato di esavalenza.
Nel caso di saldature MIG di leghe leggere si può avere esposizione ad alluminio, a piombo ed a manganese (di recente particolare interesse scientifico per i possibili effetti neurotossici di parkinsonismo), presenti in particolari leghe d’apporto.
Il cadmio è presente soprattutto in alcune leghe per saldobrasatura.
Tungsteno e cobalto sono usati in particolari procedimenti di indurimento superficiale di metalli, ma costituiscono anche l’elettrodo infusibile della saldatura TIG, che nella tecnologia più avanzata può inoltre contenere Torio.
È ormai un dato consolidato, la variazione quantitativa e qualitativa nella composizione dei fumi in base alla distanza dal punto di emissione, variazione della quale si deve necessariamente tenere conto nella valutazione delle esposizioni indirette. Di solito le concentrazioni più elevate di fumi si trovano nelle immediate vicinanze del punto di saldatura, per poi decrescere rapidamente con la distanza.
Occasionalmente, ai fini di una corretta valutazione delle esposizioni indirette, può essere necessario effettuare anche campionamenti in postazioni adiacenti o presso cabine sopraelevate di carroponti.
Si è rilevato che le postazioni ad alta automazione liberano quantitativi di fumi diverse dalle postazioni a conduzione manuale, anche a pari caratteristiche del supporto e dei materiali di apporto e che l’esperienza e la manualità dell'operatore condizionano la quantità dei fumi prodotti.
Durante i processi di trasformazione termica dell’aria o dei materiali di rivestimento o delle impurezze, si possono produrre inquinanti allo stato gassoso.
1 L’ozono si forma dall’ossigeno atmosferico attraverso la radiazione ultravioletta prodotta dall’arco elettrico;
2 il monossido di carbonio si sviluppa a seguito di processi di combustione incompleta in difetto di ossigeno,
3 gli ossidi di azoto si formano a partire dall’ossigeno e dell’azoto atmosferico attraverso processi termici.
La generazione di questi composti è fortemente ostacolata dal flusso di gas inerti impiegati nelle tecnologie cosiddette "in atmosfera protetta", perché capaci di rimuoverla presenza di aria ambiente (con il suo contenuto in ossigeno e azoto) dal bagno fuso di saldatura.
Queste e molte altre sostanze chimiche rendono ancora oggi la saldatura di metalli una tra le attività sicuramente più critiche per la salute del lavoratore addetto. La disponibilità di sistemi di protezione collettiva, di aspirazioni e di protezioni individuali (facciali filtranti), condiziona certamente i dati di esposizione individuale.
Oltre agli effetti irritanti, non è da dimenticare la spiccata capacità sensibilizzante sempre dei composti metallici (soprattutto nichel e cromo esavalente), che può portare a manifestazioni respiratorie (asma) ma più spesso ad eczemi e lesioni cutanee (dermatite allergica da contatto).
Contenuti minimi del Documento di Valutazione del rischio da agenti chimici di cui all’art.223 del D.Lgs. 81/2008.
- le proprietà pericolose dei vari agenti e dei rispettivi prodotti di degradazione termica anche in
relazione alla possibilità di esplosione e incendio;
- le informazioni contenute nelle schede di sicurezza (che devono essere acquisite da ciascun
produttore);
- il livello, il modo e la durata dell’esposizione;
- le caratteristiche dell’ambiente di lavoro: cubatura, requisiti di aerazione, concentrazione delle
postazioni di saldatura, dimensione e peso dei pezzi saldati;
- le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli
stessi, le modalità e le temperature di lavorazione;
- la descrizione delle operazioni di pulizia e di manutenzione ordinaria e straordinaria su
macchinari e attrezzature;
- la possibilità di sviluppo di prodotti di degradazione termica in condizioni di esercizio;
- i valori limite di esposizione professionale e/o i valori limiti biologici;
- gli effetti delle misure preventive e protettive adottate e da adottare;
- le caratteristiche tecniche e le procedure in essere per la valutazione di efficienza degli impianti
di protezione collettiva;
- se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese.
GESTIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI
In relazione alle disposizioni specifiche contenute nel Titolo IX Capo II “Protezione da
agenti cancerogeni e mutageni” del D.Lgs 81/2008 e successive modificazioni ed
integrazioni, occorre considerare che nelle attività di saldatura di acciaio inossidabile
(inox) è possibile l’esposizione ad agenti chimici attualmente classificati anche a livello di
Unione Europea come cancerogeni per l’uomo.
Dal punto di vista tossicologico di sicuro rilievo è il potenziale cancerogeno per apparato
respiratorio riconosciuto al cromo esavalente, da tenere ben distinto dal cromo trivalente
che riveste invece funzione di metallo essenziale per il nostro organismo.
Si segnalano tra i cancerogeni riconosciuti dalla legislazione europea anche composti del
cadmio e del cobalto, che tuttavia oggi mostrano ambiti di utilizzo assai limitati. Per
quanto riguarda la cancerogenicità dei composti solubili del nichel, occorre ricordare che
vi sono estrapolazioni, sospetti ed ipotesi sperimentali che invitano all’attenzione; allo
stato attuale delle conoscenze scientifiche i dati in questo senso sono però considerati
insufficienti dall’Unione Europea (Classe 3). Da rilevare tuttavia che numerosi composti
del nichel sono cancerogeni riconosciuti.
Si cita infine il Berillio, agente cancerogeno e mutageno (R49, R46), presente nei sistemi
di saldatura a resistenza sotto forma di leghe con il rame.
Il datore di lavoro, valutate le possibilità di sostituzione e la fattibilità con buoni risultati
un “ciclo chiuso”, deve provvedere affinché il livello d’esposizione dei lavoratori sia ridotto
al più basso valore tecnicamente possibile. Tutto ciò non può prescindere dalla
valutazione dei rischi: per individuare misure appropriate ed efficaci, condizione
preventiva e necessaria è la valutazione del livello di esposizione dei lavoratori all’agente
cancerogeno. Questo non significa che per avere una stima dell’esposizione si debba
misurare in ogni caso: i prelievi sull’ambiente sono da effettuarsi, nel rispetto delle buone
pratiche dell’igiene industriale e delle indicazioni di strategia (rappresentatività,
numerosità, ecc.) richiamate anche dall’Allegato XLI del D.Lgs 81/2008 (UNI EN 689,
ecc.), ogni volta che questo sia tecnicamente possibile ed utile al fine di valutare l’entità
dell’esposizione.
In particolare, la misurazione potrebbe essere utilmente effettuata per valutare l’efficacia
delle misure di prevenzione adottate, per accertare l’assenza dell’agente o per dimostrare
l’esiguità del rischio per la salute (ad es. presenza di livelli espositivi paraggonabili a quelli
della popolazione generale). In Allegato 1 sono indicate le caratteristiche del protocollo
seguito nello studio PPTP-INOX, punto di riferimento per la buona pratica e per il rispetto
dei requisiti di legge, in merito alla misura dell’esposizione a Cromo esavalente. Dove non
sia possibile effettuare un monitoraggio ambientale, la valutazione potrà essere effettuata
integrando varie fonti di informazione (confrontando situazioni lavorative simili,
assumendo criticamente dati di letteratura, considerando i quantitativi utilizzati e le
modalità d’uso, ecc.), tutte attentamente vagliate e considerate criticamente da personale
qualificato. La valutazione deve comunque tenere in considerazione le caratteristiche
delle lavorazioni, la loro durata e frequenza, le concentrazioni di agenti cancerogeni o
pericolosi che si vengono a liberare e la loro capacità di penetrare nell’organismo per le
diverse vie di assorbimento.
Il datore di lavoro che è esentato dalla redazione del documento (articolo 29, comma 5,
D.Lgs 81/2008), ma non certamente dalla effettuazione della valutazione dei rischi, dovrà
comunque essere in grado di fornire le informazioni ad essa relative in caso di richiesta.
GESTIONE DI ALTRI RISCHI
Nell’ambito delle attività di saldatura di metalli appaiono pure importanti i rischi per la
salute, legati fondamentalmente all’utilizzo di macchine e attrezzature, all’ambiente di
lavoro ed alla movimentazione di carichi.
1 Radiazioni non ionizzanti
Le radiazioni non ionizzanti nella loro triplice componente di luce visibile, ultravioletto
(UV) e infrarosso (IR), sono emesse in varia misura dall'arco elettrico o dalla fiamma
ossiacetilenica.
Le radiazioni ultraviolette, le più energetiche tra le radiazioni non ionizzanti e di
conseguenza le più pericolose, sono quasi totalmente assorbite dagli strati protettivi
superficiali della cute e solo una piccola frazione di poco superiore all’uno per cento
penetra e agisce sui tessuti sottostanti.
Gli effetti sulla congiuntiva (cherato-congiuntivite), a breve termine e sulla retina e sulla
cataratta a lungo termine, sono ugualmente ben noti alla maggior parte dei saldatori.
2 Campi elettromagnetici
Il rischio elettromagnetico, anche in questo settore, sta acquisendo nuovo interesse con
le recenti direttive europee e deve essere opportunamente valutato secondo il disposto del
D.Lgs 81/2008.
3 Microclima
Il microclima è un fattore di rischio non trascurabile, in particolare durante la stagione
estiva, legato al tipo di lavorazione che richiede il raggiungimento di alte temperature in
ambienti spesso ristretti e talora con ventilazione e aspirazione inadeguate.
La produzione di calore, in particolare di elevatissime temperature localizzate nelle
vicinanza del punto di saldatura è caratteristica sostanzialmente comune delle tecniche a
gas, ad arco elettrico, al plasma e al laser. Un contributo all’innalzamento della
temperatura ambiente è dato anche dal prodotto finito.
Pertanto per il reparto di saldatura è indispensabile assicurare una sufficiente aerazione
naturale diretta dell’ambiente, realizzando il maggior numero possibile di superfici
fenestrate apribili, sia laterali che zenitali. L’aerazione naturale dovrebbe essere
comunque integrata da impianti di ricambio forzato dell’aria con le caratteristiche già
elencate e che non devono comunque entrare in contrasto con i sistemi di aspirazione
localizzata.
In particolari contesti, durante la stagione estiva, può risultare opportuna l’adozione di
particolari precauzioni per assicurare un adeguato assorbimento di acqua e sali minerali.
4 Rumore
L’origine del rumore prodotto durante le lavorazioni di saldatura è riconducibile alla
combustione della miscela gassosa emessa ad alta pressione dal cannello nella saldatura
a fiamma ossiacetilenica; allo scoccare dell’arco elettrico, alla fuoriuscita del plasma
dall’ugello (sibilo caratteristico) nelle altre tipologie.
Le operazioni più rumorose nelle aziende del settore sono legate alle tecniche di
saldatura a filo continuo ad elevato amperaggio (Livello equivalente di circa 90 dBA) e
saldatura al plasma (Livello equivalente di circa 110 dBA).
Altre fonti di rumore sono ricercabili nella movimentazione del materiale da saldare.
I livelli equivalenti, in particolare nei reparti di lavorazione, sono correlati al numero,
tipologia e concentrazione di macchine operatrici nel medesimo ambiente.
In generale tutti i lavoratori impegnati nelle varie fasi del ciclo produttivo devono essere
equipaggiati e fare uso di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) quali:
- Indumenti protettivi o tute da lavoro complete e con maniche lunghe
- Respiratori o mascherine secondo le attività
- Calzature antinfortunistiche con suola antiscivolo.
- Guanti.
- Protezione per occhi e volto (meccanica e radiazione ultravioletta).
NORME E REQUISITI EN531 A, B1, C1 EN531:1995 - Normativa europea armonizzata per indumenti di protezione per i lavoratori dell’industria esposti al calore (esclusi i vigili del fuoco e saldatori). EN1149-5 EN1149-5:2008 - è lo standard europeo armonizzato per indumenti di protezione contro i pericoli causati da elettricità statica. Questa norma non è applicabile per la protezione contro le tensioni di alimentazione. • EN1149-1:1996 Metodo di prova per la conduzione sulle superfici dei tessuti. • EN1149-3:2004 Metodo di prova di diminuzione di carica nei tessuti. • EN1149-5:2008 Requisiti prestazionali.
La saldatura espone i lavoratori a diversi rischi, ad esempio correlati alla presenza di fumi, polveri, vapori, gas, rumore, campi elettromagnetici, vibrazioni, alte temperature, posture obbligate.
Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, ha prodotto in questi anni diversi documenti per favorire la prevenzione degli incidenti e migliorare la tutela dei lavoratori, in relazione ai pericoli nelle attività di saldatura,
In uno dei più recenti, la “Lista di controllo - Saldatura, taglio, brasatura e riscaldo: procedimento a fiamma”, si offrono strumenti per verificare se le attrezzature per la saldatura autogena sono in buono stato e se il personale che esegue i lavori di saldatura è al corrente dei pericoli associati all’uso di tali attrezzature.
Il processo di saldatura si può distinguere in autogena ed eterogenea (brasatura).
Autogena: viene effettuata una fusione delle parti da congiungere utilizzando proprio il materiale delle parti stesse,
Eterogenea: (brasatura) il materiale da unire viene riscaldato e la fusione è relativa a un “materiale di apporto”.
Sono indispensabili gli indumenti di protezione per saldatura, le calzature di sicurezza e le ghette per saldatura, guanti da saldatore, grembiule da saldatore, occhiali da saldatore, casco o schermo da saldatore.
Giacca ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.
Giacca ignifugata antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera coperta, varie tasche con pattina e bottoni di chiusura. Triple cuciture per la massima resistenza. Anello portaradio.
Certificata EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Pantaloni ignifughi antistatici e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.
Pantaloni ignifughi antistatici e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera coperta, varie tasche e triple cuciture per la massima resistenza. Girovita elasticizzato e passanti per cintura. Tasche portaginocchiere. Certificati EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Tuta ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro" cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330.
Tuta ignifuga antistatica e per saldatura in "Bizflame pro", cotone 99% e carbonio 1%. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 330. Chiusura anteriore con cerniera in ottone, ricoperta da pattina, varie tasche in vita e al petto con portametro sulla gamba. Triple cuciture per la massima resistenza. Polsin iregolabili con bottoni ed anello portaradio.
Certificati EN 1149-5, EN ISO 11611 A1+A2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, E3 ed F1.
Informazioni sul tessuto Questo tessuto è stato progettato per proteggere da fiamme, saldature e elettricità statica. In 99% cotone e 1% fibra di carbonio, 330 gr/mq. La fibra di carbonio è antistatica e permette di raggiungere gli standard EN richiesti. Benefici dell’indumento La finitura ignifuga Bizflame™ Pro protegge in ogni situazione, garantendo la massima performance. Gli articoli della linea sono stati testati indipendentemente e sono perfetti per l’industria offshore e della saldatura. La finitura ignifuga Bizflame™ Pro viene applicata al tessuto al fine di apportare una resistenza alla fiamma imbattibile. La fibra in carbonio rende il tessuto antistatico. Codice A: Propagazione limitata di fiamma Codice B: Protezione da calore convettivo - 3 livelli Codice C: Protezione da calore radiante - 4 livelli Codice D: Protezione da spruzzi di alluminio fuso - 3 livelli Codice E: Protezione da spruzzi di metallo fuso - 3 livelli Codice F: Protezione da calore da contatto - 3 livelli
Di seguito sono indicati una serie di consigli pratici frutto della collaborazione di più persone che assommano complessivamente parecchi anni di esperienza nella saldatura su acciaio nel settore della carpenteria di medie dimensioni. Nel corso dello studio PPTP-Inox è stato chiesto loro di definire le principali regole che darebbero ad un giovane apprendista che fosse loro affiancato per imparare il lavoro in modo sicuro per la sua salute, ma anche in modo adeguato a garantire una qualità tecnica elevata di saldatura.
A proposito di corretta interpretazione della mansione:
1° lavorare con attenzione, parlando poco con i colleghi di reparto, facendo attenzione se il rumore prodotto dalla saldatura è un ronzio regolare oppure no;
2° illuminare bene la zona di lavoro: chi vede bene, salda meglio;
3° isolare la postazione di lavoro per quanto possibile con tende attiniche e non guardarsi troppo tutto
intorno: si potrebbe subire il bagliore delle lavorazioni adiacenti;
4° ricordarsi sempre che il pezzo emana radiazioni luminose (“spara”) ancora per qualche secondo dopo che si è terminata la saldatura vera e propria;
5° saldare lamiere di sottile spessore è difficile, se si ha fretta lo diventa ancora di più;
6° osservare bene se i pezzi sono verniciati o ancora sporchi di olio lubrificante : in questo caso non sono idonei alla lavorazione;
7° ricordarsi che una buona saldatura a filo continuo è sempre il prodotto fra una corretta velocità del filo, una corrente adeguata e, in caso di utilizzo del “girello” porta pezzi, dell’abilità individuale che si acquisisce con l’esperienza;
8° pulire o sostituire periodicamente la “coppella” di rame (puntale di proiezione del filo di saldatura),
rimuovere frequentemente la polvere che si produce sulla macchina saldatrice;
9° verificare sempre le condizioni del filo nella “pistola”, controllare le prese elettriche e lo stato dei cavi;
10° quando si decide di utilizzare un posizionatore sceglierne uno sufficientemente robusto per sostenere adeguatamente i pezzi;
11° conservare con cura i propri attrezzi: pinze, martello, chiavi, cacciavite è meglio non siano di uso
promiscuo;
12° mettere in sicurezza eventuale bombole di gas presenti nelle vicinanze della postazione di lavoro
legandole al muro con l’apposita catena.
A proposito di dispositivi di protezione individuale:
- fare attenzione ai pezzi incandescenti: ricordarsi sempre di indossare guanti in crosta o in gomma,
grembiale di pelle e di proteggere gli avambracci con maniche lunghe;
- calzare scarpe anti infortunistiche specifiche per saldatura con protezione frontale, cupola metallica
rinforzata e lamina sotto il plantare, per evitare ustioni in caso di involontario calpestamento di pezzi
ancora roventi;
- posizionare sempre correttamente l’aspiratore a braccio mobile: questo deve essere vicino all’operatore, di lato o, a volte, leggermente più in alto; non troppo vicino al pezzo per non danneggiare il flusso del gas di protezione, non troppo lontano per non perdere di efficacia;
- proteggere la vista dall’alone luminoso della saldatura con occhiali e schermi ;
- a fine giornata verificare l’aspetto del proprio naso: se si presenta leggermente annerito significa che non ci si è protetti a sufficienza; ricordarsi di indossare la maschera specifica per i fumi di saldatura;
- non risparmiare sulle attrezzature: investire in sicurezza non basta se poi si dimenticare di utilizzare i dispostivi di sicurezza e di protezione a disposizione.
A proposito di norme igienico-comportamentali:
- lasciare sempre uno spazio adeguato attorno alla postazione di lavoro, tale da assicurare la giusta libertà di movimento in sicurezza;
- non accumulare carta o stracci nelle vicinanze: potrebbero prendere fuoco;
- non mangiare durante il lavoro; lavarsi bene le mani prima di mangiare e possibilmente fare la doccia a fine turno; sostituire settimanalmente la tuta di lavoro; bere frequentemente acqua o liquidi integratori specie nella stagione più calda;
- pulire frequentemente la postazione di lavoro e le zone del reparto assegnate: si lavora meglio in ambiente pulito e ordinato.
Organi bersaglio delle radiazioni ultraviolette emesse nelle operazioni di saldatura sono gli occhi e la pelle. A questo si aggiunge il rischio fotochimico da luce blu a danno della retina. Sono quindi l’irradianza UV(S) e UVA e luce blu le tre grandezze rilevanti in questo tipo di esposizione. L’operatore dotrà quindi scegliere le graduazioni per due diversi tipi di DPI: 1° DPI a norma UNI EN 169 da impiegare nel caso si voglia proteggere un lavoratore coinvolto nell’operazione di saldatura; 2° DPI a norma UNI EN 170 occhiali di protezione per un operatore che non sia addetto alla saldatura.
Occhiale per saldatori, ultraleggero ed utilizzabile anche come sovraocchiale. Lente grigia IR 5 in policarbonato spessore 21 mm (perfetto riconoscimento dei colori) protezione UV e IR. Trattamento della lente Optidur NCH estremamente resistente ai graffi. Stanghette flessibili. Peso 38 g.
Art. 9545
A norma EN166 1F(T) K- EN169 - EN172
Occhiale a mascherina con lente fissa in policarbonato chiara UV 2-1,2 B9KN antigraffio sulla superficie esterna e antiappannante sulla superficie interna e lente ribaltina (flip-up) grigia IR5 resistente ai danni di proiezioni di schizzi di saldatura (perfetto riconoscimento dei colori). Facile sostituzione della lente grigia (ricambio fornibile a richiesta, codice 2045R).
Art. 2045
Norma EN166 1B349 - EN169 - EN172
I vari incidenti che si sono sviluppati in passato nelle aziende in cui si sono create atmosfere esplosive ha contribuito alla creazione di apposite norme inerenti i rischi di formazione di atmosfere esplosive nei luoghi di lavoro.
L’intenzione degli esperti che hanno valutato le probabili cause di tali pericoli nelle aziende è stata quella di esaminare le esplosioni che si verificano non solo laddove c’è la presenza di gas, ma anche dove si sviluppano vapori, nebbie o polveri. Tutto questo rientra oggi nella disciplina della Protezione da atmosfere esplosive ed è stato inserito nel D.Lgs. 81/2008.
La legge prevede forme di tutela per i lavoratori che svolgono mansioni in ambienti in cui possono facilmente verificarsi delle esplosioni, inclusi i lavori sottoterra per i quali le indagini (geologiche) abbiano dimostrato la probabilità di formazione di tali atmosfere.
Spesso accade che alcuni eventi negativi non dipendano dalla creazione di atmosfere esplosive da addensamento di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili, ma siano la causa dell’attività dei lavoratori o addirittura dipendano dai DPI o dagli indumenti indossati, i quali, se non antistatici e ignifughi, possono accumulare elettricità statica e poi scaricare elettricità nell’ambiente circostante.
Gamma di TUTE IGNIFUGHE ANTISTATICHE (e per saldatura) tessuti professionali altamente protettivi ignifughi e antistatici (versioni invernali e versioni estive), e conformi alle norme: EN531 A, B1, C1 EN531:1995 - Normativa europea armonizzata per indumenti di protezione per i lavoratori dell’industria esposti al calore (esclusi i vigili del fuoco e saldatori). EN1149-5 EN1149-5:2008 - è lo standard europeo armonizzato per indumenti di protezione contro i pericoli causati da elettricità statica. Questa norma non è applicabile per la protezione contro le tensioni di alimentazione. • EN1149-1:1996 Metodo di prova per la conduzione sulle superfici dei tessuti. • EN1149-3:2004 Metodo di prova di diminuzione di carica nei tessuti. • EN1149-5:2008 Requisiti prestazionali. EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, Questo standard internazionale specifica i requisiti minimi di sicurezza e test per gli indumenti di protezione per saldature e tecniche affini (esclusa la protezione delle mani). Lo standard individua due classi di riferimento per specifici requisiti di rendimento. 1° Classe 1 è la protezione contro tecniche di saldatura e situazioni meno pericolose, che provocano livelli più bassi di spruzzi e di calore radiante. 2° Classe 2 è la protezione contro tecniche di saldatura e situazioni più pericolose, che provocano maggiori livelli di spruzzi e di calore radiante. EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1 Questo standard internazionale specifica i requisiti di prestazione applicabili ai capi di abbigliamento che possono essere indossati per una vasta gamma di usi finali, in cui vi è la necessità di abbigliamento con proprietà di propagazione limitata di fiamma e in cui l’utente possa essere esposto al calore radiante, convettivo o di contatto, o spruzzi di metallo fuso. Codice A: Propagazione limitata di fiamma Codice B: Protezione da calore convettivo - 3 livelli Codice C: Protezione da calore radiante - 4 livelli Codice D: Protezione da spruzzi di alluminio fuso - 3 livelli Codice E: Protezione da spruzzi di metallo fuso - 3 livelli Codice F: Protezione da calore da contatto - 3 liveli Materiale: 99% cotone e 1% in fibra carbonio che garantiscono comfort e protezione. Tuta intera ignifuga antistatica Peso: 350 gr/mq Arancione, Blu navy, Rosso, Blu royal, (Bianco S-3XL) a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1.
Materiale professionale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.
Tuta intera ignifuga antistatica imbottita antifreddo
Peso: 350 gr/mq Arancione, Blu navy, di cui 100 gr/mq di imbottitura interna in poliestere antifiamma. a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1. Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe). Diverse tasche con chiusura con zip in ottone. Tasche alle ginocchia portaginocchiere, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.
Tuta intera ignifuga antistatica
Peso: 280 gr/mq Arancione, Blu navy, a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1. Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.
Tuta intera ignifuga antistatica leggera Peso: 210 gr/mq Arancione, Blu navy, a norme EN531 A, B1, C1 + EN1149-5 EN ISO 11611 A1+A2, classe 2, EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1. Materiale altamente innovativo, è in tessuto ignifugo con fasce rifrangenti e riflettenti per una maggiore visibilità (2 strisce ad alta visibilità su spalle, braccia e gambe), 2 zip nascoste in ottone e due tasche frontali sul petto con cerniere in ottone oblique nascoste, tasche per ginocchiere progettate con un innovativo sistema di regolazione a doppio strato.