Per esigenze particolari dei nostri clienti possiamo approntare Kit anticaduta diversi da quelli riportati qui di seguito garantendo sempre il borsone in omaggio.
DAM895
Conformità normativa: EN 361, EN 353-2
Adatto all’uso su tetti inclinati dove i dispositivi retrattili possono reagire troppo lentamente. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale e sternale (tramite asole), discensore di tipo guidato con 10 metri di fune, cordino di collegamento da 30 cm comprensivo di 2 moschettoni chiusura a vite.
DAM896
Conformità normativa: EN 355 e EN 361
Kit dal buon rapporto qualità / prezzo per la protezione della caduta. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, cordino con assorbitore di energia da 2 metri con 2 moschettoni chiusura a vite.
DAM897
Conformità normativa: EN 362 e EN 354
Soluzione ideale per la trattenuta, non indicato per l’arresto di cadute. Per la manutenzione dei tetti, piattaforme etc. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, cordino di trattenuta da 2 mt. con 2 moschettoni chiusura a vite.
DAM898
Conformità normativa: EN361, EN358, EN355
Il sistema più completo e versatile per molteplici situazioni.
Sistema di frenata ad attivazione rapida per arrestare la caduta in pochi cm. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, dispositivo retrattile da 2,5 metri in fettuccia con 2 moschettoni chiusura a vite.
DAM899
Permette di lavorare a mani libere. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale e sternale (tramite asole) e cintura di posizionamento, dispositivo retrattile da 2,5 metri in fettuccia con 2 moschettoni chiusura a vite, cordino di posizionamento regolabile con 2 moschettoni chiusura a vite.
Miller Manyard elastico da 2 m con connettore a doppia leva in acciaio da 63 mm, rivestiti con TEFLON. Zainetto in omaggio.
Il kit Miller è un kit anticaduta multi-funzione, dalle elevate prestazioni, composto da un’imbracatura elastica DuraFlex a 2 punti di aggancio, con cordino Manyard con assorbitore di energia da 2 m e connettore per impalcatura. Articolo ideato per distendersi e seguire i movimenti del lavoratore, garantendo comfort e produttività.
Il Manyard elastico riduce i rischi di inciampare sul cordino.
Il rivestimento brevettato in TEFLON sui nastri DuraFlex e sul Manyard contribuisce a prolungare la durata di questo kit versatile e pratico.
Kit anticaduta Scorpion. Zainetto con: Scorpion e Duraflex MA 02 ad un punto d'aggancio dorsale. Ideale per lavorare ad altezze ridotte! Imbracatura elastica DuraFlex® con un punto di ancoraggio e dispositivo retrattile Scorpion a rapida attivazione (connettore girevole per impalcature e gancio a doppia leva). Rivestimento in TEFLON.
Kit anticaduta edilizia Miller Minilite. Dispositivo retrattile da 3,3 metri con moschettone. Imbracatura elastica Miller DuraFlex ad un punto di ancoraggio con rivestimento in TEFLON. Il kit è contenuto in una valigetta in plastica.
I DPI anticaduta, impiegabili nei luoghi di lavoro, possono essere suddivisi in tre tipologie in considerazione del loro diverso utilizzo:
- DPI per il posizionamento sul lavoro: sono destinati a sostenere e trattenere gli addetti nella posizione di lavoro, consentendo di operare con le mani libere. Non sono destinati all’arresto delle cadute;
- DPI contro le cadute dall’alto: sono destinati ad arrestare le cadute. Sono costituiti da una imbracatura del corpo, un assorbitore di energia e un collegamento ad un ancoraggio;
- DPI per le discese di emergenza: sono utilizzabili per il salvataggio e l’evacuazione di emergenza con possibilità di discesa a velocità controllata.
Comunque “ogni caduta, anche se si utilizzano adeguati DPI, risulta pericolosa”! E nella scelta del sistema anticaduta deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo grado di sicurezza.
Alcune indicazioni riguardo all’uso di DPI Anticaduta:
1° chi utilizza i dispositivi deve essere specificatamente addestrato e informato sulle modalità di impiego e sui limiti entro i quali l’uso risulta sicuro: l’uso scorretto può determinare, in caso di caduta, gravi lesioni dell’operatore;
2° con l’impiego dell’ imbracatura di sicurezza è importante limitare la forza d’urto al termine di un’eventuale caduta a 6 kN (circa 600 kg). Vi è il rischio infatti che l’operatore subisca gravi lesioni al momento dell’arresto, anche senza urtare contro strutture. Per questo motivo è necessario limitare o annullare lo spazio di caduta, facendo in modo che la fune di collegamento dell’imbracatura al punto di ancoraggio sia più corta possibile;
3° per limitare, in caso di caduta, la forza d’urto sull’operatore entro i valori di sicurezza sopra indicati, devono essere utilizzati dispositivi di collegamento tra imbracatura del corpo e ancoraggio provvisti di dissipatori di energia. L’uso dei dissipatori di energia comporta l’allungamento degli spazi di arresto. Bisogna pertanto accertarsi che sotto il punto di lavoro esista uno spazio sufficiente e libero da ostacoli ( tirante d’aria);
4° il sistema di protezione deve permettere una caduta libera non superiore a 1,5 metri o a 4 metri in presenza di dissipatore di energia;
5° altro rischio per l’operatore in caso di caduta è rappresentato da possibili oscillazioni del corpo e urto contro strutture attigue (effetto pendolo)”.
Senza dimenticare che per un corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è necessario verificare le istruzioni del fabbricante.
E nella scelta del sistema anticaduta deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo grado di sicurezza.
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Viene riportata la procedura di valutazione per l’uso dei DPI anticaduta.
Se ogni fase di lavoro è soggetta a valutazione del rischio, “quando si impiegano DPI, associati o meno ad altri sistemi di sicurezza contro le cadute, è opportuno seguire uno schema di valutazione che preveda diverse fasi”.
Fase di pianificazione preventiva dei lavori:
- “definire il lavoro da svolgere e individuare le aree di intervento;
- definire il numero di addetti strettamente necessari all’esecuzione del lavoro in quota;
- definire l’elenco dei materiali e attrezzature necessari per attuare l’intervento;
- definire il livello di mobilità necessaria all’operatore: lavoro in posizione fissa; necessità di movimento in un’area di raggio … ; necessità di movimento ampia, su tutta la copertura”.
Fase di progettazione esecutiva dei lavori:
- “individuare uno o più sistemi di ancoraggio, esistenti o da realizzare, che risultino accessibili in condizioni sicure per agganciare il sistema di trattenuta e l’imbracatura;
- scegliere il dispositivo di collegamento tra punto di ancoraggio e imbracatura dell’operatore;
- definire le modalità di accesso in quota e di aggancio dell’imbracatura al punto di ancoraggio evitando situazioni in cui l’operatore non risulti agganciato;
- prevedere eventuali camminamenti e le modalità di sollevamento – posizionamento in quota dei materiali e attrezzature necessari”.
Fase di valutazione dei rischi residui
In questa fase è bene “valutare le conseguenze che si potrebbero verificare in seguito a caduta per:
- cedimento strutturale della copertura (in ogni punto dell’area di lavoro predefinita);
- caduta dell’operatore verso l’esterno della copertura (lungo il perimetro);
- caduta dell’operatore dentro aperture sulla copertura (lucernari)”.
E una valutazione di questi tipo “deve almeno considerare:
- se lo spazio sottostante la copertura, necessario per l’arresto dell’operatore in caso di caduta, sia effettivamente disponibile, cioè libero da strutture, impianti, ecc. che possono costituire un pericolo (tirante d’aria);
- se i dispositivi utilizzati garantiscono uno spazio di caduta ‘sicuro’;
- se l’insieme delle misure previste consente di evitare, in caso di caduta, ‘l’effetto pendolo’ con possibile urto contro altre strutture”.
Se emergono incongruenze e quindi rischi, “devono essere attuate misure integrative e correttive rispetto a quelle previste”.
Fase di valutazione della gestione delle emergenze
In relazione alla valutazione dei rischi, deve essere predisposta anche “una procedura che preveda l’intervento di emergenza in aiuto del lavoratore rimasto sospeso al sistema di arresto caduta, che necessiti di assistenza da parte di altri lavoratori. E’ necessario quindi che nella squadra di lavoro vi sia la presenza di personale che possegga la capacità operativa di garantire l’intervento di emergenza”.
Se, come risultato della valutazione dei rischi, si ritiene che sia impossibile intervenire con risorse interne, “deve essere prevista un’apposita procedura per l’attivazione del soccorso pubblico”.
I DPI Anticaduta devono essere oggetto di adeguata manutenzione, riparazione e sostituzione ove necessario, secondo le modalità e periodicità fornite dal fabbricante. In ogni caso prima di ogni utilizzo tutti i dispositivi facenti parte del sistema anticaduta devono essere ispezionati attentamente al fine di verificarne l’efficienza e l'integrità.
RISCHIO PREVALENTE: i lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare al rischio di caduta dall’alto e ad altri gravi infortuni connessi alla specifica attività lavorativa. Pur valutando tutti i rischi specifici connessi alla attività (taglio, fuoco, proiezione di schegge, elettrocuzione, etc.), il “rischio costantemente presente resta la caduta dall’alto”;
RISCHIO da SOSPENSIONE: se la sospensione cosciente, prolungata e continuativa, nel dispositivo di presa del corpo collegato alle funi o sul seggiolino sospeso, può comportare un rischio per la salute dell’operatore (compressione dei vasi degli arti inferiori e conseguente disturbo del ritorno di sangue venoso), la sospensione inerte (a seguito di perdita di conoscenza) può invece indurre la cosiddetta “patologia causata dall’imbracatura”. Questa patologia consiste in un rapido peggioramento delle funzioni vitali in particolari condizioni fisiche e patologiche;
RISCHIO AMBIENTALE: l’attività generalmente si svolge in ambienti soggetti a rischi particolari, dati dalla conformazione del sito o dalla situazione contingente del luogo di lavoro; (caduta di oggetti o di parti di struttura dall’alto, scivolosità dei supporti, cedimenti strutturali, esposizione a scariche elettriche atmosferiche); rischi che possono risultare aggravati dalle condizioni meteorologiche.
RISCHI CONCORRENTI: la valutazione dei rischi deve tenere in considerazione l’eventuale esposizione a quei rischi di minor intensità, ma direttamente concorrenti all’innesco di una eventuale caduta (scarsa aderenza delle calzature, abbagliamento degli occhi, rapido raffreddamento o congelamento, riduzione di visibilità, colpo di calore o di sole, vertigini e/o disturbi dell’equilibrio).
Riguardo ai rischi da sospensione cosciente si dovrà valutare:
- l’utilizzazione di imbracature progettate e costruite appositamente per le posizioni in sospensione;
- l’effettuazione di più di una interruzione della posizione di sospensione, tramite pause di lavoro, scambio di mansioni tra gli operatori e cambi di posizione.
- il tempo di esposizione del singolo operatore (che non essere superiore alle otto ore giornaliere complessive, con turni di lavoro continuativi non superiori a quattro ore e con almeno due interruzioni per ogni turno di lavoro).
E' fondamentale ai fini del buon funzionamento di tutti i sistemi di prevenzione e di protezione contro la caduta dall’alto utilizzati nei lavori con funi:
- l’idoneità psico-fisica del lavoratore;
- l’informazione e la formazione adeguate e qualificate del lavoratore, in relazione alle operazioni previste;
- l’addestramento qualificato e ripetuto del lavoratore sulle tecniche operative, sulle manovre di salvataggio e sulle procedure di emergenza.