Le linee guida sono il risultato di una collaborazione virtuosa tra enti pubblici nazionali ed europei e propongono un modello originale per la Valutazione del Rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni.
1° il mutato quadro normativo nazionale di riferimento che dispone la valutazione del rischio chimico nelle attività delle Agenzie di Protezione ambientale;
2° l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecniche in materia;
3° la necessità di elaborare un proprio modello tecnico-operativo per adempiere agli obblighi normativi cercando di sopperire alla lacuna normativa in merito alle metodologie da adottare.
Le Linee guida presentano due modelli matematici per calcolare l’Indice di rischio (livello di esposizione) attraverso due fogli di calcolo excel: uno riferito agli agenti chimici pericolosi e l’altro agli agenti cancerogeni e mutageni. Come spiegato nella Premessa “i modelli matematici proposti si basano sul confronto degli elementi che determinano il rischio con tutti gli aspetti utilizzati per contenerlo, rispondendo ai requisiti delle leggi vigenti in materia e risultando alternativi ma anche complementari alle misure ambientali e biologiche”.
La completezza e l’ampiezza dello studio sono evidenti scorrendo anche solo brevemente l’indice del volume.
I primi sei capitoli si possono definire una premessa necessaria a quelli che sono gli elementi centrali delle Linee guida.
Molto dettagliato il quarto capitolo, “Sostanze e preparati/miscele pericolose”, che si sofferma sulle diverse classificazioni degli agenti chimici, cancerogeni e mutageni, sullefrasi di rischio e di prudenza, sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose, ecc.
Più contenuti i capitoli dedicati alla normativa e ai dispositivi di protezione individuale (DPI).
Con il settimo capitolo, dedicato ai “Principi generali per operare con agenti chimici pericolosi”, si entra nel merito della questione, per poi passare alla trattazione del rischio da esposizione a sostanze pericolose e alla valutazione del rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni.
Come viene sottolineato nelle Conclusioni, un ruolo importante è rivestito dalle caratteristiche strutturali dell’edificio dove è sito il laboratorio chimico, che dovrebbe essere appositamente progettato per questo uso. Basti pensare “agli impianti di ventilazione, dei gas tecnici (bombole), dei gas di emissione in atmosfera dalle cappe, ai servizi igienici e ai sistemi di emergenza, agli stoccaggi dei campioni e delle sostanze chimiche, agli impianti elettrici, alle installazioni speciali legate alle variegate necessità strumentali.”
L’auspicio dichiarato degli autori è che queste Linee guida possano divenire il punto di riferimento non solo per i laboratori del Sistema Agenziale, ma anche per i laboratori di ricerca universitari, i laboratori didattici delle scuole, i laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle Strutture Sanitarie, laboratori di analisi privati, ect.
L’obiettivo dichiarato è stato quello dar vita ad un insieme di buone pratiche e tecniche per affrontare casi concreti; ed infatti, il modello proposto nelle Linee guida, è stato costruito a partire dalle caratteristiche organizzative dei laboratori delle agenzie ambientali.
Come dichiarato nelle Conclusioni, tre i punti cardine intorno ai quali ruota il lavoro:
L’auspicio dichiarato degli autori è che queste Linee guida possano divenire il punto di riferimento non solo per i laboratori del Sistema Agenziale, ma anche per i laboratori di ricerca universitari, i laboratori didattici delle scuole, i laboratori degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, delle Strutture Sanitarie, laboratori di analisi privati, ect.
L’obiettivo dichiarato è stato quello dar vita ad un insieme di buone pratiche e tecniche per affrontare casi concreti; ed infatti, il modello proposto nelle Linee guida, è stato costruito a partire dalle caratteristiche organizzative dei laboratori delle agenzie ambientali.
Come dichiarato nelle Conclusioni, tre i punti cardine intorno ai quali ruota il lavoro:
- identificare e rappresentare in modo pragmatico tutti gli elementi che contribuiscono a quantificare il rischio chimico nei laboratori di analisi;
- calcolare l’Indice di rischio;
- identificare e pianificare interventi nelle attività di laboratorio che riducano il rischio e migliorino le condizioni di sicurezza degli operatori esposti.