lunedì 23 maggio 2011

7 cause di PERICOLO negli Spazi Confinati

Uno "SPAZIO CONFINATO" è un ambiente circoscritto abbastanza ampio da permettere ad una persona di entrarci dentro per eseguire dei lavori, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo (ad es. mancanza di ossigeno).

Alcune tipologie di spazio confinato sono facilmente identificabili per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di:
  • serbatoi;
  • silos;
  • recipienti adibiti a reattori;
  • sistemi di drenaggio chiusi;
  • reti fognarie.
Altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericolosi, potrebbero essere:
  • cisterne aperte;
  • vasche;
  • camere di combustione all'interno di forni;
  • tubazioni;
  • ambienti con ventilazione insufficiente o assente.
Non è possibile fornire una lista completa di tutti gli spazi confinati.
Alcuni ambienti, infatti, possono comportarsi da spazi confinati durante lo svolgimento delle attività lavorative cui sono adibiti o durante la loro costruzione, fabbricazione o successiva modifica.




Negli spazi confinati i pericoli possono insorgere a causa di:
  1. mancanza di ossigeno: ad esempio se vi è una reazione tra alcuni tipi di sostanze chimiche e l'ossigeno ambientale o in seguito “all'azione delle acque sotterranee in gesso e pietra calcarea che può produrre diossido di carbonio e ridurre l'aria normale. O ancora “nelle chiglie navali, in containers, camion ect., a causa del prodotto contenuto in esso, capace di reagire con l'ossigeno all'interno dello spazio. O nei serbatoi di acciaio in caso di presenza di ruggine;
  2. gas, fumi o vapori velenosi: possono “accumularsi in fogne, tombini e pozzi collegati al sistema, entrare in cisterne da tubazioni di collegamento”;
  3. liquidi e solidi che possono improvvisamente riempire lo spazio, o di rilascio di gas in esso, quando disturbati;
  4. incendio ed esplosioni (ad esempio da vapori infiammabili, eccesso di ossigeno);
  5. residui in vecchi silos, container, navi, ecc, o che rimangono sulle superfici interne che possono emettere gas, fumi o vapori;
  6. polvere, possono essere presenti in concentrazioni elevate, ad esempio in silos di farina;
  7. condizioni di caldo che portano ad un pericoloso aumento della temperatura corporea. 
L’accesso agli ambienti confinati è regolato dall’art. 66 del D.Lgs. 81 /2008


In questi ambienti, in caso di interventi di pulizia e manutenzione ,ovvero bonifica/inertizzazione, non è raro imbattersi in una serie di rischi del tipo:
• Carenza o mancanza totale di ossigeno causata da cattiva ventilazione, da eccessivo consumo dello stesso, ovvero dalla sua sostituzione da parte di altri gas quali ad esempio l’anidride carbonica (CO2)
• Diffusione di sostanze tossiche e nocive a causa di una imperfetta o impossibile bonifica dell’atmosfera presente che possono interessare sia le vie respiratorie che una eventuale contaminazione cutanea di natura chimico-biologica
• Infiammabilità ed esplosività dell’atmosfera presente nell’ambiente confinato.

Tenendo presente che ci possono essere anche rischi aggiuntivi dovuti alle lavorazioni da eseguire, le dotazioni di sicurezza necessarie e idonee per queste tipologie di rischio devono prevedere: la protezione delle vie respiratorie, la protezione cutanea da agenti chimici e biologici pericolosi e una protezione ESD (proprietà di dissipazione delle cariche elettrostatiche) ed EOS (comportamento all’overstress elettrico) per evitare e/o controllare la generazione di cariche elettrostatiche.

La scelta del Dispositivo idoneo

In un ambiente confinato, per la scelta del dispositivo idoneo per la protezione delle vie respiratorie è importantissima, oltre alla conoscenza della natura del tossico nocivo presente in atmosfera, la verifica costante del tenore di ossigeno contenuto nell’atmosfera stessa.
È possibile che si verifichi una condizione con presenza di ossigeno inferiore al 17% in volume: in questo caso è obbligatorio il ricorso a respiratori “isolanti” (es. dispositivi alimentati da aria compressa respirabile proveniente dall’esterno sia essa connessa ad un indumento ventilato [scafandro] sia essa connessa ad una maschera respiratoria).
In caso invece di presenza di ossigeno superiore al 17% in volume, oltre alla soluzione sopra indicata che offre comunque maggiori garanzie e a condizione indispensabile di conoscere perfettamente concentrazione e natura del tossico presente, possono essere impiegati respiratori a “filtro” con caratteristiche adatte.
Per le caratteristiche di protezione chimica, biologica, ESD ed EOS è opportuno verificare che gli indumenti scelti siano coperti da certificazione CE di tipo che dimostri il superamento delle prove di permeazione chimica agli specifici contaminanti identificati nell’ambiente confinato in cui si deve operare, delle prove di protezione biologica e quelle di caratterizzazione che ne evidenzino le proprietà di dissipazione delle cariche elettrostatiche (ESD) ed il comportamento all’overstress elettrico (EOS). Per ogni situazione descritta, ci sono indumenti di protezione da rischi chimici, biologici e da particelle contaminate da radiazioni (NBC) con caratteristiche antistatiche, integrati anche con la protezione delle vie respiratorie.



Assogastecnici (associazione delle aziende che operano nel campo della produzione e distribuzione dei gas tecnici, speciali e medicinali) e EIGA (European Industrial Gases Association) propone uno strumento di formazione, destinato a tutti gli operatori e utilizzatori degli impianti dove si producono, si conservano o i usano i gas inerti o dove potrebbe comunque verificarsi la mancanza di ossigeno, per prevenire il rischio di asfissia. Vengono fornite informazioni di base sull’argomento, la descrizione dei casi tipici di mancanza di ossigeno e le misure di intervento consigliate da porre in atto in caso di incidente.
Utili sono le quattro appendici allegate:
  • L’Appendice A è una sintesi semplificata del documento principale, da stampare in forma di opuscolo da distribuire agli operatori e agli utilizzatori finali.
  • L’Appendice B illustra i criteri di soccorso in caso di incidenti in locali normalmente accessibili, spazi ristretti, fosse e scavi.
  • L’Appendice C elenca alcune incidenti realmente accaduti in anni recenti, da usare come esempi per sottolineare i rischi potenzialmente mortali dei gas inerti.
  • L’Appendice D presenta un esempio di un segnale o cartello di pericolo da affiggere per sottolineare i pericoli relativi ai gas inerti e alle atmosfere asfissianti.
Il documento “Pericoli relativi ai gas inerti e alla carenza di ossigeno” è una traduzione e adattamento del Documento EIGA (European Industrial Gases Association) Doc ICG 44/09/E, revisione del Doc ICG 44/00.
Assogastecnici, EIGA, “Pericoli relativi ai gas inerti e alla carenza di ossigeno” traduzione e adattamento del Documento EIGA Doc ICG 44/09/E, revisione del Doc ICG 44/00

Gamma GILET Alta Visibilità