lunedì 31 gennaio 2011

AGRICOLTURA: Patologie Professionali

RISCHI PER LA SALUTE


Le statistiche correnti dell' INAIL verosimilmente sottostimano le patologie professionali in agricoltura e in genere la letteratura è carente di studi epidemiologici nel settore zootecnico. Elenchiamo di seguito le patologie professionali correlate con il lavoro che possono manifestarsi in coloro che operano in questo settore:

• Patologia respiratoria:
La più conosciuta e forse la più rara è la "Farmer's lung", l'alveolite allergica dovuta all'inalazione di muffe, in particolare durante le operazioni di manipolazione del fieno ammuffito.
Certamente più diffuse sono l'asma bronchiale e la bronchite aspecifica multifattoriale.

• Patologia cutanea
Nei lavoratori agricoli la cute è certamente l'apparato più frequentemente interessato da patologie su base irritativa ed allergica.
La natura del lavoro inoltre comporta una prolungata esposizione alle radiazioni ultraviolette responsabili dell'insorgenza di carcinomi cutanei.

• Zoonosi
Certamente il miglioramento delle condizioni ambientali e di lavoro ha drasticamente diminuito l'insorgenza di infezioni ed infestazioni professionali, ma è presumibile vi sia una sottostima del fenomeno.

• Stress
Gli studi esistenti depongono per l'esistenza di fattori stressogeni nell'ambiente agricolo; i sintomi, riferiti soprattutto nel sesso femminile e nei lavoratori di età superiore ai 50 anni, spesso sono legati ai ritmi di lavoro ed a fattori di tipo economico.

RISCHIO BIOLOGICO

Il titolo VIII del D.L.gs. 626/94 disciplina la protezione da agenti biologici, e le misure di prevenzione e protezione in esso riportate si applicano in quelle attività lavorative nelle quali vi è il contatto con animali e/o con prodotti di origine animale.
Nell'allegato XI del D.Lgs. 626/94 sono riportati gli agenti che direttamente o indirettamente possono causare malattie agli addetti del settore agricolo: Bacillus anthracis, brucelle, leptospire interrogans, pasteurelle, rickettsie, mycobacterium avium/bovis, echinococcus granulosus, entamoeba histolytica, leishmania, plasmodium falciparum, erysipelothrix rhusopathiae.

Le zoonosi vengono definite ''malattie e infezioni trasmissibili dall'animale vertebrato all'uomo e viceversa'' (Organizzazione Mondiale della Sanità). Esse vengono trasmesse all'uomo da animali da allevamento, da lavoro e selvatici.

Il terreno stesso con cui spesso l'addetto all'allevamento è a contatto costituisce un ambiente privilegiato dai microrganismi per vivere e moltiplicarsi (vibrione del tetano e larve di anchilostoma).

Le mansioni principalmente esponenti al rischio biologico in zootecnia sono la rimozione della lettiera e la pulizia dei ricoveri, la mungitura, la tosatura degli animali, l'assistenza sanitaria (terapia, assistenza al parto e
visita ginecologica), la distruzione delle carcasse e la distruzione di aborti ed invogli fetali.

Sarebbe importante conoscere le zoonosi che si manifestano con maggior frequenza; purtroppo esiste una carenza di dati sulle zoonosi professionali sia per le poche indagini epidemiologiche svolte sui lavoratori del settore sia per la difficoltà di diagnosi eziologica di alcune infezioni.

Osservando i dati sulla diffusione delle zoonosi negli allevamenti italiani si rileva come in Lombardia la più frequente sia la brucellosi, una malattia che colpisce più frequentemente bovini, ovini e suini, e si trasmette manipolando materiale della stalla o durante le operazioni di mungitura o nel contatto con materiale infetto come placenta e annessi fetali. La via di penetrazione del microrganismo è cutanea.

Prodotti d’uso:
I.     Concimi e fertilizzanti (obbligo di particolari DPI)
II.   Disinfettanti e antisettici (obbligo di particolari DPI)
III.   Disinfestanti (obbligo di particolari DPI)
IV.   Solventi, lubrificanti, coloranti (obbligo di particolari DPI)
V. Prodotti fitosanitari (obbligo di particolari DPI)
Esistono in letteratura studi che descrivono la presenza di prodotti e sostanze indesiderati, pericolosi soprattutto se presenti ad alte concentrazioni in ambienti chiusi come cantine, cisterne o concimaie: si tratta di
prodotti di degradazione e fermentazioni biologiche della materia organica come ammoniaca, idrogeno solforato, ossidi di azoto, ossido di carbonio, metano, anidride solforosa.

Concimi e fertilizzanti
>     composti azotati
>     composti fosfatici
>     composti potassici
>     composti calcarei
>     composti liquidi (ammoniaca)
Rischi:
•     esplosione
•     esalazioni pericolose
•     intossicazioni acute o croniche
•     effetto irritante per cute e mucose






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