venerdì 28 maggio 2010

Guanti per protezione termica anticalore Crusader Flex®




Guanti per protezione termica anticalore che hanno una eccellente presa su superfici asciutte e grasse. Buona protezione contro il calore e rivestimento su tutta la lunghezza del guanto, a livello del palmo e del dorso. Doppio feltro non tessuto che assorbe il sudore. Un rivestimento in nitrile fissato su un materiale non tessuto speciale. Senza cuciture nelle zone di contatto.

Ottima resistenza al taglio, alla lacerazione e all'abrasione. Ottima presa asciutta e in presenza di olio o liquidi in genere. Appositamente progettati per dissipare il calore. La mano, l'avambraccio e il polso sono efficientemente protetti contro il calore (fino a 250°C)nella versione lunga cm. 33
Nell'ambito di prove comparative, il Crusader Flex è risultato più duraturo dei guanti di cotone bouclé (5 volte) e di cotone 24 oz. (4 volte).

Uso consigliato
• Maneggio di manufatti caldi in vetro
• Industria della gomma: rimozione dei manufatti dagli stampi, pneumatici, cinture di trasmissione e profilati in gomma, vulcanizzazione, calandratura,ecc
• Estrazione dagli stampi di manufatti in materiali termoplastici
• Maneggio di pezzi di fonderia
• Maneggio di pannelli di legno caldi
• Rimozione di prodotti sterilizzati in autoclave





lunedì 24 maggio 2010

AMIANTO: stoccaggio e movimentazione




NASTRO PER L’IMBALLO DI RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO
Nastro adesivo in polipropilene con impressa la dicitura regolamentare “A - attenzione amianto…”. Rotolo da m 66, altezza nastro mm 50, spessore 35 micron.


BIG BAG PER LASTRE AMIANTO
Progettato per lo stoccaggio e movimentazione rapida e sicura del cemento amianto in lastre e delle tubazioni in cemento amianto. Realizzato in rafia polipropilenica da 150 gr/mq, portata kg 750; S.F. 5:1. Fodera in polietilene da 50 micron incollata alla base, apertura totale a caramella h cm 80 con laminatura e coperchio di chiusura; 4 bretelle sottopassanti rinforzate per il sollevamento. Marchiatura: “a” di amianto, “R” di rifiuto, simbolo del Trattato ADR classe 9. Tasca documenti formato A4 ed etichetta con istruzioni per l’uso. Dimensioni cm 110 x 310 x 50 h.
Decreto Ministero Ambiente e Tutela Territorio 03/ 08/2005 (Omologazione UN13H3Y; Trattato internazionale ADR - Accord Dangereuses par Route).


BIG BAG SACCO PER AMIANTO
Costruito in rafia polipropilenica da 180 gr/mq, portata kg 750; S.F. 6:1. Fodera interna da 80 micron saldata alla base, fondo piatto e apertura totale a caramella con laminatura, altezza cm 80, tessuto da 100 gr/mq. 4 bretelle per il sollevamento. Prodotto con marchiatura: “a” di amianto, “R” di rifiuto, simbolo del Trattato ADR classe 9. Tasca documenti formato A4 ed etichetta con istruzioni per l’uso. Dimensioni cm 90 x 90 x 120 h.
Decreto Ministero Ambiente e Tutela Territorio 03/08/2005 (Omologazione UN13H3Y; Trattato internazionale ADR - Accord Dangereuses par Route).

SACCHI IN POLIETILENE PER AMIANTO
Sacchi regolamentari in polietilene e speciali additivi per migliorare la resistenza meccanica. Spessore mm 0,15. Marchiatura: “a” di amianto, “R” di rifiuto e simbolo del trattato ADR classe 9. D.M. 06/09/1994 Trattato internazionale ADR - Accord Dangereuses par Route. Dimensioni cm 70 x 130.
Decreto Ministero Ambiente e Tutela Territorio 03/ 08/2005 (Omologazione UN13H3Y; Trattato internazionale ADR - Accord Dangereuses par Route).


SACCHI IN RAFIA POLIPROPILENICA PER AMIANTO
Realizzati al fine di garantire una maggiore sicurezza in presenza di pezzi contaminati taglienti o abrasivi. Dimensionati per il successivo posizionamento nei sacchi regolamentari per contenere amianto. Dimensioni cm 70 x 120.
Decreto Ministero Ambiente e Tutela Territorio 03/ 08/2005 (Omologazione UN13H3Y; Trattato internazionale ADR - Accord Dangereuses par Route).


Perché è importante scegliere un capo in grado di offrire un’elevata barriera protettiva dalle polveri di AMIANTO?

antinfortunisticaroberti: DPI e ABBIGLIAMENTO per amianto




Le particelle di amianto o le fibre di amianto che penetrano all’interno di un indumento e raggiungono la cute dell’operatore che lo indossa possono “fissarsi” alla cute e ai peli tanto da risultare difficili da rimuovere, persino con un forte getto d’acqua. Con il tempo, queste particelle vengono disperse attraverso le cellule cutanee e possono quindi essere inalate. Per ridurre al minimo tali possibilità di inalazione “secondaria” è necessario scegliere indumenti speciali che offrano la miglior barriera possibile contro le fibre di amianto. 

TYVEK® offre un’eccellente barriera contro le fibre che misurano oltre 1 micron e rappresenta una barriera efficace contro le fibre di dimensioni più piccole. I capi TYVEK® sono particolarmente raccomandati per l’esecuzione di operazioni di rimozione di amianto o durante interventi di manutenzione o monitoraggio, in luoghi in cui è probabile la presenza di amianto. Gli indumenti TYVEK® sono inoltre raccomandati in caso di esposizione alle fibre minerali e alle fibre di vetro, nell’ambito di alcune applicazioni industriali.
Per una migliore protezione alcuni raccomandano i capi TYVEK® con cuciture saldate o ricoperte con nastro adesivo.



1 L’amianto non è un un rifiuto comune. Il suo smaltimento non deve mai essere improvvisato, ma seguire precise procedure di sicurezza che garantiscono la massima sicurezza. L’abbandono di materiali contenenti amianto costituisce reato.

2 Se c’è la possibilità o il timore che un materiale contenga amianto, è necessario farlo analizzare immediatamente da un laboratorio specializzato.Se con le analisisi accertala presenza di fibre di amianto:
a) per i materiali friabili è necessario provvedere immediatamente alla bonifica per la rimozione dell’amianto, e di tutto ciò che era a contatto con esso e che quindi può essere contaminato;
b) per i materiali compatti (cemento amianto e vinil-amianto) è opportuno rivolgersi a un tecnico specializzato per valutare il rischio da amianto e lo stato di degrado del materiale, oltre che per misurare la quantità di fibre di amianto nell’aria.


Le TECNICHE DI BONIFICA sono diverse e si differenziano secondo la natura della matrice, compatta o friabile, dell’amianto.

Ad esempio gli interventi previsti per l’amianto in matrice friabile sono:
- rimozione in area confinata o mediante tecnica di glove bags;
- incapsulamento;
- confinamento.

Mentre le tecniche previste per l’amianto in matrice compatta sono:
- rimozione;
- incapsulamento;
- sovracopertura.

Riguardo alla RACCOLTA dei rifiuti contenenti amianto si ricorda che “devono essere opportunamente raccolti ed accumulati, separatamente da altri rifiuti di diversa natura. Nel caso si abbia formazione, nello stesso luogo, di diverse categorie di rifiuti contenenti amianto, è obbligatorio che le stesse siano accumulate separatamente”.

Riguardo al TRASPORTO per i rifiuti contenenti amianto “i criteri di imballaggio costituiscono la principale misura preventiva di eventuali dispersioni delle fibre nell'ambiente”.

Si ricorda che i “rifiuti polverulenti contenuti in involucri di plastica” possono essere imballati in:
- fusti o taniche di materiale plastico;
- fusti o taniche in acciaio;
- fusti in alluminio.
Ricordo infine, per ulteriori approfondimenti, che il D. Lgs. 9 aprile 2008 , n. 81, Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, dedica il Capo III alla “Protezione dai rischi connessi all'esposizione all'amianto”: articoli 246-265.


REGIONE LOMBARDIA - Deliberazione della Giunta Regionale 12 marzo 2008 n. 8/6777 "Determinazioni in merito alla prevenzione sanitaria dal rischio di esposizione a fibre di amianto e aggiornamento delle ‘Linee guida per la gestione del rischio amianto’ di cui alla d.g.r. n. 36262/1998.







venerdì 21 maggio 2010

Principali cause di allergie nei luoghi di lavoro




Le allergie, oltre ad essere un rilevante problema di sanità pubblica, sono anche fortemente rappresentate tra le malattie sviluppate in ambito lavorativo.

Hanno quindi un notevole impatto socio-economico sia per il continuo aumento del numero di casi, che incide sulla spesa sanitaria pubblica, sia per l’inabilità temporanea o permanente al lavoro che possono comportare in moltissime categorie di lavoratori.

Le allergie sono in genere una patologia a carattere ereditario e si manifestano fin dall’infanzia, come per esempio l’allergia agli acari della polvere, al polline o alle proteine del latte e dell’uovo.

Ma è anche possibile diventare allergici, specialmente a sostanze presenti nei luoghi di lavoro, a causa della costante e consistente esposizione.


Ecco una breve rassegna delle principali cause di allergie nei luoghi di lavoro.
Gli allergeni presenti negli ambienti di lavoro sono molto numerosi e possono essere distinti in:


ALLERGENI DI ORIGINE ANIMALE: acari, forfore animali, larve di coleotteri, ecc.


ALLERGENI DI ORIGINE VEGETALE: farine, fibre tessili, lattice, pollini, semi, ecc.


ALLERGENI DERIVANTI DA FUNGHI (MUFFE) E BATTERI: antibiotici, enzimi proteolitici


ALLERGENI CHIMICI: isocianati, farmaci, coloranti, ecc.


I lavoratori sono esposti agli allergeni principalmente attraverso la via inalatoria o per contatto; solo più raramente, per iniezione o ingestione.



ASMA
L’asma si presenta in seguito alla esposizione ad allergeni per via inalatoria. La risposta allo stimolo esterno si manifesta generalmente con: respirazione difficile, sensazione di oppressione al petto e respiro sibilante.


ALVEOLITE ALLERGICA ESTRINSECA (AAE)
L’AAE si presenta in seguito alla esposizione ad allergeni per via inalatoria. Nella forma acuta si manifesta con febbre alta, tosse secca, polipnea (respirazione accelerata). Alla fase acuta può seguire una forma cronica con aggravamento dei disturbi respiratori.


RINITE ALLERGICA
Si presenta simile ad un raffreddore, con starnuti continui (preceduti o accompagnati da prurito o bruciore), ostruzione nasale e rinorrea acquosa. In base al periodo dell’anno in cui la rinite si manifesta e alle cause che la provocano si può parlare di rinite allergica stagionale o rinite allergica perenne.


CONGIUNTIVITE ALLERGICA
Nella congiuntivite allergica il contatto con l’allergene provoca arrossamento, prurito, bruciore e lacrimazione oculare. E’ necessario non confondere la congiuntivite allergica, con la congiuntivite da fattori irritativi, come l’illuminazione artificiale, l’uso di videoterminali, la presenza di aria condizionata, l’uso di lenti a contatto o altro.


DERMATITE DA CONTATTO ALLERGICA (DAC)
La dermatite da contatto allergica si manifesta in seguito a contatto diretto con sostanze allergizzanti. Si presenta con eritema, vesciche, croste, desquamazioni. Colpisce prevalentemente le mani.


SHOCK ANAFILATTICO
E’ una reazione violenta del sistema immunitario che interessa diversi organi. E’ caratterizzato da un’immediata caduta della pressione arteriosa in seguito all’esposizione ad un allergene per il quale si è già sensibilizzati. Si può correre il rischio di shock anafilattico anche in seguito all’accidentale puntura di insetti velenosi, principalmente api, vespe e calabroni.



COSA E’ UN’ALLERGIA

Il sistema immunitario può essere considerato come una rete di cellule e organi che aiutano l’organismo umano a difendersi dagli “attacchi” da parte di agenti infettivi o sostanze “estranee” tossiche.

In alcuni soggetti il sistema immunitario, oltre a reagire contro gli agenti infettivi (batteri, virus, funghi e parassiti) e tossici, può avere delle reazioni più o meno violente, non giustificate, contro sostanze (dette allergeni) che normalmente non creano nessun problema alla maggior parte delle persone: queste reazioni vengono dette allergie.

La reazione allergica si manifesta con una serie di effetti sull’organismo che possono coinvolgere diversi apparati (respiratorio, gastrointestinale) oltre alla cute e agli occhi.

Gli allergeni possono venire a contatto con l’organismo per via: aerea (inalazione), alimentare (ingestione), cutanea (contatto diretto con la pelle), iniettiva (tramite puntura di insetti o altro).

Se la reazione allergica è determinata da sostanze prodotte/utilizzate o comunque presenti negli ambienti di lavoro si parla di ALLERGOPATIA PROFESSIONALE.



NEOPRENE

Cos’è il neoprene?
Neoprene è il nome generico dei polimeri di cloroprene (2-cloro-1, 3-butadiene). Forma un film reticolato a base di petrolio che offre una protezione barriera simile a quella del lattice.


Quali sono le proprietà del neoprene rispetto a materiali come lattice e nitrile? Come il nitrile, il neoprene mostra buona resistenza a molti solventi chimici e protegge da acidi, alcoli, sostanze caustiche, detersivi e chetoni. Con un modulo (forza necessaria per allungare il guanto) molto simile al NRL, il neoprene è molto comodo da indossare per lunghi periodi.


Il neoprene offre una buona calzabilità?
I guanti di neoprene hanno un grado di elasticità vicino a quello del lattice, e quindi anche caratteristiche di calzabilità molto simili a quelle dei guanti in NRL.


Quando usare il neoprene?
I guanti di neoprene sono consigliati come alternativa al NRL, grazie alla loro somiglianza al lattice in termini di calzabilità, tatto, comfort e protezione barriera. Consigliati anche per tutti coloro che presentano allergie al lattice.



NITRILE

Cos’è il nitrile?
Il nitrile è un film reticolato a base di petrolio formato dalla copolimerizzazione del butadiene con l’acrilonitrile che dà vita ad un elastomero di nitrile.


Quali sono le proprietà del nitrile rispetto a materiali come lattice e vinile? Il nitrile è una barriera molto migliore alle sostanze chimiche aggressive rispetto al NRL (lattice di gomma naturale). La resistenza alla perforazione è nettamente superiore a quella del lattice e degli altri film. Anche la resistenza alla trazione è, in genere, migliore.


Il nitrile offre una buona calzabilità?
L’elasticità del nitrile è molto buona, con valori di allungamento che si attestano normalmente sul 500% se non addirittura su valori superiori. I guanti di nitrile hanno una buona memoria di recupero elastico e tendono a conformarsi alla forma della mano dell’utilizzatore dopo che sono stati indossati per qualche minuto.


Quando usare guanti di nitrile?
I guanti di nitrile sono consigliati come alternativa ai prodotti in NRL. Sono raccomandati per condizioni in cui sono necessarie proprietà di elevata resistenza e/o protezione chimica, nonché per soggetti che presentino allergie al lattice.



VINILE


Con l’aumento delle allergie al lattice, gli ospedali chiedono sempre più guanti sintetici. Nitrile, neoprene e vinile sono i tre materiali con cui vengono prodotti oggi i guanti sintetici da esplorazione. I guanti di vinile possono essere la scelta per ospedali con risorse finanziarie limitate. Il vinile costa infatti meno del lattice ed è privo di proteine o acceleratori del lattice stesso. Il vinile deve tuttavia essere scelto con cautela.


Cos’è il vinile?

Il cloruro di polivinile (PVC), o vinile, si ottiene dalla polimerizzazione del cloruro di vinile monomero. Al PVC vengono poi aggiunte sostanze plastificanti come gli esteri di ftalato, i fosfati e gli oli epossidizzati per conferire flessibilità ad un polimero intrinsecamente rigido, in modo da poter essere utilizzato per produrre guanti e altri prodotti.


Quali sono le proprietà del vinile rispetto a materiali come lattice e nitrile? La qualità dei guanti di vinile può essere misurata dall’efficacia della protezione barriera, che comporta una valutazione delle proprietà legate ad eventuali perdite, test durante l’uso, permeabilità, trasmissione batterica e penetrazione virale.
Con il metodo di “simulazione d’uso”, come quello proposto da Korniewicz (1990, 2000), la maggior parte degli studi mostra come i guanti medicali di vinile presentino maggiori problemi di perdita rispetto ai guanti medicali da esplorazione di lattice o nitrile.
È stato dimostrato che i guanti da esplorazione di lattice e nitrile offrono un’adeguata protezione barriera contro i microrganismi, una proprietà in cui il vinile resta inferiore (Rego e Roley 1999).


Come si comporta il vinile in presenza di sostanze chimiche?
Il vinile ha scarsa resistenza alla degradazione da sostanze chimiche come gli alcoli usati per pulire le superfici di lavoro (M. Clulow; Disposable gloves. Professional Nurse, 324-6, febbraio 1994).
I guanti di vinile devono essere evitati in caso di manipolazione di farmaci chemioterapici. (ACPP Ansell).


Il vinile può dare reazioni allergiche?
Il vinile, pur essendo privo degli acceleratori che sono causa delle allergie di Tipo IV, possono provocare irritazioni cutanee dovute ai vari agenti plastificanti in esso contenuti.


Il vinile offre una buona calzabilità?
Nonostante le sostanze plastificanti usate per dare al vinile una migliore elasticità e, quindi, una buona calzabilità, il vinile si allunga con difficoltà, presentando così scarsa elasticità e polsi piuttosto larghi, con conseguente compromissione dell’integrità barriera e della calzabilità.


Quando usare guanti di vinile?
L’uso dei guanti di vinile deve essere limitato a brevi interventi in situazioni a basso rischio che non implichino un’esposizione a sangue, fluidi corporei e/o sostanze chimiche.








lunedì 17 maggio 2010

La cancerogenicita' degli agenti chimici e le professioni piu' a rischio


Un documento raccoglie i risultati preliminari della rivalutazione del potere cancerogeno di composti chimici, miscele complesse e esposizioni professionali. Le esposizioni a benzene, formaldeide, fuliggine, pece. Fonderie e cantieri edili.

L'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha recentemente pubblicato, in “A review of human carcinogens – Part F: Chemical agents and related occupations”, i risultati preliminari del Gruppo di Lavoro che nell’ottobre del 2009 ha sottoposto a rivalutazione il potere cancerogeno di diversi composti chimici, miscele complesse e esposizioni professionali. 

Le informazioni, che hanno anche lo scopo di identificare gli organi bersaglio ed i meccanismi di cancerogenicità, sono state raccolte in una newsletter dei medici legali del patronato INCA CGIL, dal titolo “IARC: Valutazione di cancerogenicità degli agenti chimici e delle professioni connesse”, e pubblicate sul sito del patronato.         

Rimandando ad una lettura completa del documento originale, che riporta più di trenta rivalutazioni in merito a sostanze/miscele/esposizioni, riportiamo brevemente alcune delle novità.

Formaldeide 
“Viene confermata la valutazione di cancerogenicità per l'uomo in classe 1 con l'indicazione che esistono prove sufficienti nell'uomo di un aumento di incidenza di tumori del rinofaringe”. Inoltre “gli studi degli ultimi cinque anni hanno sostituito le precedenti affermazioni di plausibilità biologica con nuovi elementi di prova del fatto che la formaldeide può causare anomalie nelle cellule del sangue, anomalie che sono caratteristiche delle sviluppo della leucemia”.

Esposizione professionale come pittore edile/imbianchino
Questo tipo di esposizione professionale “provoca il cancro del polmone, della vescica ed il mesotelioma pleurico”. 
Per quanto vi sia “una limitata evidenza di una associazione causale nell'uomo fra esposizione materna alla pittura e leucemia infantile nella prole”, ci sono invece “prove evidenti che le esposizioni siano genotossiche” (in grado, dunque, di alterare la struttura, il contenuto di informazioni o la segregazione del materiale genetico o di inibirne transitoriamente la replicazione).
Il documento ricorda che se le esposizioni dei pittori/imbianchini  “ad alcuni agenti sono andate riducendosi nel tempo, i recenti studi di genotossicità e l'esposizione a molteplici mutageni e cancerogeni continuano a sollevare preoccupazione per ilrischio di cancro”.

Benzene
“Vi è una sufficiente evidenza nell'uomo della cancerogenicità del benzene. Il benzene provoca la leucemia mieloide acuta e la leucemia non-linfocitica acuta”. 
Inoltre è presente una “limitata evidenza nell'uomo per una associazione causale fra benzene e leucemia linfocitica acuta”.
C’è una limitata evidenza nell'uomo per una associazione causale fra benzene e leucemia linfocitica acuta/ leucemia linfocitica cronica/ mieloma multiplo/ linfoma non-Hodgkin.
Inoltre c’è una “evidenza forte che i metaboliti del benzene producono molteplici effetti genotossici a livello delle cellule staminali pluripotenziali con modificazioni cromosomiali”.

Fuliggine (esposizione professionale degli spazzacamini)
“Vi è una sufficiente evidenza per la cancerogenesi della fuliggine, come si riscontra nell'esposizione professionale degli spazzacamini”. 
Infatti la fuliggine “causa il tumore della cute (osservato a livello dello scroto) e del polmone”, inoltre vi è una “limitata evidenza per una associazione causale nell'uomo fra la fuliggine, come si riscontra nell'esposizione professionale degli spazzacamini, e il tumore della vescica”.

Pece di catrame  di carbone, come si realizza nella pavimentazione e nelle coperture
Ci sono sufficienti evidenze della “cancerogenicità per l'uomo della pece di catrame di carbone, come si realizza nella pavimentazione e nelle coperture”. 
Ad esempio la pece di catrame di carbone, appunto in relazione alle pavimentazione e alle coperture, “determina il tumore del polmone”. Mentre “vi è una limitata evidenza per una associazione causale nell'uomo fra pece di catrame di carbone come si realizza nella pavimentazione e  nelle coperture e tumore della vescica”.

Esposizione professionale nella produzione di alluminio
Anche in questo caso c’è una “sufficiente evidenza della cancerogenicità per l'uomo dell'esposizione professionale che si realizza nella produzione dell'alluminio”: questo tipo di esposizione provoca il cancro della vescica e del polmone.
Vi è inoltre “una evidenza da debole a moderata del meccanismo genotossico, evidenza basata sia su studi sperimentali che sull'uomo, per esposizione dell'uomo alla produzione di alluminio”.

Esposizione professionale nelle fonderie di ferro e acciaio
“Vi è una sufficiente evidenza della cancerogenicità per l'uomo dell'esposizione professionale nelle fonderie di ferro e acciaio: l’esposizione professionale “causa ilcancro del polmone”.
“Il Gruppo di lavoro non ha avuto a disposizione nessun dato sulla cancerogenicità delle miscele complesse presenti nelle fonderie di ferro e acciaio”.


L’elenco delle rivalutazioni operate dalla IARC (con inserimento nel gruppo 1):

-        aflatossine;
-        4-amminobifenile;
-        benzene;
-        benzidina;
-        colori metabolizzati a benzidina;
-        Bisclorometile ed etere di metile;
-        1,3-butadiene;
-        ossido di etilene;
-        formaldeide;
-        4,4' metilen Bis (2-cloroanilina);
-        gas mostarda;
-        2-naftilammina;
-        2,3,7,8-TCDD;
-        2,3,4,7,8-PeCDF;
-        PCB 126;
-        o-toluidina;
-        cloruro di vinile;
-        benzo [a] pirene;
-        fuliggine (esposizione professionale degli spazzacamini);
-        gassificazione del carbone;
-        esposizione professionale durante la distillazione del catrame di carbone;
-        coke (produzione di);
-        pece di catrame;
-        olii minerali non trattati o blandamente trattati;
-        olio di scisto;
-        produzione di alluminio (esposizione professionale durante la);
-        auramina (produzione);
-        fusione del ferro e dell'acciaio (esposizione professionale);
-        alcool isopropilico (fabbricazione con metodo dell'acido forte);
-        Magenta (produzione);
-        esposizione professionale come pittore edile/imbianchino;
-        esposizioni professionali nel settore della produzione della gomma;
-        nebbie di acidi inorganici forti

Gli inserimenti nel gruppo 2B: 
-        auramina;
-        magenta.

Patronato Inca CGIL, Newsletter “IARC: Valutazione di cancerogenicità degli agenti chimici e delle professioni connesse”.
IARC “A review of human carcinogens – Part F: Chemical agents and related occupations” .

giovedì 13 maggio 2010

dispositivi di protezione individuale: Obblighi e responsabilità di datore di lavoro, dirigenti e preposti


“Quali sono gli obblighi e le responsabilità di datore di lavoro e dirigenti in materia di dispositivi di protezione individuale?”

Passando a considerare la figura del preposto, la Suprema Corte sottolinea che, non avendo questi un potere gestionale, a differenza del datore di lavoro e del dirigente, “in tema di infortuni sul lavoro, il preposto (nella specie: caposquadra), anche se ricompreso tra i destinatari delle norme antinfortunistiche ai sensi dell’art. 4 del D.P.R.  27 aprile 1955 n. 547, ha mansioni normalmente limitate alla mera sorveglianza sull’andamento dell’attività lavorativa, sicché la sua esistenza – salvo che non vi sia la prova rigorosa di una delega espressamente e formalmente conferitagli (con pienezza di poteri ed autonomia decisionale) e di una sua particolare competenza tecnica in campo antinfortunistico – non comporta affatto il trasferimento in capo a lui degli obblighi e delle responsabilità incombenti sul datore di lavoro, essendo a suo carico (peraltro neppure in maniera esclusiva quando l’impresa sia di modestissime dimensioni) soltanto il dovere di vigilare a che i lavoratori osservino le misure e usino i dispositivi di sicurezza e gli altri mezzi di protezione e si comportino in modo da non creare pericoli per sé e per gli altri.

Ne consegue che una responsabilità del preposto è inconcepibile allorché l’infortunio sia dipeso non da omessa o da insufficiente vigilanza nel senso suddetto, bensì dalla mancanza degli strumenti, misure, cautele e accorgimenti antinfortunistici la cui predisposizione ed attuazione spetta soltanto al datore di lavoro o al soggetto specificamente competente cui quest’ultimo abbia conferito apposita ed espressa delega.”[1] 

Vediamo a mò di esempio l’applicazione che la Suprema Corte ha fatto dei principi che regolano la distruzione degli oneri prevenzionali tra datore di lavoro e preposto in materia di DPI in una sentenza del 2006: “Al lavoratore era stato ordinato dal caposquadra di trarre dei cunei da un’asse di legno, operazione che necessita dello spingi pezzo onde impedire lesioni alle mani.
Si tratta di una dotazione obbligatoria che va fornita dal datore di lavoro, ma l’imputato non ha sollevato obiezioni circa la possibilità di disporre di tale strumento.

venerdì 7 maggio 2010

Guanti Professionali in SILICONE resistenti e indeformabili


Posted by Picasa
Il guanto da forno ORKA protegge le mani dal contatto (la durata del contatto dipende comunque sempre dalla temperatura) con fiamma diretta, resistenze, contenitori roventi, braci, grasso ed olio sino a 300°C.
Impermeabile
Orka è l’unico guanto da cucina che protegge le mani anche dall’acqua e dall’olio bollenti (oltre 25 secondi in acqua a 100°C).
Anche bagnato assicura la stessa protezione, a differenza dei guanti in tessuto che perdono le loro capacità protettive una volta umidi o imbevuti di grasso.
Extra lungo
La sua forma allungata protegge le mani ben oltre il polso (molte ferite sono causate dal contatto del dorso della mano o dell’avambraccio con le resistenze).
Antiscivolo
Orka è fabbricato con silicone antiscivolo.
In più delle scanalature supplementari sul palmo garantiscono un’ottima presa.
Manutenzione facilissima
Orka è lavabile sotto il getto dell’acqua così come in lavastoviglie o lavabiancheria.
È anche sterilizzabile.
Igienico
Fabbricato in silicone alimentare non poroso e non assorbente, conforme alle norme alimentari,
sempre pulito, è il solo guanto da cucina perfettamente igienico.
Resistente
Orka non si deteriora mai e non rimane segnato dal contatto con il calore, al contrario
dei guanti tradizionali realizzati in tessuto.
Pratico
Orka è ambidestro in taglia unica dotato di un comodo foro per poterlo appendere.
Nella versione professionale esiste in colore Nero. Sconsiglio l'uso professionale nelle cucine aziendali o nelle cucine degli alberghi delle altre versioni che nascono per uso casalingo.



In alternativa:

giovedì 6 maggio 2010

Scarpe o Calzature ANTINFORTUNISTICHE che respirano





Questa scarpa nasce principalmente per la stagione estiva, ma ciò non vuol dire che non possa essere adottata anche in inverno se si lavora in ambienti climatizzati. E' dedicata a tutti coloro che in estate hanno problemi di sudore ai piedi, e non possono lavorare con dei sandali per motivi di sicurezza; senza tralasciare coloro che lavorano in ambienti caldi. Per traspirabilità questa scarpa antinfortunistica è unica nel suo genere; vediamo perchè:
come possiamo vedere si tratta di una scarpa traforata, anzi ultratraforata per consentire la massima traspirazione, e come se non bastasse possiamo vedere nella fiancata tre aeratori laterali per aumentare al massimo il ricircolo dell’aria all’interno della scarpa.

La Tomaia è in morbida pelle scamosciata, traforata ai bordi.
La Fodera interna è in tessuto altamente traspirante Wing Tex, che crea un tunnel d’aria all’interno della calzatura.
Il Plantare è anatomico, realizzato anch’esso in uno speciale tessuto traspirante Ergo Dry.
Il Puntale è in alluminio leggero ma resistente secondo le norme di sicurezza a 200 Joule, e presenta una nuova tecnologia unica nel suo genere: il Puntale Air Toe, cioè un puntale traforato per permettere il passaggio dell’aria anche nella zona della punta del piede.
Antiperforazione garantita da una soletta in Kevlar, per tenere la scarpa leggera e flessibile, pur rispettando le norme europee antiperforazione.
Il Battistrada è realizzato in Poliuretano compatto antiscivolo, antiolio, antistatico e antiabrasione.
La Calzata Natural confort 11 Mondopoint per il maggior confort possibile.

mercoledì 5 maggio 2010

GUANTI Anticalore

Straordinariamente resistente e leggera, fibre e filati aramidici e para aramidici offrono un’elevatissima resistenza al taglio, all’abrasione e alle alte temperature. I guanti protettivi in filati para aramidici contribuiscono a prevenire gli infortuni e a ridurre le ore di lavoro perse. La leggerezza, la flessibilità e il comfort permettono di mantenere un elevato livello di destrezza e manualità.

La struttura chimica delle fibre para-aramidi le distingue dalle altre fibre sintetiche in commercio e dalle fibre naturali e conferisce proprietà uniche. Queste fibre possiedono livelli elevati di resistenza, modulo (rigidità), tenacità e stabilità termica. Inoltre, resistono a molti prodotti chimici e solventi.


Linea di Guanti Antifiamma e Anticalore a elevate prestazioni in maglia multistrato di colore giallo con interno in cotone pesante. Ambidestro quindi sfruttabile sia sul palmo che sul dorso, e con polso elasticizzato. 

Elevata resistenza al taglio e al calore, adatto alla manipolazione di oggetti caldi fino a 450°C. Ottimo isolamento termico. Utilizzabile solamente in ambiente asciutto, o come sottoguanto in ambienti bagnati o umidi.


Versione lunghezza cm. 27
norme EN 407 e EN 388 DPI III categoria per rischi gravi
Guanto in maglia 100% para-aramide di colore giallo con fodera interna in cotone pesante 100%. Polso standard, ambidestro. Elevata resistenza al taglio e al calore, adatto alla manipolazione di oggetti caldi fino a 350°C. Ottimo isolamento termico.




Versione lunghezza cm. 42 
norme EN 407 e EN 388 DPI III categoria per rischi gravi
Guanto in maglia 100% para-aramide di colore giallo con fodera interna in cotone pesante 100%. Polso lungo, ambidestro. Elevata resistenza al taglio e al calore, adatto alla manipolazione di oggetti caldi fino a 350°C. Ottimo isolamento termico. 
  0498 Cat. 3per rischi gravi

Guanti anticalore crusader
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Altissima resistenza al calore, protezione mano e polso
Estremamente duraturi: surclassano i guanti anticalore in cotone bouclé da 24 e 32 oz.
Puntualmente preferiti agli altri guanti anticalore per le loro caratteristiche di destrezza/agilità, la sicurezza della presa e l’ottimo rapporto prezzo/prestazioni.
Codice
Taglie ENLunghezzaPrezzo Paio
42445
9-1024 cm
42447
9-1033 cm
72 Paia


GUANTI KEVLAR
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Guanto in filo continuo di kevlar
Imbottito in cotone, polsino elasticizzato
Provati a 350°
CodiceTaglieLunghezzaPrezzo paio
55201027 cm circa
5 Paia
GUANTI KEVLAR
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Guanto in filo continuo di kevlar
Imbottito in cotone, polsino elasticizzato
Provati a 350°
CodiceTaglieLunghezzaPrezzo paio
55251042 cm circa
5 Paia


GUANTI KEVLAR C410
2° CATEGORIA DI RISCHIO
Guanto in filo continuo di kevlar leggero
Polsino elasticizzato
Buona atermicità per uso intermittente inferiore a 100°
CodiceTaglieLunghezzaPrezzo paio
4108-9-1025 cm circa
10 Paia



GUANTI TESSUTO KEVLAR
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Guanto in tessuto kevlar cuciti, foderati in cotone.
Provati a 350° (500° con tempi brevi)
CodiceTaglieLunghezzaPrezzo paio
5301030 cm circa
5401038 cm circa
5501048 cm circa
10 Paia


SAFEKNIT KEVLAR
NEPTUNE KEVLAR
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Costruiti con fibre aramidiche corte high-tech 100% Kevlar®, questi guanti offrono una migliore calzabilità e sensibilità. La costruzione senza cuciture evita le irritazioni e l'uso delle fibre corte migliora il comfort. Inoltre, la puntinatura di PVC su entrambi i lati del guanto migliora ulteriormente presa e sicurezza.
CodiceModelloTaglie ENLunghezzaPrezzo paio
70205Leggero926 cm
70215Medio9-1026-28 cm
70325Puntinato Leggero9-1026-28 cm
12/144 Paia


SAFEKNIT KEVLAR
SAFEKNIT MANICOTTO
3° CATEGORIA DI RISCHIO
Straordinaria protezione contro taglio, calore e abrasione.
Le fibre aramidiche Kevlar® garantisce una resistenza al taglio superiore a quella dell’acciaio. L’esclusivo rivestimento Neptune™ migliora la resistenza al taglio - permette di evitare il lavaggio a secco, protegge le fibre da oli, grassi, sporco e umidità.
Protezione termica per brevi periodi fino a 100°C.
CodiceColoreLunghezzaPrezzo al pezzo
70114Giallo35.6 cm
12/144 Pezzi



Manopola anticalore “ambidestra” realizzata con
Neoprene Termico Trattato, lunghezza 36 cm. Morbida
ma resistente e confortevole.
Eccezionale grip anche in condizioni di bagnato, grazie
alla superficie testurizzata.
Protegge dal calore di contatto fino a 260°C.
Idrorepellente, protegge dagli spruzzi di liquidi bollenti.
Antimacchia, lavabile, anche nella lavastoviglie. Misura
unica che veste tutte le taglie.
Idonea al contatto con alimenti.

Utilizzabile per:
- In cucina per protezione dal calore di pentole, teglie e vassoi
- In laboratorio per la manipolazione di contenitori caldi, fornetti, ecc.
- In ambiente ospedaliero per manipolazioni in autoclave.
Guanto a cinque dita in cotone bouclè doppio
Jersey, tagliato e cucito con manichetta da 15
cm, lunghezza totale 36 cm.
Rinforzo in KEVLAR nella parte più
soggetta allo sforzo, tra pollice e indice.
Foderato internamente in maglia mollettonata
di cotone massa 300 gr/mq.
Confortevole, apporta resistenza meccanica e
isolamento al calore di contatto 300 °C.
Destrezza livello 3 (EN420).

Per protezione da calore di contatto nei settori:
metallurgia, siderurgia, vetreria, plastica, forni per pane, pizzeria, pasticceria.

Gamma GILET Alta Visibilità