venerdì 26 marzo 2010

Scarpe Antinfortunistiche con Plantare Dr. Scholl®




Le ossa del piede sono un quarto di tutte le ossa del nostro corpo e dal corretto movimento di queste dipende non solo il benessere del piede, ma anche quello del bacino e della colonna vertebrale.
E' molto importante che le calzature siano un vero efficace aiuto al piede.
E più importante che i modelli da casa, è importante i modelli che si indossano nei luoghi di lavoro per molte ore consecutive al giorno.


Progettate per rispondere al meglio ai requisiti di igiene, pulizia e sicurezza in ambienti particolari, come il settore agroalimentare, farmaceutico e gli ambienti asettici in assenza di contaminazione, questi modelli si distinguono per la particolare leggerezza, la comodità, le ottime prestazioni di anti-scivolamento e la resistenza della tomaia in Wat-Out.

Dr.Scholl® ci fornisce:
scarpe antinfortunistiche concepite per piedi difficili e delicati

Dr.Scholl® ci fornisce:
una linea di calzature che migliora la qualità delle giornate di chi deve stare ed operare molte ore in piedi

Il piede: punto di contatto con il mondo

Camminiamo, corriamo, saltiamo. Ogni nostra attività ha le proprie basi nei piedi, eppure non ce ne rendiamo conto quasi mai.
Qualcuno ha detto che i piedi sono la base del corpo che ci ha permesso di guardare in alto e che li pensiamo poco perchè sono troppo lontani dalla testa. Ci ricordiamo di loro solo quando si fanno sentire attraverso il dolore e non pensiamo all'incredibile miracolo di ingegneria che fa di 26 piccole ossa la struttura portante dell'intero corpo umano.

Ma non solo, i piedi sono anche vere e proprie mappe del corpo, in grado di offrire il quadro generale della salute di una persona.

La deambulazione, l'ereditarietà, una scarsa igiene dei piedi, la pressione delle calzature possono con il tempo agevolare l'insorgere di disturbi e disagi.




3 i modelli fornibili: 
bassa con lacci 
alta senza lacci 
bassa senza lacci


tutti e 3 i modelli sono con tomaia BIANCA
solo il modello basso senza lacci anche con tomaia NERA


Sottopiede esclusivo SCHOLL® a densità differenziata, dotato di inserto in rilievo ad alta dissipazione di energia e elevato assorbimento degli shock. Anatomico, con sostegno adeguato all’arco plantare, antistatico, rivestito in tessuto antiabrasione e perforato per una migliore traspirabilità. Massimo comfort al lavoro.




giovedì 18 marzo 2010

RUMORE: dalla Valutazione Rischio alla Scelta




Il rumore danneggia l’udito senza provocare dolore

Quanto deve durare l’esposizione al rumore perché si raggiunga una dose pericolosa? Più è elevato il livello sonoro, più rapidamente si raggiungono valori nocivi per la salute!

Livello sonoro in dB(A):                85     88     91     94        
esposizione quotidiana al rumore: 8 ore 4 ore 2 ore 1 ora   
Livello sonoro in dB(A):                97       100      103       115 
esposizione quotidiana al rumore: 30 min  15 min  7½ min  ½ min 

Questo vuol dire che lavorando per 5 minuti con una motosega a nastro (ca. 105 dB(A)) l’effetto nocivo è pari a quello del lavoro con una macchina che presenta un livello sonoro di 85 dB(A) durante un’intera giornata lavorativa di 8 ore!

Conseguenze dell’esposizione eccessiva al rumore: i rumori fastidiosi mettono il nostro corpo in allarme. Il 
cuore inizia a battere più forte, la pressione sanguigna sale e aumenta la frequenza respiratoria. Gli effetti del 
rumore sull’uomo sono molto incisivi. A dipendenza dalla durata e dall’intensità del suono, causano malessere e disturbi del sonno, ma anche sordità da rumore. Carichi prolungati nel tempo aumentano il rischio di 
ipertensione e di malattie cardiocircolatorie e possono addirittura provocare un infarto. Il rumore è particolarmente pericoloso per l’udito.




Se il rumore non può essere ridotto in maniera sufficiente con interventi tecnici ed edilizi, rimane la protezione individuale dell’udito. Nella scelta del dispositivo di protezione sonora si devono prendere in considerazione
le esigenze dei dipendenti (togliere/mettere frequentemente, combinazione con casco e occhiali, ecc.).

Cuffie antirumore o inserti auricolari?
La scelta tra cuffie antirumore e inserti auricolari dipende
dalle condizioni di lavoro.
Le cuffie antirumore sono adatte:
• se è necessario toglierle e indossarle frequentemente,
• se si è esposti frequentemente al rumore, per intervalli brevi,
• in presenza di una predisposizione a infiammazioni del condotto uditivo.
Gli inserti auricolari sono adatti:
• per posti di lavoro con esposizione continua al rumore
• in caso di sudorazione forte con le cuffie antirumore (lavoro a temperature elevate, ambienti molto umidi)
• se contemporaneamente occorre indossare protettori auricolari e occhiali.





Esempi di DPI consigliati in base all'applicazione. Nella seguente tabella vengono riportati alcuni suggerimenti sugli otoprotettori più idonei in base alla tipologia di industria o di applicazione. E’ chiaro che le indicazioni sono del tutto generali e vanno verificate di volta in volta utilizzando i criteri sopra descritti e valutando l’accettabilità da parte dell’utilizzatore.



Dati forniti da ASSOSIC e SUVA.CH




Schema utilizzo iniziale CUFFIE Antirumore

L’efficacia dipende direttamente dal tempo che i DPI vengono indossati: in tale senso, a parità di intensità rumorosa, è più utile un inserto auricolare utilizzato per tutte le 8 ore lavorative che una cuffia indossata solo per 6 ore giornaliere.
Al fine di rendere efficaci al massimo i DPI conviene abituarsi al loro utilizzo tramite un periodo di adattamento seguendo il seguente schema:

1° giorno      ½ ora di utilizzo
2° giorno      1 ora di utilizzo - 1 ora di pausa - 1 ora di utilizzo
3° giorno      2 ore consecutive
4° giorno      fino a 4 ore consecutive
5° giorno      almeno 4 ore consecutive

La settimana successiva si aumenta gradatamente fino a raggiungere le 8 ore consecutive, se la rumorosità ambientale lo richiede.
Infine, perché il DPI mantenga la sua efficacia, non deve essere modificato o alterato nella sua struttura.
L’igenicità del DPI è collegata alla modalità di utilizzo: innanzitutto si ricorda che il DPI è strettamente personale e non cedibile ad altri e per questo motivo deve essere contrassegnato dal nome del proprietario. tutti i DPI devono sempre essere toccati solo con le mani pulite; gli inserti, se del tipo monouso, una volta usati devono essere gettati; gli altri inserti prima di essere riposti nel loro contenitore devono essere accuratamente puliti con acqua e con il detergente indicato dal produttore. È bene sostituirli quando si siano induriti; le cuffie devono essere frequentemente pulite con acqua e con il detergente consigliato dalla casa produttrice, possono essere provviste di guarnizioni igieniche sui cuscinetti per assorbire il sudore. È necessario sostituire i cuscinetti quando si siano usurati o induriti. Anche le cuffie dopo l’utilizzo devono essere riposte nel loro contenitore.

Molti sono i questionari proposti nella letteratura scientifica, a titolo di esempio si riporta il questionario elaborato da Giordano ed altri (2005) che viene qui di seguito sintetizzato;le domande del questionario prevedono 5 risposte computate con punteggio crescente da 1 a 5 ove 1 rappresenta l’eventualità “mai” e 5 l’eventualità “sempre”.

1. Avere difficoltà nel seguire i programmi alla tv o alla radio
2. Avere difficoltà a percepire le voci sussurrate
3. Sentirsi escluso dalle conversazioni di famiglia
4. Avere difficoltà a seguire le funzioni religiose
5. Avere difficoltà ad ascoltare l’autoradio
6. Avere difficoltà di ascolto quando fa visita a parenti,amici
7. Sentirsi limitato nella sua vita personale
8. dover assumere particolari posizioni per ascoltare
9 Avere difficoltà nei locali pubblici con camerieri e baristi
10. Avere difficoltà al cinema a seguire i dialoghi dei film
11. Avere difficoltà a comunicare quando va a fare acquisti
12. Sentirsi in qualche modo limitato o insicuro
13. trovarsi a disagio perché sente diversamente con le due orecchie
14. dover chiedere alle persone di ripetere ciò che hanno detto
15. Avere dei malintesi/fraintendimenti con parenti/amici
Attraverso la lettura dei risultati di questi questionari si valuta il grado di disability e/o di handicap.




lunedì 15 marzo 2010

CUFFIE antirumore BLUETOOTH: comunicare in ambienti rumorosi

Tra i prodotti innovativi da segnalare le CUFFIE antirumore Peltor Wireless Solutions™
Peltor Wireless Solutions™ si avvale della tecnologia Bluetooth più avanzata per facilitare e rendere più efficiente la comunicazione in ambienti rumorosi. Oggi è possibile essere sempre raggiungibili, grazie a una tecnologia rapida, facile e senza fili. Nessun cavo è più di intralcio ed è possibile comunicare attraverso il telefono o la radio intercomunicante, anche quando sono fuori dal proprio campo visivo.


Peltor Wireless Solutions™ non comprende solo headset ma anche adattatori per sistemi di comunicazione privi della tecnologia Bluetooth™. In tal modo, Peltor può offrire una soluzione senza fili per la maggior parte dei sistemi di comunicazione.

Peltor Wireless Solutions™
La comunicazione deve essere chiara e affidabile, un obbiettivo che non è sempre facile raggiungere. Peltor è famosa per l’esperienza nel fornire le migliori soluzioni possibili per quanto riguarda le protezioni acustiche e la comunicazione. Ora offre una comunicazione ancora più affidabile, rapida e facile grazie alla tecnologia Bluetooth. All’avanguardia nello sviluppo di questa tecnologia, consente agli utenti che operano in ambienti rumorosi di trarre il massimo vantaggio da questa nuova tecnologia.
Peltor è stata una delle prime aziende a utilizzare la tecnologia Bluetooth a scopi pratici associandola alla propria produzione di CUFFIE ANTIRUMORE specialistiche.

Il marchio BLUETOOTH è di proprietà della Bluetooth SIG, Inc., USA, ed è concesso in licenza alla Peltor AB
Bluetooth è il nome di una tecnologia di trasmissione senza fili di suoni e dati tramite collegamento radio. Si basa su uno standard comune a tutti i Paesi del mondo. Nel 1998 Ericsson, Nokia, IBM, Toshiba e Intel hanno intrapreso una collaborazione per portare il sistema a standard internazionale attraverso la Bluetooth SIG. Oggi più di 2000 aziende in tutto il mondo utilizzano il sistema Bluetooth.
Funziona in tutto il mondo
Bluetooth utilizza la banda ISM (Industrial, Scientific, Medical) da 2,45 GHz. Questa gamma di frequenza (2400-2500 MHz) non richiede una licenza ed è disponibile praticamente in tutto il mondo.
Una trasmissione rapida e sicura
La velocità di trasmissione in Bluetooth è di circa 25 volte superiore rispetto a un modem standard da 28,8 kb/sec. e il sistema permette di conversare in modalità Full Duplex. Le interferenze di altre emittenti nella stessa gamma di frequenza sono evitate dai rapidi cambi di frequenza della tecnologia Bluetooth (1600 cambi di frequenza/sec.).
Dati tecnici generali:
Frequenza: 2,45 GHz
(gamma 2400-2500 MHz)
Modalità di comunicazione: Duplex
Velocità di trasmissione: 1 Mbit/sec.
Potenza in uscita: 1 mW (0 dBm)
Cambi di frequenza: 1600/sec .


INAIL: per la Sicurezza sul Lavoro una RIDUZIONE del premio


OSCILLAZIONE PER PREVENZIONE
Dal 2000 l’INAIL premia con uno “sconto” denominato “oscillazione per prevenzione”, le aziende, operative da almeno un biennio, che eseguono interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa in materia (D.Lgs. 81/2008).

A cosa serve
L’ “oscillazione per prevenzione” riduce il tasso di premio applicabile all’azienda, determinando un risparmio sul premio dovuto all’INAIL.
La riduzione di tasso è riconosciuta in misura fissa pari al:
5% per le aziende di rilevanti dimensioni (numero di lavoratori anno superiore a 500);
10 % per le altre aziende (numero di lavoratori anno inferiore a 500).

Chi può beneficiarne
Su domanda, tutte le Aziende in possesso dei requisiti per il rilascio della regolarità contributiva ed assicurativa ed in regola con le disposizioni obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro (pre-requisiti).
In aggiunta, è necessario che l’azienda abbia effettuato, nell’anno precedente a quello in cui chiede la riduzione, interventi di miglioramento nel campo della prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro e, precisamente, un intervento di particolare rilevanza tra quelli indicati nella Sez. A del modello di domanda o, in alternativa, almeno tre interventi tra quelli indicati nelle restanti Sezioni del modello di domanda, di cui almeno uno nel settore della formazione e della informazione dei lavoratori.

Come ottenere la riduzione
L’Azienda deve presentare o spedire all’INAIL, entro il 31 gennaio dell’anno per il quale la riduzione è richiesta, una domanda su apposito modello predisposto dall’INAIL.
Il modello è disponibile presso tutte le Sedi INAIL insieme alla relativa Istruzioni per la compilazione.
La domanda può essere presentata on line alla sezione Punto Cliente


Valutazione e decisione
L’INAIL, entro i 120 giorni successivi al ricevimento della domanda, comunica all’azienda, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, il provvedimento adottato adeguatamente motivato.

Applicazione della riduzione
La riduzione riconosciuta dall'INAIL opera solo per l'anno nel quale è stata presentata la domanda ed è applicata dall’azienda stessa, in sede di regolazione del premio assicurativo dovuto per lo stesso anno.

Esempio
La richiesta di riduzione per l’anno 2010 può essere presentata da un’azienda che abbia iniziato la propria attività almeno entro il 1° gennaio 2008. Gli interventi di miglioramento devono essere stati effettuati nell’anno 2009.
I pre-requisiti (regolarità contributiva ed assicurativa, regolarità in materia di prevenzione ed igiene) si riferiscono alla situazione in essere al 31 dicembre 2009.
La riduzione riconosciuta opera sul tasso di premio del 2010 ed è applicata dall’azienda in sede di regolazione del premio 2010 (autoliquidazione 2011).


A chi rivolgersi
Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi alle Sedi INAIL.





comparto edile: programma autodidattico



Da SUVA (istituzione equivalente al nostro INAIL in Svizzera)
un programma autodidattico semplice e chiaro.

Il programma, relativo al comparto edile, affronta principalmente tre argomenti: i dispositivi di protezione individuale, le scale e il problema delle cadute.

Il linguaggio, come anticipato, parte dalle frasi che spesso si ascoltano, in Italia come in Svizzera, sui luoghi di lavoro.

Ad esempio le frasi (“ma cosa vuoi che mi succeda?”) che accompagnano il mancato utilizzo di dispositivi di protezione individuale con conseguenze spesso fatali. O ancora tutte le varie scuse portate per non utilizzare un guanto (“non ho sensibilità alle dita”) o un elmetto protettivo (“il casco è pesante, mi fa sudare e mi fa venire mal di testa”). Partendo da queste frasi, il programma non solo mostra le conseguenze di un mancato utilizzo delle protezioni, ma informa e guida nella scelta del dispositivo di protezione più adatto.

Riguardo al problema delle cadute dall’alto Suva riporta le misure di protezione in presenza di aperture nel suolo e nelle facciate e lungo i bordi del tetto, il corretto utilizzo di cavalletti, ponti mobili su ruote e ponteggi di facciata.

Il programma, malgrado faccia riferimento alla legislazione elvetica, può migliorare la formazione degli apprendisti, dei nuovi assunti e dei lavoratori temporanei e, magari, “rinfrescare” quella dei lavoratori con maggiore esperienza.

N.B.: I riferimenti legislativi e alcune domande nel programma e nel test riguardano la realtà svizzera, tuttavia i suggerimenti indicati possono essere di utilità per tutti i lavoratori dei cantieri edili.

Link al programma
www.suva.ch/files/wbt_sicherheit/wbt_modul/modul_it.htm

venerdì 12 marzo 2010

le VERNICI STRADALI: criteri di scelta




Vernici spartitraffico per segnaletica stradale
Pitture spartitraffico per segnaletica stradale


Utilizzabili per delimitazione piste o aree stradali, zone di lavoro, linee di traffico in strade private o pubbliche.


La rifrangenza è ottenuta attraverso l'uso delle "perline": maggiore è la quantità in percentuale di esse, migliore è la vernice sotto il profilo della RIFRANGENZA.




Le vernici utilizzate devono essere "ovviamente" di tipo rifrangente, con perline rifrangenti della migliore qualità tecnica, che assicurino il miglior effetto cromatico e rifrangente a garanzia della sicurezza della circolazione stradale.



La quantità delle perline di vetro necessarie per ottenere l'effetto di rifrangenza non dovresse essere inferiore al 30%, dovranno essere incolori ed aventi diametro tra mm. 0,006 e 0,20 e il potere coprente della vernice dovrà essere minimo 1,2 Kg/Mq.



La vernice deve essere tale da aderire tenacemente a tutti i tipi di supporto stradale, deve avere buona resistenza all'usura e deve presentare una visibilità e una rifrangenza costanti fino alla completa consumazione, dovrà essere stesa con strato uniforme e continuo, avente spessore di sufficiente corposità, ma tale da non provocarne distacchi e/o sfogliamenti.



Generalmente le VERNICI stradali sono:
- vernici stradali e/o spartitraffico a solvente
- vernici stradali e/o spartitraffico acriliche,
- termoplastico spray,
- termoplastico ad estrusione.
Prodotti applicabili a pennello, rullo o spruzzo.



KIT TRACCIALINEE per fare delle linee da 5 a 10 cm di larghezza.
Equipaggiamento standard: Super Striper
- una freccia regolabile di riferimento per la direzione,
- una zavorra davanti per ottenere maggiore stabilità e dei tracciati perfettamente diritti,
- uno schermo metallico con funzione di paravento,
- 3 porta aerosol posteriori.


LETTERE, NUMERI, SIMBOLI In cartone rinforzato e oleato.
Si utilizzano con la vernici stradali e le bombole spray, servono per molte applicazioni. Le dimensioni dei simboli, lettere e numeri sono indicate in millimetri.


giovedì 11 marzo 2010

l'Anticaduta Retrattile che richiede minor distanza di Caduta


NON sarà più necessario un cordino ammortizzatore a molla con limitatore di caduta leggero da 2 metri adatto per un lavoratore di 180 kg!




Punti di forza

Caratteristica:
• Indicatore di carico integrato che indica quando l'unità deve essere rimossa dai servizi • Sistema di arresto ad attivazione rapida in attesa di brevetto.
• Compatto e leggero (0,86 kg) dotato di nastro tessile con capacità di lavoro di 2 m. • Tessuto progettato per una maggiore resistenza all'abrasione e per garantire una lunga durata (Vectran / Tessuto in poliestere).
• Involucro in nylon leggero, ad alta resistenza agli urti per la massima durata.
• Un anello girevole incorporato evita le torsioni del nastro tessile.
• Non è richiesta alcuna ricertificazione annuale da parte del produttore.
• Idoneo per operatori dal peso fino a 136 Kg (con punto di ancoraggio sopra la testa). Idoneo per operatori dal peso fino a 100 Kg (con punto di ancoraggio sotto la testa). Vantaggi: • Adatto a tutte le situazioni in cui c’è poco tirante d'aria.
• Può essere utilizzato nelle situazioni a rischio caduta a Fattore 2 (sempre che il punto di ancoraggio sia posizionato almeno sopra il livello dei piedi).
• Utilizzabile su entrambi i lati.

Raccomandazioni: Settore Industriale Edilizia Aziende di servizi pubblici

Rischi: Caduta dall'alto

Normative: Conforme alla norma EN360


martedì 9 marzo 2010

Impalcature e Ponteggi: rivoluzionario cordino x tubi verticali



L'ultima soluzione contro le cadute per tutti quelli che
lavorano su un'impalcatura

Le cadute dall'alto sono una delle principali cause di decesso nel settore delle
costruzioni: chi lavora sulle impalcature non fa eccezione. Fino ad ora, chi svolgeva
un'attività su un'impalcatura aveva a che fare con un punto di ancoraggio sotto i
piedi, se non addirittura con nessuno con conseguenze pericolose in caso di
caduta.

Rispondendo alla necessità di un sistema più sicuro,
Miller ha sviluppato il rivoluzionario cordino per impalcature
Barracuda - una morsa di ancoraggio
all'avanguardia ed un cordino di arresto caduta per tubi verticali ed orizzontali delle impalcature - che migliora sensibilmente la sicurezza del lavoratore
durante le fasi di installazione, spostamento, smontaggio e lavorazione.

L'unico sistema di arresto caduta valido anche sui tubi verticali



A differenza dei normali ganci per impalcature che possono essere usati
solamente sui tubi orizzontali, il Barracuda si aggancia al tubo verticale,
consentendo un punto di ancoraggio sopra l'altezza della cintura. A questa
altezza, le forze di arresto sul corpo del lavoratore sono di molto inferiori
riducendo così in maniera significativa il rischio di lesioni.
Barracuda è una straordinaria morsa (certificata) in acciaio inossidabile



Dotata di doppia dentellatura per garantire una presa eccezionale, capace di rafforzarsi in caso di trazione verso il basso, Barracuda ad oggi rappresenta l’unico sistema anticaduta pratico per ponteggi in grado di ancorarsi in verticale. Ideato per agganciare i tubi verticali sopra il livello della cintura, Barracuda, mantenendo la posizione, elimina i rischi di infortuni dovuti ad ancoraggi all’altezza del piano del calpestio.

La morsa Barracuda è disponibile in molteplici varianti quali ad esempio cordini, regolabili o meno, o Manyard® elastico rivestito, tutti con assorbitore di energia. Ecco le caratteristiche principali:
• Morsa in acciaio inossidabile, resistente alla corrosione
• Doppia dentellatura per una presa che si rafforza in caso di trazione verso il basso
• Impugnatura ergonomica in polipropilene per una migliore maneggevolezza

Conforme alle EN 355 e EN 795b



Analisi dei 3 rischi da valutare:
Fattore di Caduta
Tirante d'Aria
Effetto Pendolo


mercoledì 3 marzo 2010

Mascherine per allergie e polveri sottili


Nel 2020, "un bambino su due soffrira' di rinite allergica, anticamera dell'asma". Lo afferma Giorgio Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Allergologia dell'Universita' degli Studi di Genova, a margine di un incontro promosso a Roma per aprire un focus sulla 'nuova generazione' di asmatici.

Colpa dello 'stile di vita occidentale', spiega l'esperto, sottolineando i fattori di rischio: l'inquinamento esterno e interno, "l'umidita' che non esce dalle case grazie ai nostri moderni infissi creando le condizioni ottimali per lo sviluppo di acari e muffa; il fatto che i nostri ragazzi passano sempre piu' tempo in casa tra tv e videogiochi e la presenza di animali domestici".

Altro fattore che può contribuire negativamente allo sviluppo della patologia, a sorpresa, l'obesità. "Sì - conferma il professore - recenti studi dimostrano come le cellule grasse inducono la produzione di sostanze che favoriscono l'infiammazione; è un effetto additivo", spiega Canonica.

Le malattie allergiche sono in costante aumento, ma "mentre per l'asma il 5-7% di pazienti nella popolazione italiana risponde alle attese della letteratura, per la rinite allergica contiamo soltanto un 4.5 - 5% rispetto al 20% atteso", afferma Germano Bettoncelli, Medico di Medicina Generale di Brescia. Un dato che attesta un sommerso importante.





come Prevenire e Gestire le ALLERGIE

Segnaliamo l'utilità delle Mascherine, in particolare di una linea 3M™ che e' indicata, oltre che per la protezione da Rischio Biologico (AH1N1 Febbre Suina, H5N1 Aviaria, Tubercolosi), anche per contribuire a limitare gli effetti negativi dovuti ai pollini, acari, spore, pelo animale ma soprattutto contro le pericolose polveri sottili, comprese le famigerate PM10 (ovvero le polveri con diametro inferiore ai 10 micron). 

Grazie alla tecnologia 3M™ Advanced Electret Filter, il materiale filtrante è caricato elettrostaticamente in modo da attrarre e filtrare le particelle più piccole non bloccate dal tessuto. Un aiuto importante per evitare naso che cola, tosse, starnuti e attacchi di asma. Il prodotto risponde alla norma EN149 ed è certificato CE.



In questi ultimi decenni si è assistito ad un grande aumento dei soggetti affetti da patologie allergiche: diventa dunque più che mai necessario valutare e trattare questa problematica anche in ambito lavorativo.

Angelo Mario Cirla in un articolo comparso nel numero di Luglio/Settembre 2009 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia e intitolato “Il lavoratore allergico e la sua gestione nell’artigianato e nella piccola impresa” ha sottolineato che “almeno il 30% della popolazione lavorativa deve essere considerata ‘non normale’ dal punto di vista immunoallergico, sia per situazioni varie già acquisite durante la crescita naturale che per precedenti esposizioni lavorative”.

"Le malattie allergiche, le allergopatie da gestire, ad esempio in relazione al lavoro “non sono molte e possono essere diagnosticate e classificate con sufficiente precisione”.

Le manifestazioni allergiche connesse al lavoro “presentano caratteristiche che ne facilitano la gestione da parte di un medico del lavoro”, ad esempio sono:

- singole: “coinvolgono generalmente gli individui in modo separato e distinto”;

- facilmente constatabili: ogni episodio “può essere interpretato, collegato, registrato, quando non direttamente osservato”;

- accertabili e controllabili: da tempo “esistono documenti di indirizzo e linee guida che pongono il medico competente in grado di aggiornarsi e collegarsi a strutture specialistiche”;

- sufficientemente prevenibili: “valutazione dei rischi e sorveglianza sanitaria dovrebbero assicurare i presupposti per non essere sorpresi dalle manifestazioni di ipersensibilità durante il lavoro”.

L’autore vuole dunque offrire indicazioni operative pratiche riguardo a quattro principali problematiche da affrontare e chiarire:

- “non è più accettabile l’esclusione ‘preventiva’ del soggetto allergico che si candida ad una attività considerata a rischio;

- va costruito un sistema mirato di prevenzione per ogni settore o impresa;

- è necessario inquadrare e classificare le singole persone per valutare l’idoneità individuale;

- va previsto un percorso di riabilitazione e ricollocamento per gli allergici”.

Per raggiungere tali scopi vengono indicate ad esempio le ragioni “per le quali la decisione del medico d’azienda di non ammettere fin dall’inizio un lavoratore ad attività considerate a rischio per un allergico non sono più attuali”.

Innanzitutto, come già detto, si è verificato un aumento del numero di soggetti allergici nella popolazione generale e gli “individui che si propongono per una attività di lavoro anche artigianale sono portatori di ipersensibilità specifiche varie nella proporzione almeno di ¼”."

"E dunque al di là del “diritto di ciascuno di intraprendere un lavoro secondo le rispettive capacità”, “sono le condizioni socio-economiche attuali e la stessa numerosità degli allergici a rendere improponibile l’esclusione in prima istanza dei lavoratori allergici”.

Ma cosa si può fare?

L’autore ricorda che il primo vero intervento si può effettuare “durante la formazione professionale, specialmente nell’artigianato, informando sui rischi e orientando scelte e stili di vita” e, inoltre, “le allergie ambientali manifeste possono essere precocemente dominate con vaccini specifici, con effetti preventivi anche a distanza di tempo, secondo l’indirizzo proposto anche dalla OMS” (Organizzazione mondiale della Sanità).

Tuttavia questi interventi pre-impiego non sono spesso presenti ed è quindi “al Medico Competente, quando sia coinvolto, che viene addossato il compito di rimediare ad una prevenzione carente delle allergopatie, realizzando un intervento di seconda istanza che richiede responsabilità aggiuntiva”."

"In questo senso la prevenzione in azienda deve sviluppare “percorsi paralleli” per non escludere l’allergico noto e per salvaguardare il non allergico a rischio.

Viene ricordato a questo proposito che la normativa sulla sicurezza sul lavoro, e dunque il Decreto legislativo 81/2008, “obbliga a valutare i rischi ed il rischio allergico è ricompreso nei rischi da agenti chimici”.

Nel documento – che vi invitiamo a visionare anche per la presenza di diverse tabelle esplicative – viene indicata una “classificazione qualitativa in quattro graduazioni del rischio di sensibilizzazione professionale” (rischio assente, rischio limitato, rischio intermedio, rischio elevato), l’unica “validata in documenti di valutazione dei rischi nelle lavorazioni del legno, della verniciatura, della gomma, della plastica, del cuoio”.

Inoltre “i fattori personali sono di fondamentale rilievo nel pronosticare le probabilità dell’insorgere o dell’aggravarsi di una allergopatia durante il lavoro”.

Nel documento è proposto in particolare uno schema di classificazione individuale dei soggetti da esporre a rischio allergologico. Gli elementi di partenza per il medico sono “l’anamnesi, la registrazione dei sintomi soggettivi, l’attenzione particolare alle vie respiratorie e all’apparato cutaneo, la documentazione di diagnosi precedenti; tutti aspetti ricompresi nel modello ufficiale di cartella sanitaria” del D.Lgs. 81/2008.

Per un allergico “deve sempre essere prevista una sorveglianza sanitaria mirata, che comporta periodicamente la verifica delle condizioni di salute del lavoratore e del livello di rischio al posto di lavoro”."

"Alcune indicazioni riportate dall’autore:

- se vi è uno “stato di sensibilizzazione senza sintomi attivi”: “prescrivere dispositivi di protezione individuale, attuare sorveglianza sanitaria individuale (ogni sei mesi) e mantenere il lavoratore nell’attività a rischio controllato”;

- “se vi è una allergopatia poco invalidante, come nel caso di diagnosi di congiuntivite, rinite, dermatite non estesa: insistere su dispositivi di protezione individuale, attuare sorveglianza medica (ogni tre-sei mesi), consentire il lavoro a rischio solo se necessario, migliorare l’ambiente, associare un piano di trattamento terapeutico allergologico, effettuare le notifiche di legge per malattia di origine lavorativa;

- se vi è allergopatia progressivamente invalidante, come nel caso di diagnosi di rinite-sinusite, orticaria recidivante, dermatite estesa, asma intermittente o persistente: allontanare dai compiti e dal rischio, predisporre un piano terapeutico, indirizzare un programma di riabilitazione, effettuare le notifiche di legge”.

L’autore conclude ricordando comunque che il lavoratore allergico “non va abbandonato a sé stesso”, che riguardo ai trattamenti farmacologici “è oggi disponibile una serie di farmaci efficaci e le relative linee guida di impiego per la rinite, l’asma, l’orticaria e la dermatite da contatto o atopica”.

In una tabella del documento vengono individuati i “presupposti razionali delle opzioni di trattamento medico, che il Medico Competente può suggerire e indirizzare a seconda delle esigenze del recupero lavorativo”, indicando, tuttavia, che “l’esecuzione pratica deve essere affidata a specialisti allergologi”.

Insomma le allergopatie stanno diventando un problema crescente nel destino lavorativo delle persone e devono essere affrontate “razionalmente anche nel mondo del lavoro”: solo così sarà possibile “gestirle come un dato di fatto, anziché una sfortunata evenienza imprevista”.

Credit

“Il lavoratore allergico e la sua gestione nell’artigianato e nella piccola impresa” a cura di A.M. Cirla - già direttore medico Unità Operativa Ospedaliera di Medicina del Lavoro (UOOML), A.O. “Istituti Ospitalieri di Cremona”, Cremona Divisione Malattie Allergiche CIMAL (DIMAC), Centro Italiano Medicina Ambiente Lavoro, Cremona-Milano, in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXI n°3, luglio-settembre 2009 (formato PDF, 288 kB)."



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