martedì 10 gennaio 2023

Ovunque ci sia vetro c’è pericolo: Pellicola per Vetri antiScheggia e antiSfondamento





Ovunque ci sia vetro c’è pericolo: da qui l'esigenza di usare una Pellicola per Vetri antiSCHEGGIA e antiSFONDAMENTO

Una intera gamma di pellicole, rigorosamente testate, in grado di offrire soluzioni definitive e vantaggiose a tutte le problematiche inerenti la sicurezza.

L’evoluzione della cultura architettonica e delle tecnologie costruttive hanno fatto si che nel corso degli ultimi anni il vetro trovasse sempre più spazio nella progettazione e nell’uso in edilizia.

Leggero , luminoso ed affascinante per la sua caratteristica di permettere giochi di luce ed ombra, trasparenze e riflessi, il vetro è forse l’elemento che più caratterizza le città moderne: edifici pubblici, banche, negozi e supermercati, complessi di uffici e scuole. 

Ma il vetro è fragile e questo è un elemento di costante pericolosità per l’incolumità delle persone.
Scoppi, esplosioni, atti vandalici, ma anche semplici urti accidentali possono provocare gravi danni. L’applicazione delle pellicole di sicurezza consente di trasformare un vetro normale in un vetro di sicurezza con un’operazione semplice, veloce, sicura ed economica; le pellicole possono infatti essere applicate su vetri già esistenti senza cambiarli, senza alcun intervento sugli infissi e senza interrompere la normale attività negli ambienti.
  1. Le vetrate vengono effettivamente protette dal vandalismo. 
  2. Esempi tipici di applicazione sono le protezione di trasporto pubblico, vetrine, vetrate esposte al pubblico. 
  3. I costi di manutenzione si riducono notevolmente in quanto si evita la sostituzione dei vetri.
  4. Protegge l’edificio contro i furti e gli atti vandalici.Il film trattiene le schegge di vetro riducendo notevolmente i danni arrecati ad arredi interni ed alle persone. 
  5. Minor pericolo: il vetro temperato che si rompe in migliaia di frantumi può essere utilizzato per atti vandalici.
  6. Nel caso di rottura del vetro, i frammenti sono tenuti insieme da un tenace adesivo acrilico.
La pellicola consente di contenere tutte le schegge ed i frammenti taglienti che verrebbero proiettati intorno in seguito alla rottura violenta di una superficie di vetro. Questa capacità è stata ampliamente collaudata e testata come dimostrano i risultati delle prove d’urto.

L’applicazione delle pellicole di sicurezza su vetri di qualsiasi spessore è sufficiente per ottenere un certificato di conformità alle norme e per ottemperare quindi alle disposizioni del decreto legge 81; la legge stabilisce che nei luoghi di lavoro tutte le vetrate devono essere di sicurezza e prevede severe sanzioni per l’inadempienza.

La pellicola di sicurezza sono realizzate in poliestere, adesive, in versione trasparente, colorata o riflettente e sono sottoposte a trattamento antigraffio per poter assicurare una lunga durata nel tempo in perfette condizioni.










lunedì 9 gennaio 2023

Monografia di Prodotto : ARAFLAME



Informazione tessuto


Araflame Plus è un tessuto intrinsecamente ignifugo sviluppato con un’innovativa tecnologia. Le proprietà ignifughe durano per tutta la vita del capo e non diminuiscono con il lavaggio. 

✔ 93% Meta-aramide che garantisce un’eccellente protezione da calore e fiamme, 5% para-aramide  per una maggior resistenza, 2% di fibra di carbonio a garanzia di massima antistaticità. 

✔ Il tessuto è stato testato per gli standard internazionali più elevati e ha ottenuto i migliori risultati di performance del settore.

 Tessuto intrinsecamente ignifugo sviluppato con un’innovativa tecnologia. Le proprietà ignifughe durano per tutta la vita del capo e non diminuiscono con il lavaggio. 

Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 200gm 
Araflame 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 260gm  
Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 200gm  
Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 150gm 
Araflame Hi-Vis Multi 57% Aramide, 42% Poliestere, 1% fibra di carbonio antistatica 260gm





DPI per protezione contro l'arco elettrico 

L'Arco Elettrico Arc Flash è un rilascio esplosivo di energia causato da un corto circuito elettrico tra 2 conduttori sotto tensione o un conduttore sotto tensione e terra. L'improvvisa scarica di energia elettrica provoca una brillante esplosione di luce e suono. Le temperature all'interno di un incidente per Arco Elettrico o Arc Flash possono raggiungere i 20.000° C (la temperatura della superficie del sole è di 6000° C) causando la vaporizzazione dei conduttori, in particolare del rame. 

L'esplosione fa sì che i conduttori scheggiati e vaporizzati fuggano dal luogo dell'esplosione a 1600 km/h. Questa quantità di energia è sufficiente per causare gravi lesioni a chiunque si trovi nel raggio di esplosione. Le lesioni possono variare da ustioni, cecità, perdita dell'udito, lesioni da impatto, traumi psicologici e persino la morte. Criticamente, la maggior parte degli incidenti per Arc Flash si verificano quando il sistema elettrico è in funzione e "in tensione" e quindi l'Arco Elettrico o Arc Flash presenta un serio rischio per gli operatori.

Ridurre l’estensione di superficie corporea colpita dall’ustione è fondamentale per ridurre il rischio di infezioni che possono sopraggiungere dopo l’incidente finché non si ricostituisce la barriera dell’epidermide; queste infezioni possono anche causare il decesso dell’infortunato a distanza di giorni dall’evento.

E' noto che all’estero viene data maggiore enfasi alla protezione dagli effetti degli archi elettrici che sono causa di lesioni molto serie per ustione termica.







La norma italiana (articolo 80 del Decreto Legge 81/2008) per la salvaguardia da tutti i rischi di natura elettrica, oltre ai rischi di contatti diretti e indiretti, indica molto chiaramente la necessità di prevenire i rischi di innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a temperature pericolose e archi elettrici.



La CEI 11-27 -2014 richiede un “idoneo vestiario contro l’arco elettrico” (Cap. 5 Procedure per l’esercizio) “che non lasci scoperte parti del tronco e degli arti” (Cap. 6.3.4.3 lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto). Una nota a fondo pagina rimanda alla norma europea CEI EN 61482 che tratta anche gli indumenti contro l’arco elettrico, ma la CEI 11-27 non fornisce prescrizioni più dettagliate sulla scelta e uso di tale vestiario che deve essere considerato come DPI di III categoria (rischi mortali).



Nella edizione del 2014 della norma europea CE EN 50110 su “Esercizio degli impianti elettrici” è stato inserito un Allegato “B.6 Pericolo dell’arco elettrico”.

Il riferimento tecnico più diffuso è la normativa statunitense NFPA 70 E (dalla National Fire Protection Association). Questa normativa è seguita anche in diversi altri paesi e società internazionali, e dove questi DPI sono obbligatori per tutti i tecnici elettrici. Secondo questa norma sono individuate 4 categorie di protezione da 1 a 4, come riportato nella tabella seguente, accanto al valore ATPV (Arc Thermal Performance Value).



✔ Protezione isolante senza compromessi
✔ Eccezionale protezione dell’arco elettrico 






EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1
EN ISO 11611 Class 1 A1+A2
EN 1149 -5 - ASTM F1959/F1959M-12 ATPV 33.6 CAL/CM2 (HAF 91.9%)
Questa Giacca è 
resistente e molto confortevole. Intrinsecamente Flame Retardant  consente la massima facilità di movimento e protegge da una serie di rischi. La classificazione ARC 3 offre un’eccezionale protezione dell’arco elettrico. 
Tessuto esterno: Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 200 grammi
Fodera in tessuto: Fodera ignifuga in 100% cotone, 170g
Imbottitura: Imbottitura 100% Poliestere ignifugo 150g
Colori/Taglie: Arancione o Blu S-3XL


EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1
EN ISO 11611 Class 1 A1+A2
EN 1149 -5 - ASTM F1959/F1959M-12 ATPV 33.6 CAL/CM2 (HAF 91.1%)
Questi Pantaloni Salopette è 
resistente e molto confortevole. La classificazione ARC 3 offre un’eccezionale protezione dell’arco elettrico. Le bretelle elastiche consentono la massima facilità di movimento. Le caratteristiche includono zona dorsale rialzata per maggiore comfort e protezione e un’apertura a zip nascosta sull’orlo per facilitare l’indossamento di stivali da lavoro.
Tessuto esterno: Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 200 grammi
Fodera in tessuto: Fodera ignifuga in 100% cotone, 170g
Imbottitura: Imbottitura 100% Poliestere ignifugo 150g
Colori/Taglie: Arancione o Blu S-3XL


EN ISO 11612 A1+A2, B1, C1, F1
EN ISO 11611 Class 1 A1+A2
EN 1149 -5 - ASTM F1959/F1959M-12 ATPV 33.6 CAL/CM2 (HAF 91.9%)
Questa tuta è 
resistente e molto confortevole. La classificazione ARC 3 offre un’eccezionale protezione dell’arco elettrico. Le caratteristiche includono un cappuccio staccabile, due tasche per ginocchiere, passanti per radio e tasche multiple.
Tessuto esterno: Araflame Plus 93% Meta aramide, 5% Para aramide, 2% Fibra di carbonio 200 grammi
Fodera in tessuto: Fodera ignifuga in 100% cotone, 170g
Imbottitura: Imbottitura 100% Poliestere ignifugo 150g
Colori/Taglie: Arancione o Blu S-3XL










martedì 3 gennaio 2023

Kit Anticaduta: dispositivi anticaduta, imbragature, cordini



Premesso che “ogni caduta, anche se si utilizzano adeguati DPI, risulta pericolosa”, nella scelta del sistema anticaduta deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo grado di sicurezza.

I DPI anticaduta, impiegabili nei luoghi di lavoro, possono essere suddivisi in tre tipologie in considerazione del loro diverso utilizzo:


1° “DPI per il posizionamento sul lavoro: sono destinati a sostenere e trattenere gli addetti nella posizione di lavoro, consentendo di operare con le mani libere. Non sono destinati all’arresto delle cadute;

2° DPI contro le cadute dall’alto: sono destinati ad arrestare le cadute. Sono costituiti da una imbracatura del corpo, un assorbitore di energia e un collegamento ad un ancoraggio;

3° DPI per le discese di emergenza: sono utilizzabili per il salvataggio e l’evacuazione di emergenza con possibilità di discesa a velocità controllata”.


I kit anticaduta offrono una soluzione completa che si adatta alle diverse esigenze che ogni lavoro richiede.

Si ritiene che nella scelta dell'imbracatura (in base a quanto testato su differenti tipologie, a temperature ambientali differenti, in condizioni di sospensione passiva) debbano essere confortevoli le seguenti sedi:
  • inguinale: distribuzione del peso degli arti inferiori su cosciali ampi ed imbottiti,
  • lombare: con possibilità di eventuale sostegno in questa zona,
  • dorsale: spallacci e fascia di sostegno che non limitino la fisiologica escursione dei muscoli respiratori,
  • latero-cervicale: spallacci che non creino compressione nella loggia laterocervicale sul collo dove decorrono i vasi carotidei, questo sia in attività che in condizione di sincope.

Il borsone permette di riporre ordinatamente e igienicamente i dispositivi anticaduta e qualche altro DPI di ogni singolo operatore garantendone quindi la massima efficienza.

Per esigenze particolari dei nostri clienti possiamo approntare Kit anticaduta diversi da quelli riportati qui di seguito garantendo sempre il borsone in omaggio.




KIT anticaduta PER COPERTURA TETTI INCLINATI 895 
Conformità normativa: EN 361, EN 353-2
Adatto all’uso su tetti inclinati dove i dispositivi retrattili possono reagire troppo lentamente. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale e sternale (tramite asole), discensore di tipo guidato con 10 metri di fune, cordino di collegamento da 30 cm comprensivo di 2 moschettoni chiusura a vite.


 
KIT anticaduta PER ARRESTO CADUTE 896
Conformità normativa: EN 355 e EN 361
Kit dal buon rapporto qualità / prezzo per la protezione della caduta. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, cordino con assorbitore di energia da 2 metri con 2 moschettoni chiusura a vite.


 
KIT anticaduta DI TRATTENUTA 897
Conformità normativa: EN 362 e EN 354
Soluzione ideale per la trattenuta, non indicato per l’arresto di cadute. Per la manutenzione dei tetti, piattaforme etc. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, cordino di trattenuta da 2 mt. con 2 moschettoni chiusura a vite.


 
KIT anticaduta POSIZIONAMENTO E ANTICADUTA PER L’EDILIZIA 898 
Conformità normativa: EN361, EN358, EN355
Il sistema più completo e versatile per molteplici situazioni.

Sistema di frenata ad attivazione rapida per arrestare la caduta in pochi cm. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale, dispositivo retrattile da 2,5 metri in fettuccia con 2 moschettoni chiusura a vite.


 
KIT anticaduta PER POSIZIONAMENTO E ANTICADUTA 899
Permette di lavorare a mani libere. Il kit comprende: imbracatura con attacco dorsale e sternale (tramite asole) e cintura di posizionamento, dispositivo retrattile da 2,5 metri in fettuccia con 2 moschettoni chiusura a vite, cordino di posizionamento regolabile con 2 moschettoni chiusura a vite.




Kit anticaduta professionale con zaino - Duraflex ad 2 punti di aggancio + Manyard ME86.
Miller Manyard elastico da 2 m con connettore a doppia leva in acciaio da 63 mm, rivestiti con TEFLON. Zainetto in omaggio.
Il kit Miller è un kit anticaduta multi-funzione, dalle elevate prestazioni, composto da un’imbracatura elastica DuraFlex a 2 punti di aggancio, con cordino Manyard con assorbitore di energia da 2 m e connettore per impalcatura. Articolo ideato per distendersi e seguire i movimenti del lavoratore, garantendo comfort e produttività.
Il Manyard elastico riduce i rischi di inciampare sul cordino.
Il rivestimento brevettato in TEFLON sui nastri DuraFlex e sul Manyard contribuisce a prolungare la durata di questo kit versatile e pratico.



Kit anticaduta Scorpion. Zainetto con: Scorpion e Duraflex MA 02 ad un punto d'aggancio dorsale. Ideale per lavorare ad altezze ridotte! Imbracatura elastica DuraFlex® con un punto di ancoraggio e dispositivo retrattile Scorpion a rapida attivazione (connettore girevole per impalcature e gancio a doppia leva). Rivestimento in TEFLON.

Kit anticaduta edilizia Miller Minilite. Dispositivo retrattile da 3,3 metri con moschettone. Imbracatura elastica Miller DuraFlex ad un punto di ancoraggio con rivestimento in TEFLON. Il kit è contenuto in una valigetta in plastica.

Alcune indicazioni riguardo all’uso di DPI Anticaduta:

1° chi utilizza i dispositivi deve essere specificatamente addestrato e informato sulle modalità di impiego e sui limiti entro i quali l’uso risulta sicuro: l’uso scorretto può determinare, in caso di caduta, gravi lesioni dell’operatore;

2° con l’impiego dell’ imbracatura di sicurezza è importante limitare la forza d’urto al termine di un’eventuale caduta a 6 kN (circa 600 kg). Vi è il rischio infatti che l’operatore subisca gravi lesioni al momento dell’arresto, anche senza urtare contro strutture. Per questo motivo è necessario limitare o annullare lo spazio di caduta, facendo in modo che la fune di collegamento dell’imbracatura al punto di ancoraggio sia più corta possibile;

3° per limitare, in caso di caduta, la forza d’urto sull’operatore entro i valori di sicurezza sopra indicati, devono essere utilizzati dispositivi di collegamento tra imbracatura del corpo e ancoraggio provvisti di dissipatori di energia. L’uso dei dissipatori di energia comporta l’allungamento degli spazi di arresto. Bisogna pertanto accertarsi che sotto il punto di lavoro esista uno spazio sufficiente e libero da ostacoli ( tirante d’aria);

4° il sistema di protezione deve permettere una caduta libera non superiore a 1,5 metri o a 4 metri in presenza di dissipatore di energia;

5° altro rischio per l’operatore in caso di caduta è rappresentato da possibili oscillazioni del corpo e urto contro strutture attigue (effetto pendolo)”.
Senza dimenticare che per un corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è necessario verificare le istruzioni del fabbricante.

E nella scelta del sistema anticaduta deve essere data priorità alla soluzione che garantisce il massimo grado di sicurezza. 

Procedura di valutazione per l’uso dei DPI anticaduta
Se ogni fase di lavoro è soggetta a valutazione del rischio, “quando si impiegano DPI, associati o meno ad altri sistemi di sicurezza contro le cadute, è opportuno seguire uno schema di valutazione che preveda diverse fasi”.

Fase di pianificazione preventiva dei lavori:
- “definire il lavoro da svolgere e individuare le aree di intervento;
- definire il numero di addetti strettamente necessari all’esecuzione del lavoro in quota;
- definire l’elenco dei materiali e attrezzature necessari per attuare l’intervento;
- definire il livello di mobilità necessaria all’operatore: lavoro in posizione fissa; necessità di movimento in un’area di raggio … ; necessità di movimento ampia, su tutta la copertura”.

Fase di progettazione esecutiva dei lavori:
- “individuare uno o più sistemi di ancoraggio, esistenti o da realizzare, che risultino accessibili in condizioni sicure per agganciare il sistema di trattenuta e l’imbracatura;
- scegliere il dispositivo di collegamento tra punto di ancoraggio e imbracatura dell’operatore;
- definire le modalità di accesso in quota e di aggancio dell’imbracatura al punto di ancoraggio evitando situazioni in cui l’operatore non risulti agganciato;
- prevedere eventuali camminamenti e le modalità di sollevamento – posizionamento in quota dei materiali e attrezzature necessari”. 

Fase di valutazione dei rischi residui
In questa fase è bene “valutare le conseguenze che si potrebbero verificare in seguito a caduta per:
- cedimento strutturale della copertura (in ogni punto dell’area di lavoro predefinita);
- caduta dell’operatore verso l’esterno della copertura (lungo il perimetro);
- caduta dell’operatore dentro aperture sulla copertura (lucernari)”.
E una valutazione di questi tipo “deve almeno considerare:
- se lo spazio sottostante la copertura, necessario per l’arresto dell’operatore in caso di caduta, sia effettivamente disponibile, cioè libero da strutture, impianti, ecc. che possono costituire un pericolo (tirante d’aria);
- se i dispositivi utilizzati garantiscono uno spazio di caduta ‘sicuro’;
- se l’insieme delle misure previste consente di evitare, in caso di caduta, ‘l’effetto pendolo’ con possibile urto contro altre strutture”.
Se emergono incongruenze e quindi rischi, “devono essere attuate misure integrative e correttive rispetto a quelle previste”.

Fase di valutazione della gestione delle emergenze 
In relazione alla valutazione dei rischi, deve essere predisposta anche “una procedura che preveda l’intervento di emergenza in aiuto del lavoratore rimasto sospeso al sistema di arresto caduta, che necessiti di assistenza da parte di altri lavoratori. E’ necessario quindi che nella squadra di lavoro vi sia la presenza di personale che possegga la capacità operativa di garantire l’intervento di emergenza”.
Se, come risultato della valutazione dei rischi, si ritiene che sia impossibile intervenire con risorse interne, “deve essere prevista un’apposita procedura per l’attivazione del soccorso pubblico”.

I DPI Anticaduta devono essere oggetto di adeguata manutenzione, riparazione e sostituzione ove necessario, secondo le modalità e periodicità fornite dal fabbricante. In ogni caso prima di ogni utilizzo tutti i dispositivi facenti parte del sistema anticaduta devono essere ispezionati attentamente al fine di verificarne l’efficienza e l'integrità.






RISCHIO PREVALENTE: i lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare al rischio di caduta dall’alto e ad altri gravi infortuni connessi alla specifica attività lavorativa. Pur valutando tutti i rischi specifici connessi alla attività (taglio, fuoco, proiezione di schegge, elettrocuzione, etc.), il “rischio costantemente presente resta la caduta dall’alto”;


RISCHIO da SOSPENSIONE: se la sospensione cosciente, prolungata e continuativa, nel dispositivo di presa del corpo collegato alle funi o sul seggiolino sospeso, può comportare un rischio per la salute dell’operatore (compressione dei vasi degli arti inferiori e conseguente disturbo del ritorno di sangue venoso), la sospensione inerte (a seguito di perdita di conoscenza) può invece indurre la cosiddetta “patologia causata dall’imbracatura”. Questa patologia consiste in un rapido peggioramento delle funzioni vitali in particolari condizioni fisiche e patologiche;


RISCHIO AMBIENTALE: l’attività generalmente si svolge in ambienti soggetti a rischi particolari, dati dalla conformazione del sito o dalla situazione contingente del luogo di lavoro; (caduta di oggetti o di parti di struttura dall’alto, scivolosità dei supporti, cedimenti strutturali, esposizione a scariche elettriche atmosferiche); rischi che possono risultare aggravati dalle condizioni meteorologiche.


RISCHI CONCORRENTI: la valutazione dei rischi deve tenere in considerazione l’eventuale esposizione a quei rischi di minor intensità, ma direttamente concorrenti all’innesco di una eventuale caduta (scarsa aderenza delle calzature, abbagliamento degli occhi, rapido raffreddamento o congelamento, riduzione di visibilità, colpo di calore o di sole, vertigini e/o disturbi dell’equilibrio).


Riguardo ai rischi da sospensione cosciente si dovrà valutare:
- l’utilizzazione di imbracature progettate e costruite appositamente per le posizioni in sospensione;
- l’effettuazione di più di una interruzione della posizione di sospensione, tramite pause di lavoro, scambio di mansioni tra gli operatori e cambi di posizione.
- il tempo di esposizione del singolo operatore (che non essere superiore alle otto ore giornaliere complessive, con turni di lavoro continuativi non superiori a quattro ore e con almeno due interruzioni per ogni turno di lavoro).


E' fondamentale ai fini del buon funzionamento di tutti i sistemi di prevenzione e di protezione contro la caduta dall’alto utilizzati nei lavori con funi:
- l’idoneità psico-fisica del lavoratore;
- l’informazione e la formazione adeguate e qualificate del lavoratore, in relazione alle operazioni previste;
- l’addestramento qualificato e ripetuto del lavoratore sulle tecniche operative, sulle manovre di salvataggio e sulle procedure di emergenza.















lunedì 2 gennaio 2023

Armadi Stoccaggio Bombole di Gas



ARMADI PER GAS COMPRESSI PER STOCCAGGIO ESTERNO
ARMADI PER GAS COMPRESSI PER STOCCAGGIO INTERNO


La UNI EN 12816:2011 prende in considerazione gli aspetti relativi a tutto il ciclo di vita della bombola, la fase di rottamazione, il riciclo dei materiali.



Le bombole di gas devono essere stoccate in modo conforme alle norme, risparmiando spazio ed in sicurezza in un deposito specifico per bombole di gas. Secondo le varianti possono essere stoccate fino a 48 bombole di gas.

I vantaggi:
  • Una soluzione tecnica ottimale
  • Aerazione grazie alle aperture di aerazione nella zona della porta e della parete
  • Versioni con protezione antincendio 
  • Porte a battenti chiudibili a chiave
  • Rivestimento superficiale di qualità

In un armadio per bombole di gas si possono contenere:
  • bombole di gas compresso
  • bombole di gas liquido e
  • bombole di gas propano
in sicurezza, affidabilità, conformità alla legge e comodità. La resistenza al fuoco di 30 oppure 90 minuti offre una protezione antincendio ottimale e una sicurezza elevatissima. Gli armadi per bombole di gas sono idonei per la collocazione all'interno e all'esterno e offrono protezione dagli influssi degli agenti atmosferici e dall'utilizzo da parte di persone non autorizzate. L'aerazione degli armadi per bombole di gas è assicurata da feritoie per l'aria nella zona della porta e della parete, oppure tramite pareti laterali forate.


Stoccaggio e deposito delle bombole   -   Cose da fare

  1. Le bombole  devono essere protette da ogni oggetto  che possa provocare tagli od altre abrasioni sulla superficie del metallo.
  2. I locali di deposito devono essere asciutti, freschi, ben ventilati e privi di sorgenti di calore, quali tubazioni di vapore, radiatori, ecc.
  3. I locali di deposito devono essere contraddistinti con il nome del gas posto in stoccaggio. Se in uno stesso deposito sono presenti gas diversi ma compatibili tra loro, le bombole devono essere raggruppate secondo il tipo di gas contenuto.
  4. È necessario altresì  evitare lo stoccaggio delle bombole in locali ove si trovino materiali combustili o sostanze infiammabili.
  5. Nei locali di deposito  devono essere tenute separate le bombole piene da quelle vuote, utilizzando adatti cartelli murali per contraddistinguere i rispettivi depositi di appartenenza.
  6. Nei locali di deposito le bombole devono essere tenute in posizione verticale ed assicurate alle pareti con catenelle od altro mezzo idoneo, per evitarne il ribaltamento, quando la forma del recipiente non sia già tale da garantirne la stabilità.
  7. I locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi (infiammabili, tossici, corrosivi)  devono essere sufficientemente isolati da altri locali o luoghi di lavoro e di passaggio ed adeguatamente separate le une dalle altre.
  8. I locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi  devono essere dotati di adeguati sistemi di ventilazione. Ove ciò non sia possibile, devono essere eseguiti frequenti controlli e misurazioni.
  9. Nei locali di deposito di bombole contenenti gas pericolosi e nocivi  devono essere affisse norme di sicurezza concernenti le operazioni  che si svolgono nel deposito (per esempio: movimentazione, trasporto, ecc.) evidenziando in modo particolare i divieti, i mezzi di protezione generali ed individuali da utilizzare e gli interventi di emergenza da adottare in caso di emergenza/incidente.
  10. Nei locali di deposito di bombole contenenti gas asfissianti, tossici ed irritanti deve essere tenuto in luogo adatto e noto al personale un adeguato numero di maschere respiratorie antigas e altri DPI da usarsi in caso di emergenza/incidente.
  11. Per l'eliminazione è necessario procedere con lo scarico del gas e con lo smontaggio del rubinetto come indicato nella norma stessa, che indica altresì le azioni necessarie per lo stoccaggio delle bombole.
Bombole trasportabili e ricaricabili per GPL Smaltimento la nuova norma specifica i metodi per lo scarico di gas e per lo smaltimento in sicurezza di bombole per il GPL ricaricabili, realizzate in acciaio, materiali compositi e alluminio, con capacità in acqua da 0,5 lt. fino a 150 lt. compresi. Fonte: UNI


Queste sono le istruzioni per il deposito di bombole di gas compresso nei magazzini:

- “separare i gruppi di bombole per tipo di gas e le bombole piene da quelle vuote segnalandone le caratteristiche con appositi cartelli visibili;
- vincolarle in posizione verticale;
- verificare periodicamente il buon funzionamento dei raccordi, delle valvole, dei tubi e dei cannelli, mantenendoli puliti;
- controllare periodicamente i mezzi di estinzione presenti;
- non fumare o usare fiamme libere”.

    Gamma GILET Alta Visibilità