(Il secondo peggiore piano è averne due o più).
Modalità di evacuazione (Il piano di evacuazione)
L’obiettivo principale di ogni piano di emergenza è quello della salvaguardia delle persone presenti e della loro evacuazione, quando necessaria.
Il piano di evacuazione è in pratica un “piano nel piano” che esplicita con gli opportuni dettagli tutte
le misure adottate (in fase preventiva e di progetto) e tutti i comportamenti da attuare (in fase di
emergenza) per garantire la completa evacuazione dell’edificio/struttura da parte di tutti i presenti.
Siano essi gli stessi titolari, i dipendenti, i clienti, i visitatori ecc.
Anch’esso deve essere elaborato tenendo conto del tipo di evento ipotizzato e delle caratteristiche
dell’azienda. Non è forse del tutto superfluo ricordare che la predisposizione del piano di evacuazione va
effettuata prevedendo di far uscire dal fabbricato tutti gli occupanti utilizzando le normali vie di esodo, senza pensare di impiegare soluzioni “personalizzate” tanto ingegnose quanto rocambolesche.
Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso
Una buona gestione dell’emergenza inizia anche con la corretta attivazione delle squadre di
soccorso. Pertanto è bene che, dopo aver individuato la figura (ed un suo alternato) che è incaricata
di diramare l’allarme, venga predisposto un apposito schema con le corrette modalità.
Una richiesta di soccorso deve contenere almeno questi dati:
· l’indirizzo dell’azienda e il numero di telefono;
· il tipo di emergenza in corso;
· persone coinvolte e feriti;
· reparto coinvolto;
· stadio dell’evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);
· altre indicazioni particolari (materiali convolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.);
· indicazioni sul percorso.
Collaborazione con i Vigili del Fuoco in caso di intervento
I momenti di emergenza sono proprio quelli nei quali le azioni che riescono meglio (e forse sono le
sole a riuscire) sono le azioni che abbiamo saputo rendere più “automatiche” e le azioni in cui
agiamo con maggiore destrezza perché siamo già abituati a svolgerle frequentemente nel “tempo di
pace”, cioè quello del lavoro ordinario quotidiano.
Durante lo stress ed il panico che accompagnano sempre un’emergenza, il rischio di farsi sopraffare
dall’evento è alquanto alto se non si provvede a rendere appunto “automatici” certi comportamenti e
certe procedure.
Le squadre del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sono addestrate ad operare in condizioni di
emergenza e pertanto sono semplicemente più abituate a prendere decisioni (...le più opportune e
corrette possibili, nel minor tempo possibile, con le risorse disponibili, ecc.) proprio nei momenti ad alto rischio di panico e di stress. Ed il loro addestramento non è ovviamente solo limitato a ciò che viene fatto nelle quattro mura di un aula o nelle manovre di simulazione ma deriva (purtroppo) dalla continua attività “sul-campo” che li tiene, in un certo senso, allenati.
Supponendo quindi che abbiate saputo gestire al meglio i primi immediati momenti dell’emergenza
proprio perché vi siete addestrati a fare quelle poche basilari operazioni che prevede il vostro piano,
al momento dell’arrivo dei Vigili del Fuoco i vostri compiti principali devono necessariamente
prendere un’altra direzione.
Il modo migliore per collaborare con i Vigili del Fuoco durante l’incendio è quello di mettere a
disposizione la vostra capacità ed esperienza lavorativa e la conoscenza dei luoghi, per svolgere
quei compiti che già siete abituati a fare perché li svolgete nell’attività di tutti i giorni.
Ad esempio, l’operatore del muletto montacarichi è senz’altro più utile (e spesso indispensabile)
svolgendo il suo compito per allontanare il materiale che non è ancora bruciato (operando ovviamente sotto lo stretto controllo delle squadre Vigili del Fuoco). La sua azione risulta così più efficace piuttosto di restare a continuare ad utilizzare i presidi antincendio anche dopo l’arrivo delle squadre dei vigili del fuoco. Allo stesso modo è molto meglio che il responsabile dell’Azienda si metta in contatto
immediatamente con il Responsabile Operazioni di Soccorso VV.F. per aiutarlo nel pianificare la
strategia generale di attacco all’incendio, fornendo tutte le indicazioni preziose al momento.
Valutazione del rischio
Per la costruzione di un piano di emergenza, una fase importantissima è quella iniziale di valutazione del rischio in azienda. Nel documento di valutazione dei rischi sono raccolte tutte le informazioni che permetteranno di strutturare senza grosse difficoltà il processo di pianificazione dell’emergenza.
Se la valutazione del rischio viene eseguita con precisione e completezza, anche la successiva
pianificazione dell’emergenza sarà di buona qualità.
Pianificazione
Per ottenere la più ampia possibilità di successo è necessario che nella pianificazione di emergenza
sia coinvolto tutto il personale dell’azienda.
Ciascuno, opportunamente guidato e stimolato può fornire idee, soluzioni che possono veramente
migliorare la qualità del piano d’emergenza e delle procedure inserite.
Quanto più le persone coinvolte “fanno proprio” il piano di emergenza, tanto più questo avrà
possibilità di successo nel momento in cui dovrà essere applicato in un incidente reale.
La valutazione dei rischi condotta in azienda evidenzia i possibili eventi che ci si può ragionevolmente aspettare. Dopo questa valutazione occorre stabilire quali di questi eventi presentano i maggiori rischi ed iniziare da questi a pianificare delle procedure di emergenza.
Si può partire schematizzando una griglia come quella riportata nella pagina seguente, dove
vengono indicati:
· il tipo di evento incidentale
· il reparto interessato
· la sequenza temporale di azioni da intraprendere
· le persone e i gruppi coinvolti
· i compiti che ogni singola persona o gruppo deve portare a termine.
Successivamente si realizzano delle schede più dettagliate delle azioni che ogni singola figura gruppo di persone deve intraprendere.
La scheda che riguarda ogni persona/gruppo deve essere veramente “una scheda”. Non ci si può
aspettare di avere una valida gestione dell’emergenza se per ricordarsi e capire che cosa fare le
persone devono perdere un quarto d’ora a studiarsi un manuale di procedure ultra particolareggiato.
Per un’evoluzione favorevole dell’evento incidentale occorre che ciascuno esegua quelle poche
fondamentali operazioni, nella giusta sequenza e soprattutto coordinate con le operazioni che stanno
eseguendo gli altri.
In emergenze di tipo più articolato, può essere necessario che la scheda faccia riferimento ad ulteriori “sotto-schede - procedure specifiche” come ad esempio quelle per mettere in sicurezza un impianto di processo oppore per attivare/disattivare determinati macchinari o attrezzature.
La cosa migliore è che dalle procedure particolareggiate per la disattivazione di un impianto,
l’arresto di un sistema, ecc., possano essere estrapolate quelle manovre essenziali per iniziare a
stabilizzare il problema. Poi si può con una certa calma fare il punto della situazione e procedere
con altre manovre.
L’addestramento, comunque, è il “collante” che tiene insieme questo complesso sistema di gestione
dell’emergenza. Senza l’aggiornamento continuo e la messa in pratica periodica, anche il piano più
semplice e le procedure meglio organizzate non avranno mai la giusta efficacia.
Dopo aver identificato ed elencato le persone/gruppi interessati dall’emergenza, si inizia a tracciare
una evoluzione dell’evento “fotografando” queste persone nei diversi momenti e si descrivono
brevemente “per titoli” le attività/operazioni che stanno svolgendo.
Schematizzando in questo modo, ci si può rendere conto immediatamente se qualcuno è “sovraccaricato” di compiti.
Inoltre è possibile determinare con immediatezza le interazioni tra le diverse figure. Questo
permette di rendersi immediatamente conto se il piano è realizzabile in quel modo o no.
Ad esempio, se si determina che una persona debba interagire con qualcuno che si trova da un’altra
parte dello stabilimento e non si prevede un adeguato sistema di comunicazioni, è ovvio che il piano
a quel punto si incepperà.
Dopo la schematizzazione che è il primo passo avanti nella pianificazione d’emergenza, si passa
alla realizzazione delle schede delle singole persone/gruppi.
Nelle singole schede, di seguito riportate a grandi linee come esempio, ci si può spingere in
descrizioni più dettagliate.
Le schede in genere sono riassuntive dei compiti della singola figura o gruppo. Dove necessario è
possibile inserire nelle schede il riferimento ad altre procedure specifiche oppure estrapolare i punti
chiave di tali procedure ed inserirli direttamente.