sabato 2 aprile 2022

Kit protettivi per fitofarmaci in agricoltura




Fitosanitari e Pesticidi: DPI per contrastare l'Assorbimento


E’ noto che la valutazione del rischio chimico si basa sulla misura della dose di prodotto assorbita dal lavoratore, e quindi su misure ambientali o biologiche condotte sul luogo di lavoro e sui lavoratori.


Tuttavia, in agricoltura non è realisticamente possibile effettuare una valutazione del rischio chimico tramite misurazioni dirette condotte in modo sistematico per la variabilità delle condizioni ambientali e dei compiti, la molteplicità della mansioni, i costi relativamente elevati e la scarsa rappresentatività delle analisi.


L'adozione di DPI per la protezione delle vie respiratorie, della cute, degli occhi, l'impiego dell'abbigliamento protettivo è in fase di crescita nel settore agricolo, in parallelo con la maggiore consapevolezza della necessità di tutelare la salute degli operatori che si riscontra nella società e nel mondo del lavoro in generale. Tuttavia, molti operatori adottano soluzioni poco efficaci. Bisogna infatti fornire un'efficace barriera alle sostanze comunemente usate in agricoltura, come 
fitofarmaci, fertilizzanti e prodotti chimici di vario genere.


A tale scopo è stato progettato e realizzato questo KIT specifico.

Kit protettivo BIZTEX® per irrorazione delle sostanze comunemente usate in agricoltura, come fitofarmaci, fertilizzanti e prodotti chimici di vario genere.
La confezione contiene:
  • 1 Semimaschera antigas EN140 + 2 filtri EN14367 EN143
  • 1 paio di Guanti EN374 EN388 cat. III Tg.9-1/2
  • 1 Occhiale maschera ventilato protezione chimica EN166 1B
  • 1 Tuta monouso ma riutilizzabile termosaldata tipo 4/5/6 XL EN 14605 TIPO 4 EN 13034 TIPO 6 EN ISO 13982 TIPO 5 EN 1149-5 EN 14126 EN 1073-2  



  





L’insorgenza di tumori può essere provocata da fattori ereditari, che non possono essere modificati e da fattori ambientali e comportamentali, che sono potenzialmente modificabili e controllabili. E si stima che all’insieme dei fattori ambientali e comportamentali sia attribuibile circa l’80 - 90% di tutti i tumori che insorgono nella popolazione generale.

E se con il termine cancerogeno s’identifica “la capacità di un agente di indurre o di promuovere tumori, cioè di favorire il processo di cancerogenesi nei diversi stadi del suo sviluppo”, con il termine agenti cancerogeni occupazionali si definiscono “quegli agenti e circostanze di esposizione risultati associati all’ insorgenza di tumori in studi epidemiologici che hanno esaminato gruppi di lavoratori esposti per motivi lavorativi, oppure in adeguati studi a lungo termine con animali da esperimento, anche se le prove risultanti dagli studi epidemiologici sono limitate”.

Le sostanze chimiche impiegate nel settore cerealicolo possono causare effetti acuti o cronici.

Effetti ACUTI
Gli effetti acuti, che compaiono a breve distanza dall’esposizione, possono essere di vario tipo, comprendendo irritazioni cutanee e oculari, cefalea, nausea, vomito, diarrea, disturbi dell’equilibrio, tremori, fino a gravi perdite di coscienza (e decesso in caso di dosi molto elevate). 

Effetti CRONICI
Gli effetti cronici possono, ad esempio, comprendere “polinevriti periferiche da organofosforici, nefropatie da dicloroetano”. Si sospetta “che l’esposizione a pesticidi possa aumentare la frequenza di malattia di Parkinson, sebbene ulteriori ricerche siano necessarie per confermare questa ipotesi e per individuare quali principi attivi siano responsabili di questo effetto. Altri effetti dovuti alla esposizione ai fitofarmaci comprendono disturbi del sistema immunitario sotto forma sia di allergie che di immuno-soppressione. Vi sono inoltre forti sospetti che alcuni composti siano cancerogeni e dannosi per la riproduzione”.

In relazione ai fitosanitari occorre ricordare, ad esempio, che prima delle fasi di lavorazione che comprendono l’uso dei prodotti chimici sarà necessario valutare l’entità del rischio, procedere alla acquisizione di tutte le informazioni necessarie, comprendenti la lista completa dei prodotti utilizzati e dei loro quantitativi, le schede di sicurezza e l’etichettatura dei singoli prodotti, l’individuazione dei principi attivi dei fitofarmaci, con le loro caratteristiche chimiche ed il profilo tossicologico (tipo di tossicità e valori limite di esposizione da non superare). La classificazione dei prodotti in carico alle singole aziende va effettuata considerando le diverse tipologie di fitofarmaci che più frequentemente vengono impiegati. Sono da valutare e considerare anche i tempi di esposizione, con riferimento anche ai monitoraggi ambientali e biologici.

Le sostanze chimiche possono penetrare nell’organismo attraverso la via respiratoria, cutanea e digerente, è fondamentale l’impiego di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per impedire il passaggio delle sostanze attraverso queste tre vie. 

E’ quindi importante l'uso scrupoloso dei dispositivi di protezione individuale sia durante la preparazione della miscela che durante la distribuzione del prodotto: occhiali o visiera, maschere e filtri adeguati al contaminante, tuta, guanti in neoprene, nitrile, pvc o pva in relazione al tipo di contaminante, sovrascarpe, stivali o calzature antinfortunistici. L’uso della tuta è fondamentale in quanto la contaminazione cutanea è una delle principali vie di assorbimento delle sostanze. Tuttavia la tuta in cotone non offre alcuna barriera alla penetrazione e perciò sono necessari degli specifici indumenti barriera (minimo categoria 3 tipo 4 - 5 - 6 protezione NBC), Queste tute proteggono i lavoratori da materiali pericolosi durante la manipolazione di sostanze chimiche conosciute.



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