domenica 22 febbraio 2015

Rischio Chimico e Biologico negli impianti di termovalorizzazione e di incenerimento









È ormai di palese evidenza che il verificarsi di un infortunio sul lavoro può comportare l’apertura di un’indagine penale a carico delle figure chiave garanti della sicurezza aziendale: datori di lavoro, responsabili del servizio di prevenzione e protezione, dirigenti, preposti. Tutto l’organigramma può essere coinvolto a livello processuale, inclusi i lavoratori che rispondono penalmente se una loro condotta negligente causa lesioni a terzi.


Il trattamento sanzionatorio riservato a coloro che, in azienda, vengono meno agli obblighi normativi, non assicurando adeguati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro, si è molto inasprito negli ultimi anni (come testimoniato dalle più recenti sentenze della giurisprudenza penale). Un incidente sul lavoro può pertanto oggi rappresentare un evento altamente critico per l’organizzazione aziendale: circostanza che impone alle imprese di ripensare e rafforzare il proprio sistema di prevenzione degli infortuni.
Sono molte le situazioni potenzialmente dannose per la salute degli addetti alla conduzione e all’esercizio, all’esecuzione delle operazioni, alla manutenzione di macchine e impianti, a verifiche e controlli nelle attività di trattamento di Rifiuti Solidi Urbani (RSU) tramite incenerimento ed eventuale termovalorizzazione.


Un impatto sulla salute di questi operatori può dipendere ad esempio dalla presenza di agenti chimici, agenti biologici, agenti fisici (dovuti all’impiego di mezzi, macchine, impianti ed attrezzature o ad alcune tipologie di rifiuti), fattori ergonomici legati alle postazioni di lavoro.


Per favorire un’efficace tutela della salute di questi lavoratori possiamo fare riferimento ad un documento, già presentato da PuntoSicuro, prodotto dalla Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp) dell’ Inail e dal titolo “ La sicurezza per gli operatori degli impianti di termovalorizzazione e di incenerimento”.


Con riferimento alle diverse misure organizzative e tecniche per la tutela della salute degli operatori, il documento dedica molto spazio alla qualità dell’aria.


A livello generale si indica che il contenimento dello sviluppo di sostanze odorigene fastidiose, “connesse per lo più alla presenza di materiale organico putrescibile può essere attuato mediante:
- confinamento delle aree di stoccaggio e minimizzazione del tempo di stazionamento dei rifiuti in fossa non superiore alla settimana.


Qualora non sia possibile contenere la durata dello stoccaggio, adottare sistemi di deposito refrigerati;
- aspirazione dell’aria dalla fossa rifiuti con invio alla camera di combustione;
- in caso di fermata completa dell’impianto è necessario prevedere un sistema di ventilazione ausiliario da utilizzare nel caso di fermate di breve durata; nel caso di fermo totale dell’impianto di lunga durata, ad esempio superiore ad una settimana, provvedere allo svuotamento della fossa ed alla successiva pulizia e bonifica;
- per i rifiuti putrescibili (RU, fanghi, scarti animali, ecc.) prevedere la possibilità di avviarli ad un trattamento tempestivo con insufflamento di aria a salvaguardia da fenomeni di anaerobiosi o clorazione delle acque di risulta da fanghi;
- la movimentazione di rifiuti odorigeni deve essere condotta preferenzialmente mediante sistemi chiusi, sottoposti a regolare pulizia ed eventuali disinfezione”.


E in ogni caso per gli ambienti destinati allo stazionamento del personale (cabine di automezzi, sale controllo, uffici, spogliatoi) è necessario “prevedere misure tecniche (impianti di ventilazione, sistemi di filtrazione, ventilazione forzata in sovrappressione, ecc.)”.


Veniamo alla qualità dell’aria in relazione agli agenti chimici contenuti.


Riguardo agli agenti chimici il contenimento della dispersione di polveri e delle sostanze volatili “inizia da un’accurata progettazione dell’impianto, della quantità di residui prodotti e delle modalità di gestione”.


Ricordando che l’inalazione di agenti chimici gassosi (emessi anche da serbatoi aperti, aree di stoccaggio, automezzi in carico/scarico, tubazioni e condotte, locali chiusi, …) può provocare patologie anche gravi, si offrono le seguenti indicazioni:
- “durante la fase di esercizio, prevedere il controllo di possibili fonti di emissione diffuse o fuggitive, di polveri e odori e le azioni correttive al verificarsi di situazioni non previste in fase di progettazione;
- la manipolazione dei reagenti chimici (ad esempio destinati al trattamento dei fumi) deve avvenire secondo le indicazioni contenute nelle schede di sicurezza, le quali devono essere aggiornate secondo quanto previsto dai regolamenti CLP e REACH;
- gli impianti di incenerimento e di coincenerimento devono essere dotati di un sistema automatico che impedisca l’alimentazione di rifiuti nei casi di anomalia;
- la normativa vigente (D.Lgs.133/05 - art. 8 comma 5) prevede che ciascuna linea dell’impianto di incenerimento deve essere dotata di almeno un bruciatore ausiliario da utilizzare, nelle fasi di avviamento e di arresto dell’impianto, per garantire l’innalzamento ed il mantenimento della temperatura minima stabilita durante tali operazioni e fintantoché vi siano rifiuti nella camera di combustione;
- predisporre ed attuare un piano di verifiche di funzionalità sia per l’elettroventilatore principale sia per quello di emergenza;
- l’abbattimento dei vapori di mercurio deve essere previsto già in fase di progettazione mediante l’adozione di sistemi di monitoraggio in continuo;
- prevedere durante l’esercizio, il controllo dei valori di incombusti nelle scorie con riferimento ai limiti cogenti;
- predisporre contenitori stagni per la raccolta dei liquidi di lavaggio degli impianti di trattamento fumi;
- prevedere una corretta chiusura dei sacchi;
- prevedere dispositivi di captazione nei punti di raccordo e tunnel di segregazione per contenere la dispersione di polveri e agenti chimici”.


Questi alcuni elementi di attenzione per il contenimento delle polveri:
- “evitare, ove possibile, stoccaggi a cielo aperto; prevedere la copertura di recipienti e contenitori aperti;
- pulizia periodica dei locali produttivi, di strade e piazzali, nel caso di contaminazione mediante macchinari ‘ad umido’ e/o con sistemi aspiranti;
- ogni fase della movimentazione di materiale pulverulenti deve avvenire in sistemi chiusi e automatizzati o provvisti di nebulizzazione: può essere utile predisporre idonei sistemi di segregazione e contenimento delle zone di stoccaggio e dei nastri trasportatori, nonché l’utilizzo di aspirazione localizzata nei punti di scarico dell’impianto e in prossimità dei nastri trasportatori;
- eseguire la movimentazione, il carico e lo scarico di materiali pulverulenti mediante trasportatori chiusi, pneumatici, sottoposti a regolare verifica di funzionamento;
- impiego di soluzioni leganti per l’agglomerazione delle polveri mediante spruzzatori e di sistemi frangivento;
- prevedere la raccolta degli sfiati e l’abbattimento degli inquinanti (polveri, aeriformi);
- nello stoccaggio delle scorie utilizzare aree compartimentate e umidificate: in ogni caso, garantire le aree di rispetto durante lo scarico, le distanze di sicurezza e le limitazioni di accesso;
- lo scarico, il carico e la movimentazione dei rifiuti devono essere affidati a personale specificamente formato, il quale deve eseguire le operazioni con finestrini chiusi in una cabina con climatizzazione e filtrazione dell’aria adeguata e funzionante”.


In merito poi al contenimento di composti organici volatili (COV):
- “prevedere sistemi di sfiato controllato e di raccolta degli stessi;
- stoccaggio di solidi in condizioni tali da mantenere la temperatura prossima a quella ambiente (ad esempio evitare gli effetti della radiazione solare);
- nello stoccaggio di liquidi a pressione atmosferica prevedere: controllo di temperatura; adeguati sistemi di isolamento; eventuali trattamenti specifici (adsorbimento, condensazione) sulle emissioni”.


Alcune indicazioni in relazione agli agenti biologici presenti nell’aria. Infatti i microrganismi “possono essere trasportati in aria dalla polvere ed inalati, provocando nell’uomo allergie ed affezioni respiratorie”.


Il documento ricorda che “negli uffici di ricezione e pesa, solitamente ubicati in gabbiotti prefabbricati, sarebbe preferibile mantenere porte e finestre chiuse per evitare l’entrata della polvere, potenzialmente contaminata da microrganismi trasportati dai mezzi con i rifiuti oltreché dei gas di scarico dei mezzi stessi. In generale, la compartimentazione degli ambienti ed il conseguente isolamento sono di fondamentale importanza per garantire la salubrità dell’aria, nel caso della cabina dell’ operatore del carroponte deve essere prevista anche la climatizzazione con sistema di filtrazione e/o separazione rispetto all’aria che potrebbe provenire dalla fossa rifiuti”.


Altre misure possibili:
- è raccomandabile “situare gli uffici amministrativi o, comunque, destinati al personale non direttamente coinvolto nel processo, in aree separate e distanti dagli ambienti operativi”;
- “la creazione di zone filtro prima degli accessi a sale controllo, uffici e spogliatoi e la netta compartimentazione e climatizzazione con captazione dell’aria in ingresso da posizione sicura, degli ambienti riducono la diffusione della contaminazione dovuta ad agenti microbiologici”;
- “laddove la movimentazione dei rifiuti avvenga con nastri trasportatori, questi dovrebbero essere dotati, nei tratti di raccordo, di dispositivi di captazione di polveri e di tunnel di segregazione al fine di limitare la dispersione di polveri, la perdita di materiali ed il peggioramento dello stato di pulizia degli ambienti”;
- “i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono essere introdotti direttamente nel forno di incenerimento senza mescolamento con altre categorie di rifiuti e senza manipolazione diretta”.


Alcune indicazioni relative alle nanoparticelle.


La prevenzione può essere supportata mediante un Piano di Monitoraggio e Controllo che preveda “la caratterizzazione chimica delle emissioni in termini granulometrici e di contaminazione da metalli pesanti, particolato secondario e microinquinanti organici”. Tuttavia le tecniche di rimozione delle frazioni ultrafini e delle nanopolveri, “seppur ampiamente descritte da modelli teorici di captazione, non sono ancora consolidate. Molteplici sforzi per l’aumento dell’efficienza di captazione e rimozione sono basati su configurazioni combinate e/o sulle modalità di esercizio. Allo stato delle conoscenze è possibile affermare che, per le frazioni ultrafini e le nanopolveri, sia i depolveratori elettrostatici sia i filtri a tessuto mantengono elevate capacità di cattura”.



INAIL - Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp), “ La sicurezza per gli operatori degli impianti di termovalorizzazione e di incenerimento”, autori: Annalisa Guercio, Paolo Fioretti, Biagio Principe e Patrizia Santucciu, settembre 2013 (formato PDF, 2.52 MB).



PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO


"Il peggiore piano di emergenza è non avere nessun piano. Il secondo peggiore piano è averne due". Gianmario Gnecchi (Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Bergamo).









Procedure da adottare in caso di incendio, (documento a cura del C.T.A. Gianmario Gnecchi - Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Bergamo), Supporti Didattici per lo svolgimento dell’attività formativa alle Aziende da parte dei Comandi Provinciali, documento pubblicato dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.


E' importante non solo che il piano di emergenza sia stato elaborato, ma anche che sia chiaro e ben strutturato per “consentire la migliore gestione possibile degli scenari incidentali ipotizzati, determinando una o più sequenze di azioni che sono ritenute le più idonee per avere i risultati che ci si prefigge al fine di controllare le conseguenze di un incidente”.




PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO


Il piano di emergenza in caso di incendio
Che cosa è un piano di emergenza
Procedure da adottare quando si scopre un incendio
Procedure da adottare in caso di allarme
Modalità di evacuazione (Il piano di evacuazione)
Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso
Collaborazione con i Vigili del Fuoco in caso di intervento
Esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative
Esempi applicativi (Ospedali, Scuole, Albergo)


Procedure generali da adottare in caso di allarme:


- “mantenere la calma (la conoscenza approfondita delle procedure aiuta molto in questo senso, così come l’addestramento periodico che aiuta a prendere confidenza con le operazioni da intraprendere);
- attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza;
- evitare di trasmettere il panico ad altre persone;
- prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell’intento;
- allontanarsi immediatamente, secondo procedure (ad esempio in un’azienda può essere necessario mettere in sicurezza gli impianti di processo; oppure in una scuola può essere necessario che il docente prenda con sé il registro della classe per poter effettuare le verifiche sull’avvenuta evacuazione di tutti gli alunni);
- non rientrare nell’edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità”.


Procedure da adottare quando si scopre un incendio che sono comuni alle diverse situazioni dei luoghi e degli eventi incidentali:


- “comportarsi secondo le procedure pre-stabilite (ove esistono);
- se si tratta di un principio di incendio valutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l’incendio con i mezzi a portata di mano;
- non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi;
- dare immediatamente l’allarme”;
- “intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc.;
- limitare la propagazione del fumo e dell’incendio chiudendo le porte di accesso/ compartimenti;
- iniziare l’opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura alle proprie spalle e con l’assistenza di altre persone;
- accertarsi che l’edificio venga evacuato;
- se non si riesce a mettere sotto controllo l’incendio in breve tempo, portarsi all’esterno dell’edificio e dare le adeguate indicazioni alle squadre dei Vigili del Fuoco”.


La stesura del piano di emergenza consente di raggiungere diversi obiettivi, ad esempio:


- “raccogliere in un documento organico e ben strutturato quelle informazioni che non è possibile ottenere facilmente durante l’emergenza;
- fornire una serie di linee-guida comportamentali e procedurali che siano il “distillato” dell’esperienza di tutti i componenti dell’Azienda e rappresentano pertanto le migliori azioni da intraprendere;
- disporre di uno strumento per sperimentare la simulazione dell’emergenza e promuovere organicamente l’attività di addestramento aziendale”.


Le procedure sono la rappresentazione delle linee-guida comportamentali ed operative che “scandiscono” i vari momenti dell’emergenza. E le Procedure Operative Standard forniscono un valido insieme di direttive attraverso le quali il “personale può operare efficacemente, efficientemente e con maggiore sicurezza”. Infatti “in mancanza di appropriate procedure un incidente diventa caotico, causando confusione ed incomprensione ed aumentando il rischio di infortuni”.


Il contenuto del piano di emergenza deve inoltre soffermarsi su alcune persone o gruppi chiave, come gli addetti al reparto, al processo di lavorazione, ecc., dei quali il piano deve descrivere il comportamento, le azioni da intraprendere e quelle da non fare. Al verificarsi dell’emergenza, comunque, possono facilmente trovarsi coinvolte anche persone di altri reparti o presenti in azienda come i clienti, i visitatori, i dipendenti di altre società di manutenzione ect. 
Il piano deve "prendersi cura" anche di questi. 


Inoltre, nel momento in cui l’emergenza può riguardare anche le aree esterne all’azienda o comunque altre Organizzazioni o Servizi la cui attività è in qualche modo correlata, il piano di emergenza deve prevedere cosa fare anche per queste persone e/o organizzazioni.


Gianmario Gnecchi (Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Bergamo).















Segnali Stradali luminosi con impianto fotovoltaico

La segnaletica per attraversamento pedonale sicuro, il pedestrian alert o pedestrian save sono sistemi di sicurezza per passaggi pedonali. Vengono utilizzati dove c’è un elevato flusso di pedoni, quindi in prossimità delle scuole, dei centri commerciali, dei parchi, delle stazioni ect.




Figura 1

Figura 2


1° SOLUZIONE
IMPIANTO LUMINOSO CON LAMPEGGIANTI Ø mm 100 
NON OMOLOGATI - con caratteristiche come riportato figura 1


2° SOLUZIONE
IMPIANTO LUMINOSO CON ECOSOLAR DOPPIO 
(lampeggianti Ø mm 200 OMOLOGATI) - con caratteristiche come riportato figura 2



I cartelli stradali o i dispositivi luminosi che avvertono l’automobilista della presenza del sistema elettrico di rilevamento, in quanto preventiva segnalazione in «loco» dei sistemi elettronici, costituisce un obbligo specifico per gli organi di polizia stradale anche a tutela della sicurezza degli utenti della strada. 

I dispositivi e segnali luminosi devono essere installati con adeguato anticipo rispetto al luogo dove viene effettuato il rilevamento della velocità in modo da garantirne il tempestivo avvistamento da parte dell’utente.

«la pubblica amministrazione proprietaria della strada è tenuta a dare idonea informazione, con l’apposizione “in loco” di cartelli indicanti la presenza di “autovelox” dell’installazione e della conseguente utilizzazione dei dispositivi di rilevamento elettronico della velocità, configurandosi, in difetto, l’illegittimità del relativo verbale di contestazione.


Richiedi un Preventivo


Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. La nozione di rischio implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno.


Il pericolo è una proprietà intrinseca (della situazione, oggetto, sostanza, ecc.) non legata a fattori esterni; è una situazione, oggetto, sostanza, etc. che per le sue proprietà o caratteristiche ha la capacità di causare un danno alle persone.





Come comportarsi nelle situazioni di Emergenza





Esempi di procedure da adottare nelle situazioni di emergenza nelle aziende


“Scheda PE003 - Procedura per l’intervento su un principio di incendio”.


La scheda indica che “chiunque individui un principio d’incendio o rilevi qualche altro fatto anomalo che possa far presumere un’imminente situazione di pericolo (presenza di fumo, scoppi, incendio, ecc.), in attesa dell’intervento degli addetti, e qualora ne abbia avuto sufficiente addestramento, può cercare di spegnere le fiamme con gli estintori ubicati ai piani, seguendo comunque attentamente le norme per il loro utilizzo”.


Inoltre il personale non compreso nei quadri degli “ Addetti alla gestione delle emergenze”, può “attivarsi per tentare un intervento per il contenimento e la riduzione del pericolo, purché si reputi in grado di affrontare l’emergenza senza mettere a rischio la propria ed altrui incolumità”.

È riportato l’esempio dell’incendio di un cestino.

In questo caso le metodologie di intervento sono essenzialmente due:

- fuoriuscita di fumo: estrarre le carte parzialmente accese spegnendo il tutto con i piedi;
- presenza di fiamme: domare le fiamme con acqua, utilizzando ad esempio una bottiglia, oppure utilizzare un estintore a polvere puntando il getto estinguente alla base delle fiamme facendo in modo di non rovesciare il cestino con conseguente rischio di propagazione dell’incendio”.
Nella scheda che vi invitiamo a visionare è presente una sequenza fotografica sull’ uso dell’estintore per lo spegnimento del principio di incendio.

Scheda relativa alle procedure di evacuazione a seguito di un’emergenza.


“Scheda PE004 - Misure comportamentali da tenere in caso di allarme evacuazione” vengono date ai lavoratori queste indicazioni da seguire alla diramazione dell’ allarme evacuazione:

- “mantenere la calma;
- interrompere immediatamente ogni attività;
- lasciare il proprio posto di lavoro curando di mettere tutte le attrezzature in uso in condizione di sicurezza fermando i macchinari, sconnettendo l’energia elettrica e sezionando gli impianti di alimentazione di eventuali combustibili (gas metano);
- allontanarsi ordinatamente dai locali avendo cura di chiudere, non a chiave, le finestre e le porte degli ambienti di lavoro, dopo aver accertato che questi siano stati completamente evacuati;
- non usare in alcun caso ascensori e montacarichi;
- abbandonare la zona senza indugi, ordinatamente e con calma (senza correre), e senza creare allarmismi e confusione, non spingere, non gridare;
- seguire il percorso di fuga, contrassegnato da apposita segnaletica (pittogramma bianco su fondo verde), e dirigersi verso la più vicina uscita di sicurezza;
- non portare al seguito ombrelli, bastoni, borse o pacchi voluminosi, ingombranti, pesanti e che possano costituire intralcio;
- non tornare indietro per nessun motivo;
- non ostruire gli accessi permanendo in prossimità di questi dopo l’uscita;
- recarsi ordinatamente, presso i punti di raccolta, facilitare la conta di tutti i presenti e attenersi alle eventuali ulteriori istruzioni;
- rimanere nel punto di raccolta fino al cessato allarme”.

“Scheda PE005 - Misure comportamentali da tenere in caso di emergenze varie”.


Nella scheda sono riportate indicazioni sulle misure comportamentali da tenere in caso di incendio e/o esplosione, di terremoto, di incidente o di persone in preda a crisi.


Incendio e/o esplosione

Se l’incendio si sviluppa all’interno di un ambiente la scheda indica di:
- “mantenere la calma e dare l’allarme;
- uscire subito chiudendo la porta.
Se l’incendio si sviluppa all’esterno dell’ambiente e il fumo rende impraticabili scale e corridoi: - chiudere bene la porta;
- se possibile sigillare tutte le fessure con panni bagnati;
- aprire la finestra e chiedere aiuto.
Se il fumo rende irrespirabile l’aria:
- respirare attraverso un fazzoletto bagnato, e camminare tenendosi curvi o, se necessario, strisciare sul pavimento”.

Terremoto

Due indicazioni generali:
- “evitare di scendere le scale e di uscire su i balconi;
- ripararsi sotto tavoli o mobili.

Se ci si trova in un luogo chiuso:

- mantenere la calma;
- non precipitarsi fuori;
- restare nel locale e ripararsi vicino ai muri portanti o sotto i tavoli e banchi;
- allontanarsi da finestre, porte vetrate o armadi;
- in seguito al terremoto, all’ ordine di evacuazione, abbandonare l’edificio senza usare l’ascensore e raggiungere il punto di raccolta esterno assegnato.

Se ci si trova all’aperto:

- allontanarsi dai lampioni, edifici, alberi e linee elettriche aeree;
- trovare un posto sicuro in cui non ci sia pericolo di essere investiti da materiali;
- non avvicinarsi ad animali spaventati;
- recarsi al punto di raccolta e attendere eventuali soccorsi”.

Incidente e/o persone in preda a crisi

In questo caso:
- “mantenere la calma e dare l’allarme;
- contattare immediatamente il posto di chiamata” (...) al fine di “far intervenire gli addetti al primo soccorso e il pronto soccorso dall’esterno – 118”.


Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Scheda PE003 - Procedura per l’intervento su un principio di incendio, scheda a cura dell’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione (USPP) dell’Università degli Studi di Roma (formato PDF, 142 kB).


Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Scheda PE004 - Misure comportamentali da tenere in caso di allarme evacuazione, scheda a cura dell’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione (USPP) dell’Università degli Studi di Roma (formato PDF, 100 kB).


Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Scheda PE005 - Misure comportamentali da tenere in caso di emergenze varie, scheda a cura dell’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione (USPP) dell’Università degli Studi di Roma (formato PDF, 100 kB).











venerdì 6 febbraio 2015

Colonnine segnapercorso guidafila o separacode design elegante

Modulabili grazie a 3 scanalature che possono accogliere i nastri in 3 direzioni diverse. Barriere su paletto per:
1° una circolazione fluida
2° delimitare gli accessi
3° regolare il flusso delle persone.











Colonnina Colore CROMO linea affusolata particolarmente elegante Colore Cromo + Nastro
TDV40
La colonnina di delimitazione guidafila e separacoda é realizzata in acciaio inox satinato con un nastro retrattile di lunghezza 2,1 metri inserito all'interno dell'estremità superiore semisferica. Ogni colonnina é dotata di 4 agganci per il nastro. Caratterizzata da un design elegante e pulito, resistente, di elevata qualitá, è utilizzabile sia all'interno che all'esterno. Nella parte superiore si può inserire una cornice portamessaggi informativi per una efficace comunicazione.
Nastro fornibile nei seguenti colori: Nero, Grigio, Blu, Rosso


Colonnina Colore NERO linea affusolata particolarmente elegante Colore Nero + Nastro
TDV41

La colonnina di delimitazione guidafila e separacoda é realizzata in acciaio inox satinato nero con un nastro retrattile di lunghezza 2,1 metri inserito all'interno dell'estremità superiore semisferica. Ogni colonnina é dotata di 4 agganci per il nastro. Caratterizzata da un design elegante e pulito, resistente, di elevata qualitá, è utilizzabile sia all'interno che all'esterno. Nella parte superiore si può inserire una cornice portamessaggi informativi per una efficace comunicazione.
Nastro fornibile nei seguenti colori: Nero


Le colonnine segnapercorso guidafila o separacode sono utilizzate in zone affollate e proprio in questo tipo di situazioni, a volte disorientanti e stressanti, le persone hanno bisogno di informazioni aggiuntive. All'estremità superiore della colonnina è posizionabile una cornice portamessaggi o portainformazioni: il modo più strategico, pratico e utile per comunicare.


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Gamma GILET Alta Visibilità