Esiste una gamma completa di soluzioni per minimizzare il rischio di contagio in caso di contatto con individui veicolanti microorganismi batterici e virali, incluso il recente agente patogeno della febbre emorragica (virus Ebola).
Le linee guida per la prevenzione dalla malattia sono disponibili sul sito dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (WHO)
Di seguito alcune fondamentali indicazioni:
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE E OCCHI
A seconda del tipo di esposizione, e del conseguente rischio di contagio, proponiamo varie soluzioni protettive:
· Rischio elevato: maschera pieno facciale (Fattore di Protezione Nominale 2000 x TLV), con filtri P3. La massima protezione combinata per vie respiratorie e occhi. Es. maschera pieno facciale con filtri P3
· Rischio intermedio (es. esposizione al rischio più indiretta): facciale filtrante FFP2 o FFP3, a conchiglia o pieghevole, abbinato ad occhiali a mascherina antiappannanti, o visiera integrale.
PROTEZIONE CORPO
Tute monouso con certificazione per rischio biologico norme EN 14065; EN 13034; EN ISO 13982-1; EN 1149-1; norme EN14126; EN 1073-2;
PROTEZIONE MANI
Guanti in nitrile con certificazione EN 374-2, DPI di 3° categoria con certificazione per rischio biologico e per protezione da microorganismi.
Il nostro ufficio tecnico è a vostra disposizione per fornire ulteriori dettagli e, nel frattempo, alleghiamo a titolo esemplificativo la descrizione dei DPI necessari:
Tuta intera con cappuccio antistatica versione certificata tipo 4/5/6
categoria 3 tipo 4 - 5 - 6 protezione NBC
protezione Chimica a norme CE EN 368
protezione Nucleare a norme CE EN 1073-2
protezione Biologica a norme CE EN 14126
Proprietà Antistatiche norme EN 1149
Riepilogo norme EN 1073-2; EN14126; EN 1149-1; EN 14065; EN 13034; EN ISO 13982-1;
Camice da laboratorio o da ispezione versione certificato Tipo 4/5/6
categoria 3 tipo 4 - 5 - 6 protezione NBC
Protezione Chimica norme EN 14605 tipo 4-b
Protezione Biologica secondo la norma EN14126
Protezione Nucleare secondo la norma EN 1073-2
Proprietà Antistatiche norme EN 1149
Certificatazione Tipo 5,6, EN 13034, EN ISO 13982.
Occhiali a maschera lente Policarbonato versione
norme EN166 3 4 5 9 BT 2C-1.2
trattamento anti appannamento e antigraffio
Visiera policarbonato incolore per semicalotta versione
trattamento anti appannamento e antigraffio
Visiera policarbonato incolore per semicalotta versione
norme E166 2C-1.2 1 AT 8 9
Semicalotta per VISIERE bardatura + cremagliera
Sovrascarpe suola antiscivolo colore bianco
Calzari suola antiscivolo colore bianco
tessuto conforme a EN14126-protezione biologica
tessuto conforme a EN1149-1 protezione antistatica
Maschera antigas con schermo
Filtro A1-B1-E1-K1-P3 RD polivalente combinato o P3 RD
Respiratore FF P2 NR D con o senza Valvola
Respiratore FF P3 NR D con o senza Valvola
Semicalotta per VISIERE bardatura + cremagliera
Sovrascarpe suola antiscivolo colore bianco
Calzari suola antiscivolo colore bianco
tessuto conforme a EN14126-protezione biologica
tessuto conforme a EN1149-1 protezione antistatica
Maschera antigas con schermo
Filtro A1-B1-E1-K1-P3 RD polivalente combinato o P3 RD
Respiratore FF P2 NR D con o senza Valvola
Respiratore FF P3 NR D con o senza Valvola
Link utili:
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)
Centro americano per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC)
Per lungo tempo il rischio biologico in ambito lavorativo è stato considerato soprattutto come rischio infettivo per quei gruppi di lavoratori esposti a microorganismi in ambito sanitario e per quelli a rischio di contrarre
zoonosi (veterinari, agricoltori ect.). Oggi ci troviamo di fronte ad altri pericoli.
Come agisce il virus
L’infezione virale scatena una reazione immunitaria eccessiva, che finisce per costituire essa stessa la causa della malattia. Una volta nell’ospite, il virus infetta macrofagi, cellule spesso considerate gli 'spazzini' del corpo umano, e monociti, un tipo di globuli bianchi, e stimola il rilascio dicitochine proinfiammatorie, come l’interleuchina 6, che contribuiscono alla proliferazione di alcune cellule coinvolte nei processi infiammatori e immunitari dell'organismo.
Queste molecole promuovono vari fenomeni correlati alle manifestazioni emorragiche, come l’aumento di permeabilità del rivestimento dei vasi sanguigni. Contemporaneamente, le proteine virali VP35 e VP24 inibiscono l’azione del 'sistema Interferon' (IFN), un insieme di proteine secrete dalle cellule infette da virus che induce nelle cellule adiacenti una resistenza all’infezione virale.
Tra gli obblighi segnalati all’articolo 18 del D.Lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni...
La strategia per la pianificazione e l’adozione di misure per il controllo delle situazioni di rischio nelle emergenze ha subito in questi anni una vera e propria evoluzione: ora "l'andamento e l'evoluzione di una situazione di emergenza sono fatti dipendere dal livello organizzativo interno dell'azienda (risorse umane predisposte e disponibili, sistemi impiantistici idonei, etc.) e dalla capacità di contenere i danni (formazione professionale dei lavoratori)".
Per lungo tempo il rischio biologico in ambito lavorativo è stato considerato soprattutto come rischio infettivo per quei gruppi di lavoratori esposti a microorganismi in ambito sanitario e per quelli a rischio di contrarre
zoonosi (veterinari, agricoltori ect.). Oggi ci troviamo di fronte ad altri pericoli.
In questa foto l'operatore ha in dotazione DPI inutili per affrontare il rischio di contagio:
1° errore - guanti in lattice
2° errore - occhiali per visitatori inutili sia per protezione chimica che meccanica
3° errore mascherina in classe FFP1
4° errore: tuta con cappuccio in tnt sì e no antipolvere, un tessuto che assolutamente non protegge dal rischio biologico (si vede dalla trasparenza e dallo spessore).
Consola sapere che però stavano facendo un corso.
Come agisce il virus
L’infezione virale scatena una reazione immunitaria eccessiva, che finisce per costituire essa stessa la causa della malattia. Una volta nell’ospite, il virus infetta macrofagi, cellule spesso considerate gli 'spazzini' del corpo umano, e monociti, un tipo di globuli bianchi, e stimola il rilascio dicitochine proinfiammatorie, come l’interleuchina 6, che contribuiscono alla proliferazione di alcune cellule coinvolte nei processi infiammatori e immunitari dell'organismo.
Queste molecole promuovono vari fenomeni correlati alle manifestazioni emorragiche, come l’aumento di permeabilità del rivestimento dei vasi sanguigni. Contemporaneamente, le proteine virali VP35 e VP24 inibiscono l’azione del 'sistema Interferon' (IFN), un insieme di proteine secrete dalle cellule infette da virus che induce nelle cellule adiacenti una resistenza all’infezione virale.
Tra gli obblighi segnalati all’articolo 18 del D.Lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni...
La strategia per la pianificazione e l’adozione di misure per il controllo delle situazioni di rischio nelle emergenze ha subito in questi anni una vera e propria evoluzione: ora "l'andamento e l'evoluzione di una situazione di emergenza sono fatti dipendere dal livello organizzativo interno dell'azienda (risorse umane predisposte e disponibili, sistemi impiantistici idonei, etc.) e dalla capacità di contenere i danni (formazione professionale dei lavoratori)".
Insomma si richiede al sistema aziendale che "l'organizzazione interna per affrontare l'eventuale stato di emergenza sia uno strumento operativo facente parte a tutti gli effetti dell'insieme dei provvedimenti di sicurezza da attuare".