In fase di valutazione del rischio da rumore la norma europea di riferimento è la UNI EN ISO 9612/2011 “Determinazione dell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro - Metodo tecnico progettuale”. Una norma che “definisce tre strategie di determinazione dell’esposizione a seconda che le misure fonometriche si basino:
– sui compiti (il turno giornaliero di un lavoratore o di un gruppo omogeneo viene scomposto in singoli compiti per ciascuno dei quali vengono effettuati i rilievi);
– sulle mansioni (si considera l’intero turno di lavoro del gruppo omogeneo e, all’interno del turno, i rilievi vengono eseguiti per campionatura casuale);
– sull’intera giornata di lavoro (tramite dosimetri)”.
Tuttavia, secondo il relatore, anche la norma presenta diverse criticità.
1° Innanzitutto “essa cerca di inquadrare una realtà complessa come quella lavorativa spesso difficilmente prevedibile”. E in questo senso “piuttosto che una norma cogente sarebbe stato preferibile elaborare linee guida, magari riferite concretamente ai diversi comparti produttivi, in grado di fornire le conoscenze sulla base delle quali il tecnico potesse operare con maggiore autonomia e flessibilità”.
2° In particolare “tutti e tre i metodi definiti dalla norma sono spesso inapplicabili, in quanto il numero dei rilievi e le durate di misura rendono insostenibili i tempi di indagine”.
3° Inoltre la norma “si allontana dai principi ispiratori dell’igiene del lavoro, ossia la valutazione e la caratterizzazione dei rischi al fine della loro riduzione”.
Infatti rilevati i diversi livelli equivalenti a cui il lavoratore è esposto e le relative durate, è evidente la “necessità di calcolare il contributo delle specifiche posizioni o attività lavorative alla determinazione del livello di esposizione, in considerazione sia del loro livello che della loro durata, in modo da giungere ad una graduatoria dei problemi da risolvere. Ciò malgrado la norma considera questo calcolo ‘facoltativo’”.
Infine, sempre riguardo a questa norma, “solleva forti perplessità l’incertezza relativa al livello di esposizione, intorno alla quale la norma si dilunga per quasi metà del documento”.
La valutazione dei rischi “non costituisce il fine dell’igiene del lavoro ma uno strumento mediante il quale è possibile contenerli al minimo”.
E il raggiungimento dell’obiettivo di contenimento dipende da diversi fattori, ad esempio:
-la formazione del tecnico: “essa deve basarsi sulla conoscenza di molteplici aspetti (dai processi produttivi alle caratteristiche del fenomeno da rilevare) e non solo sulla competenza in fatto di disposizioni di legge. Data la complessità e l’importanza della realtà in esame, il tecnico deve essere spinto ad acquisire una visione consapevole e critica del suo operare”;
-il dialogo tra tecnico e medico competente: “questo dialogo, oggi praticamente inesistente, è fondamentale: la valutazione e la riduzione dei rischi dovrebbero interagire continuamente con la sorveglianza sanitaria, ponendo a confronto i risultati di ambedue queste attività al fine di ottimizzarne le modalità di pianificazione ed esecuzione”.
Tratto da: gimle.fsm.it/33/3/24.pdf
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Volume XXXIII n°3, luglio/settembre 2011 (formato PDF, 49 kB).
Obbligo da parte del lavoratore di utilizzare i mezzi di protezione individuali messi a loro disposizione dal datore di lavoro. Decreto Legislativo 81/08 Livello di esposizione LEX, 8h ≥85dB(A)
RNR <85dB(A)
Non è necessario indossare protezioni acustiche, ma fornitele ai vostri dipendenti
RNR 83-93dB(A)
Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria
RNR 87-98dB(A)
Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per rumori ad alta frequenza
RNR 94-105dB(A)
Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per rumori ad alta/media frequenza
RNR 95-110dB(A)
Siete al di sopra del livello: la protezione acustica è obbligatoria. Ideale per tutte le frequenze
CRITERI DI SCELTA E DI USO DEGLI OTOPROTETTORI
La norma UNI EN 458:1995 è il documento guida in merito alla
selezione, all’uso, alla cura e alla manutenzione dei protettori
auricolari. Nella selezione di un otoprotettore, oltre le esigenze di marcatura
CE e di attenuazione sonora, debbono essere considerati i seguenti aspetti:
- confortevolezza del portatore,
- caratteristiche dell’ambiente di lavoro e dell’attività lavorativa
- temperatura, umidità, polvere
- esposizione ripetuta di breve durata
- esigenza di percepire suoni informativi ( segnali di avvertimento /messaggi) esigenze di comunicazione
- eventuali disturbi medici
- compatibilità con altri DPI indossati.
Le prestazioni raggiungibili negli ambienti reali possono essere inferiori a quelle dichiarate dal fabbricante.
Con otoprotettori aventi attenuazioni molto elevate si possono indurre effetti di iperprotezione (con conseguenze sulla comunicazione, sull’intelleggibilità del parlato, sull’udibilità di segnali di pericolo o comunque contenenti informazioni importanti per la sicurezza dei lavoratori).
Per gli operatori che lavorano sulle strade, in aeroporti o altri luoghi pericolosi, che devono proteggere l’udito ed essere molto visibili.
* è stata sviluppata per ambienti molto rumorosi e attenua anche le frequenze molto basse ai massimi livelli.
* Auricolari imbottiti con una combinazione esclusiva di liquido e schiuma. Il risultato è una tenuta ottimale con una minore pressione che fornisce un comfort anche dopo tante ore di uso.
* Auricolari dotati di canali di ventilazione e rivestiti con una pellicola morbida e igienica.
* è la scelta adatta per ambienti industriali con rumori forti e i settori edile, aeroportuale e agricolo.
* è una super-protezione acustica progettata per ambienti molto rumorosi.
* La protezione è basata su una tecnologia con doppio corpo che riduce al minimo la risonanza interna. Ne consegue la massima attenuazione delle alte frequenze e contemporaneamente la facile comprensione di conversazioni e segnali esterni.
* Un collegamento acustico tra volume interno e volume tra i corpi assicura a sua volta la massima attenuazione alle basse frequenze.
* Auricolari ampi, imbottiti di morbida schiuma plastica per migliore aderenza e minore pressione.
Senza toccare la spugna!
Non potrebbe essere più facile! Questi tappi viola brillante sono morbidi, preformati e pronti all’uso all’apertura della confezione. Non devono essere affusolati. Afferrare lo stelo per un inserimento deciso, in profondità e igienico.
Colori accesi, spugna morbidissima, forma affusolata
I tappi sono disponibili in arancione, rosso, rosa e viola brillanti, in una pratica confezione dispenser. Spugna ultra morbida per essere indossata comodamente tutto il giorno, forma affusolata per un facile inserimento e un’eccellente attenuazione del rumore.
Multitenuta, multiuso
Flange morbide e flessibili che si adattano alla forma del canale uditivo per una tripla protezione dal rumore. Lo stelo consente un inserimento veloce, igienico e ottimale per la massima protezione.
Nel 2009 i casi denunciati di ipoacusia da rumore sono stati complessivamente 5.813
È più facile descrivere e analizzare un incidente sul lavoro che mostrare il lento ma inesorabile cammino di molte delle malattie professionali denunciate dai lavoratori in Italia.
Un documento INAIL racconta l’accavallarsi di una lavorazione rumorosa (operaio con martello demolitore) e di una non rumorosa (operaio intento a verniciare), il rumore è tale che quando l’operaio che sta verniciando viene chiamato dal capocantiere questi non sente”.
Arriva successivamente il medico per effettuare le visite periodiche e si accorge che tutti gli operai hanno problemi di udito.
A questo punto il medico riferisce quanto rilevato al datore di lavoro, il quale a sua volta riferisce al capocantiere.
Il datore di lavoro ispeziona successivamente il cantiere e “si accorge che vi sono problemi di organizzazione dello stesso; ne parla con il capocantiere il quale provvede a riorganizzare il tutto cercando di isolare la fonte di rumore creando delle barriere con la disposizione in cantiere del materiale stoccato intorno alla fonte di rumore”:
- “allontanamento dalla sorgente di rumore;
- “segnalazione delle zone tramite perimetrazione e cartellonistica”;
- “interdizione al passaggio e all'ingresso nell'area di lavoro al personale non addetto alla lavorazione”.
Inoltre va ricordato che i macchinari rumorosi “vanno ubicati in modo tale da recare il minore disturbo possibile”.