lunedì 27 maggio 2024

Agenti Chimici Pericolosi e DPI = Dispostivi di Protezione Individuale: vie respiratorie e volto

Un documento INAIL sugli agenti chimici pericolosi si sofferma anche sui DPI = dispositivi di protezione individuale per i lavoratori esposti. 

[Aggiornamento, pubblicato nel 2023, del documento “ Agenti chimici pericolosi. Istruzioni ad uso dei lavoratori”, documento prodotto dalla Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza (CTSS) dell’ Inail].

Quando i rischi lavorativi non sono eliminabili e minacciano la salute e sicurezza dei lavoratori, anche in relazione all’esposizione a eventuali sostanze pericolose, è necessario ricorrere all’uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI). E il datore di lavoro deve mettere a disposizione del lavoratore dispositivi che siano idonei e adeguati ai rischi presenti nell’ambiente di lavoro.

Il documento entra anche nel dettaglio delle varie tipologie di DPI a seconda della protezione che offrono: 

“➡” DPI delle vie respiratorie,
“➡” DPI del viso e degli occhi,
“➡” DPI degli arti superiori,
“➡” DPI degli arti inferiori o del corpo intero.

L’articolo 79 comma 2 bis del d.lgs. 81/2008 (modificato dal DL 21 ottobre 2021, n. 146) “riconduce i criteri per l’individuazione e uso dei DPI alla migliore pratica tecnologicamente disponibile, facendo riferimento all’edizione più aggiornata delle norme tecniche”.

Ci soffermiamo in particolare, sui DPI per la protezione delle vie respiratorie, i DPI per la protezione del viso e degli occhi e i DPI per la protezione degli arti superiori.

Questi gli argomenti:

Gli agenti chimici pericolosi: DPI per le vie respiratorie
Gli agenti chimici pericolosi: DPI per il viso e gli occhi
Gli agenti chimici pericolosi: DPI per gli arti superiori

Gli agenti chimici pericolosi: DPI per le vie respiratorie

Il documento indica che i DPI di protezione delle vie respiratorie (APVR, apparecchi di protezione delle vie respiratorie) “sono progettati per proteggere le vie respiratorie contro l’inspirazione di atmosfera inquinata o carente di ossigeno”.

Inoltre questi dispositivi “appartengono ai DPI di terza categoria e il personale che li utilizza deve essere opportunamente informato e addestrato”.

In particolare, la norma UNI 11719:2018 “rappresenta la Guida alla scelta, all'uso e alla manutenzione degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie, in applicazione della norma EN 529:2006”.

E gli APVR “si distinguono in:

➡️ isolanti, che proteggono da insufficienza di ossigeno e atmosfere inquinate funzionando in modo indipendente dall’atmosfera ambiente, creando un vero e proprio isolamento dall’atmosfera circostante e fornendo al lavoratore l’aria respirabile di cui ha bisogno;

➡️ filtranti, che purificano l’aria trattenendo gli inquinanti; possono essere usati solo se questa contiene una concentrazione sufficiente di ossigeno”.

I filtri sono “dispositivi che vengono inseriti su maschere, semi-maschere e quarti di maschere e hanno la funzione di trattenere gli inquinanti presenti sia come particelle solide o liquide (aerosol) in sospensione nell’aria (‘filtri antiparticolato’) sia come gas o vapori (‘filtri antigas’):

1° filtri antiparticolato: “sono classificati in base alla loro efficacia filtrante in 3 classi: P1, P2 e P3”;

2° filtri antigas: anche questi filtri “si classificano in 3 classi, contrassegnate dai numeri 1, 2 e 3 in base alla loro capacità filtrante. Inoltre i filtri antigas sono specifici per determinate sostanze o famiglie di sostanze”.

3° “filtri combinati, che svolgono la funzione di antiparticolato e antigas”.

Il documento ricorda poi che un tipo particolare di APVR sono le semimaschere filtranti, solitamente denominate anche facciali filtranti, “costruite interamente o prevalentemente di materiale filtrante. Possono essere utilizzabili per un solo turno di lavoro o per più turni (se prevedono la sigla apposita) (riutilizzabili)”.

Se per quasi tutti gli APVR il principio di protezione “è basato sulla perfetta tenuta del dispositivo sul volto di chi lo indossa”, uno specifico test, generalmente chiamato “fit test”, “viene eseguito proprio per assicurarsi che il dispositivo faccia efficacemente tenuta sul volto dell’operatore”. Dunque prima di ogni utilizzo, il lavoratore “deve assicurarsi che l’APVR sia correttamente indossato e, se a tenuta, aderente al volto eseguendo uno specifico ‘controllo della tenuta’. 


Scarica il documento INAIL

Inail, Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza, “ Agenti chimici pericolosi. Istruzioni ad uso dei lavoratori”, a cura di Elisabetta Barbassa, Maria Rosaria Fizzano e Alessandra Menicocci - collana Salute e sicurezza, aggiornamento - edizione 2023 (formato PDF, 2.32 MB)


Gli agenti chimici pericolosi: DPI per il viso e gli occhi

Veniamo alla protezione del viso e degli occhi.

Il documento fornisce indicazioni su occhiali a tenuta o a mascherina, visiere e schermi che proteggono il lavoratore dagli schizzi o spruzzi di sostanze o miscele pericolose. E, in questo caso, è la norma UNI EN ISO 19734:2021 che “costituisce la Guida alla scelta, all'utilizzo e alla manutenzione dei dispositivi di protezione di occhi e viso”.

Ricorda che è importante “verificarne sempre lo stato di conservazione: i DPI non devono presentare dei graffi, delle abrasioni o delle zone di scolorimento sulle lenti o sugli schermi e visiere. Le protezioni laterali devono essere ben controllate e nel caso degli occhiali le montature non devono essere danneggiate o deformate e le aste allentate”.






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