Il freddo aumenta l’incidenza di eventi infortunistici.
Il freddo, interferendo con altri fattori nel luogo di lavoro, modifica o aggrava alcuni rischi riconducibili alla sicurezza e prevenzione di patologie, ed inoltre può produrre effetti negativi circa la qualità delle prestazioni lavorative, inficiando il rendimento stesso dei lavoratori.
Per molti esperti la soglia di attenzione deve essere posta già per temperature inferiori a 5°C. Non tutti i capi antifreddo e antipioggia sono studiati per far lavorare l'operatore in condizioni di comfort termoigrometrico.
Il rischio da esposizione al freddo può costituire pregiudizio per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Esiste una correlazione tra l’esposizione al freddo e l’insorgenza e/o l’aggravamento di alcune patologie, ad esempio le patologie come rinosinusite, ect. Il raffreddamento può costituire un pericolo per la salute e un maggior rischio di incidenti (ad es. diminuzione delle capacità motorie, limitata concentrazione, etc.).
Le patologie freddo correlate potrebbero in futuro essere riconosciute come malattie professionali. Infatti gli scopi principali della medicina del lavoro sono:
riconoscere patologie che potrebbero essere poste in relazione causale con l’attività svolta;
evidenziare patologie e/o condizioni precliniche che potrebbero essere aggravate dal lavoro;
evidenziare patologie che potrebbero essere confuse con tecnopatie.
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Definizione del lavoro a basse temperature
A seconda degli standard applicati, vengono definiti come lavoro a basse temperature quei
lavori svolti a temperature inferiori a +10 o inferiori a +15°C. Per lavori svolti in ambienti
interni l'ambito di bassa temperatura viene suddiviso in cinque fasce tra +15°C e -30°C.
A seconda delle sollecitazioni fisiche sono state stabilite diverse temperature minime
ambientali.
La comparsa di danni da freddo dipende da un lato dalla temperatura ambientale o dell'acqua,
dall'umidità ambientale, dalla velocità del vento e dalla durata dell'esposizione e dall'altro da
fattori individuali come abbigliamento (protettivo), sollecitazioni fisiche, età e condizioni di
salute del lavoratore.
La principale delle misure di protezione consiste nell'evitare l'eccessivo raffreddamento delle
parti interne e della periferia del corpo, mentre è particolarmente alto il rischio di
congelamento a livello del viso, in particolare del naso e delle orecchie, delle mani e delle dita
di piedi e mani.
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Percezione del FREDDO aumentata se c'è VENTO
Fattore windchill: quando fa freddo, il vento rende il lavoro ancora più rischioso!
Quando si lavora all’aperto esposti a basse temperature, il corpo si raffredda molto più rapidamente se soffia il vento. Di seguito alcuni consigli vi aiutano a scoprire come proteggersi.
Se lavorate all’aperto esposti a basse temperature sicuramente saprete già di cosa stiamo parlando: il corpo si raffredda molto più velocemente quando soffia il vento, anche se leggero. Questo fenomeno è conosciuto come fattore windchill, che descrive proprio questa dispersione di calore. In altre parole, quando lavoriamo a basse temperature e soffia il vento, la nostra temperatura corporea scende molto più velocemente, dando luogo alla differenza tra temperatura reale e percepita.
A causa di questa repentina perdita di calore aumenta il rischio di ipotermia o addirittura congelamento. Inoltre, possono anche verificarsi più facilmente infortuni sul lavoro poiché le funzioni corporee sono limitate. I sintomi più evidenti sono infatti
1° rigidità muscolare e articolare
2° tempi di reazione rallentati
3° perdita di coordinazione
4° ridotta capacità di concentrazione
5° dita congelate.
Ciò avviene soprattutto quando si sottovalutano le basse temperature e non si indossano indumenti adeguati.