Mascherine FFP2 non a norma: ecco come riconoscerle.
Tutti i DPI di categoria superiore alla prima, quindi tutte le mascherine protettive DPI oltre al marchio CE devono riportare un numero di 4 cifre. Esso indica l’organismo che ha eseguito i test.
A seguito delle varie inchieste o accertamenti sui dispositivi di protezione individuale che non sarebbero a norma o sarebbero addirittura dannosi, perché inefficaci, sotto la lente di ingrandimento sono finite le mascherine FFP2, che, se prodotte a regola d'arte, dovrebbero filtrare fino al 95% delle particelle.
Ci sono ora criticità su diversi modelli, che sono stati testati da enti certificatori (CE 2163, CE 1282, CE 2037 o CE 0865) non abilitati per valutare "Equipment providing respiratory system protection" ovvero DPI per la protezione delle vie respirazione. Inutile sottolineare che quelle non riportanti il marchio CE risultano ancora più inaffidabili.
Le mascherine DPI non rientrano mai nella categoria I, come indicano invece alcune pubblicazioni ufficiali “dozzinali e distratte”.
Tutti i DPI di categoria superiore alla prima, quindi tutte le mascherine protettive DPI oltre al marchio CE devono riportare un numero di 4 cifre. Esso indica l’organismo che ha eseguito i test ed il simbolo che indica il grado di protezione. I gradi di protezione sono 3:
FFP1,
FFP2,
FFP3
Essi indicano quanto queste mascherine proteggono dalla penetrazione di “corpi” estranei. I test su questi DPI misurano vari parametri come:
Queste mascherine forniscono inequivocabilmente una protezione maggiore rispetto a quelle classificate come dispositivo medico.
Dietro il marchio CE ci sono quindi i numeri degli enti certificatori.
I codici da evitare al momento risultano i seguenti:
Mascherine CE 0865
Da NON utilizzare. L'ente certificatore corrisponde a Iset
Mascherine CE 2037
Da NON utilizzare. L'ente certificatore corrisponde a Celab
Mascherine CE 1282
NON sono assolutamente da usare. Il marchio CE 1282 appartiene all'Ente Certificazione Macchine
Mascherine CE 2163
L'Antifrode Ue sta indagando sui dispositivi che riportano questo codice. L'ente certificatore è il turco Universal Uygunluk Degerlendirme Hizmetleri di Istanbul
A seguito delle varie inchieste o accertamenti sui dispositivi di protezione individuale che non sarebbero a norma o sarebbero addirittura dannosi, perché inefficaci, sotto la lente di ingrandimento sono finite le mascherine FFP2, che, se prodotte a regola d'arte, dovrebbero filtrare fino al 95% delle particelle.
Ci sono ora criticità su diversi modelli, che sono stati testati da enti certificatori (CE 2163, CE 1282, CE 2037 o CE 0865) non abilitati per valutare "Equipment providing respiratory system protection" ovvero DPI per la protezione delle vie respirazione. Inutile sottolineare che quelle non riportanti il marchio CE risultano ancora più inaffidabili.
Le mascherine DPI non rientrano mai nella categoria I, come indicano invece alcune pubblicazioni ufficiali “dozzinali e distratte”.
Tutti i DPI di categoria superiore alla prima, quindi tutte le mascherine protettive DPI oltre al marchio CE devono riportare un numero di 4 cifre. Esso indica l’organismo che ha eseguito i test ed il simbolo che indica il grado di protezione. I gradi di protezione sono 3:
FFP1,
FFP2,
FFP3
Essi indicano quanto queste mascherine proteggono dalla penetrazione di “corpi” estranei. I test su questi DPI misurano vari parametri come:
- le dimensioni delle particelle che vengono fermate,
- l’ermeticità,
- la depressione che si crea all’interno, che condiziona la facilità respiratoria,
- ed altri parametri
Queste mascherine forniscono inequivocabilmente una protezione maggiore rispetto a quelle classificate come dispositivo medico.
Per essere efficaci poi dovrebbero essere indossate con altri DPI, come tuta, guanti, occhiali ed essere sigillate.
Probabilmente il 2020 sarà ricordato nella storia come l’anno del COVID.
Alla fine del 2019, una polmonite
di causa sconosciuta colpisce decine
di abitanti della città di Wuhan in
Cina. Agli inizi del 2020 la causa della malattia viene identificata come un nuovo ceppo di coronavirus. La polmonite da
coronavirus (COVID-19) si diffonde in tutto il mondo e così impatta in modo radicale sia sulla sfera privata che
lavorativa di ognuno di noi.