Poche linee guida per selezionare le calzature maggiormente adeguate in base alla propria attività lavorativa. Le scarpe antinfortunistiche sono essenziali e fondamentali per garantire la sicurezza degli operatori sul posto di lavoro.
Non c'è settore dove non siano indispensabili.
1° Nel Settore Primario dove operano le aziende agricole, estrattive, di allevamento del bestiame, di caccia e pesca.
2° Nel Settore Secondario dove operano le aziende di trasformazione e di lavorazione delle materie prime, vale a dire le imprese industriali che a seconda del ramo di attività scelto possono essere: automobilistiche, siderurgiche, meccaniche, alimentari, tessili, etc.
3° Nel Settore Terziario dove operano le aziende mercantili ingrosso e dettaglio, e quasi tutte le aziende di servizi.
Esistono molti diversi modelli di calzature antinfortunistiche. Quali scegliere senza sbagliare?
1° Datore di lavoro e RSPP hanno il compito di determinare il requisito normativo e prestazionale.
2° Definito ciò gli operatori dovrebbero essere coinvolti nella scelta della scarpa, marca e modello, alta, bassa, in pelle o in altro materiale, ect.
Quindi, più che consigli sui singoli modelli, appare maggiormente utile verificare le varie certificazioni riguardanti le scarpe antinfortunistiche.
Scarpe antinfortunistiche: la norma EN 345 o Norme Europee per le calzature di sicurezza CE EN 20345
La norma EN 345 o Norme Europee per le calzature di sicurezza CE EN 20345 è quella volta a definire le caratteristiche specifiche delle scarpe di sicurezza ad uso professionale. Queste scarpe devono essere sempre munite di puntale in grado di proteggere dagli urti fino a un livello di energia di 200 Joule. Il puntale, in pratica, protegge le dita dei piedi da un oggetto (test: oggetto pesante 20 kg che cade da un’altezza di un metro, mosso da forze pari a 1.500 N, come se pesasse 150 kg).
Scarpe antinfortunistiche: le certificazioni
1 - La certificazione minima richiesta per una calzatura antinfortunistica è SB, ossia Sicurezza Base.
2 - Una scarpa antinfortunistica con certificazione S1 è dotata di un puntale d’acciaio a protezione delle dita dei piedi (come quelle SB) e di una suola antistatica, caratterizzata da un sistema per l’assorbimento dell’energia posto nella zona del tallone. Non ha una lamina antiperforazione. Questo tipo di scarpe antinfortunistiche sono indicate per chi non corre particolari rischi per la pianta del piede come, ad esempio, operatori alberghieri e dell’industria alimentare.
3 - Le caratteristiche delle calzature antinfortunistiche con certificazione S2 sono simili a quelle afferenti alla tipologia S1 (non c’è lamina, protezione per la pianta del piede), ma hanno una tomaia in pelle o, comunque, in materiale idrorepellente. I rivestimenti di queste scarpe sono solitamente in nabuk, pelle fiore, materiali sintetici brevettati come Lorica o Wat out o anche scamosciate ma con un trattamento idrorepellente che le renda ugualmente impermeabili. Le S2 sono scelte per chi lavora a contatto con liquidi di vario genere.
- Aumentando il livello di sicurezza troviamo le scarpe antinfortunistiche più comuni, dette S3, che hanno le caratteristiche delle già descritte calzature S1 e S2, ma dotate in più di lamina antiperforazione. Lamina che può essere in acciaio, in composito, in kevlar.
4 - Le scarpe antinfortunistiche che hanno ottenuto la certificazione S4 e S5 sono stivali, impermeabili al 100%.
Le scarpe antinfortunistiche (provviste di suola antiscivolo) possono riportare le seguenti marcature aggiuntive:
SRA:
- Superficie di prova: ceramica
- Lubrificante: acqua e detergente
SRB:
- Superficie di prova: acciaio
- Lubrificante: glicerina
SRC: SRA + SRB
Tutti i prodotti DIADORA Blitz soddisfano i requisiti per le calzature di sicurezza con un'attenzione ai dettagli.
- Tomaia in pelle in 2 versioni, con trattamento di rifinizione che rende la superficie perfettamente omogenea e uniforme, garantendo idrorepellenza e massima resistenza all’usura
- Rinforzo posteriore personalizzato antiabrasione.
- Suola in gomma nitrilica SRC HRO bicolore resistente a +300°C per contatto (1 minuto).
- Soletta anatomica, removibile ed ergonomica
- Inserto anti perforazione in tessuto, antistatico e flessibile
- Puntale 10-200 Joule in composito, inalterabile, isolante dal freddo e dal caldo, ultra leggero.
- L’area nella zona del tallone è specificatamente studiata per assorbire l’energia d’impatto e per ridurre l’affaticamento
Tali caratteristiche le rendono delle scarpe antinfortunistiche adatte ad un utilizzo per i più svariati settori tra cui edilizia, logistica, trasporti, artigianato, industria leggera.
Le calzature da lavoro DIADORA Blitz sono sia da uomo che da donna, disponibili in diversi colori, dal numero 35 fino al 48.
Icon nuovo logo in rilievo anche per questa linea.
INFORTUNI CHE COINVOLGONO I PIEDI
In generale gli infortuni che interessano il piede si possono dividere in due categorie.
1° La prima comprende le lesioni derivanti da perforazioni, schiacciamenti e lacerazioni in genere.
2° La seconda comprende le distorsioni, che sono provocate soprattutto da cadute, scivolamenti, ruzzoloni, slittamenti, inciampi ecc. Questo secondo tipo di incidenti spesso non coinvolgono solo il piede, ma possono avere conseguenze che interessano anche il resto del corpo.
E' fondamentale sapere che gran parte di questi infortuni, di entrambe le categorie, possono essere efficacemente prevenuti in tutto o in parte, attenendosi a specifiche norme di sicurezza e affidandosi ad una calzatura antinfortunistica idonea.
Oltre agli eventi di natura traumatica, ci sono anche problemi derivanti da altre condizioni: vesciche, calli, piede d'atleta, unghie incarnite o semplicemente piedi gonfi e stanchi. Tutti questi problemi sono comuni a molte categorie di lavoratori.
Questi problemi non sono patologie in senso stretto, ma influiscono inevitabilmente sulle prestazioni e sul benessere psico-fisico del lavoratore. Possono essere fattori predisponenti per il verificarsi di infortuni più gravi, in quanto sono fonte costante di dolore e stress per il lavoratore, che è quindi indebolito, meno concentrato, meno vigile, meno attento sul lavoro e ad osservare le norme di sicurezza.
Questi problemi possono evolvere o degenerare in patologie più serie qualora non vengano curati tempestivamente.
QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DEI PROBLEMI AI PIEDI?
Alcuni problemi ai piedi sono così comuni che possono verificarsi in qualsiasi posto di lavoro e in qualsiasi condizione di lavoro.
I problemi derivanti da sollecitazioni meccaniche continue o ripetute, come ad esempio: vesciche, calli, duroni, malformazioni delle dita dei piedi, archi caduti (piedi piatti), borsiti, distorsioni.
Questi problemi rendono il piede dolorante e talvolta possono essere così gravi da rendere difficoltoso o impossibile camminare. Si verificano in presenza di due fattori:
1° il lavoratore è costretto a stare per lunghi periodi in piedi, in posizioni scomode o deve camminare su superfici dure e sconnesse
2° il lavoratore non indossa calzature adeguate (taglia e conformazione non sono adatte al suo piede, il tipo di calzatura non è specifico per il lavoro che deve effettuare, indossa calzature comuni, oppure calzature di sicurezza di qualità scadente o molto usurate e danneggiate).
Tra le cause più frequenti di inadeguatezza delle scarpe antinfortunistiche troviamo:
- mancanza di sostegno all'arco plantare
- modelli con piante troppo larghe o troppo strette (le prime causano frizione e rendono instabile la camminata, le seconde compromettono la circolazione sanguigna nel piede, e la compressione causa inspessimenti della pelle del piede).
PROBLEMI DERIVANTI DA CONDIZIONI IGIENICHE NON OTTIMALI
Un'altra serie di problemi che affliggono i piedi è dovuta non a sollecitazioni meccaniche ma a problemi di natura igienica (sporcizia o insufficiente ventilazione).
Tra questi i più comuni sono: piedi sudati, infezioni fungine (piede d'atleta), problemi cutanei, ecc. Le principali cause sono: ambiente di lavoro umido o bagnato (scarpe non impermeabili o la cui impermeabilità è compromessa da usura o danneggiamenti) e calzature con tomaie non traspiranti.
L'estensione di queste problematiche è difficile da valutare con precisione, in parte proprio a causa della loro natura così varia e in parte anche perché la maggior parte dei lavoratori li sottovaluta e non prende precauzioni o contromisure adeguate a risolverli.
In base a sondaggi informali sembra che circa 2 lavoratori su 3 soffrano ciclicamente di uno o più dei disturbi elencati.