Le tute specifiche per la protezione del corpo da sostanze chimiche possono essere di diversa fattura e di qualsiasi materiale purché certificate per il rischio chimico.
Gli indumenti vengono classificati in sei tipi, contraddistinti da una numerazione e dai relativi pittogrammi, in funzione della prestazione offerta nei confronti degli agenti chimici pericolosi sulla base della loro condizione fisica (gassosa, solida o liquida), della quantità e della pressione.
Nel caso dei prodotti fitosanitari, gli indumenti dovranno essere caratterizzati
dal tipo 3, a tenuta di getti di liquido a pressione,
dal tipo 4, a tenuta di spruzzi-spray,
dal tipo 5, a tenuta di particelle - polveri
dal tipo 6, a tenuta di schizzi di liquidi chimici
Si ritiene sovrabbondante nelle più comuni pratiche fitosanitarie indossare tute del tipo 1 (a tenuta stagna di gas) e del tipo 2, anche se non a tenuta stagna ai gas, che abbinate con gli autorespiratori sono particolarmente idonee nell’uso di gas tossici o di trattamenti fitosanitari in ambienti chiusi (ad es. in serre).
a) Arboricoltura e viticoltura: irrorazioni in assenza di cabina (sistemi ad aeroconvezione e pneumatici) o con lancia a spalla.
Comunque in caso di rischio di contaminazione elevato o molto elevato.
Tuta in TYVECK art. TYV 3
b) Orticoltura e grandi colture (seminativi): irrorazioni in assenza di cabina o con lancia a spalla.
Comunque in caso di rischio di contaminazione elevato.
Tuta in TYVECK art. TYV 4
c) Trattamenti con cabina e per operazioni di pulizia delle attrezzature irroranti.
Comunque in caso di rischio di contaminazione basso.
Tuta in TYVECK art. TYV 5
Pertanto, in funzione del tipo d’esposizione cutanea a prodotti fitosanitari, un agricoltore può scegliere la tuta più adatta alla propria tipologia di attività lavorativa.
I tipi di protezione vengono attribuiti in funzione delle prestazioni di barriera dell’indumento finito e si basano su test specifici associati ad altre prove riguardanti i requisiti fisici e di barriera dei materiali di base.
Le tute possono essere dotate di accessori o finiture che hanno la funzione di limitare al massimo l’esposizione, tra cui, ad esempio: cappuccio con elastico, calzino integrato, cerniera coperta da patella, cuciture ricoperte o termosaldate, polsini, caviglie e vita elasticizzati, nonché elastico, da infilare sul dito pollice,
fissato al risvolto della manica per evitare che la stessa si sollevi, ecc…
Se la protezione deve essere integrata, le maniche e i pantaloni devono essere indossati all’esterno di guanti e stivali, (o all’interno nel caso di modelli con calzino integrato). Qualora lo si ritenesse necessario, la tenuta degli accoppiamenti guanti e stivali può essere garantita anche attraverso l’ausilio di apposito e adeguato
nastro adesivo.
In commercio sono reperibili sia modelli costituiti da due pezzi, sia indumenti interi.
Per quanto riguarda i trattamenti da effettuare in serra od in ambienti chiusi e poco aerati sono disponibili al fine di proteggere l’intero corpo e le vie respiratorie, adeguati scafandri ventilati che sfruttano il principio della
depurazione dell’aria ambiente contaminata attraverso appositi elettroventilatori muniti di idonei filtri o, qualora
lo scenario lavorativo lo dovesse permettere, con adduzione di aria respirabile dalla rete o da batteria di
bombole ad aria o ad ossigeno compresso.
I GUANTI
I guanti, comunemente in neoprene o gomma di nitrile, devono appartenente alla 3a categoria.
Alcune tipologie di guanti sono costituite da due strati di materiali diversi contraddistinti da due colori; lo strato esterno deve essere tassativamente impermeabile, resistente e di colore più scuro rispetto alla parte interna
che, invece, è di materiale più leggero e di colore chiaro.
Questa caratteristica è funzionale per la sostituzione del guanto poiché l’eventuale lacerazione del materiale esterno, il solo che fornisce reale protezione dalle sostanze tossiche, verrà evidenziata dalla differenza di
colore dei due strati.
Per assorbire il sudore e migliorare il comfort, può essere opportuno indossare anche sottoguanti di cotone; alcuni modelli in commercio sono già provvisti di
rivestimento interno in cotone.
I guanti devono essere indossati dal momento in cui si apre la confezione del prodotto da manipolare, per tutte le operazioni successive e anche quando si
eseguono attività lavorative a contatto con la vegetazione trattata.
GLI STIVALI
Per quanto concerne gli stivali devono essere in materiale elastomerico (gomma), e dotati di un certo spessore. Anche in questo caso i materiali costituenti devono assicurare resistenza alla penetrazione, alla permeazione e alla degradazione in relazione agli agenti chimici (requisiti relativi alle calzature impermeabili).
La protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi
· casco
· maschere
· filtri
· occhiali
· cappucci e copricapi
IL CASCO
Il casco, o sistema elettroventilato integrale, (protezione cutanea del capo, del viso e delle mucose oculari, delle vie inalatorie ed ingestive - DPI di 3a cat.) garantisce la protezione completa della testa, del viso, delle orecchie e del collo, infatti questo apparecchio di protezione delle vie respiratorie (APVR) possiede una buonissima protezione delle vie aeree anche se non raggiunge quella della maschera pieno facciale intera.
È concepito in modo tale che vi sia un ricambio d’aria all’interno, grazie ad un
elettroventilatore che veicola l’aria in ingresso attraverso un sistema di filtraggio della stessa.
L’ottimale tenuta del casco deriva dal contatto sulle spalle e dalla guarnizione della visiera (questo è un requisito che appartiene solamente ad una tipologia di caschi ventilati - non a tutti).
Altre caratteristiche importanti riguardano la leggerezza, l’uniforme distribuzione dei pesi sui punti di appoggio e la visibilità.