Italia assediata dallo smog, limiti superati in 39 città con sette milioni di persone che respirano quotidianamente aria inquinata. Situazione allarmante per intere categorie di lavoratori e operatori (ad esempio la Polizia Municipale).
Gli effetti sulla salute
Delle 31 città con un inquinamento costante tutto l’anno, 28 superano i 100 giorni, e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono le città dell’area padana a pilotare la classifica (con l’aggiunta di Frosinone e Terni). La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, hanno respirato polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona), circa un giorno su quattro nel caso di Biella che chiude la classifica con 87 giornate.
L'atmosfera è una miscela di gas e vapore acqueo.
Alcuni di questi gas sono inquinanti: cosa vuol dire esattamente?
Lo spiega bene l'Agenzia Europea per l'Ambiente:
“Gli inquinanti sono sostanze che immesse direttamente o indirettamente nell´aria e nell´ambiente, possono avere effetti nocivi sulla salute umana o sull´ambiente nel suo complesso. Molte di queste sostanze possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica”.
I principali inquinanti dell'aria sono:
- Il biossido di zolfo (SO2)
- Il biossido di azoto (NO2)
- Il monossido di carbonio (CO)
- Ozono (O3)
- Benzene (C6H6)
- Polveri sottili (PM10 – PM2,5)
Come si può vedere nella 2° riga solo la 3° e la 4° mascherina "addizionate" con i carboni attivi riescono a proteggere un pò dall'ossido di azoto e dagli idrocarburi (oltre che dalle polveri).
Non è un elemento trascurabile perché la sola protezione dalle polveri, se pur di classe P2 o P3 non è assolutamente sufficiente per le polveri inquinanti e lo smog delle città, se queste mascherine non sono "addizionate" con i carboni attivi.
LE POLVERI FINI (PM10 - PM2,5)
Le polveri sottili sono formate da sostanze tossiche e cancerogene. Raggiungono le parti più profonde e delicate dei nostri polmoni, dove si accumulano. Il traffico automobilistico è la causa principale di questa forma di inquinamento.
La famigerata sigla PM 10 sta per Particulate Matter, ossia: Materia Particolata (in piccole particelle). 10 significa che le particelle hanno un diametro inferiore ai 10 micron (10 millesimi di mm).
Si tratta di particelle microscopiche non visibili a occhio nudo. Sono minuscoli frammenti di sostanze organiche (fibre animali e vegetali, pollini, batteri, spore) e inorganiche (metalli pesanti, fibre di amianto, solfati, nitrati, polveri di carbone e di catrame, ecc). Le particelle sono diffuse nell´aria, per questo si parla di particolato atmosferico o aerodisperso.
Il PM2,5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 micron.
Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e l´ambiente: infatti questo particolato è quello che si deposita sugli alveoli e inoltre può rimanere sospeso nell´atmosfera per giorni.
Da uno studio condotto dall´Agenzia regionale per la protezione dell´ambiente della Lombardia si evidenzia che la fonte principale di produzione del PM 10 è il traffico veicolare. Il comune di Milano contribuisce a circa il 24% delle emissioni provinciali: di questa quota il traffico conta per l´83% e il riscaldamento per il 16%. Per i veicoli il combustibile più inquinante è il diesel; per gli impianti di riscaldamento è il gas combustibile, seguito dal gasolio. I combustibili meno dannosi sono metano e GPL.
GLI EFFETTI SULLA SALUTE DELL´UOMO
Il PM 2,5 , la frazione più fine del PM10, è particolarmente insidioso perché entra nei nostri polmoni a ogni respiro ed è tanto piccolo da raggiungere senza difficoltà gli alveoli polmonari. Qui gli elementi estranei vengono inghiottiti da cellule del nostro sistema di difesa, dette ‘macrofagi´, che tentano di distruggere l´intruso digerendolo; se non ci riescono lo tengono nascosto dentro di sé. Questa situazione comporta due tipi di rischi:
1° La continua entrata di elementi estranei negli alveoli può danneggiare lo strato di cellule responsabili degli scambi gassosi (l´entrata di ossigeno e la fuoriuscita di anidride carbonica) e provocare problemi alla respirazione.
2° Se le sostanze che i macrofagi non riescono a digerire si accumulano nell´organismo, essendo tossiche o cancerogene, possono provocare nel tempo l´insorgenza di malattie gravi.
La pericolosità del PM 10, ed in particolare del PM 2,5 , è stata dimostrata da numerosi studi epidemiologici.
Il PM 2,5 è infatti una miscela complessa di migliaia di composti chimici e alcuni di questi sono di estremo interesse a causa della loro tossicità. L´attenzione è rivolta agli idrocarburi aromatici policiclici (PHA) che svolgono un ruolo nello sviluppo del cancro. Alcuni nomi: Fluoranthene, Pyrene, Chrysene, Benz[a]anthracene, Benzo[b]fluoranthene, Benzo[k]fluoranthene, Benzo[a]pyrene, Dibenz[a,h]anthracene. Gli effetti nocivi sono proporzionali alla concentrazione e (come è stato dichiarato dall´Organizzazione Mondiale della Sanità) non è possibile individuare un valore al di sotto del quale il PM 10 - PM 2,5 non provochi un danno alla salute. Ci sono effetti di tipo acuto che si riscontrano nei giorni in cui la concentrazione degli inquinanti è più elevata: infezioni respiratorie acute, crisi d´asma, disturbi circolatori e ischemici, aggravamento dei sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti. Altri effetti, di tipo cronico, sono dovuti alla presenza nell´aria per lungo periodo degli inquinanti: tosse e catarro persistenti, bronchiti croniche, diminuzione della capacità polmonare.
Più il PM è piccolo, più strada percorre nel nostro apparato respiratorio.
I gas nocivi e le polveri rappresentano un vero pericolo per la salute.
I LIMITI FISSATI DALLA NORMATIVA
L´UE, con direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 riguardante le concentrazioni di PM10, (recepita dal D.M. 02/04/2002 n.60 ) ha stabilito il valore limite giornaliero delle PM10, che non deve superare i 50 µg/m3 , limite da non superarsi più di 35 volte all´anno.
La stessa direttiva fissa inoltre il valore limite annuale di 40 µg/m3 .
Successivamente al 01/01/2005 il valore limite giornaliero di 50 mg/mc non potrà essere essere superato più di 7 volte all´anno , ed il valore limite annuale è portato a 20 µg/m3 . (Valori limite indicativi da rivedere con successivo decreto sulla base della futura normativa comunitaria).
I FACCIALI FILTRANTI
I facciali filtranti sono una forma di protezione delle vie respiratorie da adottare da chi è a contatto con l'inquinamento da traffico cittadino. E' tuttavia fondamentale utilizzare solo quelle "addizionate" con i carboni attivi.
Al momento l´utilizzo di un facciale filtrante è l'unico rimedio possibile che i semplici cittadini, ciclisti e motociclisti ecc. possono adottare per difendersi dalle polveri sottili, visti gli scarsi effetti ottenuti con i provvedimenti di limitazione del traffico.
Usa solo mascherine rispondenti alla normativa EN149: le mascherine che spesso si vedono indossate da passanti, ciclisti e purtroppo anche dalle forze dell'ordine, NON sono assolutamente adatte alla filtrazione delle polveri fini. Si tratta infatti delle cosiddette "mascherine igieniche" per polveri grossolane, non conformi alla norma EN149 e non offrono alcuna protezione. Per legge non è permesso utilizzarle come dispositivo di protezione individuale, ma per la protezione dell'ambiente esterno da possibili contaminazioni originate da chi indossa la mascherina.
Le mascherine non conformi alle norme EN149 possono infatti servire esclusivamente per prevenire possibili contaminazioni del prodotto manipolato, viene quindi protetto l'ambiente esterno dall'utilizzatore, e NON chi indossa la mascherina. (esempio: industrie alimentari).
La maggior parte delle polveri ha un diametro compreso tra 0.1 e 10 micron. Il rischio dipende dalla loro concentrazione e dalla loro dimensione:
- le particelle con diametro superiore a 10 micron si fermano nelle prime vie respiratorie;
- le particelle con diametro tra 5 e 10 micron raggiungono la trachea e i bronchi;
- le particelle con diametro inferiore ai 5 micron possono raggiungere gli alveoli polmonari.
LE POLVERI FINI (PM10 - PM2,5)
Le polveri sottili sono formate da sostanze tossiche e cancerogene. Raggiungono le parti più profonde e delicate dei nostri polmoni, dove si accumulano. Il traffico automobilistico è la causa principale di questa forma di inquinamento.
La famigerata sigla PM 10 sta per Particulate Matter, ossia: Materia Particolata (in piccole particelle). 10 significa che le particelle hanno un diametro inferiore ai 10 micron (10 millesimi di mm).
Si tratta di particelle microscopiche non visibili a occhio nudo. Sono minuscoli frammenti di sostanze organiche (fibre animali e vegetali, pollini, batteri, spore) e inorganiche (metalli pesanti, fibre di amianto, solfati, nitrati, polveri di carbone e di catrame, ecc). Le particelle sono diffuse nell´aria, per questo si parla di particolato atmosferico o aerodisperso.
Il PM2,5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 micron.
Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e l´ambiente: infatti questo particolato è quello che si deposita sugli alveoli e inoltre può rimanere sospeso nell´atmosfera per giorni.
Da uno studio condotto dall´Agenzia regionale per la protezione dell´ambiente della Lombardia si evidenzia che la fonte principale di produzione del PM 10 è il traffico veicolare. Il comune di Milano contribuisce a circa il 24% delle emissioni provinciali: di questa quota il traffico conta per l´83% e il riscaldamento per il 16%. Per i veicoli il combustibile più inquinante è il diesel; per gli impianti di riscaldamento è il gas combustibile, seguito dal gasolio. I combustibili meno dannosi sono metano e GPL.
GLI EFFETTI SULLA SALUTE DELL´UOMO
Il PM 2,5 , la frazione più fine del PM10, è particolarmente insidioso perché entra nei nostri polmoni a ogni respiro ed è tanto piccolo da raggiungere senza difficoltà gli alveoli polmonari. Qui gli elementi estranei vengono inghiottiti da cellule del nostro sistema di difesa, dette ‘macrofagi´, che tentano di distruggere l´intruso digerendolo; se non ci riescono lo tengono nascosto dentro di sé. Questa situazione comporta due tipi di rischi:
1° La continua entrata di elementi estranei negli alveoli può danneggiare lo strato di cellule responsabili degli scambi gassosi (l´entrata di ossigeno e la fuoriuscita di anidride carbonica) e provocare problemi alla respirazione.
2° Se le sostanze che i macrofagi non riescono a digerire si accumulano nell´organismo, essendo tossiche o cancerogene, possono provocare nel tempo l´insorgenza di malattie gravi.
La pericolosità del PM 10, ed in particolare del PM 2,5 , è stata dimostrata da numerosi studi epidemiologici.
Il PM 2,5 è infatti una miscela complessa di migliaia di composti chimici e alcuni di questi sono di estremo interesse a causa della loro tossicità. L´attenzione è rivolta agli idrocarburi aromatici policiclici (PHA) che svolgono un ruolo nello sviluppo del cancro. Alcuni nomi: Fluoranthene, Pyrene, Chrysene, Benz[a]anthracene, Benzo[b]fluoranthene, Benzo[k]fluoranthene, Benzo[a]pyrene, Dibenz[a,h]anthracene. Gli effetti nocivi sono proporzionali alla concentrazione e (come è stato dichiarato dall´Organizzazione Mondiale della Sanità) non è possibile individuare un valore al di sotto del quale il PM 10 - PM 2,5 non provochi un danno alla salute. Ci sono effetti di tipo acuto che si riscontrano nei giorni in cui la concentrazione degli inquinanti è più elevata: infezioni respiratorie acute, crisi d´asma, disturbi circolatori e ischemici, aggravamento dei sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti. Altri effetti, di tipo cronico, sono dovuti alla presenza nell´aria per lungo periodo degli inquinanti: tosse e catarro persistenti, bronchiti croniche, diminuzione della capacità polmonare.
Più il PM è piccolo, più strada percorre nel nostro apparato respiratorio.
I gas nocivi e le polveri rappresentano un vero pericolo per la salute.
I LIMITI FISSATI DALLA NORMATIVA
L´UE, con direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 riguardante le concentrazioni di PM10, (recepita dal D.M. 02/04/2002 n.60 ) ha stabilito il valore limite giornaliero delle PM10, che non deve superare i 50 µg/m3 , limite da non superarsi più di 35 volte all´anno.
La stessa direttiva fissa inoltre il valore limite annuale di 40 µg/m3 .
Successivamente al 01/01/2005 il valore limite giornaliero di 50 mg/mc non potrà essere essere superato più di 7 volte all´anno , ed il valore limite annuale è portato a 20 µg/m3 . (Valori limite indicativi da rivedere con successivo decreto sulla base della futura normativa comunitaria).
I FACCIALI FILTRANTI
I facciali filtranti sono una forma di protezione delle vie respiratorie da adottare da chi è a contatto con l'inquinamento da traffico cittadino. E' tuttavia fondamentale utilizzare solo quelle "addizionate" con i carboni attivi.
Al momento l´utilizzo di un facciale filtrante è l'unico rimedio possibile che i semplici cittadini, ciclisti e motociclisti ecc. possono adottare per difendersi dalle polveri sottili, visti gli scarsi effetti ottenuti con i provvedimenti di limitazione del traffico.
Usa solo mascherine rispondenti alla normativa EN149: le mascherine che spesso si vedono indossate da passanti, ciclisti e purtroppo anche dalle forze dell'ordine, NON sono assolutamente adatte alla filtrazione delle polveri fini. Si tratta infatti delle cosiddette "mascherine igieniche" per polveri grossolane, non conformi alla norma EN149 e non offrono alcuna protezione. Per legge non è permesso utilizzarle come dispositivo di protezione individuale, ma per la protezione dell'ambiente esterno da possibili contaminazioni originate da chi indossa la mascherina.
Le mascherine non conformi alle norme EN149 possono infatti servire esclusivamente per prevenire possibili contaminazioni del prodotto manipolato, viene quindi protetto l'ambiente esterno dall'utilizzatore, e NON chi indossa la mascherina. (esempio: industrie alimentari).