mercoledì 30 gennaio 2013

Dpi scegliere i migliori sul mercato


La sicurezza sul lavoro è un fattore imprescindibile per le aziende italiane, non solo perché obbligatoria per legge ma, soprattutto, perché apporta un concreto vantaggio economico prevenendo le malattie professionali e gli infortuni. 

Uno degli elementi fondamentali, per le aziende che vogliono fare della sicurezza il loro punto forte, è l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati. Vediamo in breve di cosa si tratta e a chi rivolgersi nel Web per trovare i prodotti giusti.

La cronaca quotidiana riporta un numero sempre crescente di incidenti sul lavoro, spesso mortali, che il più delle volte sono il frutto del mancato rispetto di norme di sicurezza e dell’inutilizzo dei cosiddetti DPI – dispositivi di protezione individuali. La legge (TUSL – D. Lgs. 81/08 e s.m.i.) parla chiaro: è obbligo del datore di lavoro fornire ai propri dipendenti dispositivi antinfortunistici adeguati, mentre l’art. 78 (Obblighi dei lavoratori) obbliga il lavoratore ad utilizzare i DPI messi a sua disposizione.

L’incidenza degli infortuni sul lavoro nel nostro Paese ci conferma, purtroppo, che il loro utilizzo è ancora poco diffuso. Perché, se esistono strumenti sviluppati appositamente per proteggersi ed evitare di incorrere in inutili rischi, i lavoratori stessi non ne fanno uso? Spesso questi dispositivi sono ritenuti fastidiosi, scomodi o esagerati per la tipologia di lavoro svolta.

Ma quali caratteristiche devono avere i DPI per essere considerati adeguati ai rischi e rispondenti a quanto prevede la normativa? Oltre ad essere conformi alla direttiva CEE 686/89 (e successive modifiche), ai requisiti delle norme EN 345 e al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475, i dispositivi di protezione individuale devono essere: 
  • Adeguati ai rischi e alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; 
  • Tener conto delle esigenze ergonomiche o di salute dei lavoratori; 
  • Poter essere adattati all’utilizzatore; 
  • Essere compatibili con altri DPI nel caso di utilizzo simultaneo.

Antinfortunistica ROBERTI: prodotti antinfortunistici efficaci ed ergonomici

Ogni equipaggio, quindi, per svolgere in sicurezza il proprio lavoro necessita di prodotti per antinfortunistica confortevoli ed ergonomici, oltre che resistenti. Per questo è necessario rivolgersi ad aziende affidabili, come la nostra, che nel tempo ha selezionato solo il meglio dell’abbigliamento da lavoro, deidispositivi antinfortunistici e dei sistemi anticaduta presenti nel mercato, proponendo un catalogo completo in grado di rispondere ad ogni necessità e di fornire un’adeguata protezione nel pieno rispetto della norma antinfortunistica.

Una vasta gamma di prodotti resistenti, comodi e funzionali: abbigliamento da lavoro, indumenti protettivi, guanti di protezione, occhiali di sicurezza, visiere, maschere ed elmetti, sistemi anticaduta, contenitori per la gestione di sostanze nocive, calzature di sicurezza, ect. La linea di articoli per antinfortunistica da noi proposta è costantemente aggiornata sui rischi industriali connessi alle varie lavorazioni e sull’evoluzione normativa.

Consultare il catalogo completo è semplice, basta visitare il sito www.antinfortunisticaroberti.it







lunedì 28 gennaio 2013

Armadi Antincendio: Lista Abbigliamento Antincendio per Squadre di Emergenza Vigili del Fuoco

L’articolo 43 del D.Lgs. 81/2008 indica le disposizioni generali che il datore di lavoro deve rispettare per adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato (art. 18, comma 1, lettera t).

In particolare l’art. 43 individua “obblighi preventivi, essenzialmente di natura procedimentale, che si indirizzano sia verso l’esterno, in quanto attinenti all’organizzazione dei rapporti con istituzioni e servizi pubblici competenti in materia di emergenze” che verso l’interno, “riguardando la pianificazione ed attuazione di procedure ed azioni idonee a garantire la sicurezza dell’ambiente di lavoro anche a fronte di eventi straordinari ed imprevisti”.

Fondamentale è la designazione preventiva dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell’emergenza.

Si evidenzia (art. 43, comma 3) che tali lavoratori “non possono rifiutare la designazione: ne deriva la natura forzosa dell’incarico, con conseguente impossibilità di sottrarvisi se non per giustificati motivi. Tali potrebbero essere ragioni di salute debitamente comprovate, potendosi qui invocare anche l’art. 18, comma 1, lett. c, che impone al datore di lavoro, nell’affidare i compiti ai lavoratori, di tener conto delle loro capacità e condizioni in rapporto alla salute e sicurezza dei medesimi, o carenze nella formazione avuta”.

Tali lavoratori devono essere in numero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell’azienda o dell’unità produttiva. Il lavoratore che rifiuti ingiustificatamente – oltre ad essere punito ai sensi dell’art. 59, comma 1, lett. a, avendo il d.lgs. n. 106/2009 reintrodotto la sanzionabilità penale già prevista dal d.lgs. n. 626/1994, ma eliminata dal d.lgs. n. 81/2008 – risulterà altresì passibile di conseguenze disciplinari (almeno quando subordinato)”.




Nell'ottica di un continuo miglioramento della ricerca di Abbigliamento Antincendio per Squadre di Emergenza e Vigili del Fuoco, ecco le diverse versioni disponibili sul mercato per i Giacconi, Pantaloni, e completi.

COMPLETI PER VIGILI DEL FUOCO
Completo da lavoro composto da giaccone e pantalone, progettato e realizzato per offrire protezione negli interventi strutturali di lotta agli incendi e attività associate ad alti rischi di calore/fuoco. Il completo protegge dai rischi derivanti da brevi contatti con fiamma, calore convettivo, calore radiante, penetrazione di prodotti chimici liquidi e necessità di dissipazione di cariche elettrostatiche accumulate.

Tutti questi tessuti sono concepiti per offrire un elevato livello di protezione dalle fiamme e dal calore, offrendo però un'ottima vestibilità e leggerezza.
Sono composti da tre strati, ognuno con una funzione specifica:


1° quello esterno resiste alle fiamme ed è incombustibile, 
2° lo stato intermedio funge da barriera al vapore per garantire alta traspirazione ed impermeabilità all'acqua,
3° lo strato interno isola completamente l'operatore da calore e fiamme.

Tra ciascuno di questi strati ci sono sacche di aria che, insieme agli strati di tessuto, aiutano a isolare ulteriormente l'operatore dalle condizioni estreme derivanti dagli incendi.

Esistono 3 varianti per l'Abbigliamento Antincendio per Squadre di Emergenza e Vigili del Fuoco (qui disposte dalla più costosa alla meno costosa):

1° 5000 con strato esterno in PBI Matrix | PBI Fibers International, la fibra più resistente alle fiamme, Kevlar® aramid fiber DuPont™ 3M Scotchlite™ Reflective Material 

2° 4000 con fibra esterna in Nomex® Flame Resistant Nomex® DuPont™ 3M Scotchlite™ Reflective Material

3° 3000 con fibra esterna in Nomex® Flame Resistant Nomex® DuPont™ 3M Scotchlite™ Reflective Material





3° linea 3000 con fibra esterna in Nomex® flame resistant fiber 3M Scotchlite™ Reflective Material

Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "3000". Nomex® Outer shell Tough, Twill
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto Nomex. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 600.
Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto " 3000". Strato esterno in tessuto Nomex. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco. Esternamente è composto da un tessuto twil di Nomex da 195 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in viscosa aramidica antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Maniche regolabili con velcro e polsini elastici interni. I polsini sono dotati di foro pe ril pollice, pe rmantenere le maniche sempr ein posizione. Chiusura con zip e patta di protezione con velcro di chiusura. Zip Quick relase system, per uno sgancio ultrarapido in caso di emergenza. Tasca al petto portaradio universale. Due tasche in vita con patta di chiusura. Laccetto per aggancio dei guanti. Collo alto con velcro di chiusura. Ascelle a soffietto per migliorare la mobilità. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 600.

Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "3000". Nomex® Outer shell Tough, Twill
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto twill di Nomex. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 600.
Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "3000". Strato esterno in tessuto twill di Nomex. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco. Esternamente è composto da un tessuto twill di Nomex da 195 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in viscosa aramidica antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Girovita elasticizzato e apertura frontale da cm. 25. Bretelle elasticizzate regolabili. Il fondo gamba è progettato per passare sopra gli stivali. Internamente le caviglie sono dotate di neoprene per aderire agli stivali. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 600.



2° linea 4000 con fibra esterna in Nomex® flame resistant fiber 3M Scotchlite™ Reflective Material

Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "4000". Nomex® Outer shell Tough, Ripstop
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto Nomex ripstop. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 510.
Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto " 4000". Strato esterno in tessuto Nomex. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco. Esternamente è composto da un tessuto twil di Nomex Ripstop da 195 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in Nomex comfort antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Maniche regolabili con velcro e polsini elastici interni. I polsini sono dotati di foro pe ril pollice, pe rmantenere le maniche sempre in posizione. Chiusura con zip e patta di protezione con velcro di chiusura. Zip Quick relase system, per uno sgancio ultrarapido in caso di emergenza. Tasca al petto portaradio universale. Due tasche in vita con patta di chiusura. Laccetto per aggancio dei guanti. Collo alto con velcro di chiusura. Ascelle a soffietto per migliorare la mobilità. Girovita con all'interno striscia in silicone per tenere aderente il capo ai pantaloni. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 510.

Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "4000". Nomex® Outer shell Tough, Ripstop
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto Nomex ripstop. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 510.
Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "4000". Strato esterno in tessuto Nomex ripstop. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco. Esternamente è composto da un tessuto Nomex ripstop da 195 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in Nomex comfort antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Girovita elasticizzato e apertura frontale da cm. 25. Bretelle elasticizzate regolabili. Due tasche a soffietto sulle cosce. Il fondo gamba è progettato per passare sopra gli stivali. Internamente le caviglie sono dotate di neoprene, per aderire agli stivali. Colore blu navy. Peso al mq. gr. 510.




1° linea 5000 con strato esterno in PBI Matrix | PBI Fibers International, la fibra più resistente alle fiamme, Kevlar® aramid fiber | DuPont 3M Scotchlite™ Reflective Material 

Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "5000". PBI Matrix™, 60% Kevlar®, 40% PBI Fibres™
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto PBI Matrix. Colore senape oro. Peso al mq. gr. 535.
Giacca ignifuga antistatica a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto " 5000". Strato esterno in tessuto PBI Matrix. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco.Esternamente è composto da un tessuto PBI Matrix 60% Kevlar e 40% PBI da 205 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in viscosa aramidica gold antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Maniche regolabili con velcro e polsini elastici interni. I polsini sono dotati di foro per il pollice, per mantenere le maniche sempre in posizione. Chiusura con zip e patta di protezione con velcro di chiusura. Zip Quick relase system, per uno sgancio ultrarapido in caso di emergenza. Tasca al petto portaradio universale. Due tasche in vita con patta di chiusura. Laccetto per aggancio dei guanti. Collo alto con velcro di chiusura. Ascelle a soffietto per migliorare la mobilità. Girovita con all'interno striscia in silicone per tenere aderente il capo ai pantaloni. Colore senape oro. Peso al mq. gr. 535.Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.

Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "5000". 
PBI Matrix™, 60% Kevlar®, 40% PBI Fibres™
Certificati EN 469 livello 2, Xf2, Xr2, Y2, Z2.
Strato esterno in tessuto PBI Matrix. Colore senape 
oro. Peso al mq. gr. 535.
Pantaloni ignifughi antistatico a quattro strati per vigili del fuoco in tessuto "5000". Strato esterno in tessuto PBI Matrix. Questo capo è stato realizzato in conformità alla normativa EN 469 livello 2, indumenti di protezione per vigili del fuoco. Esternamente è composto da un tessuto PBI Matrix 60% Kevlar e 40% PBI da 205 gr. al mq. Strato intermedio in tessuto antifiamma con membrana in PU. Imbottitura anticalore in tessuto non tessuto. Fodera in viscosa aramidica gold antifiamma. Dotato di bande rifrangenti 3M. Girovita elasticizzato e apertura frontale da cm. 25. Bretelle elasticizzate regolabili. Il fondo gamba è progettato per passare sopra gli stivali. Colore senape oro. Peso al mq. gr. 535.



Che differenza di protezione c’è tra NOMEX® e il cotone ignifugo ?


La fibra NOMEX® presenta una resistenza alla fiamma permanente. NOMEX® non continua a bruciare in un’atmosfera normale. È intrinsecamente ininfiammabile.


Il cotone ignifugo, invece, è trattato con sostanze chimiche dopo la sua confezione. Questi trattamenti non sono permanenti e possono variare nel tempo secondo le condizioni di lavaggio che possono ridurre le caratteristiche di non infiammabilità del materiale. Tutte le sostanze chimiche ignifughe presentano una temperatura di decomposizione relativamente bassa (da 190°C a 200°C). 

In una fiammata (temperature comprese tra 600°C e 1.000°C), questo agente può estinguersi. Il cotone rimanente, senza trattamento, brucerà. Si tratta della cosiddetta “incandescenza residua” che può provocare gravi infortuni cutanei. Quando l’agente ignifugo evapora, lascia un deposito simile al catrame che può causare ulteriori ustioni a causa della sua temperatura elevata.


Quasi tutti i materiali in cotone ignifugo sono più pesanti dei materiali NOMEX®. Essi contengono un minimo del 30% di agenti chimici ignifughi. Ad esempio, un materiale di cotone con trattamento ignifugo di 300 gr./m² presenta circa 100 gr./m² di sostanza chimica o resina che all’estinzione lascia circa 200 gr./m² di cotone non trattato.












martedì 22 gennaio 2013

ANTICADUTA: cause di infortunio mortale





Le cadute dall’alto sono una delle principali cause di infortunio mortale in genere e nell’edilizia in particolare. Un dato da cui spesso si parte nell’elaborazione di campagne di prevenzione o di normative destinate al miglioramento della sicurezza dei lavoratori impegnati nei lavori in quota.
Con la rubrica “Imparare dagli errori” torniamo dunque a parlare di infortuni correlati alle cadute dall’alto e a fornire spunti di prevenzione con riferimento ai dispositivi anticaduta.
Ci soffermiamo oggi sull’uso delle imbracature.

I casi di incidenti che presentiamo sono relativi alle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

Un primo caso di infortunio è relativo all’attività di un lavoratore edile intento a posare una guaina catramata.
Durante l’attività sfonda un lucernaio precipitando al suolo.
Le indagini hanno messo in rilievo che:
- sulla copertura i lucernai non erano protetti: “la rete elettrosaldata posta a protezione del lucernaio era stata in parte rimossa”;
- il lavoratore non disponeva di protezioni contro il rischio di caduta dall'alto: in particolare si segnala il mancato utilizzo dell'imbracatura di sicurezza.

Un secondo caso è relativo ad attività di rifacimento del tetto, delle facciate e delle balconate di un edificio.
L’amministratore di un condominio chiede ad una impresa artigiana un preventivo  e i due soci dell’impresa e l’amministratore si incontrano nei pressi dell’edificio per procedere ai rilievi necessari. I due soci, mediante una scala portatile a mano, salgono sul tetto e provvedono, mediante semplici attrezzi (rotella metrica) alle misurazioni del caso. Effettuate le misurazioni il socio XXX lascia la fettuccia della rotella metrica che viene riavvolta dal collega e, per scendere, si avvia verso la scala camminando a circa 30-40 cm dal filo di gronda. Lungo il tragitto XXX perde l’equilibrio e precipita al suolo da circa 6 metri d’altezza impattando con il capo su un gradino presente sul terreno. Il lavoratore muore sul colpo.
Durante le indagini è emerso quanto segue:
- “il tetto all’atto del sopralluogo risultava privo di ponteggio, parapetto o altra opera provvisionale atti ad eliminare il pericolo di caduta nel vuoto;
- XXX non era dotato di imbracatura di sicurezza;
- alcuni testimoni hanno visto XXX sul tetto poco distante dal filo di gronda barcollare, come se avesse avuto un giramento di testa e cadere nel vuoto con il corpo inarcato all’indietro. Durante la caduta il lavoratore non ha né gesticolato né emesso un urlo o un’invocazione d’aiuto. XXX soffriva di sbalzi di pressione e da circa due anni assumeva dei farmaci per regolare la pressione sanguigna ma nonostante la cura questi continuava ad avere problemi di equilibrio. Il Medico Competente non lo aveva ritenuto idoneo ad effettuare lavori in quota”.


Il terzo caso è relativo ad attività di rimozione di copertura in cemento amianto (Eternit).
Sul fabbricato è installata una linea vita e l'infortunato è dotato di dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Tuttavia precipita da un’altezza di 7 metri.
Gli operatori che hanno effettuato il sopralluogo a seguito dell'infortunio “hanno evidenziato che vicino al corpo era presente un'imbracatura anticaduta con collegato un cordino di posizionamento. Dalla loro relazione si evince che l'imbracatura era stata tolta all'infortunato dai soccorritori, ma dallo stato della stessa pare che in copertura non fosse collegata a dispositivo retrattile anticaduta. Con ogni probabilità l'infortunato aveva solo il cordino di posizionamento e non collegato alla linea vita, nel momento in cui una lastra di copertura gli si è rotta sotto i piedi, facendolo precipitare” dall'alto.
Dunque la causa determinante dell’infortunio potrebbe essere il mancato aggancio dell'imbracatura alla linea vita.

Qui sono state pubblicate diverse schede relative ai DPI per l'accesso, il percorso e il transito sulle coperture. Schede che fanno riferimento sia al Decreto legislativo 81/2008, sia al Regolamento della Regione Toscana emanato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.62/R e concernente le “misure preventive e protettive per l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza”.

In particolare la scheda “ IMBRACATURA UNI 361” ricorda che questo DPI ha una “funzione di supporto rivolto principalmente all’arresto caduta. È concepito per distribuire in caso di caduta le tensioni sul corpo mantenendo l’operatore in sospensione”.
Ed essendo un “DPI rivolto a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente ai sensi del decreto legislativo 4 Dicembre 1992, n. 475, appartiene alla terza categoria e necessita informazione, formazione e addestramento per il suo utilizzo”.

È “obbligatorio in tutti quei casi in cui pur essendo già state adottate tutte le possibili misure tecniche di prevenzione, anche di protezione collettiva, o nell’impossibilità tecnica di adottare DPC, permane un rischio residuo di caduta dall’alto. Deve essere destinato dal datore di lavoro ad un uso personale salvo quanto specificato all’art. 77 c.4 l.d) D.Lgs 81/08. Si rende necessario in quelle particolari fasi lavorative in cui l’operatore è esposto al rischio di caduta dall’alto della copertura o di parti di essa aperte sul vuoto dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a 200 cm rispetto a un piano stabile (vani scale, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc.)”.
Il suo uso in cantiere è giustificato “soltanto in circostanze in cui, a seguito della valutazione dei rischi, risulta che il lavoro possa essere effettuato in condizioni di sicurezza e l'impiego di un'altra attrezzatura di lavoro considerata più sicura non è giustificato a causa della breve durata di impiego e delle caratteristiche esistenti dei siti che non possono essere modificati”.
Un elemento di criticità e “conseguentemente di opportunità di utilizzo di detto DPI è la valutazione da parte del tecnico delle condizioni al contorno: calcolo del tirante d’aria libero, area soggette a trattenuta, area soggetta ad arresto caduta, elementi architettonici e/o strutturali emergenti ed impattanti in caso di caduta, ecc.”.

Parzialmente tratto da Punto Sicuro















lunedì 21 gennaio 2013

109 affermazioni relative a comportamenti e condizioni osservabili nell'ambiente di lavoro


Il Questionario Multidimensionale sulla Salute Organizzativa (MOHQ) si compone di 109 affermazioni relative a comportamenti e condizioni osservabili nell'ambiente di lavoro, ciascuna delle quali è riconducibile ad una delle dimensioni o indicatori che compongono la salute organizzativa.

Il soggetto può indicare, su una scala Likert a quattro passi, il livello di frequenza osservata di tali aspetti nel proprio ambiente di lavoro. La risposta va da un minimo di "mai" ad un massimo di "spesso", oppure da un minimo di "insufficiente" a un massimo di "buono".

Il Questionario è suddiviso in nove parti, ciascuna delle quali contiene tutti gli item/le affermazione volte ad esplorare i diversi aspetti della salute organizzativa. In particolare:
  • raccolta dei dati anagrafici, ambientali e relativi alla storia lavorativa dei singoli;
  • comfort dell’ambiente di lavoro percepito dai lavoratori;
  • una sezione che include dieci differenti dimensioni della salute organizzativa;
  • sicurezza percepita dai lavoratori;
  • caratteristiche del lavoro e "tollerabilità dei compiti assegnati";
  • indicatori positivi e indicatori negativi;
  • disturbi psicosomatici;
  • apertura all'innovazione;
  • possibili suggerimenti che, a parere della persona che compila il questionario, necessitano di un piano di miglioramento nella propria organizzazione.
Eppure ci sono strumenti utilizzabili e praticabili che, superato il primo l‟impatto, hanno dato 
risultati significativi:
  1.  laboratori autogestiti o cogestiti dagli operatori centrati sulla qualità delle relazioni o sulla partecipazione alle decisioni; 
  2. la possibilità di poter proporre soluzioni organizzative o di poter comunicare il proprio disagio nei confronti del collega o del proprio coordinatore senza utilizzare la “schermaglia burocratica”, il “provvedimento disciplinare” o il “conflitto sindacale”; 
  3. la condivisione dei risultati positivi ottenuti dalle performance assistenziali (discussione di casi clinici) favorendo il protagonismo e la visibilità degli infermieri coinvolti;
  4. la possibilità di incontro, a prescindere dai ruoli aziendali, per condividere procedure e protocolli assistenziali; 
  5. l‟utilizzo dell‟incentivazione per premiare il lavoro di gruppo e non solo la produttività individuale al fine di promuovere l‟integrazione multidisciplinare;
  6. la possibilità di conoscere e confrontare le situazioni di altre unità Operative o di altre strutture sanitarie, scoprendone gli elementi vincenti che li caratterizzano;
  7. le indagini sul benessere dell‟ente con la possibilità di poter discutere e confrontarsi sui risultati.
Nei contesti lavorativi, oltre allo stress, ci sono altre condizioni che determinano una riduzione delle condizioni di benessere, sia a livello individuale che a livello organizzativo.

Una prima condizione è riferibile alla presenza di elevati livelli di burnout.
In relazione alle professioni di aiuto, il burnout è inteso come una forma di stress occupazionale che si esprime principalmente con:

Esaurimento emotivo: si riferisce alla perdita d'energia e alla sensazione di aver esaurito le proprie risorse emozionali, cosicché la persona si sente svuotata e annullata dal proprio lavoro e cerca di evitare il coinvolgimento con altre persone per distaccarsi psicologicamente dalla situazione.

Depersonalizzazione: indica un atteggiamento di ostilità che coinvolge primariamente la relazione professionale, vissuta con fastidio, freddezza, cinismo. Di conseguenza, l'operatore tenta di sottrarsi al coinvolgimento, limitando la quantità e qualità dei propri interventi professionali, al punto da rispondere evasivamente alle richieste.

Ridotta realizzazione personale: si riferisce ad un sentimento di fallimento professionale per la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, sottesa dalla consapevolezza del disinteresse e dell'intolleranza verso la sofferenza degli altri, con il conseguente senso di colpa per le modalità impersonali e disumanizzate che hanno ormai sostituito l'efficacia e la competenza nel trattare (Maslach et al. 1996).

Altri indici di malessere sono rappresentati da bassi livelli di motivazione e
soddisfazione del personale, da scarso impegno organizzativo e da scarsa efficacia organizzativa che sembrano legate al grado di partecipazione e di coinvolgimento dei lavoratori, non solo relativamente alle proprie attività e alle proprie funzioni, ma anche alle politiche decisionali e di progettazione futura. Lawler (1986) ha constatato che dai diversi livelli di coinvolgimento dei lavoratori può derivare sia la loro soddisfazione sia l'efficacia dell'organizzazione; in accordo con il modello di Karasek (1990) e Theorell (1993) quest‟ultima risulterebbe profondamente legata al grado di responsabilità assunta dalla persona per il lavoro svolto e di partecipazione nei processi decisionali organizzativi.

Lo stile di leadership dei supervisori, le relazioni con in colleghi, il salario, le
opportunità di crescita professionale, alcune caratteristiche del compito da svolgere (significato, importanza, coinvolgimento) e l'autonomia che è concessa al singolo, sono fattori che possono influenzare positivamente, o negativamente se molto carenti, la soddisfazione lavorativa.






Il Rumore non danneggia solo l'udito






Principali apparati del nostro organismo coinvolti dall’esposizione al rumore:

-apparato cardiovascolare: tra gli effetti fisiologici correlati al rumore vi sono la vasocostrizione con aumento della pressione arteriosa, l’aumento della frequenza e la diminuzione della gittata cardiaca. Inoltre “sono riscontrabili alterazioni elettrocardiografiche simili a quelle che si ottengono durante test da sforzo”. Effetti che sono per lo più “temporanei per brevi periodi di esposizione” e sono “certamente correlati all’intensità del rumore; non è noto se possano diventare irreversibili in seguito ad esposizione prolungata e particolarmente intensa”. Alcuni studi hanno inoltre studiato l’aumento di incidenza di ipertensione in lavoratori esposti a livelli di rumore superiori a 85 dB ed è stata osservato “un aumento del consumo di farmaci attivi sull’apparato cardiovascolare” in abitanti nelle zone limitrofe ad aeroporti. Tuttavia “nessuna correlazione è stata dimostrata tra insorgenza di ipertensione e entità del deficit uditivo”, né è stata “riscontrata una chiara ed incontrovertibile associazione tra l’insorgenza di patologie ischemiche ed esposizione a rumore”;

-apparato endocrino: gli effetti dell’ esposizione a rumore portano all’aumento “della secrezione di cortisolo per esposizioni superiori a 85 dB e di catecolamine, con conseguente effetto ipertensivo”; 

-apparato respiratorio: l’esposizione a rumore “determina un aumento della frequenza respiratoria e della profondità degli atti. Non sono descritte relazioni tra patologie dell’apparato respiratorio ed esposizione a rumore”;

-apparato digerente: riguardo a questo apparato si può avere un “aumento della secrezione salivare e gastrica”, ma non è stata documentata “una correlazione tra patologie dell’apparato gastrointestinale e l’esposizione a rumore”;

-apparato muscolo-scheletrico: l’ esposizione a rumore porta “un aumento del tono muscolare generalizzato”;

-apparato visivo: l’esposizione a rumore può determinare “difetti nella percezione dei colori e difficoltà nella visione notturna”;

-apparato vestibolare (parte dell’orecchio interno che comprende gli organi del senso di equilibrio): l’esposizione a rumori di elevata intensità (oltre 100 dB) può causare vertigine “per stimolazione diretta dell’organo vestibolare”. Inoltre la “stimolazione acustica ad elevata intensità del sacculo determina una contrazione riflessa dei muscoli sterno-cleido-mastoideo e trapezio”. Disturbi minori dell’equilibrio “possono insorgere in soggetti esposti a rumori di minore intensità per una alterazione del benessere psichico (annoyance) con comparsa di stati d’ansia”.



I disturbi psichici e del comportamento.

Secondo diversi autori un ambiente acustico sfavorevole costituisce una condizione di pregiudizio per una buona qualità di vita (Callegari e Franchini) e il rumore occupa uno dei primi posti fra le cause ansiogene della vita essendo uno degli stimoli sensoriali più violenti e primitivi costringendo i centri sottocorticali ad un adattamento di emergenza, che produce inevitabilmente una tensione emotiva (Cazzullo).
I relatori indicano che in generale i disturbi psichici correlabili all’esposizione al rumore “sono patologie neuropsichiatriche, disturbi del sonno, fastidio (annoyance) e stress genericamente intesi, modificazioni in senso peggiorativo delle capacità cognitive e disturbi nella conversazione. In particolare l’esposizione a rumore non sembra correlarsi a patologie psichiatriche maggiori, bensì a disturbi minori, tra i quali depressione minore e disturbi d’ansia”. Si rileva tuttavia anche un aumento di incidenza di cefalea tensiva.

In particolare i disturbi del sonno nei soggetti esposti a rumore “sono correlati al numero di eventi rumorosi per notte (> 50) e alla loro intensità (> 50 dB nella stanza)”. Le principali ricadute “riferite dai soggetti esposti sono la sensazione di sonno non ristoratore, peggioramento delle performance diurne e difficoltà ad addormentarsi, più evidenti negli anziani e senza differenze significative tra i sessi”, alterazioni che si riverberano poi su altre funzioni (ad esempio quella cardiaca).

Inoltre in ambienti lavorativi rumorosi “spesso vengono riferiti sintomi quali nausea, cefalea e disturbi dell’umore, particolarmente disturbi d’ansia”. E il fastidio percepito dai soggetti esposti a rumore “è correlato alla sua intensità come dimostrato da alcuni studi su abitanti di zone urbane e limitrofe agli aeroporti (35% e 91% rispettivamente)”. Il fastidio provocato dal rumore, “per quanto soggettivo e difficilmente quantificabile, è più marcato per rumori ad alta frequenza, non continui, con effetto sinergico con le vibrazioni”.

Riguardo alle capacità cognitive “il rumore può agire negativamente sulla percezione e comprensione di messaggi acustici, per mascheramento, e sullo stato di attenzione, distraendo dalle attività in corso. Anche queste modificazioni sono soggettive esistendo soggetti ipo ed iper-reattivi, benché alcune certezze derivino da studi sulla capacità di calcolo che non viene mai modificata da una rumorosità ambientale inferiore a 65 dB e lo è sempre se superiore a 80 dB”.

Ll’intervento è pubblicato sul numero di luglio/settembre 2011 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia.

Gli effetti extra-uditivi del rumore
Roberto Albera, Ilaria Bin, Manuele Cena, Federico Dagna, Pamela Giordano, Azia Sammartano (Dipartimento di fisiopatologia - Università degli Studi di Torino)

La gamma di Cuffie Passive 3M™ Peltor™ Serie X è ideata per proteggere dal rumore presente in numerevoli luoghi di lavoro e tempo libero. 

La linea di cuffie passive 3M™ Peltor™ Serie X è disponibile nella versione temporale e con attacco elmetto.

La linea di cuffie 3M™ Peltor™ Serie X è costituita da cinque diversi modelli (X1, X2, X3, X4, X5) ciascuno disponibile nella versione temporale e con attacco elmetto.
· Fascia di attenuazione migliorata rispetto alla Serie Optime: da 27dB (X1) a 37dB (X5).



· Tutte le versioni con bardatura temporale sono isolate elettricamente.
· Design innovativo con riferimento a bardatura e coppe.
· Nuove imbottiture interne (X4, X5) ed innovativo anello di tenuta (X3, X4, X5) progettato per favorire l’attenuazione del rumore eliminando il bisogno della tecnologia a doppia coppa, andando così ad aumentarne la profondità interna per offrire massima protezione e comfort all’utilizzatore.


· I modelli X1, X2, X3 possono essere comparabili alle versioni I, II, III della linea Optime.


· I modelli X4 ed X5 sono novità assolute. Storicamente le cuffie auricolari con elevati livelli di attenuazione hanno implicato delle coppe grandi ed ingombranti. Le cuffie 3MTM PeltorTM X4 garantiscono un livello di attenuazione fino a 33dB con delle coppe estremamente leggere e sottili consentendo un’ottima compatibilità con gli altri dispositivi di protezione individuale.
Le cuffie 3MTM PeltorTM X5, con un livello di attenuazione pari a 37dB, garantiscono una protezione senza rivali sul mercato. Nonostante la grandezza delle coppe il prodotto ha un peso ridotto (351 g) per un miglior comfort dell’utilizzatore.


Questi prodotti sono realizzati per garantire livelli di attenuazione medi, alti e molto alti, in modo da soddisfare le necessità di protezione delle più diverse applicazioni industriali.
Quando correttamente selezionati ed indossati questi prodotti riducono il rischio di esposizione a livelli di rumore nocivi.


Bardatura Temporale: X1A, X2A, X3A, X4A e X5A
Attacco elmetto: X1P3, X2P3, X3P3, X4P3 e X5P3

La versione con attacco elmetto è realizzata per adattarsi ad un'ampia gamma di elmetti di protezione e caschi presenti nel ns. catalogo.

NOTA: La versione con bardatura temporale è elettricamente isolata (talvolta definita come ‘dielettrica’).
I componenti metallici della bardatura sono ricoperti da materiale non conduttivo per l'utilizzo in ambiente a basso richio elettrico (meno di 440 Vac). Dal momento che non esistono norme specifiche per testare l'isolamento elettrico delle cuffie, il prodotto è stato valutato da un laboratorio esterno seguendo una versione modificata della normativa EN397:1995.
Durante le misure di validazione la perdita di corrente non ha superato 1.2mA quando la superficie esterna del prodotto è entrata in contatto con una sorgente elettrica.
L'utente deve determinare l'idoneità del prodotto per l'applicazione prevista tenendo in considerazione ogni ipotesi di rischio, oltre il rumore, per cui questo prodotto è testato e certificato CE.

Caratteristiche
• Design moderno ed attraente
• Leggera
• Bardatura doppia per maggior stabilità e maggiore comfort
• Bardatura elettricamente isolata per una maggiore e più affidabile protezione
• I morbidi Cuscinetti auricolari riducono la pressione attorno alle orecchie migliorando comfort e
indossabilità
• Nuova imbotttitura e separatore per migliorare l'attenuazione
• Nuovo anello in schiuma brevettata per un'efficace tenuta e protezione
• Ampio spazio auricolare per ridurre umidità e calore 
• Cuscinetti facili da intercambiare per un'igiene maggiore
• Codice colore per identificare facilmente il prodotto ad attenuazione adeguata
• La versione con attacchi per elmetto si adatta direttamente a diversi elmetti protettivi industriali senza l'utilizzo di adattatori.


Applicazioni
La gamma di Cuffie Passive 3M™ Peltor™ Serie X è ideata per proteggere dal rumore presente in numerevoli luoghi di lavoro e tempo libero. Esempi di applicazioni tipiche sono i seguenti:
• Lavorazione del metallo
• Industria Automobilistica
• Aeroporti
• Edilizia
• Industria Tessile
• Industria Chimica e Farmceutica
• Cementifici
• Stampaggio Industriale
• Lavorazione del legno
• Carpenteria
• Fonderia
• Acciaieria
• Settore minerario ed estrattivo


Standard ed Approvazioni
Le cuffie della liena 3M™ Peltor™ Serie X sono certificate CE secondo lo standard europeo EN352-1:2002 (Con bardatura temporale) e EN352-3:2002 (Con Attacco per Elmetto).
Questi prodotti soddisfano i criteri Base di Sicurezza, come stabilito dall'allegato II alla direttiva dell Comunità Europea 89/686, e sono stati esaminati da Combitech AB,. Box 168, SE-73223 Arboga, Svezia. (Organismo notificato numero 2279).


Note
APVf = Attenuazione Prevista
Mf = Attenuazione Media
sf = Deviazione Standard

H = Attenuazione alle Alte Frequenze (Riduzione del rumore per LC – LA = -2dB)
M = Attenuazione alle Medie Frequenze (Riduzione del rumore per LC – LA = +2dB)
L = Attenuazione alle Basse Frequenze (Riduzione del rumore per LC – LA = +10dB)
SNR = Single Number Rating (valore sottratto alla misurazione della pressione sonora ponderata C LC al fine di stimare l'effettiva pressione sonora ponderata A all'interno dell'orecchio).


Addestramento
Gli otoprotettori sono Dispositivi di Protezione Individuale (DPI).
Quando si parla di addestramento all’uso corretto il riferimento principale
è il D.L.gs. 81/2008 - Testo Unico sulla Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro. 

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Forniture Aziende ed Enti








RAMPA per scalini: superamento delle barriere verticali

Il superamento delle barriere verticali per accedere agli edifici, siano essi pubblici che privati, è una tematica molto “dibattuta” dalle persone con disabilità, molti edifici per esempio, in particolare quelli datati, presentano dei gradini per raggiungere la porta d’ingresso. Tali problematiche si ritrovano spesso anche all’interno delle stesse abitazioni. Esistono varie possibilità per superare le barriere verticali, soluzioni tecnologiche e non.

Qui noi proponiamo una RAMPA per scalini particolarmente semplice da installare.


Rampa per scalini BAR 0806

Rampa gialla per scalini 
Ideale per chi utilizza carrelli e deve oltrepassare piccole barriere 
tipo scalini o marciapiedi da 74 a 150 mm di altezza

° dimensioni (lunghezza x larghezza x altezza) mm 1130 x 750 x 75; 
° peso kg 6.
° superficie anti-scivolo e lati rialzati
° colore standard giallo
° polietilene ad alta densità, può essere riciclato
° Portata massima raccomandata: kg 350.

Non è possibile stilare una “classifica” delle soluzioni migliori, ogni strumento presenta dei pro e dei contro che grossolanamente si può tentare di elencare, questo però non significa che una particolare soluzione si possa sempre abbinare ad una precisa disabilità: sono tantissimi i fattori da considerare e la personalizzazione è quello che realmente fa la differenza nel processo di scelta.

Per quanto riguarda le rampe fisse (in cemento, ferro zincato…) il D.M. 236/89 suggerisce una larghezza minima di 90 cm ed una pendenza massima dell8% oltre i 3 mt di sviluppo lineare (lunghezza). Per superare un ipotetico dislivello di un metro (circa 6 gradini) sono perciò necessari almeno 12,5 metri di sviluppo di rampa, è quindi i richiesto uno spazio enorme. Inoltre, non tutte le persone in carrozzina riescono agevolmente a superare più di 12 mt di rampa ad una pendenza dell’ 8% ed anche chi ha un “passo strisciato” o comunque un “cammino problematico”, potrebbe avere più difficoltà nel superare una rampa molto lunga piuttosto che qualche gradino. Lo stesso vale per le persone ipovedenti, se la rampa non è adeguatamente segnalata.

Una rampa può comunque essere utile per superare piccoli dislivelli se installata con una pendenza non superiore al 3-5%. Sarebbe anche opportuno lasciare la possibilità di superare i gradini per i motivi sopra esposti.







martedì 15 gennaio 2013

TRANSENNE Stradali Metallo o Plastica


TRANSENNE mobili stradali parapedonali
rispondono a tutte le esigenze in termini di sicurezza, garantendo soluzioni tempestive ed ottimali anche in caso di emergenza.

TRANSENNE mobili stradali parapedonali
Indispensabili per: delimitare spazi, realizzare eventi, spettacoli, manifestazioni varie indicare percorsi obbligati,
sbarrare l'accesso a determinate aree e zone supporto per l'affissione di pubblicità in determinati luoghi.

TRANSENNE mobili stradali parapedonali METALLO
Le transenne stradali antisfilamento sono di facile posa anche su percorsi irregolari o su terreni non ben livellati.
Produzione Made in Italy
Peso generalmente intorno ai kg. 20
Montaggio senza carrello, scala, gru
Struttura acciaio zincata a caldo
Prezzo imbattibile per Quantità

Elementi accessori:
Rifrangente a strisce Bianco\Rosso 1° cat. MONOFACCIALE alluminio.
Rifrangente a strisce Bianco\Rosso 1° cat. BIFACCIALE alluminio.
Possibilità di inserimento sulla transenna del Logo Pittogramma Stemma
serigrafico relativo all’ente, azienda o ditta acquirente.



Accanto alle proposte lineari e semplici delle nostre transenne stradali, proponiamo anche transenne che coniugano funzionalità ed estetica in ogni contesto urbano, dagli spazi storici alle aree più contemporanee, dai parchi alle piste ciclabili. Armonizzando design e sicurezza, le barriere parapedonali delimitano gli ambienti del nostro vivere quotidiano all'aperto, disegnando gli spazi in modo ordinato e razionale e rendendoli più protetti e fruibili.

Accanto ai prodotti presenti nel nostro catalogo, progettiamo soluzioni su misura e personalizziamo le transenne stradali in base alle singole esigenze.


Elegante Transenna Artistica parapedonale 
Colonne sezione 60 X 60 e inserti 20 X 20 
MISURE H = 117 L = 100
Art. TSPP27
Elegante Transenna Artistica parapedonale 
Colonne sezione 60 X 60 e inserti 20 X 20 
MISURE H - 100 L - 100
Art. TSPP26





TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene alta densità art. 0170
Art. 0170

Transenna leggera costituita da 3 moduli dotata di ottima stabilità.
dimensioni (h x l) cm 100 x 170.
Peso kg 3,20.
Ideale per delimitare e proteggere aree.

Tubolare in polipropilene sezione Ø 26 mm,
strutturata con 3 pannelli in poliestere imputrescibile con simbolo di divieto.
Modulo opzionale per allungamento comprensivo di 2 ganci di collegamento.



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TRANSENNE mobili stradali parapedonali MOPLEN Plastica
Possono essere impiegate in diversi settori:
  1. Raduni - Eventi - Manifestazioni
  2. Parcheggi 
  3. Raduni Eventi Manifestazioni sportive
  4. Concerti 
  5. Opere stradali 
  6. Opere di cantiere (disponibili con pannello rifrangente monofacciale)
  7. Delimitazione percorsi su strade, aeroporti, fiere ect.


TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene alta densità art. 0628
Art. 0628

in polietilene 
alta densità arancione, base nera in mescola di materiale riciclato, appesantita (kg 20) con possibilità di aggiungere ulteriore peso aggiungendo acqua (+ kg 15). Ogni modulo prevede 1 banda rifrangente (su un solo lato) bianco rossa mm 760 x 145. Facile da installare anche da una sola persona, stabile e rigida in caso di urti. Il sistema di collegamento garantisce difficoltà in caso di smantellamenti da parte di persone non addette ai lavori. Dimensioni (l x p x h): mm 1080 x 520 x 1000, peso kg 24. Disegnata per minimizzare i costi di trasporto.


TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene Alta densità art. 0635
Art. 0635

Transenna in polietilene alta densità di colore arancione.
Resistente e robusta, viene fornita completa di piedini e fascia rifrangente (su un solo lato) bianca e rossa mm 1200 x 145. Dimensioni: mm 2000 x 1000 h totale, peso kg 10.
Stabile anche su terreni irregolari, sistema di collegamento per creare percorsi, barriere, intorno a cantieri temporanei o per delimitare il passaggio dei pedoni.

Sulle transenne è vietata ogni pubblicità avente natura o carattere di propaganda politica. I Comuni si riservano la possibilità di vietare altresì l’esposizione di messaggi a loro insindacabile giudizio; in particolare non sono ammesse campagne pubblicitarie in contrasto con norme imperative e di ordine pubblico, contrarie al buon costume, lesive dei diritti costituzionali e della dignità delle persone.



TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene Alta densità colore azzurro (prodotto soggetto a quantità)

TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene Alta densità colore verde (prodotto soggetto a quantità)

TRANSENNE mobili stradali parapedonali Polietilene Alta densità colore giallo (prodotto soggetto a quantità)






Transenne Parapedonali 


dimensione cm 115x100x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 oppure Ø mm 60 spessore 2 - senza traversa
dimensione cm 115x100x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 oppure Ø mm 60 spessore 2 - con traversa in tubolare mm 50x20x2
dimensione cm 115x100x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 oppure Ø mm 60 spessore 2 + targa pubblicitaria in alluminio spessore 25/10 mm 89x50


dimensione cm 115x50x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 spessore 2 - senza traversa
dimensione cm 115x50x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 spessore 2 - con traversa in tubolare mm 50x20x2


dimensione cm 115x30x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 48 spessore 2 - con arco a tutto sesto



dimensione cm 115x60x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 60 spessore 2 - con arco a tutto sesto

dimensione cm 115x60x115 realizzato in tubo ferro Ø mm 60 spessore 2 - con arco a tutto sesto + traversa in tubolare mm 50x20x2






















Gamma GILET Alta Visibilità